Rumble Roses XX
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a cura di Fabfab
Le console odierne offrono un’ampia gamma di prodotti in grado di soddisfare le esigenze di tutti i videogiocatori: titoli sportivi, sparatutto, giochi di ruolo e quant’altro vi venga in mente lo troverete, spesso anche in dosi massicce.Ma c’è un campo che finora è stato poco sfruttato, nonostante le sue potenzialità siano virtualmente illimitate: quello dell’erotismo! Dopo i tempi gloriosi (ehm) dei mitici Strip Poker su C64 e Amiga, una accresciuta sensibilità (vogliamo chiamarla così?) da parte delle case produttrici di console verso la sua utenza più giovane ha portato alla quasi totale scomparsa dei titoli in grado di stimolare la parte bassa dei giocatori di sesso maschile.Ultimamente, però, le cose sono cambiate, forse in conseguenza della tanto ventilata “crisi di idee” che sta attraversando il mercato videoludico odierno o forse, semplicemente, a seguito di meri calcoli commerciali. Fatto sta che il primo Tomb Raider ha aperto la strada a donnine formose come protagoniste di videogiochi (e leader nelle vendite) e le ballonzolanti lottatrici di Dead or Alive diedero una prima dimostrazione dell’importanza di aggiungere un “tocco femminile” nei videogames. Il gradino successivo dell’evoluzione ha visto ancora come protagonista Tecmo col suo controverso e voyeuristico “Dead or Alive Xtreme Beach Volleyball” per XBox (ma il seguito sta già per uscire, su 360 naturalmente), un titolo in cui a parte giocare veloci partite di beach volley e comprare costumi e gadgets non c’è molto altro da fare se non ammirare le forme delle bellissime protagoniste.Sulle orme del titolo Tecmo si sono poi gettati altri editori: Ubisoft con “Playboy: the mansion”, Atari con “7 Sins” e Sierra con “Leisure Suite Larry: Magna cum Laude”, ma l’unica ad aver dato vita ad un prodotto simile è stata Konami con il suo Rumble Roses per PS2, un wrestling al femminile piuttosto esplicito, che ha riscosso sufficienti consensi da giustificarne un remake su XBox 360.
Rumble Roses XXKonami segue la strada tracciata da Tecmo, dedicando buona parte dei suoi sforzi produttivi nella realizzazione di un motore grafico in grado di stupire, riproducendo alla perfezione fattezze e movenze delle splendide protagoniste. Anche in questo caso il titolo punta a solleticare i nostri bassi istinti e se in DoAX ci vengono offerte bellezze in costume su spiagge tropicali, qui le ragazze (in costumi discinti e pure in bikini) lottano fra loro su fantasiosi ring in giro per gli Stati Uniti (sono invece state eliminate le non certo indimenticabili arene nel fango, presenti nel primo episodio), con particolare predilezione per le mosse più dolorose o umilianti.Il gioco in questione, per chi non lo avesse ancora capito, è un wrestling tutto al femminile: per cercare di giustificare un’operazione commerciale tanto sfacciata, in Konami se non altro hanno deciso di fare le cose per bene ed hanno messo all’opera il team Yuke’s, veterano dei giochi di questo tipo (è l’artefice della serie di giochi WWE della THQ ed il sistema di gioco è una versione semplificata di quello di “Smackdown! vs. RAW”), in modo da garantire una certa profondità anche nel gameplay. Le mosse tipiche di questo sport sono, dunque, tutte incluse, a partire dai semplici calci e pugni per poi passare a prese, proiezioni, contromosse, submissions, schienamenti, voli dai paletti del ring e così via, compreso l’utilizzo di alcune armi improprie come frustini o kendo stick. Alla resa dei fatti, comunque, lo stile di combattimento non é troppo improntato al realismo, potendo le lottatrici dare vita a combo e colpi speciali spettacolari da vedere ma, talvolta, decisamente improbabili (tipo l’evocazione di una rana gigante), il che – a mio avviso – rovina un po’ l’atmosfera del gioco dato che si tratta di elementi palesemente estranei al contesto. Ogni ragazza, inoltre, é dotata di una mossa finale (denominata Lethal o Killer Move) che può essere utilizzata solo dopo aver riempito, combattendo, l’apposita barra e che da sola potrebbe essere in grado di porre fine all’incontro, specie se nel frattempo abbiamo mazzuolato per bene l’avversaria. A queste si aggiunge una terza finisher, caratteristica della serie e nota come Humiliation Move: una volta sottoposta l’avversaria a tutta una serie di attacchi “imbarazzanti”, questa entra in uno stato particolare che la rende vulnerabile a mosse di sottomissione particolarmente dolorose e, quel che più conta, davvero “spinte”.Come negli altri titoli di wrestling degli Yuke’s, particolare importanza è stata data anche al sistema di parate e contromosse: queste ultime, in particolare, sono essenziali nel corso dei vari incontri. Occorre sviluppare anche un certo intuito per decidere quale reazione utilizzare all’attacco avversario, perché i tasti per le contromosse variano a seconda che si cerchi di rovesciare una presa, un colpo o un attacco speciale.
Le Roses rissoseCome nel wrestling tipicamente americano, ogni ragazza vanta una scena d’ingresso personalizzata ed altamente spettacolare, anche se spesso realizzata secondo canoni prettamente nipponici (molte protagoniste si presentano cantando brani j-pop, in puro stile idol) che potrebbero apparire esageratamente pacchiane agli occhi dello spettatore italiano.Peccato che il cast sia rimasto praticamente immutato rispetto alla versione per Playstation 2. Ritroviamo dunque la giapponesina Reiko e sua sorella Evil Rose, la ribelle Candy Cane, la judoka Makoto, la guerriera Aigle, l’infermiera Anesthesia, la pop-star Aisha, la vaccona texana (non saprei come altro definirla) Dixie, la ninja Bloody Shadow e l’insegnante sadomaso Miss Spencer. Ognuna di esse dispone anche di una versione “alternativa”, opposta rispetto all’originale (nel senso che se Reiko è una lottatrice face, il suo opposto sarà la heel Rowdy Reiko) che non ne modifica solo l’aspetto, ma anche la personalità ed in parte lo stile di combattimento.Oltre a questo sono stati introdotti per ogni lottatrice tutta una nuova serie di costumi denominati Superstar, che conferiscono maggiori abilità alle protagoniste una volta sbloccati ed indossati.Peccato che comunque il set di lottatrici rimanga un po’ troppo stringato, qualche new entry sarebbe stata gradita. Se non altro sono state eliminate le patetiche storylines correlate alle varie atlete, presenti nel capitolo su PS2: questa volta il giocatore verrà messo davanti ad una mappa con varie località degli Usa, da visitare per trovare avversarie da combattere e sconfiggere. Ogni vittoria porta maggiore popolarità, da accrescere fino a quando ci verrà concessa una Title Shot per il titolo assoluto di Rumble Roses. Un sistema decisamente più sbrigativo, ma che denota anche una certa svogliatezza da parte degli sviluppatori, che avrebbero potuto anche spremersi le meningi per introdurre un accenno di storia.Altra novità significativa, rispetto al passato, è l’introduzione di nuove tipologie di match oltre all’uno contro uno. In questo remake sarà infatti possibile dare vita anche a serrati incontri di coppia, che potranno vantare introduzioni e set di mosse pensati appositamente per sfruttare la presenza di quattro lottatrici sul ring. Oltre ai tag troviamo (per fortuna) anche i classici Triple threat, Handicap e Fatal three or four-way matches, a tutto vantaggio di una maggiore varietà dell’azione. Ci sono poi gli Street Fight match, incontri combattuti per strada, al di fuori del canonico ring, con un’impostazione tipica da picchiaduro (non si deve schienare l’avversaria, ma esaurire la sua barra energetica) e i Queen’s match, incontri sulla spiaggia a stipulazione speciale che obbligano la lottatrice sconfitta ad umiliarsi ballando il limbo, venendo gettata in piscina, assumendo pose sexy e così via, a totale discrezione del giocatore.Non mancano, poi, opzioni di gioco assai più facete: ad esempio sarà possibile acquistare svariati tipi di abiti e costumi da far indossare alle nostre atlete, sulle quali sarà possibile intervenire grazie anche ad un buon Editor che permette di modificare tutto, dal colore dei capelli al tono muscolare, dalla sequenza d’ingresso alla… misura dei seni, il tutto per dare vita alla propria lottatrice personalizzata! Per i più perversi tra voi è prevista anche la possibilità di mettere in posa una o anche due bellezze e scattare loro delle fotografie, per poi scambiarle Live con altri utenti.
TecnicaSotto il profilo tecnico il titolo Konami soffre un po’ dello stesso problema già riscontrato in molti altri titoli usciti per 360: in pratica di veramente nuovo non ha nulla se non l’apparato grafico.La cosa migliore di RRXX sono – ovviamente – le ragazze, i cui modelli poligonali sono davvero ottimi, sia nel dettaglio (persino la linea della muscolatura è evidente) che nelle animazioni, sebbene queste ultime ricalchino quasi pedissequamente quanto già visto su PS2, denotando ancora una certa legnosità in determinate circostanze ma nel complesso la sensazione globale è quella di un buon realismo. Meno cura è stata invece dedicata alla realizzazione delle varie arene di combattimento e se gli effetti luce sono ottimi, per il resto la potenza della console Microsoft sembra lasciata decisamente a riposo. Se non altro il titolo si presenta sempre estremamente fluido e senza incertezze di sorta.L’audio riveste invece una rilevanza secondaria in un titolo simile, ma comunque gli effetti sonori sono discreti e la colonna sonora farà la felicità degli amanti del j-pop.La longevità, infine, è ottima: premesso che ci compra un titolo simile sia interessato più alle lottatrici che al gioco in sé, per sbloccarle tutte ed acquistare tutti i loro costumi (quasi tutti davvero belli) occorrono molte ore di impegno e dedizione. L’implementazione del Live, infine, permette di sfidare giocatori umani da ogni parte del globo e di condividere con loro le foto scattate alle nostre lottatrici: non esattamente un tripudio di opzioni, ma nel complesso ci si diverte molto lo stesso…
– C’è anche della sostanza oltre alle donnine
– Buon editor
– Modalità Live sempre divertente
– Non c’è molto di più rispetto alla versione PS2
– La grafica è ancora migliorabile
– Non per tutti
7.2
In definitiva Rumble Roses XX é – come il suo predecessore – un titolo che mira sfacciatamente ai più bassi istinti dei videogiocatori, ma nel contempo può vantare un buon comparto tecnico (anche se l’impatto è inferiore a quello per PS2) ed una giocabilità un poco più profonda ed appagante rispetto al prequel. Certo, Konami avrebbe dovuto lavorare molto di più per renderlo davvero un acquisto imprescindibile, ma se non altro è riuscita a dare vita ad un titolo che non limita le sue potenzialità al lato voyeuristico, ma regala anche una discreta esperienza di gioco.
Voto Recensione di Rumble Roses XX - Recensione
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