Recensione

Sly 3: Honor Among Thieves

Avatar

a cura di Cyberdex

Non c’è due senza tre. Sly, insieme alla banda dei ladri al gran completo (anche più delle aspettative, la gang, come vedremo, si ingrandirà) torna a distanza di un anno allungando a tre la striscia di episodi che lo hanno visto protagonista, in solitaria nel primo Sly Cooper and the Thievius Raccoonus, ed in compagnia dal secondo capitolo in poi. Sony cavalca l’onda, sfruttando la popolarità che investe, da buona tradizione, i “ladri buoni”. Chissà che in futuro il brand Sly non acquisti la caratura di certi prestigiosi “colleghi”, come Lupin o Diabolik. Ok, forse è solo fantasia, intanto noi giochiamo.

Dove eravamo rimasti?Gli avvenimenti, come da consuetudine per la serie, riprendono da dove sono stati momentaneamente abbandonati alla fine del secondo capitolo. Nonostante questo, un’importante caratteristica del gioco è quella di mettere ogni giocatore nella condizione di poter acquistare il titolo senza preoccuparsi di essersi eventualmente perso i capitoli precedenti, visto che tutto sommato ogni episodio ha una storia a se stante. Bentley, la testugine che guida da sempre con ingegnosissimi piani il trio delle meraviglie, ha subito un grave incidente che lo ha costretto sulla sedia a rotelle, e il senso di colpa, per ciò che è successo all’amico, pesava talmente tanto sull’ingombrante Murray da spingerlo ad abbandonare il gruppo per trovare la pace interiore dedicandosi alla meditazione. Bentley, comunque, è ancora molto attivo, e una volta costruitosi una carrozzina super accessoriata, torna di nuovo all’opera a pieno regime. Insieme a Sly viene a conoscenza di un nuovo interessante e stuzzicante particolare sulla famiglia Cooper (grandissima dinastia di ladri a cui appartiene Sly): pare che, nel passato, il tesoro accumulato pian piano dai membri cleptomani della famiglia sia stato riposto, nella sua interezza, in un segretissimo caveau che solo un Cooper può aprire. Evidentemente non sono gli unici a saperlo, visto che attorno al caveau è stata costruita una fortezza impenetrabile (non certo per Sly!) da un certo Dr. M, intenzionato a tutti i costi ad appropriarsi dell’enorme bottino.

Aspetto tecnico…Come in Sly 2, graficamente il titolo si presenta piuttosto bene, senza variare di molto la formula tutto sommato vincente del passato. Un ottimo esempio di cel shading, seppur sofferente sul piano della qualità delle textures, ma dovremmo esserci abituati ormai, visto e considerato che stiamo parlando di un gioco sviluppato per Playstation 2. Il sonoro cambia davvero di poco rispetto al predecessore, sia per quanto riguarda le musiche sia per il doppiaggio, in ogni caso buoni entrambi. Da sottolineare che il gioco è totalmente tradotto nella nostra lingua, quindi doppiaggio compreso, e non è per niente facile riuscire a trovare un gioco interpretato bene dai doppiatori nostrani.

Un nuovo capitoloSly 3 è orchestrato come un libro suddiviso in tanti capitoli, ognuno dei quali ci vede protagonisti in ambientazioni molto diverse fra loro e con obbiettivi diversi (anche se simili): fondamentalmente ogni capitolo ha la funzione di reclutare un particolare personaggio e di renderlo disponibile per i futuri programmi di Bentley, che potrà quindi ideare piani sempre più ingegnosi ogni qual volta il gruppo si allarga. Il risultato finale è molto piacevole, ed anche molto simile ad una produzione cinematografica di qualche anno fa che ha riscosso un buon successo, ovvero l’”Ocean’s Eleven” di George Clooney, Brad Pitt e Julia Roberts. L’obiettivo finale, naturalmente, è quello di penetrare nel famoso caveau della famiglia Cooper, e per farlo c’è bisogno di molta collaborazione. Una volta cominciato un nuovo capitolo, e quindi giunti nel nuovo quartier generale improvvisato, Sly scenderà subito all’opera per un giro di ricognizione tutto intorno il luogo di raccolta del trio, per fornire a Bentley i dati principali per l’ideazione di un piano. Una volta organizzate le idee, l’amico coriaceo si armerà di telone bianco e diapositive per spiegare alla lettera ciò che ogni membro del gruppo dovrà fare per raggiungere l’obiettivo finale (che, come detto, nella maggiorparte dei casi si riconduce all’arruolare un nuovo membro nel team). Al termine della lezione, possiamo liberamente scegliere con quale dei tre personaggi principali cominciare a giocare. Nonostante il gruppo sia pian piano sempre più numeroso, i personaggi giocabili nelle sezioni di perlustrazione sono sempre i tre noti, invece, una volta entrati nell’ottica delle missioni, possiamo interagire, qualora ci fosse la necessità, anche con gli altri membri. Il quartier generale gioca anche un ruolo importante per la preparazione alla battaglia, difatti Bentley può accedere alla cosiddetta “Thief-net”, una specie di rete internet per ladri, e acquistare gadget o attacchi speciali per i membri del team. Ovviamente ogni abilità ha un suo costo in monete, recuperabili in diversi modi: demolendo l’arredamento degli scenari (panchine, scatoloni, sedie, e tanti ancora), uccidendo i nemici, o, meglio ancora, derubandoli sgattaiolando dietro le loro spalle. La caratteristica su cui, forse, gli sviluppatori hanno premuto maggiormente, è la varietà d’azione, un po’ come la Naughty Dog ha fatto recentemente con il terzo capitolo della sua saga generazionale, Jak 3. Ogni missione riesce a proporre qualcosa di diverso, in modo da abbassare, e di molto, la temuta possibilità di annoiare colui che impugna il pad.

MultiplayerPiccola novità rispetto al passato: possibilità di ingaggiare duelli in multiplayer. Premessa: probabilmente non è la modalità cooperativa più riuscita della storia dei videogiochi, anzi, possiamo dirlo con certezza. Quattro diverse sezioni di gioco per divertimento pari a zero, concorderete con me, pur senza essere dei geni di matematica, che qualcosa non torna. Guardia e ladri fra i canali veneziani (Sly e Carmelita come protagonisti), violazione di sistemi informatici con Bentley, Duello nei Cieli a bordo di un velivolo volante (sezione di gioco praticamente identica a quella vista nell’avventura in singolo), e Sfida sui Galeoni per un duello acquatico. Nulla di troppo stimolante, se non ci fosse stato nulla di tutto ciò nessuno lo avrebbe rimpianto.Piccola menzione finale per una trovata più pubblicitaria che di sostanza, ovvero l’uso di occhialini 3D per alcune particolari sezioni di gioco. L’idea magari poteva sembrare simpatica, ma il risultato finale lascia molto a desiderare. Prima di addentrarci in un dungeon che richiede l’uso di questi coloratissimi occhialini, il gioco ci chiederà la conferma di attivare o meno il loro utilizzo. Con tutta franchezza consiglio di evitare, e di giocare normalmente, ma la curiosità vi spingerà sicuramente a farne uso almeno nel primo giro.

Infine, longevità media, intorno alle 15 ore, per questo gioco tutto sommato di buona fattura. Probabilmente il solo anno trascorso dall’uscita di Sly 2 ha un po’ smorzato l’iniziativa di creare qualcosa di diverso, successo invece piuttosto bene con il passaggio dal primo al secondo capitolo (dove, per la cronaca, trascorsero ben 2 anni).

Ringraziamento speciale a Cat

– Prezzo budget (40€ circa)

– Tante missioni strutturate a mo di minigiochi

– Buon doppiaggio in italiano

– Poco originale

– A volte forse eccessivamente lineare

8.0

Bel gioco, nulla da dire. Pecca sicuramente di originalità, anche se c’era da aspettarselo. Risulta comunque un gioco godibile, non troppo impegnativo, e divertente. Buono per chi si avvicina alla saga per la prima volta come per chi ha già in bacheca i primi due capitoli della saga. Certo che, continuando a parlare di ladri, verrebbe voglia di rubarne una bella copia da qualche negozio.

Voto Recensione di Sly 3: Honor Among Thieves - Recensione


8

Leggi altri articoli