Recensione

Samurai Shodown 5

Avatar

a cura di Chomog

Il quinto episodio dell’epica saga di spade in 2D approda su Playstation 2 grazie a SnK-Playmore; preparatevi a scontri all’ultimo sangue e rispolverate la vostra katana perché abbiamo tra le mani il miglior titolo del genere per il nostro Dual Shock.

Tanti personaggi per un unico obiettivoLa serie di Samurai Spirits (Samurai Shodown in occidente) nasce sulla console della Snk, il famoso Neo Geo, macchina a 16bit dalle incredibili potenzialità e regina incontrastata del 2D con un parco di programmatori alle spalle tali da riuscire a mantenerla in vita egregiamente anche senza il sostegno delle terze parti.Questa serie è catalogabile nella cerchia dei picchiaduro ad incontri in due dimensioni, definizione che però, a dirla tutta, va stretta a questo titolo: le tante particolarità del gioco, infatti, fanno si che la saga si sia ritagliata negli anni un ramo a parte del grande albero dei beat’em up ad incontri.Uno slash’em up ad incontri, questo è Samurai Shodown: una realistica, per quanto caratterizzata da una grafica cartoonesca, simulazione arcade di spada; il titolo di Snk-Playmore (che, ricordiamo, detiene i diritti di marchi e personaggi della defunta SnK) era anni fa quel che è oggi Soul Calibur per le architetture hardware moderne.Ogni personaggio inserito in questo titolo ha l’obiettivo di vincere il torneo per portare a compimento un proprio sogno: Haohmaru è ancora una volta alla ricerca di avversari forti, la piccola Nakoruru con il falchetto Mahaha, suo fido compagno di battaglie, spera di ritrovare suo padre, l’esile Mina è sulle tracce (accompagnata da un piccolo e simpaticissimo bimbo che la imita) di chi ha distrutto il suo villaggio, Hattori Hanzo è stato incaricato da Jubei di investigare sul territorio di Hinowa fino ad arrivare a Kusare Gedo, demone informe, desideroso di degustare il corpo minuto di Rimururu.Una grande varietà di personaggi, quindi, tutti provenienti da una realtà appartenente all’anno 1786.

L’estetica del kabukimonoEsteticamente questo Samurai Shodown 5 è molto appagante e le animazioni dei personaggi sono fantastiche: il corpo vibrante di Basara, la fisicità scultorea di Genjuro (dal quale Watsuki si è ispirato per il protagonista di Ruroni Kenshin) il rivale di Haohmaru e la sfacciataggine di Yoshitora sono espressi al massimo grazie alla maestria dei grafici.Dobbiamo anche dire che la maggior parte dei characters proviene dagli episodi 3 e 4 di questa saga e, purtroppo, riportiamo un non aggiornamento degli stessi; chi ha creato questo titolo si è quindi limitato ad un mero “drag&drop” dei personaggi e dei loro frame di animazione.Le super mosse dei protagonisti sono in tema con gli stessi e (per fortuna) non si discostano presentando effetti tridimensionali, come invece accade in recenti titoli SnK-Playmore provenienti da hardware Neo Geo quali The King of Fighter 2001 o 2002 (dove con elementi grafici tridimensionali si evidenziava un maggior pixellamento di tutto il contesto grafico).Gli sfondi sono la nota dolente di questo gioco; non riusciamo a capire per quale motivo i programmatori non si siano sforzati di riempirli di dettagli ed animazioni fluide, specie se consideriamo i passati episodi della saga, in particolare i primi due.Potevamo scusarne la non presenza su Neo Geo ma non su hardware Playstation 2 e soprattutto con un supporto come il Dvd, ricco di spazio, sul quale il gioco è distribuito. Sarebbe stata gradita la presenza di un doppio fondale, normale o arrangiato, che sfruttasse la potenza della console Sony ed invece nada, nulla. Se poi pensiamo che molti degli stages sono presi direttamente dal quarto episodio possiamo trarre le conclusioni su quanto lavoro sia stato realmente fatto.Staticamente parlando, gli sfondi rimangono accettabili, con gli accostamenti cromatici molto belli (ma è così per tutto il gioco, non solo per il background) ed il visibile passaggio del tempo durante gli scontri (vedremo infatti il sorgere del sole fino ad arrivare a notte fonda).Sanguinolento: è questo l’aggettivo che più di tutti può riportare alla mente il grado di violenza di questo titolo; sangue ovunque, disegnato in maniera corposa e consistente, appaga l’animo violento del videogiocatore e restituisce quel grado di realismo con quel tocco anime mai più appropriato.Ultima particolarità grafica del gioco sono gli artworks, presenti sia durante i caricamenti che come avatar per i personaggi (in selezione e durante il gioco), davvero carismatici e ben disegnati.Per quanto riguarda il sonoro troviamo strumenti classici e tribali che creano leggere musiche di accompagnamento, mai invasive e sottomesse agli effetti sonori di primissima fattura.Le musiche sono presenti in versione normale ed arrangiata, con un buon livello di distacco tra le due.

Ti slasho per bene!Samurai Shodown è un videogioco un po’ particolare; in effetti la serie, fin dal primissimo episodio, non è mai andata incontro ai gusti dei “casual-gamer”, coloro che, insomma, premendo tasti a caso riuscivano a vincere anche i livelli più alti di sfida.Lo stile di gioco sfrutta tre tasti: un attacco ad arma bianca leggero, un attacco ad arma bianca medio ed un calcio. Per effettuare un attacco ad arma bianca forte basta premere l’attacco leggero e quello medio insieme, ma è comunque possibile configurare il joypad secondo le nostre esigenze ed assegnare varie combinazioni di tasti ai rimanenti sul Dual Shock Sony.La metodologia di gioco non presenta un approccio classico, come quello visto in altri picchiaduro ad incontri, ma uno schema differente ed originale che in questi anni non è mai stato riproposto da nessun altro titolo: per arrivare alla vittoria non dovremo avventarci sull’avversario in modo avventato, perché il calcolo preciso delle nostre mosse sarà necessario per arrivare a sconfiggere il nemico.Portare avanti un combattimento puntando in primis sull’attacco potente non è una buona tecnica, quindi, e il giocatore deve imparare ad effettuare combo e mosse speciali concatenate per metter K.O. senza problemi chi gli si presenterà dinanzi.Riportiamo subito che le due differenziazioni per lo stesso personaggio, “Slash” e “Bust”, che avevano caratterizzato il primo episodio, sono assenti; questa particolare “feature” proponeva due stili di combattimento differente per character, andando quasi a raddoppiare la varietà del comparto guerrieri.Nello schermo di gioco, oltre ai personaggi ed agli sfondi, noteremo delle barre che vanno ad incorniciare il tutto: in basso vi è quella per effettuare gli attacchi più potenti, che più si riempirà e più la carnagione del personaggio diverrà rossa ad evidenziare il “pumping-rage” del sangue che brucia in lui, accentuato anche da un aumento delle sue animazioni.Tenendo premuto il tasto X potremo eliminare energia da questo indicatore e darlo a quello del “Mu No Kyouchi”.In alto troviamo la classica barra della vita e la “Sword Spirit Gauge”: più attaccheremo e più quest’ultima diminuirà, mentre stando a riposo la barra si riempirà di nuovo; l’utilità di questo secondo indicatore è che più sarà pieno e più grande sarà la potenza del nostro attacco.Vi è poi un piccolo indicatore sovrapposto con la barra della vita che nell’ultimo round di gioco ci permetterà di effettuare la “Mu No Kyouchi” che citavamo precedentemente.Nel gioco è anche possibile fare harakiri e depositare l’arma a terra (premendo 3 volte start) combattendo a mani nude con colpi, a dir il vero, abbastanza limitati.Ogni personaggio presenta un range di azione differente: Mina con le sue frecce riesce a coprire tutto lo schermo, ma risulta scarsa nel corpo a corpo, Tachibana Ukyo invece (malattia permettendo) ha un range di azione medio-alto grazie alla sua lunga spada ed ai suoi saltini, mentre limitato è quello di Rimururu (la sorellina di Nakoruru) con il suo pugnale.Nota dolente per la versione americana, infine, nella cartuccia per Neo Geo la modalità storia e le scenette tra personaggi che caratterizzano la storia di ognuno (stupendi i balloon delimitati con il classico stile di pennellata dell‘800 nipponico) sono assenti, rendendo il picchiaduro leggermente più piatto ed azzerando la storyline.

– Stupenda grafica bidimensionale

– Molti personaggi

– Altamente giocabile

– Cloni di personaggi

– Fondali un pò scarni

– Musiche quasi assenti

7.5

Concludendo cosa possiamo dire di questo esempio di grafica bidimensionale su 128bit?

Il giudizio di questo titolo crediamo vada in due direzioni differenti.

La prima è pensata guardando al videogiocatore di 10 anni fa: cosa porta insomma questo quinto episodio di Samurai Shodown? I personaggi sono tantissimi, questo è vero, ma molti sono cloni di alcuni storici, sia negli attacchi che nelle movenze, e lo stesso dicasi per gli stage del gioco, presi direttamente dal quarto capitolo. La curva di innovazione è piatta e riporta alla mente gli anni d’oro dei picchiaduro ad incontri con particolare riferimento a Capcom quando confezionava tante versioni di Street Fighter 2 vendute a prezzo pieno e con solo lievi aggiunte e migliorie.

Da un’altra parte, però, non ci sentiamo di bocciare questo titolo che risulta ben realizzato e non mancherà di accontentare degnamente gli amanti del genere ed in primis chi crede che la grafica bidimensionale possa ancora divertire.

Voto Recensione di Samurai Shodown 5 - Recensione


7.5

Leggi altri articoli