Shadow Man
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a cura di Sage
Nessuno sa per certo cosa ci sia nell’al di là, cosa ci attenderà quando (speriamo il più tardi possibile) saremo solo polvere. In genere le diverse religioni o le nostre convinzioni personali ci suggeriscono che se da vivi il nostro comportamento è stato moralmente quasi impeccabile è ovvio che dopo morti ci sarà un premio ad aspettarci. Non è il caso di Shadow Man…
Colui Che Cammina Fra i Mondi
Per millenni gli Shadow Man, guerrieri voodoo immortali, hanno protetto noi ignari vivi dalle minacce che si celano nella dimensione che tutti, una volta morti, raggiungeremo: la Terra dei Morti. Questo mondo non è nulla che ricordi il Paradiso tanto decantato da molte religioni: è un luogo tetro, oscuro, in cui tutte le anime vagano senza meta e senza scopo. C’è chi però ha la possibilità di uscire da questo luogo per ritornare a quello dei vivi ogni volta che lo desidera: gli Shadow Man per l’appunto. E a noi toccherà impersonare l’ultimo di questa stirpe di eroi: tale Mike LeRoi, un ex-studente di letteratura, con un turbolento passato alle spalle. La nostra avventura inizia con il sogno dell’Apocalisse che una notte compie Mama Nettie, la sacerdotessa voodoo che impiantò nel torace di Mike la Maschera delle Ombre, trasformandolo così nel nuovo Shadow Man. Mama Nettie percepisce che qualcosa non va nella Terra dei Morti e sta a noi scoprire cosa…
A spasso nella Cattedrale del Dolore
La nostra missione è di recuperare le cosiddette “anime prave”, contenute in misteriosi contenitori detti “Govi”, prima che se ne impadroniscano i Cavalieri dell’Apocalisse, ossia cinque super cattivi, alcuni dei quali ispirati a criminali realmente esistiti (Jack lo Squartatore ad esempio). La nostra ricerca avverrà, fino ad un certo punto, nella Terra dei Morti, che potremo visitare a piacimento grazie al potere del nostro Mike. Una volta trovato un Govi, Shadow Man potrà possedere l’essenza dell’anima prava, così da aumentare il suo potere e riuscire in questo modo a sparare colpi sempre più potenti con la sua shadow-gun o aprire nuove porte per raggiungere nuove locazioni. Soffermandoci su quello che è l’ambiente di gioco vero e proprio spicca senza dubbio la grandezza dei luoghi che esploreremo. E’ una caratteristica, d’altronde, che si apprezza solo superando l’inevitabile senso di spaesamento nel muoversi in un ambiente così vasto. Il primo approccio, quindi, impaurisce un po’. Ma vi assicuro che, superata questa prima difficoltà, apprezzerete molto quello che è indubbiamente uno dei pregi di questo videogame. Spesso, infatti, ripeterete numerose volte uno stesso livello semplicemente per riuscire a raccogliere tutto il prendibile, come i Cadeaux, oggetti a forma di cuore che potranno, una volta che ne avrete almeno cento, essere offerti in dono ad una Divinità che vi donerà una tacca, permanente, di energia in più. O ancora potrete sviluppare abilità particolari come camminare su un fiume di lava o risalire una cascata di sangue così da scoprire altri posti e oggetti segreti. Numerose saranno le armi che potranno far parte del nostro piccolo arsenale, anche se, a conti fatti, saranno poche quelle che useremo, poiché solo alcune hanno una reale efficacia.
Sindrome da Conversione
Shadow Man è un titolo impressionante per la sua profondità e complessità. Risulta chiaro osservando, per prima cosa, il gameplay. Non solo riuscire a completare il gioco in tutto e per tutto (non parlo di finirlo semplicemente) richiederà molta attenzione e dedizione da parte del giocatore, ma ciò che veramente emerge da questo titolo è una vastissima libertà d’azione. Più volte dovrete scegliere tra diverse vie possibili: quale Boss affrontare per primo o quando consegnare ad Agnetta l’Eclipseur che farà scendere sul Mondo degli Uomini le tenebre. Ciò che poi colpisce è la scenografia. Personaggi come Legione, Jack lo Squartatore o il Dr. Victor Batrachian, nonché le stesse ambientazioni di gioco, sono una rappresentazione perfetta di quello che è generalmente designato con il termine orrore. Nella versione PC tali pregi erano serviti su di un vassoio d’argento grazie all’eccellente realizzazione tecnica: ottima grafica e colonna sonora grandiosa (questa è rimasta più o meno la stessa nella conversione per PSX). Ecco la vera pesante nota dolente del gioco: la conversione. Certo, non si chiede nemmeno lontanamente una grafica come quella vista su PC, ma il limite della decenza con Shadow Man è stato superato. Frequenti rallentamenti e una scarsa fluidità minano inevitabilmente l’esperienza di gioco, specie di un titolo come questo che punta molto sull’atmosfera. Anche la giocabilità va così a farsi benedire, in virtù dei movimenti troppo lenti del nostro Mike. E’ un vero peccato, non c’è che dire, che la sindrome da conversione abbia colpito ancora. Eppure non sarebbe stato impossibile compiere un lavoro migliore (vedi Legacy of Kain: Soul Reaver) e vi garantisco che se giocherete prima alla versione PSX e poi alla versione PC, come ha fatto il sottoscritto, la differenza, oserei dire abissale, sarà impossibile non notarla.
-Profondità impressionante
-Tantissime cose da fare
-Eccellente scenografia
-Pessima conversione
-Comparto grafico carente
-Scarsa giocabilità
7.5
Di sicuro Shadow Man avrebbe meritato un destino migliore su PSX. Osservare un gioco tanto profondo e con un gameplay così ben realizzato perdere la maggior parte del suo fascino per una scarsa realizzazione tecnica è veramente triste. E non è possibile non tenerne conto nell’attribuzione del voto. Eppure vi do un consiglio sincero: se per qualche motivo non poteste provare la versione per PC e vi capitasse tra le mani quella per PSX, cercate di giocare e finire questo gioco comunque, anche se sopportare i rallentamenti o l’azione di gioco spesso scattosa è dura. Se sorvolerete (faticosamente) queste magagne tecniche, vi renderete conto come Shadow Man regali un’esperienza di gioco che non si prova tutti i giorni.
Voto Recensione di Shadow Man - Recensione
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