Recensione

Sign Motion

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a cura di Francesco Ursino

Saltiamo i consueti preamboli a partiamo dalle certezze: Sign Motion, titolo sviluppato da Midnart, fa parte del gruppo dei platform insospettabili che con le loro ardue sequenze da superare possono fare uscire di testa qualsiasi giocatore, in un tripudio di improperi e modi di dire ben poco onorevoli. Il punto, quando ci si trova davanti a questi giochi, è stabilire da cosa dipenda questa difficoltà spesso così vicina alla frustrazione, e se questa possa essere considerata un pregio o meno. Per riuscire a capire cosa proponga veramente il titolo, disponibile in versione PC e MAC su Steam, non resta allora che snocciolarne tutti i possibili motivi di interesse.

Segnali (stradali) dal futuroIn Sign Motion il giocatore sarà chiamato a impersonare uno dei classici omini protagonisti dei segnali stradali relativi agli attraversamenti pedonali vicini alle scuole. Il nostro, dunque, riesce a evadere dal proprio cartello dopo un non meglio precisato urto; questo avvenimento, soggetto principale anche di una sorta di cutscene iniziale, dà così all’omino la possibilità di scappare, e di partire per un viaggio che lo porterà in mondo tutto popolato da segnali stradali. Messa così sembra essere una cosa abbastanza monotona, ma la fantasia dello sviluppatore (dietro al nome Midnart, infatti, si nasconde un solo talentuoso ragazzo di nome Danilo) ha fatto sì che la faccenda risultasse più interessante. All’intera vicenda, infatti, viene dato un certo, seppur minimo, significato narrativo, che risiede nel rapporto tra il piccolo omino che fugge dalla routine quotidiana e gli altri abitanti dei segnali stradali; questi, infatti, vedranno passare il protagonista sotto ai loro occhi (ammesso che gli omini dei segnali stradali ne siano dotati), e avranno delle reazioni differenti. Se alcuni lo incoraggeranno, altri gli metteranno i bastoni tra le ruote a vario titolo. Questi particolari frangenti mostrano una buona dose di fantasia nel level design e, in buona sostanza, vanno a costituire il cuore del gameplay di Sign Motion. Per cercare di capirci qualcosa, è bene pensare ai vari segnali stradali: una normale macchina rappresentata su una pendenza, ora, diventa un pericoloso ostacolo, visto che la vettura potrebbe staccarsi dal suo supporto e venire dritta verso di noi. Il normale segnale che indica una possibile caduta di massi, poi, potrebbe essere fonte di preoccupazione proprio a causa delle pietre che potrebbero bloccarci il passaggio.Gli esempi potrebbero continuare ancora, e di certo ne riprenderemo qualche altro durante l’analisi del gameplay, ma quello che ora ci importa sottolineare è come un elemento che può essere considerato a buon titolo anonimo, come appunto un segnale stradale, sia stato reinterpretato in modo assolutamente originale; difatti è proprio questo elemento, questa creativa variazione al codice stradale, l’elemento più interessante e di spessore della produzione.

Un nuovo motivo per odiare i sensi uniciIn un certo senso Sign Motion si avvicina a titoli come Type: Rider, platform tutto incentrato sul mondo della scrittura dove i protagonisti erano due piccoli punti che, nel corso dei vari livelli, intraprendevano un viaggio attraverso diversi design e stili.L’analogia tra i due titoli risiede soprattutto nell’aver voluto utilizzare, dal punto di vista del gameplay, tutti i possibili spunti offerti dal tema principale (ovvero il mondo della scrittura e i cartelli stradali). Come dicevamo in precedenza, infatti, l’omino protagonista del titolo in esame dovrà farsi strada tra livelli pieni di cartelloni stradali pronti a ostacolarlo. Trattandosi di un platform, quello che il giocatore sarà chiamato a fare sarà soprattutto saltare su piattaforme col giusto tempismo, e cercare di capire come superare gli ostacoli proposti. Sono in questi frangenti, d’altronde, che il titolo mostra le prime magagne, visto che la difficoltà di queste sezioni di gioco spesso potrebbero sfociare nella frustrazione. Provare e riprovare alcune sezioni, difatti, non sarà percepita come un’attività piacevole dalla totalità dei giocatori i quali, in assenza di un qualsivoglia incentivo, potrebbero abbandonare il titolo Midnart. Questa difficoltà si concretizza molto spesso in veri e propri enigmi basati sull’interazione con l’ambiente: che si tratti di staccare e spostare le barre dei divieti di sosta, o di evitare i gas nocivi che fuoriescono dagli appositi cartelli di avviso, molto spesso i giocatori dovranno fallire diverse volte prima di imbroccare la soluzione giusta, e capire cosa fare. Questa evenienza non sarebbe nemmeno così fastidiosa, se non fosse che molto spesso il gioco proporrà un sistema di checkpoint che obbligherà a ripetere sezioni di gioco più lunghe di quanto non sarebbe stato opportuno. Tutto ciò è un peccato perché va a inficiare quello che, è stato già detto, è un level design spesso piacevole e ispirato, che sfrutta in vari modi i segnali stradali di vari paesi.

L’altro difetto decisamente ingombrante di Sign Motion è il sistema di controllo: la risposta del gioco alle azioni impartite col pad, infatti, in più di una occasione non è stata del tutto soddisfacente, in special modo durante i salti. In un gioco che richiede precisione, non sapere mai bene quale possa essere la reazione del proprio personaggio inficia l’esperienza in maniera abbastanza importante; anche per questo, dunque, più di uno dei numerosi fallimenti citati in precedenza saranno causa del fatto che il grande balzo che ci si sarebbe aspettati dal proprio omino in realtà si è rivelato essere non più di un saltello. La causa primaria di questi movimenti non così precisi risiede, il più delle volte, nella poca sensibilità dello stick sinistro, delegato al movimento. Molto spesso, infatti, il nostro omino reagirà all’azione della levetta in maniera ritardata, quasi come se esistesse una “zona morta” (ovvero un’area in cui il controller non da risposta all’input dato) troppo estesa. Questo, in ultima analisi, genera rincorse incerte, e balzi imprecisi o ancora peggio mancati, visto che anche la risposta del pulsante delegato ai salti a volte fa cilecca.

Omini alla riscossaL’aspetto grafico di Sign Motion risente in modo evidente della tipologia del soggetto trattato: la grafica bidimensionale del titolo, in altre parole, proporrà tutta una sequela di segnali stradali che si stagliano su uno sfondo neutro; gli unici elementi che risalteranno, è presto detto, saranno il nostro intrepido omino coraggioso e gli altri segnali stradali animati. Un impianto minimalista, questo, che non lascia particolari spazi a variazioni sul tema, e che comunque in buona sostanza fa quello che un gioco incentrato sui cartelli stradali deve fare, ovvero mostrarne in buona quantità e con una buona definizione.Il minimalismo di Sign Motion, poi, si riverbera anche nella scelta di non proporre alcun testo scritto: se si eccettua la segnalazione del titolo del gioco, incluso nella prima schermata, il giocatore non verrà mai a contatto con qualsivoglia scritta su schermo. L’implicazione maggiore di questa scelta è l’assenza di tutorial: sebbene in linea di massima il gioco è tutto tranne che complesso sotto il punto di vista dei controlli (basta solo un pulsante per saltare, uno per spostare gli oggetti e lo stick analogico per muoversi), una qualche indicazione durante i primi istanti di gioco sarebbe stata ben accetta.

Per ultimo, il comparto audio propone discrete soluzioni che, paradossalmente, costituiscono però un elemento abbastanza fastidioso. Facciamo un esempio pratico: a un certo punto il nostro omino sfrutterà un ombrello staccatosi da un segnale stradale. Il nostro scopo sarà superare una lunga e ostica sequenza cercando di non toccare terra, o i vari ostacoli che il titolo ci riserverà. Appena imbracciato l’ombrello, difatti, il sostanziale silenzio del gioco verrà interrotto da un accompagnamento musicale etereo e tutto sommato azzeccato, che delinea senza dubbio un buon senso delle tempistiche da parte dello sviluppatore. Il problema di questa trovata a effetto, però, è che la difficile sequenza di gioco in oggetto molto probabilmente dovrà essere ripetuta diverse volte prima di imbroccare la strada giusta, per cui ogni volta il giocatore dovrà sorbirsi l’inizio della stessa, solita musichetta. Questa situazione si ripete anche in altri frangenti, e in un certo senso va a inficiare un comparto audio che, pur nei limiti di una certa monotonia, fa il suo lavoro.

– Alcune originali scelte di level design

– Sistema di controllo problematico

– Difficoltà frustrante di alcune sezioni

5.5

La sensazione, arrivati alla fine di questa analisi di Sign Motion, è quella di trovarsi davanti a un gioco che avrebbe meritato una maggiore cura e precisione; se da una parte, dunque, il titolo Midnart merita apprezzamento in quanto frutto del lavoro di una sola persona, dall’altra è pur vero che i difetti insiti nel suo gameplay ne impediscono un apprezzamento che permette di raggiungere anche una striminzita sufficienza. Al problematico sistema di controllo e alle sezioni inutilmente frustranti, dunque, fa da contraltare solo una certa originalità di fondo nel level design, che in alcuni frangenti riesce a proporre delle interessanti situazioni dal punto di vista delle dinamiche di gioco. Troppo poco, forse, per giustificare pienamente un esborso di quasi € 10.

Voto Recensione di Sign Motion - Recensione


5.5

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