Recensione

SWAT Global Strike Team

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a cura di umbojami

Da quando tutte le console a 128 bit hanno fatto la loro comparsa sul campo internazionale si è scatenata la cosiddetta “console war”: siamo così tornati tutti un po’ bambini, cercando sempre di portare a favore della nostra piattaforma preferita prove di valore assoluto di una superiorità più o meno plausibile. Una delle questioni più dibattute in questo senso è certamente la completezza della line-up; la discussione spesso trascende l’analisi effettiva della qualità della proposta, puntando soprattutto sulla quantità. Ebbene, per la gioia di tutti i possessori di Xbox è in dirittura di arrivo un nuovo sparatutto in prima persona che va ad affiancarsi al bellissimo Rainbow Six 3 e a Counter Strike, solo per ricordare i più recenti, dimostrando così l’ottimo periodo di un genere che nasce e trova storicamente maggior spazio sui PC ma che, grazie a molti bei titoli, sta mano a mano prendendo molto piede anche su console.Sto parlando di SWAT Global Strike Team prodotto da SIERRA (Half-Life e il sopraccitato Counter strike vi dicono nulla?) e sviluppato da Argonaut, titolo che è passato piuttosto in sordina nonostante la sua natura multipiattaforma e la possibile risonanza che avrebbe potuto avere grazie al quasi omonimo film in uscita nelle sale cinematografiche il ventotto novembre con protagonista Colin Farrel. Un prodotto che dimostra inoltre un certo coraggio da parte degli sviluppatori, che lo hanno affiancato al lancio dei giochi appena menzionati (certamente più blasonati e già amatissimi in tutte le loro incarnazioni).

Tom Clancy vs Tom ClancyLa prima cosa che lascia basiti, aperta la confezione del gioco e arrivati alla pagina del manuale in cui si racconta la base narrativa dell’avventura, è la somiglianza con le caratteristiche di molti romanzi dello scrittore americano che è di fatto il re della fantapolitica; peccato però che non sia stato lui a scriverla… peccato che non sia Rainbow Six!Lo SWAT Global Strike Team è una squadra speciale di agenti d’elite costituita nel 2008 per tenere fronte a una escalation di atti violenza. In quell’anno infatti a Mosca una riunione dell’Onu aveva decretato che la soluzione migliore per affrontare quella che ormai aveva tutti i connotati di una crisi a livello internazionale sarebbe stata la creazione di una forza di polizia i cui metodi si avvicinassero molto a quelli degli stessi criminali. Ovviamente gli agenti che ne fanno parte sono i migliori dei rispettivi Paesi e proprio la multietnicità del gruppo è il suo maggior punto di forza, permettendo interventi in tutte le condizioni e situazioni possibili e immaginabili, fungendo d’appoggio alle forze dell’ordine locali e ai militari. Nel nostro caso siamo chiamati a prendere i panni di Mathias Kincaid, ex componente della Delta Force, e ora comandante del nuovo gruppo; al nostro fianco ci saranno l’abilissima e affascinante cecchina Kim Lee e il tecnico elettronico Anthony Jackson.Ovviamente una tale mobilitazione di forze è dovuta a una minaccia assoluta. In realtà lo scontro nasce per la rivalità tra due organizzazioni criminali globali: il cartello Omega, che gestisce il gioco d’azzardo, e il clan dei Whispering Dragon. Il motivo della contesa è la distribuzione di una nuova droga sintetica chiamata SPIKE.Come potete intuire la storia non è il massimo dell’originalità, ma comunque ben si presta al fine di dare un senso a tutto il gioco e una motivazione alle nostre azioni, dimostrandosi talvolta addirittura avvincente.

Tante pallottole…e poco cervello!Il gioco presenta tre modalità principali: la Campagna, il Time Attack e la modalità in Cooperativa. La prima è formata da ventuno missioni che sono precedute da una breve introduzione, la quale dà un senso logico ai compiti che saremo chiamati a svolgere. Avremo anche la possibilità di determinare le armi da portarci in ogni stage ma, a mio avviso, è meglio utilizzare sempre quelle consigliate perché si rivelano migliori e più versatili, nonostante la buona varietà proposta. Il gameplay delude sotto più punti di vista, a partire dall’assoluta solitarietà dell’azione; il retro della confezione di gioco intima “pensa come un gruppo e agisci come un gruppo: da solo è troppo pericoloso!”, il problema è che la squadra, se non formalmente almeno in pratica, sei solo ed unicamente tu! I tuoi compagni si limitano a fare quelle poche azioni che gli possiamo impartire, come ad esempio disattivare bombe o ammanettare i criminali, seguendoci come dei cagnolini mentre noi andiamo incontro al nemico sparando come dei pazzi, con loro dietro a impallinare qualcuno solo ogni tanto. L’intera esperienza inoltre si sviluppa in modo tale da spingerci a non pianificare le nostre azioni, ma piuttosto ad affrontare il nemico a viso aperto… questo è un problema, perché l’intento dei programmatori era di dare un’impostazione più volta alla riflessione, come possiamo ad esempio notare nella gestione degli ordini attraverso pad e Voice Communicator, che riprende quella di Rainbow Six, o l’attenzione risposta nel salvare gli ostaggi. In compenso, gli obbiettivi e le situazioni proposte sono varie, passando dalla disattivazione di ordigni al salvataggio degli ostaggi o per le sezioni sniper, in cui dovremo impersonificare la cecchina Kim Lee, o quelle a tempo, finito il quale saremo sopraffatti da drammatici eventi! Una spinta ulteriore all’attenzione nel proseguire dell’avventura nel modo migliore possibile è l’acquisizione delle medaglie che ci verranno assegnate portati a termine compiti extra, come ad esempio terminare un livello senza utilizzare “continue”, non uccidere nemmeno un nemico (ebbene sì, ci sono i colpi con sonnifero!… chi ha detto MGS2?) o non venire mai colpiti. Meno esaltante è la scelta di non dare la possibilità di salvare durante il gioco ma di posizionare una serie di checkpoint, posti però ad una distanza ravvicinata e che non fanno paura in virtù della non eccessiva difficoltà, soprattutto se la stessa è impostata ad uno dei primi due livelli. Il Time Attack si presenta invece come la più classica delle possibilità di ripercorrere i livelli già sbloccati cercando di farlo nel minor tempo possibile.I comandi sono impostati discretamente e seguono quelli degli altri FPS simili, senza introdurre alcuna novità o modifica, assegnando alla levetta destra il tasto fuoco e a quella sinistra lo zoom per le armi che lo consentono. Al tasto A, che ha il compito di aprire le porte e interagire con pulsanti, oggetti e tutto il resto, si affianca anche un attacco corpo a corpo che è utile se intendiamo non uccidere i nemici, che è assegnato alla B. Il resto è normale amministrazione: il nero e il bianco si spartiscono rispettivamente la gestione del menu per l’equipaggiamento e il lancio delle granate; infine, con il tasto direzionale digitale, si apre la griglia di scelta degli ordini che è formata da quattro spicchi e, in base alla nostra scelta, ci basterà inclinare il medesimo.

Extra & multiplayerDa che mondo è mondo, uno dei momenti più gratificanti nel finire un videogame, dopo il filmato finale, è vedere quali extra e nuove modalità abbiamo sbloccato; ebbene, sono felice di annunciarvi che questa gioia c’è stata quasi totalmente preclusa. Le uniche novità che riceveremo nel prosieguo del gioco sono i profili dei componenti della nostra squadra, compresi di foto e storia personale, e alcuni filmati riguardanti gli stessi che ci verranno assegnati alla settima, quattordicesima e ventunesima missione se le conseguiremo con votazione finale massima!Il multiplayer è un discorso a parte nel panorama dell’offerta della maggior parte dei giochi sviluppati in questo periodo sulla console Microsoft: non è infatti possibile giocare tramite Xbox Live, limitando l’utilizzo della banda larga allo scaricamento di nuove mappe e all’immissione delle proprie statistiche in un ranking mondiale; ovviamente un utilizzo così marginale del servizio online risulta essere fattore negativo nella valutazione finale oltre che piuttosto ingiustificato. In cooperativa quindi si può prendere parte a una partita solo con altre persone fisicamente presenti, ma a questa limitazione pone buon rimedio la varietà di sfide proposte. In primis c’è la possibilità di effettuare una parte dell’avventura (per un massimo di dieci missioni, chissà perché non tutte?) con un amico condividendo l’esperienza principale; in questo caso però gli obbiettivi cambieranno, inspiegabilmente, diventando più semplici da raggiungere e aumenterà invece la quantità di nemici. Come è poi lecito aspettarsi è disponibile una modalità Deathmatch, giocabile fino in quattro, in cui cimentarsi in dieci arene totalmente svincolate dai livelli della campagna. Le modalità, a dire il vero, non sono nulla di mai visto e vanno dalla vittoria a chi fragga più amici fino al più classico Capture the Flag (che qui è “the Bag”…), assicurando però una discreta longevità senza annoiare mai!

Grafica……ovvero come fare in modo che tutti capiscano che si è sviluppata prima la versione PS2 e poi si è fatto un porting!È questo infatti vero il tallone di Achille del gioco: le texture sono mal definite e anche la quantità di poligoni è davvero esigua- Per fortuna, questa moria di elementi 3D permette che il gioco scorra a ottima velocità anche in multiplayer con spleet screen. L’opposto di quanto detto fino ad ora vale per i soli personaggi, che sono ben caratterizzati e disegnati, ma si muovono senza la benchè minima naturalezza assomigliando piuttosto a dei robot. Altro aspetto deludente è poi l’interattività con gli ambienti che ci permette al massimo di rompere delle lampadine senza, ad esempio, distinguere gli effetti dei proiettili sulle diverse superfici: produrrà così lo stesso effetto sparare ad un materasso o ad un muro di marmo! Buoni invece gli effetti luce che, oltre alla realizzazione tecnica, possono vantare un buon posizionamento costringendo sempre a stare attenti a ciò che si potrebbe muovere dietro ogni ombra.Il level design è interessante sotto alcuni punti di vista, mentre molto meno in altri; le mappe per più giocatori sono strutturate in modo da non diventare mai noiose e, anzi, di diventare davvero appassionanti. Peggiori quelle della modalità campagna, alle quali non si è stati capaci di dare una varietà che, visto il loro numero elevato, sarebbe stata necessaria come il pane.Infine i filmati sono davvero tristi e, realizzati in real time, riescono nella non facile impresa di peggiorare ulteriormente la definizione di tutti gli elementi lasciandoci così un vero senso di amarezza.

Sonoro Il genere di cui fa parte questo gioco non è storicamente quello in cui la colonna sonora ha maggior peso ma è interessante notare come in questo caso le musiche siano ben fatte e diano una forte carica grazie ai ritmi rockeggianti. Nulla di fantascientifico, intendiamoci, ma nel complesso è stato fatto quanto di meglio ci si potesse aspettare tenendo conto anche di un buon adattamento del sistema Dolby Digital. Gli effetti invece fanno meno impressione soprattutto per la esigua varietà che li caratterizza: non c’è infatti quasi differenza tra un colpo di fucile a canna mozza o un M16! Bella la possibilità di poter dire una serie di frasi che non hanno influenza sulle nostre azioni ma sul morale dei nemici che dopo ripetuti incitamenti possono decidere di abbassare la guardia e permetterci così di poterli arrestare senza ucciderli aumentando le nostre possibilità di vincere le medaglie extra. Assolutamente da citare il supporto del Voice controll periferica che qui trova spazio nell’assegnazione dei comandi alla squadra, nonostante la loro assoluta irrilevanza. Il riconoscimento vocale è ben fatto e in caso non soddisfacesse appieno può essere settato attraverso un apposito richiamo nelle azioni. Insisto su questo elemento perché ritengo che la periferica sia davvero ben fatta e che una maggiore attenzione possa svelarne tutte le potenzialità che sono moltissime.

– Semplice e divertente

– Buon accompagnamento musicale

– Arene per il multiplayer ben fatte

– Controlli semplici…

– …forse troppo

– Manca la modalità Xbox Live

– Grafica non all’altezza di Xbox

– Troppo poco strategico

6.8

Dare un commento globale a SWAT mi è molto difficile, perché i problemi tecnici – soprattutto graficamente e a livello di gameplay – danno una prima impressione che ci spingerebbe ad essere forse troppo severi; il punto, infatti, è che il gioco, nonostante tutto, riesce a divertire e lo fa in un modo che spesso non è molto tenuto in considerazione in questo periodo: la semplicità. Non siamo quindi di fronte alla complessità strategica del già pluricitato Rainbow Six 3 che, nella sua magnificenza, risulta per i giocatori un po’ meno “hardcore” a volte frustrante.

In particolare la modalità multiplayer a schermo diviso per velocità e la bellezza delle arene è davvero interessante. L’acquisto è da me quindi consigliato agli appassionati del genere che prediligono le ambientazioni cittadine a quelle più legate alle battaglie campali senza cercare un’esasperazione della difficoltà. Il voto che vedrete è approssimato per difetto, perché ho tenuto conto del periodo di uscita, sotto Natale, stracolmo di novità e capolavori… se tra qualche mese doveste leggere questa recensione, la valutazione sarebbe di mezzo punto maggiore!

Voto Recensione di SWAT Global Strike Team - Recensione


6.8

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