Fare un gioco ambientato durante la seconda guerra mondiale, oggigiorno, è come scrivere un romanzo sui vampiri: di base si sa già che verrà pubblicato, perché fa parte delle mode del momento, ma, di contro, si sa anche che moltissimi utenti lo odieranno fin dal primo momento perché ormai ossessionati da un prodotto che si ripete sempre. Tutto ciò implica che se una volta bastava far ammazzare ai giocatori i nazisti ed erano tutti contenti, ora invece sia necessario dare un qualcosa di più ad un banale “stermina pixel con la svastica”, indipendentemente dal fatto che si parli di sparatutto, action, gdr (perfino loro) ed infine strategici. Se ai nazisti ci aggiungiamo il fattore strategico e una piattaforma console, ecco iniziare i guai: già i nazisti hanno stancato, in più sappiamo che la strategia è un genere da PC, e a completare il quadro viene il marchio: quella stesso Ubisoft che ha firmato End War per molti una grandissima delusione, per via delle enormi promesse parzialmente mantenute.
Gli alleati sbarcano su console Chi ha letto la recensione della versione PC del titolo, saprà già che RUSE è un buonissimo gioco, che riesce ad amalgamare i più classici aspetti del genere ad un’innovativa visione del campo di battaglia e con esso delle strategie sul campo. Per chi non l’avesse fatto ecco un rapido riassunto: ispirandosi palesemente ai vecchi film di guerra, in RUSE la storia non seguirà per forza un filone cronologico, ma sarà bensì “Piegata” ad una trama principale, nella quale il giocatore impersonerà un personaggio ben specifico e seguirà l’evolversi di una storia sceneggiata attraverso filmati di intermezzo di fattura decisamente gradevole, più come in Starcraft 2 che in Sudden Strike , per capirci. Indipendentemente dalla trama, il fulcro del gioco restano i campi di battaglia, rappresentati da perimetri zoomabili a piacimento che permettono di passare agevolmente dalla singola unità fino alla totalità del campo, che al minimo ingrandimento verrà rappresentato come un tavolo strategico, con mappa e pedine indicanti le varie unità, come si vede nei già citati film di guerra (l’atmosfera in particolare ricorda a tratti il classico Il Giorno più Lungo). Quartier Generali e caserme funzionano analogamente agli altri strategici: gli immancabili lavoratori sono qui sostituiti da camion di rifornimento tra una base ed un deposito di carburante/rifornimenti (che fanno ovviamente le veci dei cumuli di risorse).Le unità presenti, moltissime, e naturalmente rispecchianti fedelmente la realtà dell’epoca (ci siamo pure noi italiani con bersaglieri e carabinieri) sono strutturate con il classico sistema carta-forbice-pietra, dove la fanteria d’assalto patisce i mezzi corazzati, che a loro volta patiscono i guastatori che però vengono eliminati dalle truppe d’assalto; su tutti troneggiano i bombardieri che però cadono come mosche contro una qualsiasi postazione antiaerea.Ad aggiungere sapore strategico ci pensa infine la stupenda trovata dei sotterfugi e delle tattiche: è già stato detto che allargando lo zoom al massimo si avrà una visione totale del campo di battaglia, dove distinguere sia alleati che nemici. La verità però è che, dei nemici, in realtà, non si saprà l’esatta locazione, ma bensì l’ultima posizione nota, così come si avrà un’idea generica di che tipo di unità si tratti (fanteria pesante, mezzi leggeri o corazzati, ma nessuna descrizione dettagliata), a parte ovviamente le postazioni di artiglieria fissa perché non ci vuole certo una laurea per capire che nel punto da cui partono colpi di cannone ci sarà presumibilmente il pezzo da cui vengono sparati. Questo rende ovviamente possibili miriadi di varianti tattiche, per le quali gli strateghi dovrebbero leccarsi i baffi alla sola idea: piccole unità che al nemico sembrano armate, interi reparti celati tra gli alberi o negli edifici mentre l’elite avversaria rincorre 4 jeep convinta siano cingolati d’assalto, o postazioni d’artiglieria abbandonate subito prima dell’attacco (gli aerei si vedono arrivare da lontano) usate come esca per portare il nemico a sprecare granate e soprattutto a mettere un intero stormo a rischio intercettazione. Completano il quadro alcune chicche come la possibilità di inviare mezzi spia, e, tanto per aggiungere variabili tattiche, lo sfruttamento di diverse abilità di intelligence quali captare le comunicazioni avversarie (vedendo così in anticipo i movimenti delle truppe nemiche, mostrati tramite delle comode frecce sul campo), silenziare le proprie (evitando che il nemico le capti a sua volta) e lanciare infine assalti di sorpresa. Tutto ciò, oltre a rendere vario e divertente il single player (occhio che l’IA non è malvagia) aggiunge un sapore del tutto nuovo alle battaglie multi giocatore, pienamente supportate ed anzi incoraggiate dagli stessi sviluppatori, fino ad un massimo di 4 giocatori per campo, sia in deathmatch che in coop. Le variabili sono moltissime, così come moltissimi sono i campi di battaglia che, spaziando in un arco temporale che va dal 1943 fino al termine del conflitto, presentano ottime riproduzioni di vaste porzioni di territorio africano ed europeo, dalla nostra penisola fino alla Francia e alla Germania, niente da fare invece per il fronte orientale, il che fa pensare ad una futura espansione dedicata.
Il generale Pad contro il colonnello Mouse. Vediamo ora quello che è il fulcro della questione, ovvero se la versione console di RUSE ha un suo motivo di esistere: la risposta è sia un si sia un no. Partendo dal piano grafico, alle console mancano molti dei dettagli e delle finezze che si vedono in un PC; anche in questo caso si tratta di problemi che vengono sentiti, e soprattutto visti, sia allargando lo zoom (il campo, sgombro o quasi di effetti di luce ed esplosioni stupefacenti, sembrerà una foto di google maps) che stringendolo sulle singole unità, che non riveleranno texturizzazioni degne di tale nome e soprattutto dell’anno corrente, rivelandosi spesso sgranate e piatte, oltre che tutte uguali.Allo stesso tempo, quando si parla di strategici, è difficile pensarci senza nominare il mouse: se su Playstation 3 c’è la piena compatibilità con il Move a risolvere la situazione (anche se spesso e volentieri risulta particolarmente preciso) su Xbox 360 il pad si rivela decisamente inadatto: l’analogico è un controllo telecamera poco preciso, che facilmente porta a scansare la visuale nel momento sbagliato, e nessun pad direzionale avrà mai la precisione di un mouse guidato direttamente dall’utente e perdere battaglie per un errore di digitazione è alquanto frustrante. Anche i tasti A e B, usati rispettivamente come sinistro e destro di un mouse, non hanno la stessa intuitività delle controparti. Tutto ciò non fa certo di RUSE un brutto gioco (al massimo aumenta la curva di apprendimento rispetto la versione PC), ma, unendo tali fattori al prezzo, da sempre più alto per i prodotti su console, è facile capire che, avendo un PC in grado di far girare l’engine al meglio, non vi sia un motivo effettivo per preferire la versione per le console, e considerando che l’utenza media di tali piattaforme non è formata certo dagli appassionati di strategia, è difficile pensare che chi possiede unicamente loro possa essere attratto da un prodotto come RUSE, peraltro più complesso ed articolato della maggior parte dei titoli del genere.
– Appasionante ed impegnativo
– Tatticismi decisamente ben riusciti
– Modalità multigiocatore notevole
– Controlli più difficili che su computer
– Impatto grafico meno entusiasmante
RUSE è bello? SI, assolutamente si. RUSE è impegnativo? Affermativo. RUSE è appassionante? Completamente, anche se ci sono gli ipersfruttati nazisti. RUSE è per console? Ecco, qui iniziano i dubbi, perché, a fronte di una versione per PC perfetta in ogni sua parte, la controparte su console perde punti sia sul sistema grafico che per quanto riguarda il gameplay, tanto in singolo quanto in multi giocatore, rischiando di degenerare in situazione frustranti quali la sconfitta per colpa di un pulsante sbagliato.
Come non ci sentiremmo di consigliare un prodotto prettamente per console trasportato poi su PC allo stesso modo è meglio puntualizzare che, a meno di un sistema hardware inadatto, RUSE resta un gioco che si gode al pieno delle sue potenzialità con un controllo più diretto che solo mouse e tastiera sanno dare.