Recensione

Silverfall

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a cura di Rasta

In principio fu DiabloLa storia degli “rpg/hack ‘n slash” si snoda attraverso un numero ristretto di titoli significativi. Il top della categoria è rappresentato certamente dal capolavoro della Blizzard, l’ormai leggendario Diablo, che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia videoludica. Ad un gameplay rodato ed inossidabile come quello del secondo capitolo di Diablo (e sua relativa espansione) è difficile aggiungere qualcosa di innovativo, ed infatti i titoli che hanno tentato di seguirne la scia, si sono alla fine rivelati meri cloni. Ad esempio Sacred è stato un buon clone, ma che aveva il suo limite in una storia meno coinvolgente, e in un gameplay (e background narrativo) troppo simile a quello del masterpiece di casa Blizzard. E’ invece più recente il tentativo di scalzare Diablo dal suo trono da parte degli Iron Lore, che qualche mese fa hanno rilasciato Titan Quest, che vanta una tecnica moderna e accattivante e un concept basato sulla mitologia antica, e non più sull’ormai classico ed inflazionato fantasy tradizionale. In verità le buone intenzioni degli sviluppatori sono state affossate da un certa ripetitività e dal numero di missioni non molto elevato. Oggi è Silverfall, dei francesi Montecristo, che si cimenta nell’impresa si sostituire Diablo nel cuore degli appassionati. Missione riuscita? Scopriamolo insieme…

Natura e TecnologiaIl concept alla base della storia di “Silverfall” è basato sulla tradizionale narrativa fantasy, dunque accanto agli umani troveremo elfi, orchi, goblin e via dicendo, ma, come vedremo, possiede alcuni spunti originali. La storia narrata dal gioco, infatti, pur non essendo particolarmente profonda o coinvolgente, introduce fattori innovativi nel gameplay. All’inizio di ogni partita dovremo innanzitutto costruire il nostro personaggio, scegliendo tra quattro razze disponibili (umani, elfi, troll, folletti) e personalizzandolo attraverso la scelta di differenti caratteri somatici (viso, pelle, capelli…). Il livello di personalizzabilità non è molto ampio, ma rappresenta sicuramente una marcia in più rispetto a titoli come “Titan Quest”, in cui oltre al sesso e al colore della tunica non c’era nulla da scegliere. A questo punto verremo catapultati nell’introduzione del gioco, impersonando un Arcimago, la cui scomparsa costituirà lo spunto iniziale della nostra avventura. La meccanica di gioco segue pedissequamente lo standard del genere, inclusa la possibilità di assoldare alleati con cui affrontare le missioni di gioco. Accanto alle sezioni hack ‘n slash in cui dovremo allegramente massacrare i nostri nemici (in queste fasi la I.A. nemica non ci è sembrata sempre molto sveglia), come da copione è affiancata l’evoluzione rpg (attraverso 80 livelli di esperienza), che in questo caso non è vincolata dall’iniziale scelta della classe, ma potrà essere decisa nel corso del gioco, attraverso la scelta di abilità speciali (combattive e magiche) strutturate al albero. Inoltre, come l’intero concept del gioco è pervaso dalla contrapposizione tra natura e tecnologia, anche il nostro personaggio durante le sue avventure, dovrà decidere quale di queste due inclinazioni seguire. La scelta della propensione verso natura o tecnologia condizionerà le abilità speciali che potremo scegliere, le missioni che ci verranno proposte, le reazioni degli NPC, le armature o le armi che potremo equipaggiare. Ad esempio, chi sceglie la via tecnologica, affronterà missioni in tema (come la costruzione di impianti di estrazione), potrà indossare armature meccaniche e utilizzare armi moderne (fucili, motoseghe…), ma si inimicherà inevitabilmente i seguaci della natura, che osteggiano il progesso e l’inquinamento. Questo fattore rappresenta una variabile molto interessante, che può incrementare significativamente la longevità: chi apprezzerà il gioco, potrà riprovare a giocarlo seguendo scelte differenti.

Tecnicamente parlando…Dopo l’ottimo risultato raggiunto da “Titan Quest”, c’era da aspettarsi molto da “Silverfall”, e dobbiamo dire che il team Montecristo non delude le aspettative. Il comparto grafico si fregia addirittura del cel shading, una scelta decisamente inusuale per questo tipo di gioco, ma che da i suoi migliori frutti alla qualità massima, regalandoci personaggi molto dettagliati e caratterizzati da quel tipico sapore fumettistico che il cel shading è in grado di offrire. Il motore fisico PhysX della Ageia è molto convincente, e possiamo rendercene conto anche con l’apposito programma di testing accluso nell’installazione, che consente di lanciare sfere contro un muro di mattoncini, e apprezzare le capacità di gestione delle collisioni e delle reazioni. Come a dire: la fisica nei videogiochi non si chiama solo Havoc. Oltre a questi aspetti, tutto il comparto grafico è pregevole, dal sistema di illuminazione, agli effetti più disparati. Vanno però annoverati due limitazioni: la prima è rappresentata da un numero non trascurabile di bugs e difetti grafici, che più di una volta ci hanno costretto a riavviare il gioco, e che spesso hanno reso frustrante l’esperienza ludica; inoltre per poter apprezzare il gioco in tutto il suo splendore, occorrerà una macchina con requisiti decisamente non alla portata di tutti e forse un po’ troppo esagerati per il risultato raggiunto (che fa pensare ad una programmazione poco pulita e ridondante, ipotesi avvalorata dai numerosi bug). Per il primo limite suggeriamo calorosamente di installare la patch rilasciata dai programmatori, che corregge (purtroppo solo) alcuni dei problemi del gioco. Per il secondo limite c’è ben poco da fare…L’audio ci è sembrato francamente molto anonimo, poco coinvolgente e non abbastanza vivace, sicuramente non all’altezza della complessità e della ricchezza del comparto grafico. La mancata localizzazione audio completa un quadro poco esaltante.

Resa dei conti“Diablo II” o “Silverfall”? Questo non è il problema, perchè tra i due non c’è tenzone. Sicuramente rispetto al titolo Blizzard, la release dei Montecristo può vantare un comparto tecnico possente e moderno, neanche paragonabile al 640×480 scarno del predecessore, ma non offre altre innovazioni significative. Il gameplay di “Diablo II” è ancora imbattuto per il perfetto equilibrio raggiunto (e mai eguagliato da nessuno) tra componente RPG e componente Hack ‘n Slash, e per quel carisma unico che pervade il titolo, i suoi protagonisti e il concept del gioco. E probabilmente è il carisma il vero segreto di un gioco come “Diablo II” che ancora oggi, a distanza di tanti anni, è ancora molto giocato in rete. Più interessante è, invece, il confronto tra “Silverfall” e “Titan Quest”. Dal punto di vista tecnico sono entrambi validi, e se “Titan Quest” ha dalla sua parte un concept più affascinante e meno logoro (la mitologia classica), “Silverfall” vanta un maggior numero e una miglior varietà di missioni, e una maggiore personalizzabilità del proprio personaggio. Infine, un elemento che avrebbe sicuramente assicurato ulteriore longevità al gioco è l’editor di scenari, purtroppo assente in “Silverfall”.

HARDWARE

Come evidenziato nella recensione, le richieste hardware del gioco sono decisamente impegnative, e per godere in maniera adeguata del gioco, occorre soddisfare almeno i requisiti consigliati.

Requisiti Minimi:– Processore: Pentium 2Ghz o Athlon equivalente– RAM: 512 Mb– Scheda Video: 3D 128Mb compatibile DirectX 9.0c– Spazio su disco: 10 Gb– Lettore: DVD-ROM– Scheda audio compatibile DirectX 9.0c

Requisiti Consigliati:– Processore:Pentium4 3.0 Ghz o Athlon equivalente– RAM: 1 Gb– Scheda Video: 3D 256Mb compatibile DirectX 9.0c

MULTIPLAYER

Il gioco offre la possibilità di affrontare le missioni in compagnia di altri giocatori, sia in rete locale LAN, sia tramite Internet. Purtroppo, l’assenza di un editor di scenari contribuisce alla mancata possibilità di variare significativamente l’esperienza di gioco on-line.

– Grafica pregevole

– Qualche spunto originale

– Divertente e frenetico

– Richieste hardware esose

– Nessuna vera novità

– Fastidiosi bugs

7.8

“Diablo II” è ancora il punto di riferimento della categoria, e per ora nessuno sembra poterne insidiare il primato. In attesa di “Diablo III” (su cui circolano numerose voci di corridioio che lo danno quasi per certo), se amate il genere e avete già apprezzato “Titan Quest”, non dovete lasciarvi scappare “Silverfall”, che potrà offrirvi qualche spunto originale in più e tanto divertimento.

Voto Recensione di Silverfall - Recensione


7.8

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