Recensione

Rygar

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a cura di Eric Lindros

Nell’ultimo periodo di tempo un marchio a lungo bistrattato come Tecmo è tornato in auge grazie a dei titoli parecchio ben riusciti e di sicuro impatto, tra i quali ricordiamo la serie Dead or Alive ed il survival horror Project Zero. Andando parecchio indietro con gli anni troviamo però che Tecmo vanta la realizzazione di alcuni giochi che hanno fatto storia, e fra questi c’è senza dubbio Rygar. Come se la caverà una sua rivisitazione su PS2 dopo anni ed anni dal titolo originale?

Un po’ di storiaIl gioco si svolge nell’affascinante periodo del tardo Impero Romano, precisamente nel regno di Argus, un’isola colonizzata dai romani e bersaglio di numerosi attacchi da parte di misteriosi esseri che si fanno chiamare Titani. Rygar è uno sfortunato ragazzo nativo di Argus che per tirare a campare è costretto a fare il gladiatore. Proprio durante un riconoscimento ufficiale per il suo valore, Rygar assiste al rapimento della bellissima principessa Harmonia di Argus da parte dei Titani, ed ovviamente qui comincia la sua avventura per salvare la gentil pulzella.Durante la perigliosa peregrinazione per le terre di Argus, Rygar dovrà spazzare via ogni genere di mostro incontri nel suo cammino grazie all’ausilio di un’arma molto particolare: il Diskarmor. Questi non è altro che un particolare scudo che viene donato al valoroso gladiatore all’inizio del gioco da entità misteriose, che presenta anche funzioni di attacco, essendo munito di lame lungo la circonferenza e potendo essere lanciato a mo di yo-yo tramite una speciale corda elastica.Ma è giunta l’ora di prendere davvero il joypad in mano e di fare la “prova su strada”.

Giocabilità e longevitàA prima vista Rygar the Legendary Adventure potrebbe sembrare un vecchio gioco d’azione degli anni 80 riproposto con la tecnologia odierna… ed infatti è proprio questo! Come ai vecchi tempi infatti l’ossatura è costituita dal susseguirsi quasi incessante dei combattimenti, alternati da sporadiche sequenze esplorative.Il protagonista indiscusso del gioco non è Rygar stesso, bensì il Diskarmor. Grazie a questa particolare arma che ho descritto prima, infatti, il gameplay acquista un fascino tutto particolare: col Diskarmor si potrà eseguire una vasta quantità di combo che verranno apprese durante il gioco, effettuabili grazie alla pressione combinata dei tre tasti assegnati alle manovre d’attacco. Le combo risultanti sono molto varie e spettacolari: una volta acquisite particolari abilità riuscirete anche ad afferrare i nemici con il Diskarmor e scaraventarli dove volete. Il Diskarmor a disposizione di Rygar non sarà però soltanto uno, bensì potrete trovare tre diversi tipi di questa arma, ognuno con le sue proprietà peculiari.Anche il protagonista stesso potrà migliorare le sue caratteristiche man mano che si andrà avanti con l’avventura, e questo avverrà raccogliendo particolari oggetti che troveremo uccidendo nemici o distruggendo elementi dell’ambiente (piuttosto interattivo) come statue, mura o dipinti. La gestione della telecamera sarà affidata al computer, e non sarà quindi possibile intervenire sulle inquadrature. Ciò creerà talvolta dei problemi e porterà a delle situazioni frustranti, poiché le inquadrature purtroppo non saranno sempre comode e favorevoli per il gameplay. Un’altra critica che mi sento di muovere verso questo titolo Tecmo è quella dell’intelligenza artificiale dei nemici, che nella maggior parte dei casi rasenta quella della pallina di “Pong”: spesso i mostri riusciranno a mettervi in difficoltà per la loro quantità, e non certo per la loro abilità nei combattimenti. Un fattore di sfida più elevato (ai livelli del primo Devil May Cry, tanto per intenderci) sarebbe stato gradito. Parlando di longevità, posso dire che il giocatore medio (nel quale più o meno mi identifico) impiegherà circa 8 ore per terminare il gioco la prima volta, e difficilmente inizierà una seconda partita a meno che non sia un fan storico di Rygar.

GraficaL’impatto visivo di Rygar è senza dubbio positivo: pur non stupendo per particolari meriti, la realizzazione grafica del gioco risulta infatti davvero buona sotto ogni punto di vista. A dire il vero qualcosa che spicca più del resto c’è, ed è la certosina riproduzione architettonica utilizzata per ricostruire gli edifici dell’epoca romana, che si presentano veramente maestosi e complessi come furono le loro controparti reali. Le texture utilizzate sono, contrariamente a quanto accade di solito su PS2, piuttosto buone, e la scelta cromatica è da considerarsi azzeccata. Il numero dei poligoni su schermo è più che buono, così come la fluidità generale, che nonostante l’assenza del selettore 50/60hz non delude mai le aspettative. Da sottolineare anche l’assenza delle fastidiose bande nere che flagellano molti titoli convertiti da NTSC e sprovvisti dei 60hz. Come già detto in precedenza, l’interattività con i fondali è piuttosto alta, ed è quindi possibile distruggere buona parte degli ostacoli che rallentano o impediscono il nostro cammino (come statue, blocchi di pietra, inferriate). Quel che lascia un po’ con l’amaro in bocca sono alcune animazioni, sia che si parli del personaggio principale che dei mostri e dei boss di fine livello. Rygar ha delle movenze piuttosto legnose, a partire dalla camminata, e alcuni boss di fine livello sembrano marionette mosse da chissà quali fili invisibili. Anche le illuminazioni, seppur suggestive, non sono realizzate con una tecnica adeguata: per fare un esempio, già nel primo livello del colosseo si può notare come camminando verso una particolare direzione, la luce entri dalle finestre che si trovano ai margini dello schermo in modo improvviso, tutto ad un tratto, come se si accendesse un interruttore. Il quadro generale resta comunque più che positivo.

SonoroQuello che maggiormente colpisce del reparto audio di Rygar è senza dubbio la sontuosa colonna sonora realizzata in collaborazione con la famosa orchestra sinfonica di Mosca. Le melodie hanno un’impronta prettamente classica, solenne, e con particolari virtuosismi sonori contribuiscono a ricreare un’atmosfera epica d’altri tempi. Gli effetti sonori sono sempre all’altezza della situazione, e rendono particolarmente bene l’idea di colonne che si frantumano o del vento che soffia implacabile. Per chi non mastica bene l’inglese buone notizie: nonostante il parlato sia solo in lingua anglosassone, il testo a schermo del gioco è completamente in italiano (sottotitoli compresi).

– Buona tecnica e buona giocabilità

– Fascino di una vecchia gloria

– Ottima colonna sonora

– Un po’ troppo corto in first play

– A volte ripetitivo

– Telecamere e intelligenza artificiale migliorabili

7.8

Tecmo ci riprova con uno dei suoi più famosi cavalli di battaglia del passato, e il risultato non è affatto malvagio. Rygar è un gioco che può appassionare, grazie alla sua ambientazione epica, alla sua buona giocabilità, alla buona realizzazione tecnica ed ai bellissimi ricordi che il suo nome riesce a rievocare nei giocatori più “stagionati”. La longevità non è da guinnes dei primati, ma i veri appassionati del genere non avranno problemi a giocarlo almeno una seconda volta. Non è un “must-buy” per Playstation 2, ma se fossi in voi non disdegnerei di dargli un’occhiata. A buon intenditor…

Voto Recensione di Rygar - Recensione


7.8

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