Recensione

Silent Hill: Shattered Memories

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a cura di Dr. Frank N Furter

E’ innegabile il lento declino che la storica saga Konami ha intrapreso negli ultimi cinque anni. Dopo un controverso Silent Hill 4: The Room, il discreto Origins e il mezzo passo falso compiuto da Homecoming, in pochi credevano ancora ad un eventuale recupero o rinnovamento positivo della saga. Qui sono entrati però in gioco i ragazzi di Climax, i quali hanno cercato di svecchiare alcune meccaniche dei precedenti episodi a favore di nuove e interessanti concezioni di gameplay. Andiamo a vedere cosa ci ha riservato lo studio guidato da Tom Hulet nella loro interpretazione della collina silente.

RestartSilent Hill: Shattered Memories non è un rifacimento del primo episodio bensì una diversa visione di come sviluppare un titolo così particolare. Gli unici elementi che legano i due capitoli sono i nomi dei personaggi, la città e l’incipit narrativo il quale vede il protagonista Harry Mason e la figlia Cheryl coinvolti in un incidente d’auto. Ripresosi dallo shock, Harry si accorge della scomparsa della piccola e, senza pensarci due volte, impugna la sua torcia per cercarla. Il punto forte del gioco risiede proprio nella trama che lo contraddistingue, per diversi motivi. In primo luogo lo strumento narrativo utilizzato ci ha colpito in maniera positiva: attraverso delle sedute di psicoanalisi vivrete nei ricordi del protagonista in modo da ricostruire, tassello dopo tassello, il suo puzzle mentale. La figura dello psicoanalista funge da filo conduttore grazie ai vari test cui vi sottoporrà man mano che avanzerete nella storia. Questi esercizi mentali, oltre ad essere interessanti e coerenti con la trama, influiranno a loro volta sui personaggi nel loro aspetto e comportamento. Sarà dunque divertente colorare una vignetta raffigurante una casa per poi vederla poco dopo nel gioco, tinteggiata come avevate immaginato, pillole di insana follia a la Silent Hill. E’ un peccato dover sottolineare, nonostante la bontà della storia, la mancanza di quegli espedienti idealmente riconducibili al concept originario e tanto amati dai videogiocatori; ne potrete gustare un paio verso la fine del gioco, ma ci si doveva sforzare maggiormente in questo senso, soprattutto per rendere più viva ed interessante la prima parte della trama. In definitiva possiamo affermare che l’impianto narrativo è sicuramente uno dei migliori, pur non arrivando ai fasti dei capostipiti, quantomeno porta una ventata di freschezza alla serie.

Compartimenti stagniIl gameplay di Shattered Memories è diviso in due macrosezioni: la fuga e l’esplorazione. Nella prima sarete inseguiti da mostri dalla forma umanoide. Vista la nuova concezione ideata dai ragazzi di Climax, non avrete nessuna arma con cui difendervi, l’unica possibilità è fuggire. Durante la fuga potrete guardarvi indietro premendo il D-Pad in modo da capire a quale distanza si trovano gli inseguitori, per rallentarli avrete modo di nascondervi dentro armadi o armadietti (scelta sconsigliata, vi troveranno quasi sempre) o scaraventare per terra alcuni oggetti prestabiliti dal gioco. Nel caso in cui i mostri riescano a prendervi, potrete dimenarvi con un movimento sincronizzato del Wii Remote e del Nunchuk verso la direzione in cui vi hanno catturato ma fate attenzione perché dopo quattro o cinque attacchi potreste soccombere ai nemici, perciò vi converrà evitare lo scontro in ogni caso oppure utilizzare i bengala che troverete lungo il cammino, utilissimi nelle situazioni più disperate. Affinché possiate sfuggire all’incubo, dovrete seguire un percorso contrassegnato da punti di fuga evidenziati con un blu acceso (meccanica che ricorda inevitabilmente Mirror’s Edge). Questo però non vi assicurerà la giusta via da seguire poiché numerosi bivi potrebbero ingannarvi e farvi girare in tondo più di una volta. Qual è il problema principale di questa fase? In verità ne esiste più di uno, in primis la totale confusione dettata dall’ansia della fuga. In questo modo penserete solo a scappare non potendo godervi le bellissime ambientazioni distorte e malate dell’Other World ghiacciato e, se morirete, non dovrete far altro che riprovare la sequenza giusta di porte da imboccare, facilitando e sminuendo l’importanza delle stesse. Dall’altro lato abbiamo la componente esplorativa, il vero punto debole dell’intera produzione. Il titolo di questo paragrafo è indicativo poiché spiega perfettamente la situazione del gameplay di Shattered Memories. Talmente sono divise le due fasi che mentre cercherete indizi per la città, palazzi e locali non incontrerete mai un nemico poiché questi sono stati completamente rimossi. Sapere di non poter essere attaccati non aiuta a creare atmosfera, anzi, spezzerà di botto il ritmo di gioco. L’unico appiglio rimasto sarebbero gli enigmi ma, anche questi, sono stati rimossi, o meglio, sostituiti con delle sorte di piccoli momenti dedicati al particolare controller Wii. Gli unici compiti da svolgere sono infatti relegati all’utilizzo basilare del Wii Remote grazie al quale potrete aprire chiavistelli, premere bottoni e, in rare occasioni, girare qualche manopola. In sostanza si è snaturato completamente il significato d’esplorazione all’interno del gioco, l’unica cosa da fare è andare avanti verso la prossima sessione di fuga o un incontro con lo psicoanalista. Si ha l’idea di un’opera incompleta, a testimonianza di questo c’è la possibilità di aprire le porte lentamente per indagare se c’è qualcuno all’interno della stanza. La domanda sorge spontanea (come amava dire un noto conduttore tv) perché inserire una possibilità del genere se questa è totalmente inutile a fini del gameplay? Un distacco eccessivamente netto tra le due fasi finisce per danneggiare entrambe rendendole troppo prevedibili.

Tecnicamente glacialeIl comparto tecnico di Shattered Memories è senza ombra di dubbio uno dei migliori visti fino ad ora sulla console Nintendo. Da un punto di vista prettamente visivo il lavoro dei Climax è da lodare a cominciare dai modelli poligonali e le loro espressioni facciali, per passare a tutti gli ambienti, sia esterni sia interni, caricati in tempo reale senza il minimo rallentamento. Siamo rimasti piacevolmente sorpresi dal lavoro degli sviluppatori, i quali hanno dimostrato che anche su Wii le terze parti possono sfornare tecnica di livello adeguato all’hardware. Se vogliamo muovere una critica su quello che riguarda l’aspetto artistico, la situazione cambia poiché il design dei mostri è sicuramente uno dei più anonimi dell’intera saga. Le figure antropomorfe subiranno qualche leggero cambiamento secondo il profilo psicologico, ma siamo ben lontani dai fasti artistici degli episodi precedenti. Interessanti invece le ambientazioni dell’Other World ghiacciato, peccato non avere abbastanza tempo per ammirarle, è certo che questa nuova versione oscura di Silent Hill spaccherà in due i fan. Nota dolente, ed è proprio il caso di dirlo, per quanto concerne la colonna sonora. Chi ha giocato i capitoli precedenti ricorderà le incredibili qualità musicali del composer Akira Yamaoka. A partire dal main theme del primo episodio, si potrebbe fare un elenco interminabile dei suoi colpi di genio, peccato che nel suo ultimo Silent Hill (ha da poco lasciato Konami per collaborare con lo studio Grasshopper di Goichi Suda) abbia perso tutte le idee migliori, offrendo una soundtrack avara di personalità composta da melodie anonime e piatte le quali difficilmente entreranno nella testa dei giocatori come in passato. Arriviamo a esaminare il sistema di controllo il quale risulta pratico e funzionale. Tramite il Wii Remote controllerete la torcia e di conseguenza la telecamera, potrete correre con B e aprire le porte con A, premere la croce direzionale per accedere al vostro cellulare dal quale avrete modo di selezionare la mappa, digitare numeri telefonici trovati nei locali e avviare la fotocamera. Attraverso il cellulare potrete ascoltare i messaggi audio o scritti lasciati dalle anime che infestano alcuni oggetti del mondo di Silent Hill, mentre con la fotocamera immortalerete gli spiriti. Tuttavia sono azioni di contorno che mancano completamente di mordente vista la loro totale inutilità.Nonostante l’esperienza di gioco sia relativamente breve (circa sei/sette ore) sarete spinti a rigiocarlo per cambiare il vostro atteggiamento e le risposte date durante le sedute di psicoanalisi. Questo vi porterà a conoscere sfaccettature diverse per ogni personaggio oltre che a sbloccare un nuovo finale, quattro in totale più l’immancabile versione UFO.

– Tecnicamente uno dei migliori titoli su Wii

– Una nuova concezione di Survival Horror

– Il Dr. Kaufman vi sorprenderà

– Alto fattore di rigiocabilità

– Sessioni d’esplorazione e fuga nettamente separate

– Profilo psicologico poco influente

– Design delle creature anonimo

– Soundtrack al di sotto degli standard della serie

– Assenza totale di enigmi interessanti

8.0

Silent Hill: Shattered Memories è un esperimento riuscito in parte. Il voto stesso vuole essere un premio agli sviluppatori per aver dimostrato la volontà nel rinfrescare una serie che ristagna da troppo tempo su se stessa e, inoltre, per averci regalato una storia matura e interessante. C’è molto sui cui lavorare, in primis l’estrema divisione tra la fase esplorativa e quella di fuga, la separazione netta delle due non fa altro che danneggiarle poiché hanno elementi in comune che in qualche modo andavano legati tra loro. L’estrema linearità è pericolosa in generi in cui l’azione fisica deve subordinare quella mentale/psicologica perché rischia di rendere il prodotto finale un contenitore vuoto fatto solo di immagini senza significato. Caliamo il sipario con un elogio finale al Dr. Kaufman, uno dei personaggi più interessanti degli ultimi tempi. Le sue sedute di psicoanalisi sono un’esperienza da non perdere, avrete la sensazione inquietante ma piacevole di essere seduti davanti alla sua rossa poltrona.

Voto Recensione di Silent Hill: Shattered Memories - Recensione


8

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