Il Verdetto di SpazioGames
I dream team, nel campo videoludico, si sono visti raramente. Agli albori del media ad emergere dalla massa furono, infatti, alcune grandi personalità in grado, con il loro genio, di rivoluzionare da sole il mercato e settare nuovi standard inarrivabili per gli altri. Miyamoto, Garriot e Molyneux, tanto per citarne alcuni conosciuti ancora ai giorni nostri, furono in seguito affiancati da gruppi di persone altrettanto validi e talentuosi come Bioware, Bungie, Clover Games, Valve, Blizzard, dai quali però non spiccava una personalità unica, ma la qualità di tutto il team. Un fenomeno piuttosto recente, forse figlio della crisi di idee che sta investendo il Giappone, da sempre avanguardia tecnico/stilistica della videoludica, è vedere come alcuni dei nomi più importanti del settore collaborino a progetti comuni, ognuno portando al gioco la propria esperienza. Shadows of the Damned è il figlio di una partnership tra l’eclettico Suda 51 (Killer 7, No More Heroes), Akira Yamaoka (Silent Hill) e Mr. Resident Evil Shinji Mikami, diretti dall’italianissimo Massimo Guarini e distribuiti dal colosso occidentale Electronic Arts.
That name is Garcia “Fucking” HotspurGarcia Hotspur è un “normale” cacciatore di demoni. Corpo tatuato, giacca di pelle viola d’ordinanza, vistosi anelli con i teschi, una pistola dal calibro non definito di circa mezzo metro sempre a portata di mano: non c’è nulla in Garcia che possa farlo rientrare nella categoria dei bravi ragazzi. Durante un tranquillo turno lavorativo si imbatte in un enorme demone dalla forma taurina. Il buon Hotspur ha decisamente la situazione in pugno: l’essere demoniaco è a terra, sanguinante e sconfitto, ma nonostante tutto lancia un’ultima minaccia al cacciatore messicano. Gli rivela infatti che la sua donna, Paula, è in pericolo e l’esecuzione dell’enorme bovino non cambierà il destino della ragazza. Accorso a perdifiato a casa, Garcia trova l’abitazione invasa da non morti e la sua dolce metà brutalmente giustiziata. Come se non bastasse gli autori di questa sortita non sono dei semplici scagnozzi, ma il colpevole è signore dei demoni in persona, Fleming. Il simpaticone non ne vuole oltretutto sapere di lasciare in pace il corpo martoriato della donna e fugge nel suo regno, rapendone i resti mortali.Garcia non è uomo da lasciare la sua amata, per quanto acciaccata, nelle mani di un bruto del genere e quindi si lancia incurante del pericolo all’inseguimento di Fleming attraverso un corrotto portale dimensionale. Vedremo presto come questa non si rivelerà una mossa particolarmente intelligente: ovviamente non quella di Garcia, ma quella di Fleming, dato che grazie a questo pretesto Hotspur metterà letteralmente a ferro e fuoco l’Inferno.
JohnsonA fare da spalla al protagonista per l’intero gioco ci sarà Johnson, demone mutaforma cacciato dagli inferi. Innanzitutto il simpatico teschio ha la capacità di trasformarsi in tre bocche da fuoco differenti: una precisa pistola spara-ossa, un versatile mitragliatore spara-denti e un possente fucile spara-teschi. Ognuna di queste armi avrà delle varianti decisamente più performanti che si renderanno disponibili progredendo nel gioco e raccogliendo le gemme blu, lasciate solitamente dai demoni più coriacei. Johnson avrà anche la possibilità di sparare un colpo di luce, capace di bloccare per alcuni secondi i demoni, oltre che restituire energia a delle speciali lampade a forma di capra, unico artefatto che protegge Garcia dall’oscurità imperante all’inferno. Infine la forma basilare di Johnson, oltre a quella di teschio col quale Garcia interloquirà durante le cut scene, è quella di torcia, utile per illuminare gli anfratti più bui, oltre che come randello per percuotere gli avversari che hanno osato avvicinarsi troppo. L’ultima arma a disposizione di Garcia è rappresentata dai pesanti stivali che il protagonista indossa, coi quali schiaccerà senza pietà la testa degli avversari che stanno strisciando.Ognuna di queste abilità sarà potenziabile sfruttando le gemme rosse che potranno essere spese per aumentare la loro forza, la velocità di ricarica e la capienza del caricatore delle armi, oltre che la salute del protagonista, messa a dura prova dall’orda di mostri che si troverà ad affrontare. Per ricaricare l’energia Garcia dovrà bere potenti alcoolici (tanto più alta sarà la gradazione, maggiore sarà l’energia recuperata) che potrà trovare sparsi nei livelli, oppure acquistare presso distributori automatici che accetteranno come moneta le gemme bianche lasciate dai mostri uccisi. Questo conio sarà utile anche per fare affari con un enorme semi demone, che in cambio di qualche cristallo bianco offrirà liquori di varia fattura, cuori rossi e munizioni.L’alcool sarà utile per mantenere le energie durante gli attraversamenti dell’oscurità, ambiente tipico dell’inferno, all’interno del quale il protagonista potrà resistere solo per pochi secondi prima di cominciare a perdere forza vitale. Fortunatamente in questi casi basterà trovare una testa di capra da attivare coi colpi di luce per disperdere il buio. In alternativa, speciali cuori prolungheranno la resistenza all’oscurità, o fuochi artificiali porteranno la luce per un breve periodo. Queste meccaniche, più la ricerca di chiavi speciali per aprire determinate porte, verranno utilizzate per proporre semplici puzzle ambientali o per rendere più complesse le boss battle, dato che aumenteranno la tensione dei combattimenti mettendo in campo una variabile temporale che renderà la ricerca dei punti deboli o il riconoscimento dei pattern di attacco decisamente più frenetici.
No More Resident HillA questo punto vi starete chiedendo a cosa servano tutte questa abilità. Come dicevamo ognuna delle personalità coinvolte nel progetto ha portato con sé i propri marchi distintivi. Shadows of the Damned potrebbe essere descritto come un Resident Evil 4 nel quale ci si può muovere mentre si punta l’arma, con la follia visionaria di No More Heroes e le musiche di Silent Hill. Coloro che hanno presente questi titoli potrebbero avere già un’idea precisa di quello che offre il gioco EA, gli altri sappiano che si tratta di un action in terza persona piuttosto lineare, con una telecamera molto ravvicinata al protagonista, nel quale si alterneranno fasi con alcuni semplici puzzle e combattimenti contro non morti e altre aberrazioni simili, oltre che frequenti boss fight, contro esseri dalle dimensioni ragguardevoli. Nonostante sia uno dei personaggi più duri di tutti i tempi, Garcia è piuttosto lento ed impacciato, elemento derivato dal voler riproporre quasi pedissequamente un gameplay “alla Mikami”. Non tenendo conto dell’evoluzione che l’industria ha conosciuto in questi anni, grazie a Gears of War per esempio, le meccaniche di gioco o la telecamera sono praticamente le stesse viste in Resident Evil 4, con in più la possibilità di spostarsi, lentamente, anche quando starete mirando ad un oggetto. Niente coperture o ricarica attiva quindi, oltre a nessuna possibilità di chinarsi o saltare (dovremo premere un bottone per superare un dislivello); il buon Garcia oltre a sparare potrà effettuare solo un breve scatto, schivare rotolando o colpire un nemico che proverà a sorprendervi alle spalle. Persino le casse di legno, uno dei pochi elementi interattivi dei livelli, potranno essere distrutte solo con un proiettile e non con un calcio. Anche i controlli sono piuttosto legnosi e non sempre mappati sul pad nella maniera ottimale come, per esempio, il tasto per la schivata condiviso con la rotazione a 180°, elemento che a volte rende alcune azioni confuse, o l’impossibilità di scegliere l’oggetto veloce senza consumarne uno prima.Nonostante questa macchinosità ed un ritmo inizialmente troppo lento, una volta presa la mano coi controlli e sbloccate alcune delle abilità di Garcia cominceremo a notare come, sebbene formalmente il gameplay sia sempre il medesimo, le situazioni proposte saranno comunque varie e divertenti, oltre che il livello di difficoltà decisamente ben calibrato. Quasi inconsapevolmente, da metà gioco in avanti vi ritroverete dunque ad avanzare spinti dalla curiosità di scoprire cosa gli autori abbiano organizzato lungo i cinque atti di Shadows of the Damned. Nelle dieci ore scarse necessarie per completare la campagna ad un livello di difficoltà elevato, sfrutterete infatti un’enorme lumaca luminescente per farvi strada nel buio, scapperete dalle morbose attenzioni della vostra fidanzata non morta, userete un enorme lampadario quale scorciatoia attraverso l’oscurità, finirete in una sorta di fiaba da affrontare similmente ad uno sparattutto a scorrimento orizzontale, fino ad arrivare ad epici scontri all’ultimo sangue con la Morte o con mostruosi esseri alati. Tutto questo senza considerare una capatina in un bordello demoniaco, dove sfoggiare con orgoglio il vostro il Big Boner! Non tutte queste esperienze sono ugualmente riuscite, ma la varietà messa in campo dal trio non è un elemento da sottovalutare.Andando avanti nel gioco, infatti, vi renderete conto che anche la follia di tutta l’opera aumenterà progressivamente e da un “goffo” tentativo di replica delle atmosfere da film horror, con Paula che vi ossessionerà con macabre richieste di aiuto, ci si avvicinerà pericolosamente ai livelli di gore e spettacolarità toccati nel secondo tempo di Dal Tramonto all’Alba di Robert Rodriguez, con dialoghi ricchi di doppi sensi ed esagerati, protagonisti tutti d’un pezzo e sangue in ogni dove.In questo modo, nonostante la sensazione sia quella di avere tra le mani un gioco non perfettamente rifinito, tecnologicamente non all’avanguardia e a volte un po’ macchinoso, Shadows of the Damned saprà regalarvi momenti davvero divertenti ed entusiasmanti, configurando l’accoppiata Johnson e Garcia Hotspur come una delle più carismatiche degli ultimi mesi.
B-movie, B-graphics?È un peccato constatare come alcune brillanti intuizioni dal punto di vista stilistico di Shadows of the Damned non siano supportate da un comparto tecnologico all’altezza, fatto di livelli piuttosto vari stilisticamente, ma troppo brevi, semplici e lineari, con interazioni fisiche pressoché inesistenti, texture poco definite e con oltretutto discreti problemi, perlomeno nella copia review per Xbox 360 a nostra disposizione, sia nel caricamento delle stesse, sia nella gestione di alcuni check point, che bloccano completamente la console in attesa del termine delle operazioni di upload dei filmati di intermezzo. L’aver utilizzato l’Unreal Engine per la realizzazione tecnica ha portato dunque tutti i difetti atavici di questo motore grafico, oltre che appiattito la ricerca stilistica, troppo simile, come palette dei colori utilizzata, modellazione poligonale ed effettistica varia, alla stragrande maggioranza dei giochi ora sul mercato. Stesso discorso per quanto concerne i personaggi, piuttosto ben caratterizzati e realizzati, ma non particolarmente vari come tipologia ed animazioni.Dal punto di vista sonoro segnaliamo un ottimo doppiaggio in lingua inglese (sottotitolato in un discreto italiano) e qualche buona musica di accompagnamento, sfortunatamente non particolarmente adatta all’atmosfera leggera ed esagerata dell’opera, ma troppo seriosa e pesante. Sicuramente visto il nome dietro alla soundtrack, l’Akira Yamaoka di Silent Hill, ci saremmo aspettati qualcosa di più. Ottimi invece i campionamenti dei rumori di fondo che ogni tanto rubano la scena per la capacità di angosciare e rendere uniche alcune sequenze.
– Vario
– Dialoghi divertenti
– Personaggi carismatici
– Eccessivo
– Tecnologicamente piuttosto indietro
– Gameplay vecchio
– Mappatura dei tasti non perfetta
8.0
Da alcuni punti di vista Shadows of the Damned potrebbe essere considerato come un’occasione mancata, visto che Mikami, Suda e Yamaoka non sono riusciti a confezionare un titolo in grado di sintetizzare il meglio delle loro tre carriere, per via di una certa mancanza di coraggio ed innovazione necessari a rendere l’esperienza fresca, moderna ed originale. D’altra parte il gioco EA riesce comunque ad essere divertente, esagerato e vario, con protagonisti carismatici e folli che ci accompagneranno in questo piacevole e truculento viaggio all’inferno, che non mancherà di appassionare gli amanti del gore o di questi tre autori.