Recensione

Scudetto 5

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a cura di Knock Out

Cucita nell’immaginario collettivo vi è la goffa figura dell’italiano medio: uomo di mezza età, sposato e con figli, in atteggiamento disinibito nel tepore casalingo, con canottiera, barba incolta, cinta slacciata e bottone dei pantaloni rigorosamente fuori dall’asola, in pole-position per gustarsi, sulla sua poltrona in simil pelle, l’imminente appuntamento con Champion’s League e campionato. Fermo per quei lunghissimi 90 minuti, a metà strada tra la gioia e il pianto, pronto a dar sfoggio delle più artificiose espressioni triviali.Per i più, però, la vera partita inizia al termine di quella giocata. La riunione tra amici e conoscenti, tutti a fornire le proprie impressioni, la propria disamina dell’incontro, tutti allenatori con il senno del poi.Alla luce di questo, si nota come sia breve il passo tra realtà e intrattenimento videoludico, che con i titoli manageriali abbraccia tutti coloro che si sentono allenatori in erba.Nella nutrita softeca di titoli appartenenti a questo (fortunato) genere, ritorna, per la quinta volta, la serie Scudetto.

PrologoPer la prima volta il famoso brand approda, oltre che su PC, anche sulle console Microsoft e Sony.Diciamo sin da ora che il debutto non è stato dei più felici per colpa di una serie di difetti riscontrati in sede di analisi, frutto molto probabilmente di quella scissione avvenuta tempo fa tra Sigames team di sviluppo del gioco ed Eidos. Così, mentre la versione PC fu affidata ai ragazzi della Beautiful Game Studios, la versione per console è stata sviluppata da UK-based Gusto Games.

Fischio d’inizioCominciamo subito segnalando una nota dolente: il gioco necessita per essere salvato quasi di un’intera Memory Card. Vi verranno richiesti oltre 7MB di spazio liberi costringendovi ad effettuare una drastica riduzione dei vostri dati salvati.Ci saremmo aspettati che almeno il file di salvataggio rendesse disponibile più slot per poter intraprendere diverse carriere con diverse squadre, purtroppo la realtà dei fatti ci ha tristemente sbugiardato.Iniziamo quindi la nostra avventura in qualità di allenatore.Forniamo i nostri dati anagrafici, il nome o nick, le nostre preferenze in ambito calcistico e andiamo avanti. Ci troveremo a scegliere una squadra in un database ricchissimo diviso per nazioni e per le diverse categorie del campionato (il campionato nostrano arriva fino a comprendere tutte le divisioni della serie C2). Il layout della schermata non è chiaro né tanto meno intuitivo. Vi sono menù a comparsa sulla destra e sulla sinistra, ed ogni menù presenta numerosi bottoni distribuiti ordinatamente per tutto lo schermo. Le righe di testo sono gialle, con caratteri molto piccoli il che rende l’esperienza visiva problematica, spesso sarete costretti a chiudere gli occhi come fessure di tapparelle e sforzare la vista più del dovuto.La schermata principale ci fornisce la lista dei nomi della prima squadra, ma non tutta la rosa.Mi è capitato, durante le prime partite, avendo molti giocatori impegnati con le rispettive nazionali (ho scelto un grande club) di dover arrangiare la squadra con molti ragazzi della primavera.Vuoi per la difficoltà di lettura, vuoi per un layout assolutamente user-unfriendly, ho faticato parecchio per portare un giovane in prima squadra.

Numeri su numeriOgni giocatore è caratterizzato da una mole incredibile di dati statistici.Questi subiranno lievi incrementi o regressi sulla scorta di un ottimo sistema di allenamento, studiato sin nei minimi particolari. Si può studiare un allenamento specifico giorno per giorno, decidere quando riposarsi, quando effettuare sedute di defaticamento, gli orari, oppure lasciare l’incarico all’allenatore in seconda, rendendo il tutto automatico.Il progresso dei rispettivi giocatori è molto difficile da sondare, ma alcuni indicatori principali come lo stato di forma sembrano additare un movimento pendolare periodico attorno al punto di forma standard. E’ possibile effettuare per i giocatori un rapporto medico, un rapporto dell’allenatore ed effettuare paragoni tra più giocatori.Il resoconto delle varie analisi apparirà su una schermata dove troveremo tutte le novità riguardo la nostra squadra/società. Potremo avere offerte da altri club per nostri giocatori, richieste di amichevoli, richieste di giocatori.Come già detto ogni giocatore ha una propria scheda; qui potremo ritoccare il contratto, molto poco articolato, con dei suggerimenti riguardo l’entità del suo ingaggio, che si presentano molto controversi a dire il vero, tant’è vero che spesso i giocatori meno talentuosi non accetteranno i ritocchi fatti ai loro contratti, mentre quelli di ben più alta caratura accetteranno di buon grado le modifiche, sebbene si parli della stessa quantità di denaro. In realtà si tratta di sistema molto limitato, che fa strettamente riferimento ai freddi dati numerici più che al giocatore in sé.Di riflesso appare molto squilibrata anche la modalità dei trasferimenti. Non sarà difficile arruolare tra le proprie fila i giocatori più forti, basta stare attenti a non andare in rosso, pena, il licenziamento.Peccato constatare l’inadeguatezza delle procedure di trasferimento, che rendono nulli gli sforzi fatti per creare un sistema di ricerca molto valido, costituito da ottimi filtri e dalla possibilità di ottenere un ragguaglio periodico dal personale addetto.

La partitaPrima di ogni partita possiamo dare alla squadra l’assetto tattico, secondo il nostro punto di vista, più consono alla situazione. Ma qui emergono palesi tutti limiti di un prodotto che può essere gustato pienamente solo su PC, dosando corsa e direzione del mouse. Qualora volessimo assegnare manualmente le posizioni ai nostri giocatori, ci sembrerà di giocare a scacchi: i nostri giocatori potranno essere spostati solo in posizioni prefissate, precludendoci la possibilità di sfruttare ogni pixel della nostra lavagna nera. Un altro piccolo aneddoto: ci ho messo un po’ per capire come effettuare cambi, ovvero per scoprire la seguente procedura: selezionare un giocatore, tenere premuto, scendere e scegliere tra le riserve l’atleta che si vuol far entrare in campo. Con un PC, molto più intuitivamente, basta trascinare il nome del giocatore uscente su quello del giocatore entrante.Le azioni che potremo assegnare sono quelle canoniche già viste nei precursori del prodotto, come corsa sulla fascia, cross, palla lunga, passaggi corti, decentramento e così via.E’ triste denunciare il funzionamento totalmente squilibrato del motore 2D.Potremo seguire la partita con una visuale panoramica dall’alto, oppure inclinata; bello notare la possibilità di aumentare arbitrariamente e a partita in corso la velocità della gara, fino ad un massimo di 32x; spiazzante e sconcertante invece il funzionamento della cronaca: a velocità bassa (di base) scorrerà lenta e leggibile sotto i nostri occhi, ma aumentando la rapidità anche il flusso delle righe di testo subirà un vertiginoso aumento di velocità nel suo procedere. Risultato? Incapacità dell’utente di apprezzare le high-lights della partita, impossibilità di cogliere alcuni aspetti chiave come ammonizioni, infortuni, ovvero un processo aberrante verso procedure caotiche e prive di ogni tipo di ragionamento. Scotto da pagare: l’utente si annoia, non riesce ad essere coinvolto e riaffiora cocente il ricordo di quei 60 euro spesi per un’esperienza di gioco grezza ed inappagante.

Tecnicamente parlandoGraficamente parliamo di un titolo poco accattivante, con accostamenti cromatici di dubbio gusto, bottoni voluminosi, esili linee e righe di testo piccole, forse troppo.In conclusione un design povero ed eccessivamente minimalista.Non fa di meglio il comparto sonoro, anzi.Suoni dalle orribili vibrazioni elettriche si ripeteranno senza soluzione di continuità.

– Database enorme

– Buone procedure di allenamento

– Manovra stucchevole ed inappagante

– Sonoro scarso

– Mal calibrato in troppi aspetti

5.5

Tirando le conclusioni Scudetto 5 non riescead arrivare alla sufficienza.

La meccanica di gioco è lenta e stucchevole a causa di un gioco poco intuitivo e difficilmente pilotabile. Da salvare il campionario di giocatori e squadre e l’allenamento.

Da cestinare, ahimè, tutto il resto. L’ultimo capitolo che è solo un’immagine illanguidita della fortunata serie Scudetto deve tenere conto di tutte le sue manchevolezze (fra cui, per esempio, quei simpatici risvolti emotivi dei giocatori o le operazioni di marketing e franchise), dei difetti, di un motore 2D solo mediocre, reggere il colpo e tentare di far meglio al prossimo appuntamento.

Voto Recensione di Scudetto 5 - Recensione


5.5

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