Scaler
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a cura di Knock Out
Nella lista sovraffollata di eroi che popolano il mondo dei videogiochi, gechi e lucertole hanno sempre trovato poco spazio. Ci ha pensato Take 2 ad ovviare a questa assenza proponendo il suo giocondo rettile bicromatico.
La storia che ti aspettiL’uomo è naturalmente portato a rincorrere nella realtà sogni di grandezza, oggi come in passato. Nell’era tecnologica è stato così breve il passaggio di questa forma di mitomania nel mondo dei videogiochi che tuttora la figura del “cattivo” che insegue chimere di strapotere è sempre il personaggio più ricorrente nelle storie di videogiochi. L’impronta e la semplicità di questa componente, stringono l’intreccio di una narrazione che germoglia e cresce in maniera estremamente lineare, senza impegnare il giocatore e senza spingerlo in partecipazioni emotive. L’eroe di questa nuova avventura é Bobby Jenkis, esuberante dodicenne dei giorni nostri con una grande passione per i rettili; questi, nel corso di una delle sue tante ricerche biologiche, giunge accidentalmente nel giardino del suo vicino di casa (Looger) e aspirante dominatore del globo. Nella visione della realtà di Scaler, però, il mondo è solo una piccola parte dell’universo, così come lo stesso universo rappresenta solo una parte di un’entità astronomica superiore chiamata “Multiverse”. Per gestire questa struttura pluriuniversale il professore Leon mette a punto un sistema di portali elettrici, con i quali spaziare tra un mondo e un altro. Cavie di questo progetto, alquanto instabile, risultano essere gli stessi Leon e Bobby che si ritroveranno insieme a fornirsi mutuo sostentamento nei vari mondi alieni popolati da strane creature antropomorfe. Loro compito sarà quello di sconfiggere l’esercito mutante che Looger sta inalberando per dominare la terra. Bobby, alias Scaler, prima di essere catapultato in queste dimensioni extraterrestri viene tramutato in una sorta di rettile dotato di speciali abilità.
Lingua, arma taglienteScaler è un gioco dotato di una semplicità di fondo che lo rende godibile sin dal primo momento. Con attenti accorgimenti filologici, il team di sviluppo riesce a dar linfa, seppur minimamente, ad un genere viziato da recenti ed eccessive strumentalizzazioni, che avevano causato una lenta deriva del genere platform vero e proprio. Studiando vecchie soluzioni ludiche, la Take 2 rispolvera gli elementi cardini del gioco platform: i livelli risultano essere abbastanza ampi anche se nascondono nella loro estensione la triste devozione ad un sistema di strade obbligatorie, al termine delle quali troveremo e prenderemo, con tanto di stravagante scena filmata, delle inusuali uova verdi che rappresentano il nostro passaporto per le successive aree di gioco.Sfere luminose saranno, invece, il saldo pecuniaro da versare per poter attivare diversi potenziamenti, che non vanno ad alterare eccessivamente le abilità di Scaler, ma che gli conferiscono e maggiore robustezza e nell’attacco e nella difesa o anche la capacità di accumulare più riserve elettriche. Il rettile, infatti, cova in seno l’abilità di lanciare podorese bombe elettriche, abilità fruibile, però, solo dopo aver assorbito dalle liane questa forma di energia.Anche altri globi particolari possono essere collezionati e questi possono essere utilizzati per sbloccare sezioni extra.Durante la nostra avventura verremo a contatto con una doviziosa fauna composta da creature divertenti e ben caratterizzate. I percorsi sono costellati da una notevole varietà d’azione che rendono l’esperienza di gioco estremamente gradevole e mai troppo ripetitiva. L’eroe (che parolona per una lucertola) posto sotto i nostri comandi potrà giocare di sciabola, con combo di pugni e artigli, o di fioretto, utilizzando una rossa e fulminea lingua.Ad aprire il gameplay a nuove soluzioni ludiche ci pensa un sistema di trasformazioni (cinque in tutto) utilizzabili per rendere accessibili diversi scenari all’interno di uno stesso livello: le trasformazioni si apprendono con il procedere dell’avventura secondo una parabola d’apprendimento ben studiata ed equilibrita. Ogni creatura nella quale potremo trasfigurarci avrà delle abilità peculiari: potremo improvvisarci genieri con Bakudan e le sue palle esplosive, nuotare con Swoom, rotolare per terra o su rotaie luminose con Krock, svolazzare con Doozum o saggiare la potenza di fuoco di Fruzard. Il tutto si sviluppa per una buona ma non eccezionale longevità e con una difficoltà orientata verso il basso ma soggetta ad inspiegabili picchi che provano la pazienza del giocatore.
Mondi cupi sul monoliteGraficamente parlando, Scaler si presenta come un titolo nella media.Una palette cromatica avara nell’uso del colore, si piega irrimediabilmente su toni scuri e opachi e diviene altare di giochi di luci che riescono a stagliarsi facilmente su sfondi smorti e dimessi. Un reparto da migliorare quindi, anche perchè troppe volte cereo e pallido puntellato da strutture poco definite ricoperte tra l’altro da texture commoventi (alcune mappature fanno piangere e la scusante di essere un titolo multipiattaforma veramente non basta), che non rendono merito ad un design accattivante, che offre una visione della natura super-deformed e abbozzata in maniera pregevole, nonchè una caratterizzazione di nemici e personaggi di grande rilievo.Da salvare, come già detto, la regia delle luci, apparse molto convincenti: scie luminose, brillantezza dei globi, binari lucenti, liane elettriche rappresentano il rammarico di una cura tecnica troppo superficiale. Anche i modelli poligonali dei personaggi principali non si distinguono per particolari virtuosismi ma si mischiano nella sufficienza generale.Il gioco scorre via senza intoppi, in maniera estremamente fluida, ed anche la telecamera non offre validi motivi per essere sentenziata negativamente.
Sonoro anonimoIl reparto audio compie il suo lavoro in maniera impalpabile. Ritmi tribali e naturaleggianti si ripetono all’infinito, senza però erompere dai propri argini. Come gli ignavi danteschi, una componente sonora senza infamia e senza lode, capace di rimanere all’interno del proprio spazio risultando un pò monotona ma mai troppo pressante. Il doppiaggio in inglese è effettuato egregiamente lasciando spazio a battute e una giocondità di fondo perfettemente coordinate alla mimica dei personaggi.
– Un platform classico
– Divertente e spensierato
– Approccio immediato
– Grafica sottotono
– Sonoro sordinato
7.2
Scaler è un gioco che si colloca, qualitativamente, come un titolo di fascia media, il quale ha il pregio di riportare tra il pubblico un platform classico.
Un escamotage tecnico che contrappone la brillantezza di giochi pirotecnici all’evanescenza generale dei paesaggi, un gameplay impreziosito da un approccio immediato, azione poliedrica, curva d’apprendimento ben calibrata, fanno di Scaler una gradita sorpresa di fine anno.
In attesa del 2005 quando chissà che il testimone non passi tra le mani di un arrembante Mario, il simpatico gioco a piattaforme della Global Star Software sarà capace di tenere impegnati ed esprimere tutto il suo magnetismo nei confronti dei patiti del genere, mentre potrebbe pagare dazio in luogo di giocatori occasionali.
Voto Recensione di Scaler - Recensione
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