Recensione

Ryuuko no Ken: Ten-Chi-Jin

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a cura di rspecial1

Era il lontano 1992 quando la SNK lanciò nelle sale giochi di tutto il mondo il primo capitolo di una delle più famose serie di picchiaduro 2d mai uscite: Art of Fighting. Ad essere sinceri la popolarità di Ryo e del suo amico Robert hanno visto il massimo splendore con il secondo capitolo di questa trilogia, fermandosi però lì a causa di un terzo episodio che deluse molti, ma questa però è storia antica, roba per i matusa che ancora oggi giocano con questi titoli in 2d pensando che siano superiori a molte produzioni odierne…ma è tutto vero? Ebbene si, lo sono! Facendo parte della categoria dei “matusa” non posso che gioire per questa nuova collection della SNK-Playmore che ci ripropone tutta la saga di uno dei beat’em up più ostici e da esperti che si siano mai giocati.

La Tigre ed Il DragoneLa storia di questa serie ha inizio quando un cattivissimo criminale decide di rapire la sorella del giovane Ryo, un esperto di arti marziali, ed amica molto intima di un giovane benestante, Robert. Tutto ciò che dovrete fare è decidere con quale dei due andare alla ricerca della giovane riuscendo nello stesso tempo ad eliminare tutti gli scagnozzi di Mr.Big; certo, non è il massimo come pretesto per menare le mani, ma una volta non si andava per il sottile, quindi o c’era un mega torneo o rapivano qualche donzella (ed a pensarci bene non è che le cose siano cambiate con gli anni). Nonostante i limiti dovuti alla scelta di due soli guerrieri nella modalità principale (giocando in multiplayer si possono usare tutte e 10 i lottatori presenti nel gioco) il titolo della SNK portò per l’epoca grandi novità all’interno del genere. Tralasciando l’ottima grafica e l’introduzione dell’effetto zoom che rendeva i personaggi enormi come mai si era visto prima (e lasciando con la mascella per terra moltissimi nelle sale) vi erano importanti introduzioni a livello di gameplay come la barra del KI, che, a differenza di ciò che può sembrare, sarà piena da subito, ma ogni qualvolta effettuerete una mossa speciale diminuirà, lasciandovi con soltanto i pugni e calci per combattere…ovviamente si poteva riempire in ogni momento dell’incontro, con la sola conseguenza che il vostro personaggio assumerà una posa di ricarica in puro stile Dragon Ball che vi lascerà indifesi agli attacchi del nemico. Ma non finisce qui, è possibile anche scaricare la barra dell’avversario semplicemente eseguendo uno sberleffo ai suoi danni (insomma prendetelo in giro). Queste novità rendevano il picchiaduro molto tecnico e con uno stile unico che andava padroneggiato a dovere per essere sfruttato appieno. Il titolo poi aveva anche tre mini-giochi che vi permettevano di migliorare le capacità del personaggio e variavano l’azione di gioco spezzando il tram tram consueto. Un primo capitolo che fece però da preludio a quello che a tutt’oggi è, a mio modesto parere, il meglio di questa saga…

Il karate selvaggio!Era il 1994 quando usci nelle sale giochi quello che per me è ad oggi uno dei migliori giochi del genere, Art of Fighting 2. Il secondo capitolo della serie migliorava tutto ciò che si era visto in precedenza, con l’introduzione di nuovi personaggi selezionabili sin da subito e con una propria storia che li caratterizzava in modo incredibile, rendendoli tra i più carismatici della saga, una grafica da urlo che neppure oggi sfigurerebbe accanto ai titoli visti su Playstation 2 ed un gameplay da veri hardcore gamer. Il titolo non si discosta come meccanica dal precedente, con l’unica differenza che qui tutto è più difficile e che ci sono più Super Mosse…ogni personaggio ha due versione della sua potentissima mossa, una effettuabile con la barra Rage piena, l’altra invece quando l’indicatore della vita comincerà a lampeggiare. Oltre che dannose per l’avversario sono anche spettacolari da vedere…Questo capitolo è anche quello che ho più rigiocato in questa collection, potendo confrontare quindi l’alta qualità della sua trasposizione con la mia cartucciona per Neo Geo e constatando che le differenze non ci sono, se non fosse che sul mostro nero della SNK giocarci è più “figo” (anche se potendo disporre di un cabinato come il buon Tsubasa l’emozione del passato riaffiora meglio).

Il triste tramonto1996, la SNK rovina una delle sue più belle saghe realizzando un gioco che con il secondo capitolo condivide unicamente il nome e la presenza di Ryo e Robert. Sebbene la realizzazione tecnica sia diversa, con molte più animazioni e personaggi dettagliati, ma più piccoli che in passato, è il sistema delle combo e delle mosse che lascia a desiderare; in questa terza avventura infatti sembra di giocare più ad un Tekken vista l’esecuzione di alcune mosse e combo, rendendo l’azione di gioco macchinosa e lenta rispetto al passato. Un altro problema non indifferente è la presenza di nuovi lottatori che sono scialbi e poco carismatici, quasi inutili…ma poi volete mettere Geese come boss invece che quello presente qui, un mezzo drogato che sembra più Hulk che un altro. La scelta dei programmatori di stravolgere tutto e lasciare dei personaggi storici della serie relegati al 2 non è stata delle più felici, basti pensare che anche oggi nei vari King of Fighters o nei cross-over della società non appare mai nessuno proveniente da questo capitolo ma solo dal secondo…appunto.

3 in 1Questa nuova collezione della società giapponese ci lascia soddisfatti per la serie che contiene ma non per gli extra presenti, praticamente nulla se non la possibilità di modificare i colori dei vestiti, come in tutte le altre collection. L’online è purtroppo disarmante, non per la qualità in se ma perché rimanere ore (avete capito bene) ad attendere un “New Challenger” è veramente deprimente. Resta positiva la trasposizione audio, riprodotta fedelmente senza perdere l’alta qualità del passato e dei giochi in sè, anche se non ci voleva molto su una Playstation 2. Di certo però se paragonata alle Neo Geo Collection, viste con i vari King of Fighters, forse ci troviamo di fronte a qualcosa di debole e che non vale le 48 Euro richieste dai vari negozi import.

– Art of Fighting 2

– Ottima grafica

– Audio rimasterizzato

– Art of Fighting 3

7.2

Ryuuko no Ken: Ten-Chi-Jin è un titolo che non mi sento di consigliare agli amanti dei picchiaduro, se non veramente desiderosi di una grande sfida e soprattutto di giocare con qualcosa di veramente tecnico ed impegnativo. C’è da dire che a mio avviso solo Art of Fighting 2 meriterebbe da solo l’acquisto della collection, gli altri possono passare in secondo piano, con un terzo episodio che se non ci riproponevano probabilmente non li avremmo rimproverati, anzi. Se non siete molto patti del genere o se siete invece alle prime armi è meglio che non vi avviciniate troppo a questa serie, che potrà piacere o meno, ma indubbiamente non è adatta ad i principianti.

Voto Recensione di Ryuuko no Ken: Ten-Chi-Jin - Recensione


7.2

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