Silent Hill Collection
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a cura di Dosse
Quest’oggi ci troviamo a parlare della Silent Hill Collection, un cofanetto che Konami ha preparato per tutti i fan, e non, della serie, che rappresenta di fatto un vero e proprio sunto di tutto ciò che è stato Silent Hill. Nella fattispecie, la confezione distribuita contiene i tre episodi per PlayStation 2. Quindi troviamo le atmosfere nebbiose di Silent Hill 2, il peregrinare di una ragazzina in ambientazioni diaboliche di Silent Hill 3 e un uomo qualunque che si ritrova all’improvviso incatentato nella sua stessa casa, e senza un’ apparente via di fuga, come capita in Silent Hill 4: The Room. La recensione teoricamente potrebbe anche essere terminata qui, ma questa è comunque un’occasione per parlare in maniera più approfondita dei meccanismi della serie, cosicchè si riesca a convincere tutti i videogiocatori che non hanno mai preso parte alle vicende della ridente cittadina americana di acquistare questa collection per non perdersi, neanche per un minuto solo, quello splendido generatore di emozioni che risponde al nome di Silent Hill.
La nebbia e gli irti colliLa serie Konami debuttò su PSone nell’agosto del 1999, anno che confermò la maturità della console Sony. E’ proprio questo tipo di maturità che spinse Konami, una software house conosciuta come creatrice di serie cult come MGS, Castlevania e Winning Eleven a tentare di affermarsi prepotentemente nel campo dei Survival Horror, un genere questo che era stradominato da Resident Evil di Capcom. Eppure, fin dal principio, le intenzioni di Konami non erano propriamente quelle di spodestare la serie Capcom dall’Olimpo del genere Horror, quanto di affiancargli SH, proponendo uno schema di gioco e determinate sensazioni che si ponevano su un piano ben diverso rispetto a RE. Difatti, l’opera di Capcom possedeva una patina fortemente action e di ispirazione “Romeriana”, dove contava solamente sopravvivere, a qualunque costo e con qualunque mezzo. Ancora: al giocatore veniva richiesto, sulla sua strada, di risolvere moltissimi puzzle o indovinelli, e tutti questi elementi, compattati assieme, facevano perdere un pochettino quella scabrosità che alcuni film horror riuscivano a trasmettere a colui che assisteva al film in questione. RE si poneva molto più come un videogioco a tutti gli effetti, preoccupandosi poco di far spaventare (o comunque di mettere in condizioni di tensione) il fruitore stesso. Konami dunque, preso atto di tale situazione, decise di proporre al pubblico “playstationaro” qualcosa di molto più forte da un punto di vista emozionale, un qualcosa che davvero non si era mai visto in ambito videoludico, e che neanche le produzioni precedenti, come il già citato RE, ma anche Alone in the Dark, erano riusciti ad offrire al videogiocatore. Con Silent Hill difatti, Konami punta su un tipo di coinvolgimento molto più cupo e tetro, dove l’orrore non sta nello splatterare una chissà quale bestia, ma nell’allarmare costantemente il giocatore posto davanti alla TV e fargli chiedere cosa diamine sta per accadere. E questo è stato possibile grazie a un uso perfetto del sonoro, o meglio, di quel poco sonoro presente, in qualche modo appena accennato. Una porta che sbatte di tanto in tanto, il rumore di un oggetto che cade per terra, qualche gemito in lontananza, e così via. La nebbia dei primi due episodi (senza dubbio i più riusciti) è qualcosa di geniale, perchè Konami ha utilizzato un escamotage preso di forza dalla natura (o dopo una gita a Milano in pieno novembre) e lo ha inserito nel gioco come parte integrante della struttura del gameplay che fa da fondamenta a Silent Hill. Iniziare l’esplorazione con pochi mezzi e soprattutto con poca visione a disposizione (vista la nebbia, per l’appunto) era un altro elemento di massima tensione per il giocatore – poichè poteva trovarsi una falena gigante o un cane assassino da un momento all’altro – “obbligato” a numerosi salti sulla sedia.
L’uomo sbagliatoUn altro elemento di rottura con Resident Evil era il tipo di sfondo narrativo che tutti i Silent Hill indistintamente proponevano. Presi di peso dagli horror tipicamente asiatici, gli eventi narrati nei vari SH si distaccavano in maniera netta dalla brutalità della trama principale di RE (la Umbrella che, con un virus potente, ha sterminato milioni di persone). Konami ha optato per una narrazione che sulle prime si presentava molto fumosa al videogiocatore e che solamente con le schermate finali poteva essere finalmente capita in ogni sua sfaccettatura. Lo schema narrativo, in particolar modo, presentava sempre una Silent Hill in qualche modo parallela a quella già esistente, o gite all’inferno come nel secondo e terzo episodio, o escursioni in dimensioni alternative come in occasione di The Room. Comunque nulla che facesse trasparire elementi fin da subito lampanti con il giocatore che rimaneva costantemente attratto e al contempo fortemente dubbioso su ciò che stava accadendo a Silent Hill. Alcuni aspetti del comparto narrativo (che naturalmente non starò a disquisire per non farvi perdere il piacere della scoperta) spesso si intrecciano anche negli altri capitoli della saga. Primissimo episodio compreso. Alla luce di ciò trovo quantomento bizzarro che Konami abbia deciso di non inserirlo all’interno di questa collection, considerando che la PS2 è comunque retrocompatibile con i giochi PSone e che il capostipite della serie è oramai pressochè introvabile. Per cui coloro i quali avessero intenzione di costrursi un mosaico completo delle vicende narrate in SH rimarrà deluso sotto questo aspetto e, ad ogni modo, la non inclusione di SH 1 mi lascia piuttosto perplesso, ma tant’è. Un ultimo elemento tipicamente caratteristico della serie Konami è la scelta del protagonista di ogni episodio. L’umanoide preso di peso e sbattuto nelle macabre vicende della Collina Silenziosa, a differenza sempre di RE, è una persona qualunque, come può essere uno di noi. Non è un militare addestrato e mandato sul posto con Bazooka, Missili, Fucili a pompa e via discorrendo, ma è una persona che, in maniera più o meno casuale, si ritrova all’improvviso invischiato nei diabolici meccanismi che qualcuno ha azionato.
Sogno o son desto?Fino ad ora abbiamo trattato tutti gli argomenti che fanno da “contorno” a Silent Hill, ma ciò che conta, e lo dico soprattutto per coloro che non hanno mai preso parte alle vicende di Silent Hill, è che tutti gli episodi sono ottimi anche joypad alla mano, grazie ad un sistema di gioco sempre equilibrato tra enigmi e situazioni “sparacchine”, unite ovviamente all’ottima narrazione e alla straordinaria capacità di generare tensione, come si diceva prima. I primi due episodi sfioravano le vette dell’eccellenza; il terzo episodio, nonostante fosse ottimo, aveva assunto un’impronta forse un po’ troppo action per gli standard della serie, mentre il quarto episodio si rivela forse il peggiore della serie, visto che proponeva lo stesso schema di gioco (oramai bisognoso di un ritocco evidemente) e una certa ripetitività, anche se graficamente aveva fatto senza dubbio un balzo in avanti rispetto ai predecessori. Altre caratteristiche di questo cofanetto è che il prezzo è comunque invitante (49 euro per portarsi a casa quasi tutta la serie) e che gli extra, ahimè, sono purtroppo pochi (solo alcuni trailers e qualche illustrazione, nulla di più).
– 3 Silent Hill in una confezione
– Appunto, stiamo parlando di Silent Hill
– Prezzo invitante
– Pochi Extra
– Ma il primo episodio non lo si poteva inserire?
8.0
Insomma, come tutte le altre collections presenti sul mercato, anche questa di Silent Hill è dedicata solo a tutti quei giocatori che non hanno mai provato con mano nessuno dei tre episodi contenuti, o perlomeno la maggior parte di essi. E il prezzo tutto sommato basso (49 euro) non può che considerarsi un incentivo ulteriore. L’assenza ingiustificata del primo episodio e la presenza di pochi extra, ad ogni modo, sono due “difetti” che tale collection possiede e che obbligatoriamente dobbiamo segnalare. E il voto difatti è una media tra un ipotetico 7 della confezione in sè e il 9 della serie di Silent Hill, una delle fondamenta della console Sony davvero splendida sotto molteplici punti di vista.
Voto Recensione di Silent Hill Collection - Recensione
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