Recensione

Seasons After Fall

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a cura di erik369

Quando si parla di videogiochi come forma d’arte si tende solitamente a prendere in forte considerazione la veste grafica di un titolo, la quale, grazie magari ad uno stile particolareggiato ed ispirato, rende un videogioco non dissimile da un quadro in movimento. Tuttavia i videogiochi sono opere interattive, è in quanto tali non possono aspirare a rientrare nella definizione di arte affidandosi unicamente all’impatto visivo. Il messaggio che vuole comunicare, le emozioni e le sensazioni che trasmette e persino lo stesso gameplay: tutti questi elementi contribuiscono in egual misura a rendere un videogioco qualcosa più che un semplice medium con cui passare il tempo libero. Seasons after Fall, sviluppato dagli indipendenti Swing Swing Submarine, è un titolo in grado di incantare e stupire quando lo si guarda, ma riuscirà a fare lo stesso quando lo si gioca?

Once upon a time…Seasons after Fall ci fa vivere un’avventura non dissimile dalle fiabe tipicamente folkloristiche, i cui messaggi e temi nascondono sfumature complesse nonostante siano indirizzate ai più giovani. Prenderemo i panni di un piccolo spirito, chiamato seme da una misteriosa voce che inizierà a guidarci al fine di compiere il rituale delle stagioni. In quanto spirito non potremo agire concretamente, pertanto saremo costretti a prendere possesso di una volpe addentratasi nella foresta. Facendo visita ai guardiani delle stagioni (degli spiriti totem giganti), guadagneremo il potere di alterare l’ambiente circostante, avvicinandoci al completamento del misterioso rituale sacro che la voce sembra così impaziente di voler realizzare. Ci manteniamo volutamente sul vago proprio per non rovinare l’esperienza così come è stata pensata dagli sviluppatori. Inizialmente infatti non si avrà alcuna idea di cosa stia realmente accadendo, né a cosa servano le proprie azioni. Si avanzerà in preda ai dubbi, spronati da quella voce guida così amichevole e rassicurante. Gli eventi subiranno una svolta improvvisa nel momento in cui verrà compiuto il rituale delle stagioni, ma evitiamo di scendere nei dettagli concentrandoci invece sull’impressione generale che la trama di Seasons after Fall ci ha trasmesso.Quella narrata nel titolo è una storia nel complesso semplice, similare come già detto a una favola tradizionale. Proprio per questo però trasmette messaggi e tratta tematiche che potrebbero facilmente portare a dei concreti spunti di riflessione. La cripticità iniziale cede il passo a una consapevolezza sempre più profonda, che porta a buona comprensione degli eventi una volta raggiunti i titoli di coda. I ruoli dei vari personaggi, compreso quello del protagonista, cambieranno con l’evolversi della trama, e nonostante siamo davanti ad una progressione lineare, ci si chiederà spesso se si stia agendo nella maniera corretta o se non ci sia un’altra soluzione per risolvere il problema. Come nelle fiabe tradizionali, anche la trama di Seasons after Fall si conclude con finale positivo, finale che tuttavia può trasmettere sensazioni contrastanti. Lasciamo a voi giudicare in prima persona quanto appena detto, sebbene sia necessario dire che per chiudere concretamente il cerchio tracciato dagli sviluppatori sarà necessario trovare dei particolari segreti nascosti nelle aree di gioco, i quali daranno preziose informazioni sugli eventi precedenti alla nostra venuta e a quelli successivi, grazie a un finale inedito. Le informazioni ricavate in tal modo sono talmente rilevanti da poter essere definite indispensabili per una comprensione della trama in tutte le sue sfumature.

Sogno silvestreVolendo inquadrare Seasons after Fall potremmo definirlo come un platform con numerosi elementi puzzle. Si tratta di un titolo la cui struttura è stata interamente costruita intorno a una singola meccanica, la quale però ha permesso agli sviluppatori di rendere l’esperienza abbastanza varia da non risultare noiosa, sebbene non sia il massimo in termini di complessità. La meccanica peculiare realizzata dai Swing Swing Submarine di cui abbiamo appena accennato consiste nella possibilità di cambiare in qualunque momento le stagioni, modificando sensibilmente l’ambiente circostante. Si tratta di un espediente perfettamente integrato nell’esperienza di gioco, che non mancherà di stupirvi. Poter cambiare la stagione corrente permetterà di far mutare elementi specifici dello scenario, consentendoci di raggiungere luoghi altrimenti a noi preclusi o di risolvere i numerosi puzzle ambientali presenti.

Tramite l’inverno potremo far congelare cascate e specchi d’acqua, con l’autunno potremo far risvegliare funghi dormienti da utilizzare come piattaforme, in estate potremo invece aiutare alcune piante a crescere e ad espandersi. Gli esempi su come una stagione influenza lo scenario sono numerosi e continueranno ad aumentare man mano che si prosegue nel gioco. Inizialmente le possibilità della nostra volpe saranno limitate, dato non si disporrà di tutte le stagioni. Solo quando avremo ottenuto tale capacità il titolo riuscirà a dare il meglio di sé, grazie a sezioni platform e puzzle ambientali costruiti interamente per sfruttare al meglio questa meccanica.
In realtà, sia come platform che come puzzle Seasons after Fall non brilla in termini di complessità e tasso di sfida. I movimenti della volte si limitano al semplice salto e alla possibilità di guaiolare per interagire con determinati elementi dello scenario. I controlli sono responsivi e la dinamica del salto è ben realizzata, tuttavia non sarà mai necessario sfoggiare abilità particolari per avanzare nel gioco. Anche i puzzle presenti rimangono nella maggior parte dei casi semplici ed intuitivi. Esistono delle eccezioni, ma anche in tali casi si tratta comunque di rompicapo ambientali che non richiederanno mai eccessivi sforzi mentali. Il tasso di sfida è poi praticamente assente, in quanto non è presente alcun tipo di vita o energia, non ci sono nemici, le cadute non comportano mai conseguenze negative ed è praticamente impossibile raggiungere il game over. Anche nei rari casi in cui si cade in un baratro, la volpe verrà semplicemente teletrasportata al sicuro sul terreno. Da tutto ciò si evince come Seasons after Fall sia un’avventura molto leggera e rilassata, dal ritmo piuttosto lento e priva di reali sfide per il giocatore. Ci troviamo dunque davanti ad esperienza che molti potrebbero non apprezzare a causa di questa semplicità generale, concretizzata in un gameplay realmente privo di finezze o di una qualunque forma di complessità.Anche i compiti da svolgere sono pochi, soprattutto quelli secondari. Mentre il proseguire dell’avventura sarà dettato dal raggiungimento di determinati luoghi o dalla risoluzione di specifici puzzle, le uniche attività di contorno realmente rilevanti consistono nella raccolta dei collezionabili, qui presenti sotto forma di fiori da far sbocciare semplicemente passandoci sopra, e nel raggiungimento di altari nascosti che riveleranno un frammento del background narrativo. Anche in questo caso si tratta di segreti piuttosto facili da scovare limitandosi ad una buona esplorazione. Per il resto ci troviamo davanti ad un mondo di gioco diviso in macro aree dove, similmente ai metroidvania, sarà necessario ottenere nuovi poteri per poter raggiungere le zone più recondite.

Lo spettacolo della naturaCiò che davvero colpisce di Seasons after Fall è indubbiamente la sua veste grafica. I Swing Swing Submarine hanno creato un titolo dall’aspetto incantevole, evocativo ed ispirato. Si tratta indubbiamente della sua più grande attrattiva nei confronti dei giocatori, nonché il suo principale punto di forza. Ci troviamo davanti ad un magnifico mondo realizzato interamente a mano, arricchito dall’uso sapiente di colori pastello dalla resa estremamente vivida. Sia l’ambiente che i personaggi sono stati realizzati con grandissima cura fino ai più piccoli dettagli. Tutto ciò rende il cambio delle stagioni qualcosa di veramente splendido, riuscendo a stupire il giocatore che vedrà per la prima volta cambiare l’ambiente intorno a sé in tempo reale, come i caldi e malinconici colori dell’autunno che vanno a mutare nel freddo candido e puro dell’inverno. Una meccanica di gameplay si trasforma così in un espediente artistico, che permette alle varie ambientazioni presenti nel titolo di mostrarsi con volti sempre differenti, attraverso mutazioni che non si limitano ai semplici colori, ma che influenzano sensibilmente il terreno e il cielo, la fauna e la flora, rendendo un paesaggio già visto completamente nuovo. La volontà di lasciare quanto più spazio possibile agli scenari viene evidenziata dalla totale assenza di qualsivoglia interfaccia di gioco, permettendo dunque una contemplazione totale dello spettacolo della natura. Ad accompagnare questo tripudio visivo ci pensa un comparto sonoro altrettanto eccellente, grazie a musiche originali eseguite da un quartetto d’archi ed un doppiaggio inglese di altissimo livello. Non mancano di stupire anche gli effetti sonori, tutti estremamente curati, a partire dallo zampettio della volpe, fino ad arrivare al fruscio del fogliame o al cinguettio degli uccelli.Al doppiaggio si abbinano dei sottotitoli in italiano solitamente ben fatti, sebbene capiti che il testo differisca leggermente dal dialogo, cosa che tuttavia non altera il suo significato generale. Seasons after Fall avvalora ulteriormente la sua semplicità tramite una longevità non esattamente esemplare. Raggiungere i titoli di coda richiederà circa cinque ore di gioco, le quali potranno ulteriormente essere prolungate nel caso si vogliano raccogliere tutti i collezionabili e raggiungere il finale segreto. Noi per raggiungere il 100% abbiamo impiegato circa sette ore, lasso di tempo non troppo esteso, trattandosi di un completamento totale del titolo.

– Visivamente incantevole

– Comparto sonoro di alta qualità, doppiaggio eccellente

– Narrativamente simile ad una fiaba tradizionale

– Gameplay semplice e minimalista

– Non adatto a chi cerca una sfida

– Piuttosto breve

7.5

Seasons after Fall è un titolo visivamente splendido, capace di stupire ed incantare grazie ad una veste grafica bidimensionale disegnata interamente a mano, accompagnata da un doppiaggio eccellente e da musiche originali eseguite da un quartetto d’archi. In quanto videogioco può tuttavia risultare fin troppo semplice, a causa di sezioni platform e puzzle generalmente poco complesse e totalmente prive di un vero e proprio tasso di sfida. Si tratta di un’esperienza che saprà accontentare tutti coloro che cercano un’avventura leggera e rilassata, dal ritmo lento e dedicato più alla contemplazione che all’azione, ma che potrebbe non adattarsi a chi cerca una sfida o un gameplay profondo e stratificato.

Voto Recensione di Seasons After Fall - Recensione


7.5

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