Recensione

Shellshock Nam '67

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a cura di Maxduro

Realismo: questo sconosciuto… Shellshock Nam67 ci fa vestire i panni di un soldato alle prime armi, un “rookie” che si ritrova suo malgrado coinvolto in uno dei conflitti più disastrosi che la storia americana ricordi. Più di 50.000 morti tra le file statunitensi e milioni tra quelle vietnamite rappresentano un tributo assurdo ai giochi di potere allora in atto fra la superpotenza e la piccola regione del Vietnam del sud. Nel 1967 la guerra è appena cominciata e migliaia di soldati americani, giovanissimi ed inesperti, vanno sistematicamente ad ingrossare le fila dell’esercito americano di supporto ai Sud-vietnamiti ritrovandosi in un inferno a cui non sono nemmeno lontanamente preparati. Voi prenderete il controllo di uno di questi giovani militari proprio alla vigilia della sua prima, vera azione di guerra, affiancati da un manipolo di altri uomini più o meno psicopatici (uno di essi si chiama proprio “lo psicopatico”), i quali vi accompagneranno attraverso una serie non elevatissima di missioni (10 in tutto) nelle quali vi sarà richiesto principalmente di sparare a tutto ciò che si muove sullo schermo e di tanto in tanto compiere delle azioni tattiche come distruggere un pezzo d’artiglieria nemica con il C4 o disarmare delle trappole risolvendo in pochi secondi un semplice puzzle.Nella sostanza, nel corso di tutto il gioco vi sarà richiesto prevalentemente di avanzare da un punto di controllo al successivo (i punti di controllo rappresentano dei save points), facendovi strada a suon di colpi fra orde di vietnamiti e persino nelle missioni in cui vi viene richiesto un approccio più stealth vi converrà ammazzare tutti vista l’impossibilità di passare inosservati ai “radar” incorporati nei cervelli dei vietcong.Forse, l’unico vero elemento simulativo di SSN è il fatto che il nostro alter ego può portarsi dietro solo un numero limitato di armi: in particolare potremo portare un’arma pesante fra varie tipologie disponibili, una o due pistole d’assalto, una serie di esplosivi tra cui il C4, bombe a mano, granate e fumogeni oltre che un coltello. La componente realistica di Shellshock si esaurisce nel paragrafo precedente, ben diversa è infatti la vera anima di questo shooter. SSN è tutto fuorchè realistico e a mostrarcelo sono innumerevoli aspetti di questo action-game a cominciare da una scarsissima l’intelligenza artificiale dei nostri commilitoni. I nostri compagni infatti si limiteranno, durante gli scontri, a coprirvi blandamente le spalle anche se, a dire il vero, vi copriranno perlopiù la visuale vista la loro insana tendenza ad affollarsi di fronte a voi durante le azioni più concitate con il rischio/certezza di beccarsi una vostra pallottola nelle spalle. Come risolvere il problema? I programmatori hanno pensato di aggirare questo noioso ostacolo con un idea a dir poco geniale… rendendo i vostri uomini invulnerabili. Avete capito bene, i vostri commilitoni sono praticamente invulnerabili alle pallottole e vi accompagneranno fino alla fino all’ultima delle missioni nonostante li vedrete prendere una quantità abnorme di colpi. Per sfizio ho provato durante una fase calma di gioco a prendere di mira il famoso “psicopatico” proprio in mezzo agli occhi e sparargli una serie ripetuta di colpi…il risultato è che il soldato in questione si allontana da voi ammonendovi laconicamente di “non sparare!”Se l’intelligenza dei nostri uomini non è certo da Nobel, quella dei vietcong è a dir poco assente. Infatti per tutto il gioco i vietcong agiranno secondo schemi preordinati e stereotipati cercando di rado la copertura dietro qualche elemento del fondale ed anzi facendo continuamente capolino ed esponendosi al vostro implacabile fuoco. Laddove pero’ non arrivano con la furbizia, i nemici vietnamiti sopperiscono con il numero. Vi ritroverete infatti ad affrontare orde infinite di soldati vietnamiti, una moltitudine indefessa che affollerà i vostri schemi/schermi finchè non avrete portato a termine la missione assegnatavi. Vi è stato chiesto di far saltare un bunker? Dovrete farlo saltare se volete proseguire anche se nel frattempo avrete decimato l’intera popolazione nordvietnamita. Compiuta l’azione richiesta, come per magia, questa fiumana di corpi da macello si arresterà, ma solo per riprendere impetuosa appena avanzate al punto di controllo successivo.Che dire poi del sistema di controllo e del calcolo dei danni a vostro carico. Dirvi che anche voi siete invulnerabili sarebbe troppo, ma poco ci manca visto che il sistema dei danni è costituito da un indicatore che, invece di svuotarsi, si riempie man mano che venite colpiti (vi assicuro che comunque siete in grado di sopportare un’inumana quantità di pallottole). Se non trovate riparo prima che l’indicatore raggiunga un punto critico comparirà la classica schermata di game over ma in pratica basterà muoversi con calma in un posto riparato perchè questa barra scenda rapidamente ai valori iniziali come se voi non fosse stati nemmeno sfiorati da una pallottola. Alquanto inverosimile anche il campo militare che potrete visitare tra una missione e la successiva. In questo campo infatti troverete infermiere tanto belle quanto glaciali ad assistere i malati ed un efficiente organizzazione di prostitute in grado di risollevare il morale al costo di pochi crediti (comunque non vedrete nulla!). Altri acquisti possibili al campo sono pillole di calmanti per i tiri a distanza e foto di donnine semivestite. Interessante l’idea per le prime tre volte ma vi assicuro che nei campi successivi non ci stazionerete per più di 3 secondi!Il sistema di controllo, che fra i tanti non rappresenta certo il peggior difetto, contribuisce anch’esso a ridurre il feeling positivo con il vostro uomo e quindi con il gioco. Il puntamento avviene classicamente tramite mouse ma è evidente che esso non sia stato ottimizzato per il PC e si porti dietro un impostazione eminentemente “consoliana”. La sensazione è di non avere il controllo preciso del mirino, il quale, in funzione della sensibilità che avrete settato, risponde o con eccessiva inerzia o con eccessivo impulso rispetto al movimento del mouse.

“Ti uccideLo’ Yankee” SSN contiene una incredibile dose di violenza nel suo codice, sia all’interno delle “cutscenes” che ci guidano attraverso le varie missioni e nelle quali vengono spesso rappresentate scene di violenza fisica e verbale perpetrate dai vostri commilitoni nei confronti dei vietnamiti, sia durante l’esperienza di gioco stessa. Un colpo ben diretto alla testa di un vietcong, ad esempio, gliela farà esplodere sistematicamente così come sistematicamente eplodono gli arti colpiti da qualsiasi arma utilizziate sia essa una pistola od un fucile di precisione. I corpi, letteralmente maciullati, dei vietcong restano sul campo di battaglia e molti scenari sono infarciti di situazioni spiccatamente truci e disturbanti come, ad esempio, l’assalto ad un villaggio vietnamita in cui, per far proseguire il gioco, è necessario colpire e ammazzare deliberatamente un gruppo di contandini, uomini e donne, già legati e ridotti all’impotenza. Ribadisco che il mio giudizio sulla violenza contenuta in SSN è prettamente di merito e non etico. Cio’ che mi interessa è in che modo la rappresentazione esplicita di situazioni estremamente violente si integri con la struttura di gioco e la complementi in maniera adeguata. Nel caso di SSN ritengo che l’uso grandguignolesco della violenza sia in netto contrasto con l’ambientazione scarsamente realistica del gioco, con la pochezza dei dialoghi e con la sua scarsa forza scenica ed evocativa. In secondo luogo proprio questa rappresentazione ostentata e ripetuta di smembramenti e surrealistiche esplosioni di arti finisce alla lunga per annoiare e per pedere quindi di intensità e carica emozionale.

La grafica e l’audio di SSN, in fine, attestandosi su livelli di sufficenza scarsa e a tratti di mediocrità, nonostante l’interessante effetto di sgranatura del segnale video per “invecchiare” in qualche modo le immagini, finiscono per corroborare le sensazioni di frustrazione e di fastidio trasmessi dal titolo in questione. Poche frasi per i vostri commilitoni che odierete nel giro di poche missioni ed ancora più insulse le voci e il frasario dei vietnamiti ridicolmente doppiati come si doppiavano gli orientali al cinema durante la guerra fredda con la “L” al posto della “R”.Come accennavo la grafica di SSN si attesta su livelli medo-alti ma non mancano le cadute di stile soprattutto per la presenza di orribili texture in bassa risoluzione (anche con i settaggi al massimo) e ambienti caratterizzati da una carenza cronica di complessità. Se a tutto questo si aggiunge la presenza di un fastidioso bug che sul mio sistema causava il crash sistematico del gioco se stazionavo più di un minuto nel quarto campo, il quadro di Shellshock risulta abbastanza completo.

Shellshok Nam67 (SSN) veniva presentato all’attenzione dei media e quindi dei videogamer come, testualmente “…la più realistica esperienza del Vietnam di sempre…” creando indubitabilmente l’aspettativa di un elevato livello di realismo oltre che di attenzione alla ricostruzione degli eventi relativi al periodo e all’ambientazione del sanguinoso conflitto. Purtroppo tali promesse rimangono inattese e SSN si dimostra essere un action game militare in terza persona decisamente mediocre e affatto realistico oltre chè condito da “cutscenes” e situazioni di gioco esageratamente violente. Lungi da me il volere esprimere un giudizio etico sulla scelta dei programmatori di inserire la violenza in un videogame ad ambientazione militare, ma nel caso di SSN la violenza è utilizzata come fine invece che come mezzo per ottenere dei risultati in termini di coinvolgimenteo e fedeltà narrativa.Il cocktail di questi ingredienti misto ad una grafica appena decente ed uno schema di gioco ripetitivo fanno di SSN davvero un piccolo fallimeto videoludico.

HARDWARE

Pentium III 1 GHz, 256MB RAM, Scheda video 32 MB Direct 3D, con supporto TnL compatibile al 100% con DirectX 8.1, Unità DVD rom, 3 Giga di spazio su disco

MULTIPLAYER

Assente.

– Interessante ambientazione

– Meccanica di gioco ripetitiva

– Intelligenza artificiale scadente

– Uso malizioso e gratutito della violenza

5.3

Shellshock Nam’67 è decisamente un gioco mediocre nel senso più largo del termine. Non riesce a divertire mai veramente a causa di uno schema di gioco datato e ripetitivo ed i pochi momenti positivi rilevabili sono mortificati da una cornice audio e video di scarso valore. Oltre a cio’ un uso malizioso e gratutito, a mio avviso, della violenza, lo rendono ancora più deprecabile considerato il suo valore videoludico.

Resta l’amarezza per un titolo scarsamente curato in fase di calibrazione del gameplay e che pare costruito solo per sfruttare l’hype che in questo periodo giochi di guerra ben più validi stanno creando sul mercato dei videogiochi.

Voto Recensione di Shellshock Nam '67 - Recensione


5.3

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