Samurai Warriors
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a cura di Fabfab
Per qualche strana ragione, la Koei è da sempre legata con una sorta di filo doppio alla leggenda cinese dei Tre Regni: fin dai tempi dello storico “Romance of the Three Kingdoms” (recentemente arrivato all’ottavo episodio della sua decennale saga), per poi proseguire (giusto per rimanere nel solo ambito PS2) con i vari Kessen e (soprattutto) Dynasty Warriors (episodi regolari ed Xtreme Legends), i programmatori giapponesi ci hanno narrato per filo e per segno le gesta degli eroi che vissero in quei tempi mitologici.Forse proprio il desiderio di cambiare, una volta tanto, ha spinto Koei a programmare questa sorta di spin-off della serie di Dynasty Warriors: Samurai Warriors riprende in parte le ambientazioni e le vicende del primo Kessen, ambientando il gioco nel Giappone del XVI secolo, nell’epoca nota come Sengoku (o degli stati guerrieri), in cui gli eserciti di Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Ieyasu Tokugawa posero fine alle guerre civili, riunificando il paese sotto il controllo di uno shogun.
Guerrieri del passatoCome al solito, nel gioco potremo scegliere di impersonare condottieri dei vari eserciti in guerra, tutti realmente esistiti anche se rielaborati dalla fantasia dei programmatori, ed affrontare una serie di battaglie fino al compimento del destino dell’eroe prescelto: per godere del gioco non è affatto indispensabile sapere come si sono svolti i reali avvenimenti storici, anche se la loro conoscenza vi permetterebbe di comprendere meglio le varie vicissitudini.La prima vera differenza rispetto a Dynasty Warriors (d’ora in poi solo DW) è che, inizialmente, potremo scegliere tra soli cinque condottieri: naturalmente completando le loro storie ne sbloccheremo altri, ma si parla comunque di 15 personaggi in totale, un numero ben al di sotto di quelli disponibili nella serie di ambientazione cinese.Un’altra cosa modificata rispetto all’originale è la durata della campagna: ogni condottiero deve affrontare un massimo di cinque o sei battaglie per completare la propria storyline. Il bello, però, è che queste non sono completamente lineari, ma gli avvenimenti si modificano a seconda del comportamento tenuto negli scontri, cosicché le battaglie che possono avere esito diverso possono essere affrontate più volte per vedere le diverse ramificazioni della storia. A tal proposito risulta essenziale seguire attentamente i vari dialoghi e gli ordini che vengono impartiti in tempo reale durante gli scontri e che, non essendo doppiati ma solo sottotitolati, obbligano a distogliere spesso l’attenzione dal combattimento per leggere le varie notizie: d’altronde non se ne può fare a meno perchè gli eventi accadono molto più rapidamente che in DW e non rispondere immediatamente ad una richiesta di soccorso da parte di un alleato vedrebbe questo soccombere entro breve tempo, compromettendo così l’intera campagna!Sempre rimanendo in tema di novità, esordiscono in questo capitolo le missioni in solitario all’interno di ambienti chiusi: capiterà talvolta di dover irrompere da soli in un castello o in una fortezza, suddivisa in più piani, e di doverla esplorare fino al raggiungimento dell’obiettivo indicato (in genere l’eliminazione del leader avversario). Oltre al fatto di dover agire da soli (senza nemmeno le nostre fidate guardie del corpo) contro le solite orde di nemici, in queste missioni non potremo disporre della mappa per orientarci (è presente, ma occultata dalla classica fog of war) e questo rende l’impresa piuttosto ardua per varie ragioni: le strutture sono generate casualmente e quindi sono sempre diverse, i corridoi sono disseminati di trappole evitabili solo con un minimo preavviso, i nemici continuano ad arrivare ad ondate inarrestabili e la missioni va compiuta entro un certo tempo limite. In definitiva un piacevole diversivo alle classiche battaglie in campo aperto, sfruttato con una certa parsimonia (tali missioni non sono presenti in tutte le campagne) in modo da non stancare troppo l’utente.
Scontri all’arma biancaCome al solito, il sistema di combattimento non è nulla di particolarmente complesso, l’attacco normale si esegue col Quadrato, la carica col Triangolo, l’attacco Musou (praticamente l’attacco speciale che ci toglierà più volte le castagne dal fuoco, eseguibile una volta riempita l’apposita barra) col Cerchio: premendo più volte in sequenza Quadrato e Triangolo è possibile, inoltre, dare vita a svariate combo, tutte acquistabili con i punti esperienza accumulati durante gli scontri. Come al solito, è possibile anche parare (L1), schivare (R2), saltare e salire a cavallo (X) e lanciare frecce (R1); i comandi sono tutti qui! Anche in questo capitolo sarete affiancati da alcune guardie del corpo, selezionabili tra un discreto numero di alternative (ninja, lancieri, fucilieri, kunoichi, tutti con parametri ed attacchi differenti gli uni dagli altri), che vi seguiranno fedelmente attenendosi agli ordini loro impartiti.Come consuetudine, gli scontri vi vedranno (almeno inizialmente) in clamorosa inferiorità numerica, ma sarà sempre possibile ricorrere alle tattiche a cui anni di DW ci hanno ormai abituati: i nemici attaccano a gruppi, uccidere il comandante diminuisce l’efficienza dei suoi uomini, così come abbattere uno dei condottieri avversari metterà in fuga il suo esercito. Quando ci si trova a mal partito o, semplicemente, si desidera concludere in fretta lo scontro, la tattica migliore rimane sempre quella di mirare al (o ai) leader dello schieramento avverso, la cui posizione è opportunamente indicata sulla mappa in dotazione.Naturalmente per godere appieno del prodotto, è sempre meglio assecondare il naturale svolgimento delle battaglie, prestando attenzione alle varie missioni che vi vengono affidate perchè solo in questo modo potrete potenziare il vostro personaggio e le relative armi: al termine di ogni scontro verrete infatti giudicati secondo determinati parametri (tempo impiegato, oggetti recuperati, missioni completate, nemici sconfitti) e più vi sarete attenuti agli scopi prefissati dai programmatori, maggiore sarà la vostra ricompensa. Inoltre, disseminate lungo i livelli, troverete tutta una serie di casse e vasi da fracassare per trovare item curativi, power-up, armi ed oggetti.Da notare che, per la prima volta, oltre ad una serie di parametri che aumenteranno automaticamente con l’esperienza, vi sono anche abilità acquistabili spendendo i punti accumulati: visto il loro numero, non sarà possibile acquisirle tutte nel corso di una campagna, quindi la scelta di una capacità piuttosto che un’altra si traduce in un minimo di personalizzazione del nostro condottiero (così come la possibilità di decidere gli oggetti di cui dotarlo).
La via del samuraiOltre alla campagna principale, esistono anche tutta una serie di modalità secondarie, la più importante delle quali è senz’altro la Modalità Nuovo Ufficiale: già in DW era possibile dare vita ad un condottiero personalizzato per poi farlo agire in una campagna qualsiasi, ma c’era il difetto che la sua figura risultava comunque abbastanza anonima e rimaneva al di fuori della storyline principale. Questa volta, invece, il nostro ufficiale personalizzato è stato maggiormente integrato nella narrazione: per rendere possibile tutto questo, non potremo più crearlo da zero, ma dovremo sceglierlo da una lista di condottieri già pronti e quindi affrontare con lui l’addestramento. Quest’ultimo consiste in tutta una serie di esercizi che, a seconda di come verranno superati, determineranno le nostre caratteristiche e l’arma utilizzata: a questo punto non rimane altro che decidere a quale schieramento associarsi e giocare. L’idea è molto carina, ma la lunghezza e la ripetitività della fase di addestramento difficilmente vi spingeranno a ripetere tutta la procedura più di una o due volte.Le altre scelte sono tutte cose già viste in DW: Modalità Libera, per affrontare un qualsiasi livello con un qualsiasi condottiero, Modalità Sopravvivenza, in cui affrontare orde di avversari in ambienti chiusi come torri o sotterranei (e generati casualmente) con l’obiettivo di liberare più piani possibili, Modalità VS, per sfidare un amico o la cpu in 3 sfide differenti, Modalità Sfida, per affrontare gli esercizi già visti nella Modalità Nuovo Ufficiale.
Nemici e nebbiaTecnicamente il prodotto non si discosta da quanto visto in “Dynasty Warriors 4”: quindi tanti nemici su schermo, una discreta fluidità che tentenna solo nelle fasi più concitate (ma senza influire mai in maniera determinante sul gioco), un nebbione che nemmeno in Val Padana, nemici ed oggetti che si materializzano a pochi passi da noi, una telecamera che necessita più di qualche aggiustamento. Probabilmente è la stessa PS2 a non poter fare di più in queste circostanze e va reso merito a Koei di essere comunque riuscita a dare vita ad un prodotto giocabile e spettacolare.Quello che veramente cambia rispetto alla serie di DW è il design generale: passando dalla mitica e favolosa Cina delle leggende all’oscuro Giappone delle guerre civili, l’atmosfera e i paesaggi si fanno più cupi e l’aspetto dei guerrieri e delle loro armature si fa più essenziale e meno stravagante (nonostante alcuni caratterizzazioni fuori luogo come Nobunaga, che sembra il cattivo di Onimusha ed indossa un costume tipo Batman, o sua sorella Oichi, minutina e rosa vestita che combatte con un assurdo martellone). Nel complesso bisogna dire che la resa globale affascina molto meno rispetto ai sfarzosi condottieri ammirati in DW, ma si tratta di una precisa scelta da parte dei programmatori piuttosto che di una reale mancanza. Niente da dire, invece, sui soliti, bellissimi filmati made in Koei, ispirati ed evocativi come al solito: peccato solo che non ce ne siano poi tantissimi…Meno convincente il comparto audio, con una colonna sonora moderna ma priva di spessore ed un doppiaggio inglese non troppo ispirato: la presenza dei sottotitoli in italiano (peraltro davvero ben fatti) avrebbe agevolato l’inclusione delle voci originali giapponesi, che per di più avrebbero contribuito non poco all’atmosfera del gioco, ma purtroppo sembra che solo Tecmo abbia imboccato la strada del selettore di lingua.La longevità è, al solito, molto buona: il numero ridotto di condottieri aiuta ad evitare il senso di dispersione che si provava davanti alle decine di personaggi dei vari DW, mentre la relativa brevità delle loro campagne permette di concentrarsi meglio sulle singole battaglie, in modo da riuscire a sbloccare tutte le possibili ramificazioni narrative. Il problema di fondo del titolo Koei, come di tutti i suoi predecessori, è quello della ripetitività: si combatte, sempre e comunque, dall’inizio alla fine del gioco: se la cosa vi piace, non potete chiedere di meglio, altrimenti potreste stancarvi ben prima di aver portato a compimento tutte le storie…
– La cupa ambientazione giapponese
– Meno personaggi e battaglie meglio strutturate
– Qualche interessante novità
– Alla lunga, ripetitivo
– Comparto sonoro non all’altezza
8.0
Nonostante Samurai Warriors non sia altro che l’ennesimo capitolo di una saga su cui la Koei campa da anni senza preoccuparsi di innovare troppo, non ce la sentiamo di dargli un voto inferiore al precedente Dynasty Warriors 4 per tutta una serie di ragioni: il cambio d’ambientazione e le significative novità introdotte danno finalmente un poco di respiro ad una serie che pareva ormai aver detto tutto, mentre un ridotto numero di personaggi e battaglie più curate e meno dispersive donano al gioco quella linfa che aiuta a portarlo a termine prima di avvertire la stanchezza derivante da situazioni sempre troppo simili.
Un titolo, quindi, in grado di soddisfare sia l’appassionato fanatico, perchè di segreti da scoprire ed armi da potenziare ce ne sono sempre parecchi, sia chi si accosti per la prima volta al prodotto, in quanto portare a termine le campagne principali non richiederà più la marea di tempo dei predecessori.
Voto Recensione di Samurai Warriors - Recensione
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