Recensione

Sengoku

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a cura di Ctekcop

Il Verdetto di SpazioGames

7.8

Paradox Interactive è un publisher noto ed apprezzato, oltre che per il servizio di digital delivery Gamersgate, anche per la sua folta line-up di titoli strategici storici dal forte carattere simulativo. Col passare degli anni, nonostante titoli di qualità altalenante, è comunque riuscita a costruirsi una nicchia di tutto rispetto, un pubblico dedicato ed affezionato grazie anche al continuo supporto, mediante aggiornamenti anche radicali, dei titoli più riusciti e non. Il tutto senza alcun timore di saturare eccessivamente il proprio catalogo, ad oggi tremendamente ampio e che continua tutt’ora a sfornare nuove proposte.

Ad ampliare questo portfolio ci pensa  Sengoku, ennesimo strategico, con una leggera spruzzatina di elementi ruolistici, sviluppato internamente a Paradox dallo stesso team che ha creato serie del calibro di Europa Universalis, Hearts of Iron e Victoria.
La strada per lo shogunato
Sengoku è ambientato in un Giappone feudale, dalla minuziosa ricostruzione storica, diviso e pronto ad essere unificato oltre che rivoluzionato: si comincia nel 1467 e si finisce nel 1620. Nei panni di un nobiluomo giapponese, non necessariamente capo-clan, avremo come scopo unico quello di conquistare almeno metà del suolo giapponese per poi ambire al titolo di Shogun mantenendo il controllo delle terre in nostro possesso per 3 anni. Si tratta di uno strategico in tempo reale, dove comunque è possibile mettere in pausa in qualsiasi momento per dare ordini in tutta tranquillità, molto particolare ed estremo basato non solo sulla guerra ma con un forte accento su personaggi, rapporti familiari, diplomazia e complotti. In pratica un gioco volutamente dedicato ai fan degli strategici duri e puri di Paradox, volutamente simili ad altri prodotti dello stesso publisher.
Vengono forniti numerose possibilità e ventagli di strumenti cui attingere per raggiungere il nostro scopo. Innanzitutto se già non lo si è bisogna trovare un modo di diventare capo-clan, diventando invidiati eredi o usurpando il ruolo di leader oppure pianificando, con l’aiuto di qualche collega scontento, un colpo di mano per creare direttamente il proprio nuovo clan.
È quindi doveroso circondarsi di collaboratori capaci come il maestro d’armi, il maestro delle cerimonie ed il maestro della guardia, assegnando questi importanti ruoli non solo a personaggi fidati, ma anche dotati delle caratteristiche adatte a rivestire il ruolo specifico: ciascuno di essi ha infatti delle abilità specifiche e dei tratti del carattere, come l’essere paziente o guerrafondaio, in grado di renderli più o meno compatibili con certi ruoli. Successivamente è fondamentale trovare moglie, fino ad un massimo di 4, così da garantirsi degli eredi oltre che delle importanti pedine di scambio a livello diplomatico per poter proporre matrimoni tra famiglie. Quando poi la diplomazia e l’astuzia non saranno più sufficienti si dovrà per forza di cose ricorrere ad assassini e sabotaggi mirati grazie ai ninja o più semplicemente alla forza bruta.
L’onore dei Samurai
Le unità militari, di cavalleria e fanteria ed in un secondo momento di fucilieri, si possono reclutare pagandole moneta sonante, aggiungendole al proprio esercito personale, oppure sfruttando la leva obbligatoria per avere economiche truppe a disposizione del clan. I movimenti delle unità vanno ponderati visto che spesso saranno lenti o magari allungati per circumnavigare un’altura insormontabile e possono anche incidere sul loro morale se non rimangono un minimo a riposo tra un combattimento e l’altro. Ci si può quindi scontrare contro gli eserciti avversari o cingere d’assedio villaggi e città nemiche: questi scontri vengono risolti all’interno di un’apposita schermata senza grande appagamento per gli occhi che si limitano a vedere a schermo due unità animate che si sfidano tra loro.
Il tutto deve essere fatto assicurandosi che le province sotto il nostro controllo non si ribellino e nel caso in cui se ne controllino troppe in maniera diretta è bene affidarne alcune a dei vassalli. Non bisogna scordarsi di effettuare le giuste decisioni in campo religioso ed edile, avere un buon flusso di entrare facendo pagare le tasse alle zone più ricche ed infine mantenere positivo il proprio livello di onore. Come facilmente immaginabile un livello negativo di onore costringe a fare Seppuku, cioè un doloroso suicidio rituale, da non confondere con l’Harakiri. Per tenere elevato il proprio livello di onore, che diminuisce ogni volta che si eseguono particolari azioni come dichiarare guerra ad altri clan, si dovranno fare delle laute e sostanziose donazioni in termini di denaro all’Imperatore. Si rivelerà molto divertente poter richiedere a qualche vassallo poco onorevole o di cui non ci si fida molto di fare Seppuku o in alternativa di ritirarsi a vita monasteriale ed ammirare le loro reazioni. 
In sostanza c’è veramente tanta carne al fuoco: vengono messe a disposizione del giocatore una marea di possibilità e variabili da tenere in considerazione, pur non fossilizzandosi eccessivamente sulla microgestione, per permettere di raggiungere l’obiettivo finale dell’unificazione del Giappone.
Il paradosso 
Ad una prima vista, tecnicamente parlando, Sengoku non sembra nulla di eccezionale sopratutto se si commettesse l’errore di confrontarlo con un titolo completamente differente, ma dall’ambientazione similare, come Shogun 2 di Creative Assembly dal quale uscirebbe con le ossa rotte.
Sengoku vanta un Giappone ricostruito interamente in maniera tridimensionale, quando i migliori esponenti di questo genere simulativo sono quasi tutti bidimensionali, con texture del terreno di qualità più che accettabile ed anche un’acqua discretamente realizzata. Il tutto con la possibilità di zoomare pesantemente o allontanarsi fino a comprendere quasi tutto il Giappone in una sola schermata. Anche le unità a schermo, che rappresentano l’intero raggruppamento di truppe, sono realizzate dignitosamente sebbene fornite di animazioni decisamente al risparmio.
L’interfaccia risulta abbastanza complessa, sopratutto quando si tratta di andare a gestire le persone del clan, ma considerando la mole di dati da vagliare e controllare e le opportunità offerte al giocatore risulta tutto sommato abbastanza agile e comoda da usare una volta presa la mano e divenuti in grado di orientarsi tra le varie schermate. Peccato che a risoluzioni elevatissime le scritte risultino piccoline e di difficile lettura. È presente qualche hint a schermo che cerca di aiutare il giocatore a prendere confidenza con le meccaniche di gioco ma si rivelano essere di dubbio aiuto: molto meglio ricorrere al corposo manuale, vicino al centinaio di pagine, dove tutto è spiegato chiaramente. Manca in sostanza quel tutorial iniziale che avrebbe potuto rendere il titolo fruibile anche a chi, dotato di scarsa pazienza, non è pratico di questo particolare sotto-genere.
Il comparto audio non eccelle in particolar modo presentando qualche brano di sottofondo a tema orientale ed effetti ripetitivi che invogliano solo ad inserire il muto, oltre che parzialmente riciclati da altri titoli.
Punto forte del titolo è invece senza ombra di dubbio l’intelligenza artificiale. In particolare, sopratutto nelle fasi diplomatiche, si rivela decisamente ragionevole ed a volte pure accondiscendente alle difficoltà più basse. Anche sul campo di battaglia si muove dignitosamente cercando di sfruttare i punti deboli del giocatore, specialmente alle difficoltà più elevate dove quest’ultimo parte con handicap importanti in grado di metterlo in crisi con relativa facilità. Sembra però soffrire di una certa uniformità di comportamento tra una partita e l’altra in quei territori dove il giocatore non interferisce con gli stessi eventi che si verificano in partite diverse, come se fosse tutto deciso e precalcolato a priori.
Sengoku presenta un singolo scenario che, seppur relativamente vasto, prima poi finirà per stancare: non rimane che confidare in qualche contenuto aggiuntivo da parte di Paradox nei prossimi tempi visto che ci sono tutti i presupposti per essere positivi al riguardo considerando come si sta comportando con titoli analoghi. Per i giocatori più esperti e vogliosi di allungare la longevità è disponibile una modalità multiplayer, purtroppo solo via LAN, così da misurarsi con avversari umani sebbene il cuore del gioco rimanga comunque il singolo giocatore per ovvi motivi di tempistiche legate al gameplay.
Infine segnaliamo la completa mancanza dell’italiano non solo in-game, ma anche nel manuale.

HARDWARE

Requisiti PCSistema Operativo: XP/Vista/Windows7Processore: Intel® Pentium® IV 2.4 GHz o AMD 3500+Memoria RAM: 2 Gb Hard-disk: 2 GB di spazio liberoScheda Video: NVIDIA® GeForce 8800 o ATI Radeon® X1900Risoluzione di almeno: 1024*768Souno: Direct X compatibileDirectX®: DirectX 9

– Riuscito focus su diplomazia e rapporti personali

– Buona realizzazione tecnica per il genere

– Fascinosa ambientazione

– Una volta domato regala soddisfazioni

– Ostico per i neofiti

– Solamente uno scenario: alla lunga potrebbe stancare

– Non c’è l’italiano, nemmeno sul manuale

7.8

Questa volta Paradox, affidandosi al suo capace team interno di sviluppatori, non sbaglia e confeziona uno strategico in grado di allietare la sua affezionata ed esigente clientela grazie in particolar modo ad una IA valida coadiuvata da una profondità e varietà strategico-diplamitca degna dei migliori esponenti del genere.

Chi invece, oltre che poco abituato a questi strategici estremi e complicati, non è disposto a spendere ore ed ore solo ad apprendere le meccaniche di gioco ed avere confidenza con l’interfaccia, farebbe bene a stare alla larga da Sengoku nonostante il suo prezzo di lancio aggressivo.

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