Shadow of Rome
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a cura di Athreyu81
Inafune, creatore di questo Shadow of Rome, avrà trovato nell’antica Roma un perfetto parallelo del codice dei samurai: la spietatezza e la crudeltà che albergano sia nel gladiatore che nel samurai errante affondano le loro origini nella storia dei due popoli, anche se appartenenti a universi distinti, l’oriente e l’occidente. Proprio nel raccontare le vicende della Roma antica il grande game designer ha voluto rappresentare la violenza e la tenacia degli scontri gladiatori; portavoce di una gloriosa epoca passata.
Un impero in crisiIl filmato in cg che fa da introduzione al gioco racconta le vicende dell’impero romano, l’anima conquistatrice, i giorni di gloria, ma anche la corruzione e l’arroganza che albergavano all’interno del senato. Episodio cardine è l’assassinio del grande imperatore Giulio Cesare, dal quale ha inizio l’intera vicenda e il susseguirsi di colpi di scena ed infelici dispute.Agrippa ne viene coinvolto, travolto e moralmente distrutto perché suo padre, Vipsanio, è stato accusato dell’infausto omicidio e rinchiuso nel “braccio della morte” e suo figlio è l’unica speranza di salvezza. Ottaviano, nipote del glorioso Cesare, vuole invece vederci più chiaro in questa storia e si incarica di aiutare il potente Agrippa nel rivelare l’innocenza di Vipsanio per far emergere allo scoperto i veri colpevoli.
La forza e l’astuziaShadow of Rome si distingue fin dai primi momenti di gioco per la semplicità del suo gameplay. Se la forza e la stazza del buon Agrippa porteranno il giocatore ad approfondire meccaniche puramente hack’ n slash, l’astuzia e l’intelligenza di Ottaviano ci impegneranno in sezioni prettamente stealth. L’amalgama dei due diversi stili garantisce all’inizio del gioco una varietà che conduce il giocatore a proseguire soprattutto per vedere l’evolversi della storia, autentica colonna portante del titolo Capcom. Le vicissitudini del novello gladiatore prevedono una serie di combattimenti all’interno di arene chiuse. Se molti degli obiettivi gladiatori preposti consistono nel polverizzare l’infame orda avversaria, non mancano spunti di originalità a variare l’esperienza: scontri a squadre, protezione delle donzelle, raggiungere un determinato punteggio raffica (essenziale per ottenere ulteriori glorificazioni sottoforma di coppe). Gli scontri nelle arene rappresentano il cromosoma dominante del gioco. Nessun colpo per addormentare o nessuna buccia di banana per stordire, qui siamo di fronte a violenza digitale pura. Arti smembrati, teste mozzate e tanto, tanto gore arricchiscono le scorribande ludiche, dipingendo vari genocidi, fattore predominante nel determinare i vari punteggi che, con opportuno incitamento del pubblico da parte del giocatore, assegnano armi supplementari a quest’ ultimo. L’ armamentario romano è vario e ben amalgamato per condurre un certo tipo di approccio logistico nei combattimenti; brandire un lancia può assegnare una notevole forza ma con il rovescio della medaglia dettato dalla lentezza dei movimenti. L’uso assiduo dell’arma in possesso avrà un tempo limite indicato dalla barra di resistenza di quest’ultima, tutti gli oggetti sono soggetti al processo di logoramento. Oltre a dedicarci al pestaggio potremo, in una particolare situazione di gioco, prendere le redini al cavallo di una biga e la nostra vittoria sarà dettata sia dall’eliminazione dei concorrenti che dal tagliare per primi il traguardo. Le corse con le bighe pur possedendo elementi senz’altro affascinanti, risultano sufficienti nella loro struttura e piuttosto facili rispetto alla media delle sfide proposte da SoR. Ottaviano, invece, é il portavoce dello stealth gaming in numerose situazioni, legate soprattutto alla comprensione e all’ evoluzione della trama. Dotato di una discreta parlantina e di un’intraprendenza degne di nota, le sue peculiarità torneranno utili nell’evitare guardie e nell’arte del travestimento. La libertà concessa a quest’ultimo ci catapulta nell’esplorazione un ridotto numero di locazioni alla ricerca di indizi e stratagemmi per risolvere le varie situazioni; tutti gli strumenti sono adatti allo scopo, come l’uso di bucce di banana e di oggetti per distrarre le guardie purtroppo non dotate di una buona IA, anzi… All’inizio il gioco invoglia l’utente alternando sapientemente gli scontri nelle arene a lunghe fasi con Ottaviano, ma ben presto queste si rivelano noiose e ripetitive, con l’unico vantaggio di consentire quel minimo di libertà che invece viene negata ad Agrippa. Piacevole, infine, la feature di poter comprare gli oggetti per arredarsi la stanza, se ne può acquistare un notevole numero di essi, che vanno dai più semplici ai più disparati ( tappeti, tavoli, frutta, tigri, abiti e addirittura una tuta stealth).
Sotto la corazzaL’ossatura del motore grafico è ben sviluppata. Proprio il team che ha dati i natali a Onimusha dimostra ancora una volta di saperci fare con l’Emotion Engine di Sony, regalando uno spettacolo visivo dannatamente accattivante. A partire dai personaggi, curati al minimo dettaglio, le ambientazioni condite da colori caldi dove si ergono strutture solide massicce. Animazioni perfette, claudicanti solo in pochi frangenti, textures tra le migliori presentate sul monolite e un effetto simile al Cel Shading, adottato per eliminare il fastidioso Aliasing. Sul fronte della giocabilità annoveriamo una disposizione dei controlli che facilità la semplicità di utilizzo, a l’efficacia a volte problematica del lock-on: capiterà infatti di agganciare il nemico sbagliato o addirittura di mancarlo nonostante la pressione esercitata sul tasto. Degno di nota l’impianto sonoro, a tratti imponente, rivelatore di un superbo doppiaggio e circoscritto da musiche suggestive. Inafune ha voluto premiare i suoi fan e accontentarli (visto la brevità della saga del samurai giapponese) dotando del gioco di una discreta longevità, finirlo equivale a spendere circa 20-25 ore e oltre, consapevoli che poi a gioco ultimato verranno sbloccate ulteriori feature da invogliare il giocatore a rigiocarlo per sfizio.Il problema non è pertanto la durata in sé dell’avventura che come detto è buona quanto il discorso della ripetitività rimarcabile soprattutto delle fasi stealth che dopo alcune ore di gioco potrebbe far calare il vostro interesse.
– Storia appassionante
– Graficamente imponente
– Due diversi gameplay
– Lungo e duraturo
– Ripetitivo, soprattutto nelle fqasi stealth
– Manca di profondità
8.0
Shadow of Rome è un piccolo passo in avanti per gli action adventure made in Capcom. Nonostante il suo impianto di gioco non presenti rivoluzioni e stravolgimenti di sorta è piacevole vedere amalgamate due tipologie di gioco che ben si adattano alla fame ludica del consumatore. Ben realizzato per quanto riguarda il reparto grafico, concede un appeal frutto della storia e del background, che sarebbe stato ben diverso se solo ci fosse stata maggiore profondità nel gameplay che invece risulta in molte occasioni ripetitivo, soprattutto per quanto riguarda le fasi stealth. Nonostante questo aspetto Shadow of Rome resta un titolo consigliato che avrebbe potuto essere stellare sulla carta ma che è stato minato da una giocabilità non perfetta. In ogni caso il fascino resta, non si rivive tutti giorni la magica epopea della storia di Roma!
Voto Recensione di Shadow of Rome - Recensione
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