Recensione

Rumble Roses

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a cura di Fabfab

Un gioco pieno di donnine ancheggianti e supersexy, poco vestite e incarnanti i peggiori stereotipi sognati da maschi arrapati? Lottatrici che umiliano l’avversaria esponendone al pubblico ludibrio le parti più intime e mugolano di dolore in maniera a dir poco equivoca? La strategia su cui punta il nuovo titolo Konami per ottenere vendite e consensi é a dir poco lampante, ma al di là della evidente operazione commerciale ci sarà anche un minimo di sostanza?

Il trionfo del siliconeFin dall’annuncio della sua uscita, il titolo Konami è stato vittima di un grosso equivoco: presentato come un gioco di wrestling al femminile, Rumble Roses ha invece un’anima da picchiaduro classico che si estrinseca, purtroppo, nel limite più grave del prodotto in questione.Del wrestling canonico abbiamo sostanzialmente solo il sistema di controllo, che ricalca, semplificandolo, quello proposto da “Smackdown! vs. RAW”: c’è dunque un tasto per gli attacchi (Quadrato) ed uno per le prese (Triangolo) che, abbinati al tasto direzionale ed alla posizione dell’avversaria (di fronte o di spalle, in piedi o a terra), danno vita ad un discreto numero di combinazioni diverse, senza considerare la possibilità di effettuare attacchi in volo lanciandosi dal paletto o di effettuare dolorose mosse di sottomissione. Naturalmente esistono anche tutta una serie di parate e contromosse, performabili mediante il tasti R1 in combinazione con Quadrato, Triangolo, L1 o L2 (a seconda che si debba contrastare un attacco, una presa o un colpo speciale). Oltre a questo le lottatrici possono correre sul ring (X) ed eseguire prese ed attacchi in corsa, mettere l’avversaria alle corde ed infierire a piacere, salire e scendere dal ring e persino impugnare ed usare armi decisamente particolari, come un bastone con manina con il quale…fare il solletico all’avversaria! Esistono naturalmente anche le cosiddette Finisher, quei colpi speciali con i quali, solitamente, si chiude il match: Lethal Moves, Killer Moves e Humiliation Moves. Le prime due sono classiche: combattendo si carica l’apposita barra che, una volta completa, rende disponibile la mossa (da effettuarsi tramite pressione del tasto L1). Più originale l’Humiliation, la cui particolare barra a forma di cuore si riempie solo eseguendo mosse particolarmente provocanti (per lo più basta mettere l’altra lottatrice “chiappe al vento”): una volta caricato l’indicatore (evento sottolineato da un’apposita animazione in cui l’avversaria si rotola imbarazzata a terra), potremo eseguire l’attacco umiliante, particolarmente imbarazzante per la nostra antagonista, il cui risultato finale è comunque quello di una normale finisher.Le mosse a disposizione sono per lo più derivate da quelle realmente esistenti nel wrestling, anche se in parte riviste per renderle più ammiccanti: ci sono anche interessanti varianti di mosse famose, come la 619 di Rey Misterio. Abbastanza deludenti, invece, appaiono le finisher, la maggior parte delle quali non si distingue, nell’esecuzione, da una normale mossa (sono solo molto più dolorose per l’avversaria). Visto che nel gioco tutto è portato all’eccesso, un po’ di fantasia in più non avrebbe di certo guastato.Nel complesso, comunque, la giocabilità, pur apparendo più limitata e legnosa rispetto a quella dei capolavori di THQ, è comunque discreta, ci si impratichisce molto presto dei controlli e a livello difficile la sfida proposta è piuttosto impegnativa.Insomma, per quanto riguarda il sistema di controllo ritroviamo ne più ne meno quello che ci si aspetta da un gioco di wrestling: peccato che le similitudini con i giochi di questo tipo terminino qui. Manca infatti l’estrema varietà di tipologie di incontri e di tattiche che i titoli THQ sono generalmente in grado di fornire. Innanzitutto l’unico tipo di match affrontabile è l’uno contro uno, non importa che si lotti in uno dei tre (e ripeto, tre!) soli ring disponibili o nell’unica (e ripeto, unica!) arena sulla spiaggia: niente match di coppia o Hell in a Cell, niente Royal Rumble o Hardcore Match, niente TLC o, cosa ancor più incredibile visto il tipo di gioco, Bra & Panties, niente di niente, solo incontri in singolo, come se si trattasse di un Tekken qualsiasi piuttosto che un gioco di wrestling! Sul ring non c’è arbitro e non valgono le comuni regole di questo sport: si può schienare tranquillamente un’avversaria anche se tocca le corde e si possono usare armi senza alcuna remora.L’unica variante prevista, la lotta nel fango (ma in realtà la sostanza in cui si rotolano le protagoniste del fango non ha nulla: io propenderei per la crema di Whiskey) è in realtà identica ad un incontro sul ring, solo combattuto in costume, dimenandosi all’interno di un’indefinita sostanza color cappuccino. Avrebbero potuto almeno prevedere la possibilità di affogare l’avversaria tenendole la testa sott’acqua, ma niente: le ragazze stanno tranquillamente con il capo a mollo senza subire particolari conseguenze, neanche fossero dotate di branchie…

Tutte curve e niente cervello?Il gioco offre la bellezza (ehm…) di dieci lottatrici (più la nemica finale), ognuna differente nell’aspetto e nelle mosse speciali, mentre i colpi normali finiscono per essere più o meno sempre gli stessi; inoltre per ognuna di loro è possibile sbloccarne una seconda versione di carattere opposto (buona se l’originale è malvagia e viceversa), completamente diversa nell’aspetto ed anche (per fortuna) nel set di mosse (in effetti potevano tranquillamente mettere 20 personaggi diversi, senza l’inutile espediente della doppia personalità). La loro caratterizzazione rispecchia i più triti stereotipi maschilisti, così abbiamo la prosperosa cowgirl, la minuta giapponese con tanto di mutande al vento, la studentessa ribelle in microgonna, la ragazza pon pon, la diavolessa sadomaso, l’infermiera e così via.Le modalità a disposizione sono sostanzialmente due, l’orripilante Storia ed una discretamente varia Esibizione.La Modalità Storia è completamente diversa da quanto ci si aspetterebbe da un titolo di wrestling, risolvendosi in una serie (meno di una decina) di incontri consecutivi che conducono, attraverso una serie di cut-scenes e dialoghi, all’epilogo finale della protagonista prescelta. Ma se il wrestling a cui siamo abituati è sport entertainment allo stato puro, con situazioni e storie portate all’eccesso ma divertenti proprio per questo, il problema di Rumble Roses é che le protagoniste si prendono fin troppo sul serio, finendo col raccontarci vicende così insensate e fuori di testa da risultare semplicemente stupide. Pare, infatti, che dietro il torneo delle Rose Rissose si nasconda un perfido piano teso, nientemeno, che alla creazione della guerriera perfetta ed alla conquista del mondo (degno di Tana delle Tigri)! Ma se il plot generale già di per se non sta né in cielo né in terra, il peggio lo si raggiunge quando vengono narrate le motivazioni che spingono le lottatrici ad affrontare il torneo: e se la ragazza che vuole vincere la competizione per ottenere i soldi e salvare l’orfanotrofio ci può ancora stare, che dire della ninja mandata dal governo ad investigare, della mongola (nel senso di “proveniente dalla Mongolia”) che parla come gli indiani di CoccoBill, della cowgirl che desidera affrontare la sorella del suo wrestler preferito (ma perchè?), della professoressa che lotta per riportare a casa la sua studentessa? Dialoghi fiacchi (e rovinati dal pessimo doppiaggio), storyline insensate e lineari, l’inesistente varietà degli scontri, l’impossibilità di salvare, tutte queste cose rendono lo Story Mode una vera sofferenza, da portare a termine solo per sbloccare personaggi e costumi: certo, se si è dell’umore giusto le vicende narrate saranno fonte di grasse risate, ma non credo fosse questo lo scopo dei programmatori. Da notare, tra l’altro, che anche le versioni alternative delle ragazze hanno una storia tutta loro, in genere ancora più abbozzata e mal realizzata delle loro controparti originali.Decisamente meglio va con l’interessante Modalità Esibizione dove, per compensare il problema della presenza di un unico tipo di incontro, i programmatori si sono ingegnati nell’ideare alcune interessanti trovate. Innanzitutto durante questi incontri “amichevoli” è possibile fare delle scommesse (non usare armi, non scendere dal ring, non farsi mai colpire, ecc.) che incrementano il livello face o heel del nostro personaggio; dopo aver raggiunto il 100% di bontà o malvagità sarà possibile affrontare l’incontro per il titolo di Rumble Roses (che si vince qui, non nella Modalità Storia). Una volta conquistata la cintura di campionessa e dopo averla vittoriosamente difesa almeno una volta, si sblocca la Modalità Galleria, che ci permette di apprendere le statistiche della lottatrice in questione ed ammirarla mentre si allena in palestra oppure mentre ancheggia in costume da bagno…Naturalmente è quasi superfluo aggiungere che ogni lottatrice dispone di un set di costumi diverso, ma anche qui i programmatori Konami hanno avuto il braccino corto: così si può scegliere solo tra due costumi da ring e due da bagno, che variano soltanto per il colore.

Fiu fiuuu, che bambola!A livello tecnico il titolo Konami presenta le stesse contraddizioni rilevate in sede di gameplay. Puntando sostanzialmente tutte le loro chances di successo sul fascino delle protagoniste, i programmatori sono riusciti a dare vita a lottatrici magnifiche, sexy e dettagliatissime, provocanti nei movimenti, con costumi attillati e ridotti al minimo e con un set di mosse piuttosto imbarazzanti, per non parlare degli spettacolari ingressi, personalizzati per ogni ragazza. Il problema è che al di fuori delle fate che se la suonano sul ring per la nostra gioia di maniaci, tutto il resto è decisamente sottotono: le arene, pur ben realizzate e animate da un pubblico convincente, sono solo tre (più la spiaggia con piscina fangosa) ed appaiono subito anonime e troppo simili tra loro. La lotta nel fango, poi, è a dir poco equivoca: la sostanza (che, come detto, ricorda tutto tranne il fango) si appiccica sul corpo delle lottatrici (tranne che sulla testa) dando quasi una sensazione di nudità, ma non schizza nè si increspa anche dopo il più devastante german suplex.Il sonoro presenta musichette j-pop (se vi piace il genere apprezzerete) unite ad un doppiaggio (inglese) a dir poco osceno, che contribuisce a rendere insopportabili dialoghi già di per se troppo lenti e noiosi. Perfetti e senza errori, invece, i sottotitoli italiani.Resta da parlare della longevità, che varia molto in funzione dei gusti del giocatore. Ci sono tre livelli di difficoltà in tutto e considerando che completare 20 Story Mode e sbloccare altrettante Gallerie richiede parecchio tempo, la longevità si attesterebbe su livelli più che discreti: certo, bisogna vedere se uno ha voglia di portare a termine tutto quello che c’è da fare…

– Donne bellissime

– Gli ammiccamenti si sprecano

– Gameplay abbastanza divertente

– Pessima sceneggiatura

– Un solo tipo di incontro

– Ripetitivo

7.0

Chi ha avuto la pazienza di leggersi tutta la recensione forse rimarrà stupito dal voto sostanzialmente positivo che ho dato a questo titolo Konam, visto che l’ho trattato piuttosto severamente. La ragione è molto semplice: Rumble Roses si colloca in quel limbo in cui troviamo anche l’xboxiano DoAX, vale a dire un titolo più da guardare per sbavare davanti alle bellezze digitali piuttosto che un’esperienza ludica in grado di impegnare e soddisfare a lungo termine. Ora si potrebbe disquisire a lungo se si tratti di operazione lecita o di una mera commercialata, ma non è questo il punto.

Falsi moralismi a parte, chi compra Rumble Roses non lo fa certo aspettandosi di trovare la simulazione di wrestling definitiva: per quella ci sono titoli di ben altro spessore. Chi compra RR lo fa per le donnine e di quelle ce ne sono parecchie e realizzate in maniera eccezionale, per di più unite ad un gameplay abbastanza immediato e piacevole da giocare. Si poteva fare certamente molto di più, specie per quanto riguarda quantità e varietà degli incontri, ma di occasioni per soddisfare le proprie pulsioni voyeuristiche ce ne sono in abbondanza. Spetta a voi valutare se basti a giustificare l’esborso dei 58€ richiesti da Halifax…

Voto Recensione di Rumble Roses - Recensione


7

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