Shadow of Rome (2a Opinione)
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a cura di Upe
E’ già da qualche tempo che le gesta, eroiche o meno, di prodi protagonisti delle storia antica prendono vita nel campo dell’intrattenimento. Su tutti spicca il dorato mondo del cinema, che ha scomodato Imperatori e gladiatori della gloriosa Roma nonchè, ultimamente, toccato le vicende “Trojane”. Certo, le licenze narrative hanno lasciato molto spazio ad una rivisitazione in chiave avventurosa, non molto aderente ai fatti storici ma, di contro, certamente più interessante sul lato dello spettacolo.Poteva l’industria videoludica farsi sfuggire l’occasione? Mai domanda fu più retorica, basta continuare a leggere sotto!
Le Idi di marzoAlle Idi di marzo del 44 a.C. Giulio Cesare venne ucciso durante una seduta del Senato di Roma. Fu assassinato dai nemici a cui aveva concesso la sua clemenza, dagli amici a cui aveva concesso onori e gloria, da coloro che aveva nominato eredi nel suo testamento.
Il popolo di Roma lo pianse.
Di Cesare fu scritto: Così egli operò e creò, come mai nessun altro mortale prima e dopo di lui, e come operatore e creatore Cesare vive ancora, dopo tanti secoli, nel pensiero delle nazioni, il primo e veramente unico imperatore (Th. Mommsen, Storia di Roma antica – Libro V – Cap. XI)
Questi sono i fatti, la verità storica.
… e questa è la finzione, dove la rivisitazione ad opera degli sceneggiatori Capcom prende spunto, almeno per l’incipt iniziale, da quel fatidico giorno di marzo:
La grande città è nel caos. Giulio Cesare, l’imperatore, è stato assassinato. Tutti gli indizi portano al padre del grande soldato Agrippa. Ma le apparenze, come molte altre cose a Roma, spesso non sono indice di verità. Per salvare suo padre da un ingiusto processo, ed un ancor più ingiusto destino, Agrippa dovrà conquistare le sanguinose arene dei gladiatori. Mentre egli combatte, il suo fraterno amico Ottaviano proverà, sotto copertura, a capire chi si nasconde dietro la morte di Cesare. Le sue armi saranno l’intelligenza e la furtività…
Due amici, due differenti storieTracciata la base di partenza, comune per entrambi i protagonisti, vedremo come in verità le loro storie, pur intrecciandosi, prendano strade differenti. Meno dotato fisicamente, Ottaviano, forte anche di un’innata capacità investigativa, si infiltrerà tra i membri del Senato. La sua avventura, quindi, segue la via degli stealth game rappresentando (lo capirete dopo) l’altra faccia della medaglia di questo gioco. Nelle sezioni in cui si controlla il biondo personaggio bisognerà fare di tutto per evitare ogni contatto, dato che per avere successo, e quindi sopravvivere, la capacità di non essere notati tratteggia un dato fondamentale. Travestimenti, sotterfugi, piccole astuzie e scorciatoie varie, quindi, non solo sono lecite ma addirittura obbligatorie. Le opzioni a disposizione sono tante, per passare inosservati, ma non mancano comunque approcci diretti con persone ostili, soprattutto soldati. Questo accade principalmente quando si utilizza un travestimento che, per convincente che sia, spesso ci lascia “scoperti” ed in balia di pressanti interrogatori. In questo caso sarà bene aver studiato a memoria la parte e rispondere correttamente alla domande. Una risposta sbagliata, un minimo sospetto instillato nell’interlocutore e… la fuga risulta l’unica cosa giusta da fare. Detto della sua naturale propensione all’uso della materia grigia, Ottaviano non disdegna comunque un po’ di azione pura. In particolare, a causa della sua “pochezza” fisica, predilige gli agguati alle spalle o colpi a tradimento. Se costretto (in rare occasioni) allo scontro diretto, dovrà far valere soprattutto la sua intelligenza e inventarsi qualche trucco per non essere sopraffatto. Al polo diametralmente opposto troviamo Agrippa, rappresentazione catartica del macho latino, tutto muscoli, potenza e cervello da guerriero. La sua scelta si è rivolta alle arti gladiatorie e questa lo porterà ad affrontare mortali combattimenti nelle arene di tutto il mediterraneo. Le sue sessioni rappresentano, senza dubbio alcuno, la parte meglio riuscita di tutto il gioco. Principalmente per il sistema di controllo, che dire perfetto è quasi un’eresia: straordinario. Così come è straordinaria l’interazione con gli ambienti. Il sistema prevede, infatti, la possibilità di utilizzare qualsiasi cosa ci capiti sotto mano come arma. Oltre le classiche opzioni, spade, mazze, lance e via dicendo, sarà possibile mozzare un arto ai nostri avversari ed usarlo, contro loro stessi, come fosse un oggetto offensivo. Qui apro una piccola parentesi citando una frase tipica dei giovani romani (di borgata): “”… mo te smonto un braccio e te ce pio ‘a schiaffi…“”.Con lo stesso braccio mozzo, oltre appunto menar fendenti, si potrà galvanizzare il pubblico mostrandolo come un trofeo. Più saremo brutali e più la folla farà il tifo per noi. Non sarà molto sportivo, ma regala grandi soddisfazioni. Il tutto viene alimentato da un motore grafico in grado di gestire gli scontri in modo molto convincente, dove vengono altresì previsti diversi tipi di ferita, anche in base al tipo di arma usata o dalla parte del corpo colpita. Le arene a nostra disposizione offrono svariate situazioni: combattimenti a squadre, salvataggi di persone inermi, corse su bighe, assedi o scontri con animali, per tutti i gusti e palati. L’ampiezza delle locazioni è notevole, necessitando addirittura di una apposita mappa, dove viene riportata la nostra posizione, quella degli avversari, degli oggetti e dell’obiettivo principale. Insomma, al controllo di Agrippa si esaltano le virtù maggiori di questo titolo che, paradossalmente, fa delle fasi picchiaduro il suo innegabile punto di massima espressione. Sia chiaro, non è che la parte dedicata ad Ottaviano sia fatta male, ma dopo aver provato il gusto delle sanguinolenti arene le sue azioni sembrano quasi (e di fatto lo fanno) spezzare il ritmo incalzante di gioco. Cito, per finire, il buonissimo comparto sonoro, che si avvantaggia di una masterizzazione in Dolby Pro Logic II. Purtroppo, come per tutte le produzione di casa Capcom, i dialoghi non sono tradotti nella nostra lingua, limitandosi agli onnipresenti sottotitoli.
– Controlli perfetti
– Combattimenti esaltanti
– Longevo oltre ogni aspettativa
– Fasi stealth da rivedere
– Basta con i sottotitoli
8.0
Shadow of Rome mette a nostra disposizione due avventure ben distinte e separate, se pur unite dall’intreccio narrativo. Due modalità e due gameplay completamente differenti, tanto differenti da intralciarsi (purtroppo) l’uno con l’altro. E l’assurdo è che la parte dei combattimenti, di solito relegata a semplice comprimario, nel caso specifico risulta il cardine di tutta la produzione. La sensazione, infatti, è che le sezioni stealth siano state inserite più per allungare il brodo e che la loro realizzazione sia stata, per tale motivo, un tantino superficiale.
Comunque sia, lasciando correre su tale aspetto, ne risulta un gioco esaltante, divertente e adeguatamente longevo, soprattutto se si vogliono scoprire i numerosi segreti e i tantissimi extra da sbloccare. Roma caput mundi… ho detto!
Voto Recensione di Shadow of Rome (2a Opinione) - Recensione
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