Recensione

Samurai Shodown V

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a cura di Sage

C’erano una volta i piacchiaduro 2D, che piacevano (e piacciono) a tanti giocatori. Come non pensare, di fronte a Samurai Shodown V, alle tante partite alle serie di Street Fighter, Mortal Kombat o a quella più recente di Marvel vs Capcom? Il mercato dei piacchiaduro di oggi è governato da videogiochi di ben altro spessore grafico, eppure… Eppure quando si ha a che fare con giochi come Samurai Shodown V, che sembrano riportarci indietro – con eleganza, s’intende – di qualche anno, non possiamo che restare affascinati e anche compiaciuti. Forse perché in fondo certi generi sopravvivono anche al peso schiacciante della evoluzione tecnologica, forse perché la nostalgia, come sosteneva una vecchia canzone, è una vera canaglia.

Un’antica sagaSebbene il numerino romano che campeggia a fianco del titolo in questione sia addirittura un 5, è la prima volta che un capitolo di Samurai Shodown sbarca su Playstation 2. Non a caso, la saga viene dritta dal Neo Geo e solo con l’ultimo capitolo gli sviluppatori hanno deciso di provare una conversione per PS2.Il gioco non presenta una vera e propria trama, in quanto la storia sarà di volta in volta differente rispetto al personaggio che sceglieremo. Diversi saranno dunque i nostri obbiettivi e nemici. Un po’ come abbiamo visto nel recente Tekken 5, giusto per intenderci.In questo senso, il primo aspetto che salta subito all’occhio è l’elevato numero di personaggi disponibili. E ce ne sono davvero per tutti i gusti, sia dal punto di vista dello stile di gioco che da quello estetico.Il demone Kusaregedo, ad esempio, è enorme e dunque capace di infliggere pesante colpi, ma è poco agile e particolarmente vulnerabile agli attacchi veloci. L’anziano Yun Fei andrà invece a genio a chi desidera cimentarsi in uno stile di combattimento votato alla difesa, mentre chi è incline ad attacchi più diretti e violenti potrà scegliere il giovane Haohmaru. Senz’altro i 26 personaggi presenti garantiscono una certa libertà di scelta.Non tutto, però, va proprio nel verso giusto: se è vero che sono davvero tanti i personaggi selezionabili, è anche vero che molti di essi sono scopiazzati da altri – celebri – dei capitoli precedenti, senza che però riescano ad essere ugualmente carismatici. Una piccola amarezza, che probabilmente qualche giocatore di vecchia data assaporerà suo malgrado.

La spada va usata con saggezzaCon una giusta scelta il gameplay di Samurai Shodown V, che raccoglie l’eredità dei predecessori, non premia il giocatore bravo a premere in modo inconsulto i tasti del gioco, bensì quello abile nel calcolare le sue mosse. Chi pensa dunque di essere di fronte a quel genere di picchiaduro dove basta avere dita particolarmente allenate per vincere, ha sbagliato di grosso. In Samurai Shodown V i nostri attacchi andranno eseguiti con ponderazione, perfino quelli improvvisi e veloci (tanto letali in piacchiaduro come Tekken) falliranno se non supportati da uno studio anticipato, più o meno attento, delle mosse successive. Anzi, potrebbero trasformarsi in autentiche trappole. Il titolo di SNK è basato, dal punto di vista degli attacchi, sulle combo, cioè mosse speciali eseguibili con la giusta combinazione dei tasti per gli attacchi base. E già questo la dice lunga: bisognerà davvero improvvisarsi esperti di arti marziali per avere la meglio, senza contare che saranno necessari riflessi molto sviluppati. E probabilmente è questo il bello della lotta a base di armi bianche, di quella alla quale a volte assistiamo meravigliati guardando film a base di spettacolari duelli orientaleggianti.Purtroppo si avverte qualche imperfezione anche nella giocabilità, comunque validissima, qualcosa davvero non facile da descrivere a parole. Semplicemente, anche se è un parere piuttosto soggettivo, si avverte la sensazione che nonostante gli sforzi profusi non si sia riuscito a riproporre quel gameplay perfetto che anni fa avevano raggiunto altri titoli del genere. Sarà che forse i combattimenti non sono così frenetici o immediati come un tempo, ma l’impressione c’è. Ovviamente, come già detto, il parere è piuttosto soggettivo e gli appassionati potranno dissentire o meno.

2D nel 2006?C’è un aspetto di Samurai Shodown V, apparentemente strano, da chiarire: come viene accolta una grafica bidimensionale nel 2006 su PS2? Semplice, per quello che è: funzionale al particolare genere del titolo. Una piccola nota giusto per i neofiti di simili picchiaduro, che hanno la loro vera forza ed essenza proprio nella mancanza della terza dimensione che li distingue rendendoli unici e forse ancora “giovani”. Tuttavia ciò non toglie che possano essere mossi alcuni appunti al lavoro svolto. Se le animazioni dei personaggi sono convincenti e azzeccate, francamente non si capisce perché i menù di gioco o gli sfondi delle arene non siano stati realizzati meglio. Strano, vi starete domandando: cosa c’entrano i menù di gioco con il comparto grafico? C’entrano perché non sono davvero piacevoli da vedere, principalmente perché sono sbagliate le scelte cromatiche, troppo accese per non sembrare, inutilmente, videogiochi di qualche decennio fa. E gli sfondi nel corso del combattimento non sono da meno: da una parte abbiamo l’ottimo accorgimento di implementare l’alternarsi del dì e della notte, dall’altro la constatazione che le textures e i disegni sono troppo rozzi. Un vero peccato, se pensiamo che per un ritorno al passato un restyling grafico in questo senso sarebbe stato davvero gradito.Niente da eccepire sul lato del comparto sonoro: le musiche di sottofondo sono evocative quanto basta e non disturbano la concentrazione richiesta nel corso delle partite, mentre gli effetti sonori sono azzeccati e caratterizzano bene i rumori tipici dei combattimenti.

– Un gradito ritorno al passato

– Ottimo gameplay

– Prezzo budget

– Comparto grafico non all’altezza

– Non replica i fasti di un tempo

– Assenti molti personaggi originali

7.5

SDK ci ha regalato (beh, regalato forse no, ma il prezzo budget è un buon inizio!) un bel ritorno al passato. I fan di vecchia data dei piacchiaduro 2D non potranno che apprezzare Samurai Shodown V, mentre i neofiti di questo antico genere sono sempre in tempo per farlo. Qualche magagna impedisce tuttavia al titolo di essere davvero un gran bel videogame, come il comparto grafico non all’altezza di una simile produzione o i personaggi scopiazzati che non hanno lo stesso carisma degli originali. E anche una giocabilità – comunque ottima – che forse non raggiunge la perfezione di alcuni videogiochi di un tempo che col passare degli anni si fa sempre più lontano. Sia chiaro: Samurai Shodown V soddisferà gli utenti più “anziani” e allo stesso tempo rappresenta un’ottima occasione per i giocatori più giovani di riscoprire un genere forse a loro semisconosciuto. Il titolo realizzato non raggiunge i fasti di una volta, ma chissà se di questi tempi, in un genere come quello dei picchiaduro 2D, qualcuno potrebbe riuscirci.

Voto Recensione di Samurai Shodown V - Recensione


7.5

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