La rivoluzione introdotta da Skylanders è innegabile: è grazie a questa serie di videogiochi che sono nati i fenomeni di Disney Infinity e degli Amiibo e, per certi versi, questo prodotto è riuscito a rivoluzionare anche il mercato dei giocattoli creando qualcosa che, una ventina di anni fa, faceva parte dei nostri sogni fantasiosi.
Siamo giunti al quinto episodio della serie e, per la prima volta, Activision ha deciso di puntare su di un altra forma di giocattoli. Oltre alle consuete action figure, infatti, il gioco quest’anno ha introdotto dei veicoli, macchinine in plastica da posizionare sul consueto portale per vederle prendere vita nel gioco e, ovviamente, al timone di una nuova meccanica introdotta in questo titolo. Skylanders Superchargers non è però un gioco di guida, bensì un titolo canonico della saga a cui è stato aggiunto un nuovo elemento che ne varia in parte la struttura.
Il solito Skylanders?
Chi ha già avuto a che fare con i precedenti Skylanders, si troverà istantaneamente a proprio agio in Superchargers. Anche se il gioco si apre con una sequenza di guida, la maggior parte del tempo la si trascorre a piedi, combattendo con i nemici nel consueto button mashing che permette davvero a tutti di divertirsi senza troppi pensieri.
I quattro livelli di difficoltà presenti nel gioco riescono a rendere l’esperienza abbastanza stratificata anche per i giocatori più grandicelli, pur mantenendosi sempre a un livello molto accessibile. I primi due livelli di difficoltà sono adatti praticamente a chiunque abbia la capacità di premere un pulsante, mentre i livelli di difficoltà più elevati richiedono di saper schivare qualche colpo e di scegliere il giusto personaggio per ciascuna sezione di gioco. I bambini si sentiranno probabilmente dei bravi giocatori dopo avere sconfitto qualche boss a un livello di difficcoltà elevato, e in generale siamo convinti che la difficoltà di questo titolo sia stata calibrata egregiamente per il pubblico di riferimento.
L’aspetto più positivo di Skylanders: Superchargers, tuttavia, si riscontra nella mole di contenuti disponibile. Vi è infatti il supporto di tutti i 337 personaggi finora usciti, tutti upgradabili attraverso il consueto albero delle abilità e ognuno con caratteristiche pressoché uniche. La varietà a disposizione del giocatore è davvero enorme, e chi è in possesso di una discreta collezione di statuine accumulata nel corso degli anni avrà davvero molte ore di gioco davanti a sé per livellare i propri personaggi. Anche le 37 trappole dell’edizione Trap Team sono supportate, sebbene il loro uso si limiti allo sblocco di alcune carte Pietracielo, il gioco interno a Skylanders che ritorna anche quest’anno.
Arrivano le auto
Le automobili, da un punto di vista dell’evoluzione, si comportano in maniera simile ai personaggi, è possibile modificarle attraverso dei collectibles e potenziarle. Da un punto di vista del sistema di controllo, invece, gli sviluppatori hanno optato per un doppio layout poco intuitivo: in alcune sezioni, infatti, il gioco si controlla come un normale titolo di guida, con lo stick sinistro a imitare il volante; in altre sezioni, invece, le auto si comportano come un ibrido tra un veicolo e un personaggio, con lo stick sinistro a controllare la direzione del movimento e i grilletti a controllare l’acceleratore e il freno. Il gioco passa da un sistema di controllo all’altro in maniera quasi estemporanea, e confessiamo di non esserci mai trovati a nostro agio con questa bizzarra configurazione dei controlli
I veicoli si affiancano sempre a un personaggio per essere pilotate: salvo alcune sezioni di gioco, tutti i vecchi personaggi – persino i colossali Giants – possono salire a bordo delle auto e pilotarle. Ogni auto, inoltre, è dotata di un’arma e di un boost, che consente loro di accelerare rapidamente e di colpire i nemici, talvolta distruggendoli semplicemente effettuando un boost al momento opportuno. I veicoli fanno uso del medesimo sistema di elementi degli Skylander, e pertanto rispondono alle stesse regole: vi sono sezioni di gioco accessibili solo con il veicolo giusto, e il giocatore sarà costretto ad acquistare auto aggiuntive per poter completare il gioco al 100%. La stessa formula, come è sempre avvenuto nella storia di questa saga, si applica ai personaggi: lo Starter Pack dà accesso a circa un terzo dei contenuti presenti nel gioco, relegando lo sblocco dei due terzi restanti all’acquisto di altre statuine. Grazie alla retrocompatibilità, chi ha già una collezione di Skylanders piuttosto varia potrebbe raggiungere percentuali di completamento molto elevate ma, considerando la presenza di alcune sezioni accessibili solo attraverso veicoli non inclusi nello Starter Pack, anche quest’anno sarà necessario spendere qualche euro extra in action figure.
Curatissimo
Skylanders: Superchargers continua la tradizione dei precedenti capitoli classificandosi come un prodotto molto curato da un punto di vista tecnico: la grafica è bella, le animazioni sono divertenti, il doppiaggio è di ottima qualità e il polishing delle versioni next gen è eccellente. Non abbiamo notato problemi tecnici né screzi minori: il lavoro compiuto è encomiabile e possiamo ritenerci più che soddisfatti.
– Curatissimo
– Ottimo doppiaggio
– Molto divertente per il pubblico di riferimento
– Per completare il gioco al 100% occorrono parecchie statuette
– Controlli dei veicoli un po’ confusionari
Skylanders: Superchargers si riconferma essere un gioco divertente, “sicuro” e ben realizzato. Il pubblico di bambini a cui si rivolge troverà anche quest’anno un gioco divertente e ricco di possibilità, con un buon livello di rigiocabilità grazie al supporto di una miriade di statuette e all’arrivo dei veicoli. Se siete un genitore in procinto di entrare in questo mondo, aspettatevi di spendere qualche decina di euro in più oltre al costo del gioco, perché ben presto vostro figlio si troverà impossibilitato a completare alcune sezioni e vi chiederà di comprare una nuova action figure. Se siete disposti ad accettare questo compromesso, Skylanders: Superchargers è un gioco che non vi deluderà.