Roland Garros: French Open 2003
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a cura di Eric Lindros
Anche in questa stagione fa la sua comparsa un gioco che sta ormai diventando un appuntamento fisso del panorama videoludico: Roland Garros French Open. L’ennesima edizione del titolo sviluppato dai Carapace, che vanta la licenza ufficiale del prestigioso torneo francese su terra battuta, tenta di imporsi come migliore simulazione di tennis fino ad ora disponibile. Ho detto “tenta”.
Jeu suis Rolando GarrosoIl gioco si presenta con una breve sequenza di filmati presi da partite reali dello scorso Roland Garros, il famoso torneo francese su terra rossa facente parte del grande slam. Andiamo ad elencare subito le diverse modalità di gioco:
Arcade: in questa modalità si possono affrontare una serie di avversari su campi differenti, in singolo o in doppio per un massimo di 4 partite Esibizione: una partita di esibizione senza premi in palio, la classica “amichevole” Carriera: in questa modalità si ha la possibilità di creare un giocatore e cercare con esso di raggiungere la vetta della classifica mondiale nell’arco di tempo di 10 stagioni. Per farlo, sarà necessario allenarsi duramente e cercare di vincere tutti i tornei più prestigiosi del grande slam. Piuttosto gradevole, se pur spudoratamente copiata dai titoli tennistici Sega, è la modalità allenamento, divisa in tre diverse sezioni (“Abbattili tutti!”, “Astronave” e “Barilotti Esplosivi”), che permettono di migliorare determinate abilità del giocatore creato. Come se la scopiazzatura non fosse già sufficiente, i Carapace hanno anche inserito un negozio dove è possibile acquistare nuovi campi da gioco (per un totale di 8), nuovi colori per le palline (utilissimo…) e nuovi completi per personalizzare il look dell’atleta. In ogni stagione avrete un obiettivo monetario minino da raggiungere. La scalata alla vetta della classifica mondiale sarà naturalmente determinata dalle competizioni vinte.Torneo: in questa modalità si può creare un mini-torneo con 8 partecipanti, ideale per le sfide con gli amici. Resistenza: simile alla modalità “survival” dei picchiaduro; affronterete in serie molti giocatori e dovrete cercare di inanellare più vittorie consecutive possibili.
GiocabilitàUna volta scesi in campo, le aspettative maturate nell’attesa grazie ai bei menu e all’altisonante nome del quale il gioco si fregia scemano un po’, anzi crollano a terra come un muro di cartongesso sotto i colpi di una mazzetta da muratore.Il sistema di controllo è praticamente identico a quello dell’anno scorso: si hanno quattro colpi a disposizione, ossia il topspin, il pallonetto, il tiro smorzato e la classica palla tagliata, tutti influenzabili con il canonico effetto, praticabile tramite la pressione dei tasti R e L del joypad. Per il servizio è presente la classica barra di potenza (in stile Virtua Tennis).I movimenti dei giocatori sono incerti, legnosi e poco credibili (come avrò modo di chiarire meglio nella sezione dedicata alla grafica), e la pallina è programmata con una fisica d’altri tempi, in senso che essa è piuttosto mediocre e piuttosto lontano dal verosimile. I rimbalzi, le traiettorie, le accelerazioni improvvise della sfera pelosa fanno più pensare a una partita di squash in realtà virtuale che ad un incontro di tennis. I giocatori poi, spesso (per motivi ancora non compresi dalla mia mente) tendono a mancare clamorosamente delle palle pur essendo a perfetta distanza di tiro, a causa di una risposta dei comandi che talvolta tentenna pesantemente. L’intelligenza artificiale è degna del più stupido clone di Homer Simpson, tanto che sia gli avversari (facendovi perdere il gusto della sfida) sia i vostri compagni di doppio (facendovi perdere un posto in paradiso) faranno degli errori talmente grossolani e madornali che vi spingeranno ad interrogarvi sull’origine del nome stesso “intelligenza artificiale”, mai così abusato come in questo caso. Tutto ciò basta ed avanza per far passare in secondo piano i vari giocatori realmente esistenti che il gioco può annoverare (Marat Safin, Alex Corretja, Paul-Henri Mathieu, Chanda Rubin, Justine Henin-Hardenne…non esattamente la crema del tennis insomma), la prestigiosa (mah) licenza di cui si vanta e le varie modalità presenti, che SE coadiuvate da un gameplay all’altezza porterebbero ai giocatori un gran prodotto tennistico. La differenziazione fra i vari campi, che nella realtà è un aspetto fondamentale di questo magnifico sport, è praticamente nulla, tanto che giocando nell’erba, nella terra battuta o in qualsiasi altro terreno, i cambiamenti saranno estremamente marginali. Mi viene quasi da dire che questo Roland Garros 2003 è, a livello di gameplay, addirittura peggiore dell’edizione precedente (2002, per chi ha problemi con la cognizione temporale); questo peggiorare da un anno all’altro finora era solo riuscito ad Electronic Arts con qualche suo Fifa, ma ora anche i Carapace hanno fatto “il colpaccio”. Non esattamente roba da raccontare ai nipotini. Per quanto riguarda la longevità, non ho dubbi riguardo al fatto che ai giocatori più esigenti questo titolo possa durare non più di un’ora, mentre a quelli più “disperati” potrebbe addirittura far compagnia per qualche giorno, sempre che non si cada nelle braccia di Morfeo fra un set e l’altro…
GraficaAnche sotto l’aspetto prettamente estetico Roland Garros 2003 continua a mostrare il fianco e lascia spazio a diverse critiche.I modelli poligonali dei giocatori, benché non eccessivamente somiglianti alle controparti reali, sono realizzati in modo più che sufficiente, così come i campi da gioco e le texture che troviamo a tappezzare il tutto. Niente di straordinario, intendiamoci, che diventa ancora meno straordinario se parliamo del pubblico statico in 2D, realizzato in maniera appena decente, e soprattutto delle animazioni e della fisica della pallina. Le animazioni sono piuttosto approssimative, talvolta “slegate” le une dalle altre, legnose e davvero poco realistiche e convincenti. Talvolta vi sembrerà che gli atleti eseguano determinati movimenti alla velocità della luce, poiché da una particolare posizione li ritroverete in un’altra, ben distante come postura, in meno di una frazione di secondo. Questo accade soprattutto durante corse improvvise e capriole, ma troviamo gravi lacune di animazione un po’ dappertutto. La fisica della pallina è un po’ la “ciliegina sulla torta” (in senso ironico) di questo comparto visivo: essa non da assolutamente la sensazione di peso e comportamento di una pallina reale, e spesso schizza via in rimbalzi davvero poco realistici. Sembra che i Carapace non abbiano imparato nulla dallo straordinario lavoro del team Sega, per quanto riguarda appunto animazioni e fisica della pallina, che hanno fatto un lavoro ancora ineguagliato con Sega Sports Tennis (aka Virtua Tennis 2). Molto belli invece i vari menu, con scelte grafiche azzeccate e filmati che compaiono in background…ma non basta certo questo a fare una buona veste grafica.
SonoroIl sonoro pur rimanendo parecchio anonimo e confinato nei limiti che un gioco del genere sicuramente ha, riesce a strappare a stento un voto di sufficienza. Le musichette dei menu sono “sopportabili” (cosa non sempre comune a titoli del genere), e gli effetti sonori riguardanti tutto ciò che accade in campo svolgono senza infamia e senza lode il compitino a loro assegnato. Il pubblico pare invece più che discreto, pronto ad intervenire ad ogni punto segnato da un atleta, ma diligente e silenzioso durante le fasi di gioco. Le voci degli speaker, pur ripetendosi (in Francia e Inghilterra, ad esempio, la voce è della stessa persona che cambia lingua), risultano sufficientemente azzeccate.L’intero comparto audio è realizzato in Dolby Digital Pro Logic II, per cui i fortunati possessori di un sistema Dolby potranno “godersi” maggiormente Roland Garros 2003. Il gioco è completamente localizzato in italiano.
– arduo trovare qualche pro
– fisica risibile
– poco giocabile e noioso
– realizzazione tecnica appena sufficiente
5.5
Non ci siamo proprio. Dopo varie edizioni di Roland Garros, la Carapace non sa ancora tirar fuori dalla manica un vero e proprio asso, bensì presenta per la medesima volta un tennis poco giocabile e poco appassionante. Pur essendo, in pratica, un videogame da sala giochi trasportato su console, il tennis di Sega Sports resta ancora nettamente superiore sotto la stragrande maggioranza degli aspetti, e guarda questo Roland Garros 2003 dall’alto al basso. A chi è proprio appassionato di tennis fino al midollo ed ha già Virtua Tennis 2, posso dire di poter anche fare un pensierino su questo Roland Garros, ma sappiate che comunque spendereste dei soldi per un prodotto che rasenta la mediocrità.
Voto Recensione di Roland Garros: French Open 2003 - Recensione
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