Recensione

Rogue Stormers

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a cura di il Fed

Dalla sua affermazione a oggi, il panorama dei videogiochi indipendenti è stato in grado di regalarci titoli decisamente degni di nota. Un successo tale che, in alcuni casi, è stato addirittura capace di far passare in secondo piano nomi altisonanti e dal blasone differente. Se ci fermiamo a riflettere sui motivi di tale fortuna, possiamo inquadrare due caratteristiche che, in un modo o nell’altro, sono quasi sempre presenti. In primo luogo, delle scelte di gameplay non convenzionali, slegate dalle logiche del mercato di massa che viviamo con il videogioco moderno e, in secondo luogo, una reintroduzione di stilemi, di peculiarità tipiche dei videogiochi presenti nelle sale giochi di inizio anni novanta. Quest’ultimo aspetto è molto importante, perché non solo influenza gli aspetti tecnici del titolo, tipo grafica o sonoro, ma spesso va anche a caratterizzare il genere dello stesso. Uno di questi è senza dubbio lo sparatutto a scorrimento, genere dove titoli come Metal Slug o Contra hanno letteralmente fatto scuola. Rogue Stormers rientra esattamente in questa categoria, mescolando abbastanza bene alcuni fattori presenti nei roguelike agli elementi tipici degli sparatutto a scorrimento citati poco fa.
Supereroi contro le forze del male
Rogue Stormers ci racconta la storia della città di Ravensdale, una ridente metropoli medievale portata alla rovina dal malvagio goop, un fluido che rende tutti gli abitanti dei terribili mostri avidi di sangue. A questi orrori si oppongono i cinque eroi, sbloccabili in sequenza raggiungendo i vari livelli, i quali rappresentano anche le diversi classi di gioco, ognuno con le proprie caratteristiche e il proprio stile, che dovranno farsi largo a suon di proiettili lungo i sette livelli che compongono Rogue Stormers. Probabilmente molti di voi adesso penseranno che un numero così esiguo di livelli per terminare il gioco possa essere scarso, andando a minare in maniera negativa la longevità di Rogue Stormers, ma vi assicuriamo che, per diversi motivi, non sarà così facile raggiungere la fine del gioco di Black Forest Games. Il primo di questi riguarda la composizione stessa dei livelli, che vengono generati in maniera casuale mantenendo una base fissa di partenza. Per intenderci, palazzi come l’Hard Orc Cafè, presente nella prima mappa, lo troverete sempre li, ciò che cambierà ad ogni nuova partita saranno le posizioni delle trappole, di alcune piattaforme – che poi sono quelle di colore bianco, attraversabili dai nostri personaggi – e il diverso respawn di nemici, portali, scrigni o dei razzi che, a fronte di un pagamento in oro di importo diverso per ogni tipologia, permetterà di accedere a rifornimenti di armi e salute, o a veri e propri bonus che andranno poi ad alterare lo stato del nostro personaggio in maniera positiva. Nei livelli che andremo ad affrontare, inoltre, avremo modo di trovare diverse armi secondarie, che ci aiuteranno a tenere a bada le ondate di nemici che Rogue Stormers ci farà affrontare senza tregua. Con una citazione al capolavoro che risponde al nome di Metal Slug, potremo salvare dei prigionieri che troveremo disseminati nei livelli di gioco, i quali saranno così riconoscenti da evocare un portale di goop da cui faranno uscire la nostra arma secondaria di ricompensa. 
Purtroppo, Rogue Stormers permette di portare una sola arma secondaria per volta, obbligandoci sovente a fare scelte dolorose dettate dalle nostre aspettative sull’evolversi del livello. Per esempio, ci è capitato spesso di dover abbandonare un utilissimo cannone laser per una più modesta granata della salute, che permette, una volta sparata, di recuperare un po’ di vita mettendo il personaggio all’interno dell’area d’azione della stessa. Ci prenderete per pazzi, ma giocando a Rogue Stormers capiterà spesso di andare alla ricerca di qualcosa che ristabilisca i punti vita del nostro eroe, pena la morte dello stesso. Questo introduce il secondo dei motivi di cui parlavamo sopra: Rogue Stormers è un titolo molto, molto impegnativo, a volte anche decisamente punitivo, che non contempla alcun tipo di checkpoint nei livelli. In sostanza, prendendo una delle caratteristiche principali dei roguelike da cui eredita buona parte delle meccaniche, una volta che il nostro personaggio cadrà sul campo di battaglia, saremo obbligati a ripetere il livello da capo, ripartendo dall’inizio con nuove trappole, piattaforme e diversi nemici. Questa soluzione, per quanto brutale, ha il pregio comunque di aumentare la longevità di un titolo che ha solo sette livelli totali. Inoltre, fortunatamente, a differenza della maggior parte dei roguelike presenti sul mercato, Rogue Stormers non ha il concetto di morte permanente del personaggio. Questo significa che se anche verremo uccisi spesso dai mostri goop presenti nel gioco, ripartendo dall’inizio, utilizzeremo, comunque, sempre lo stesso personaggio che nel mentre avremo avuto modo di far progredire con le anime dei mostri abbattuti. Questi ultimi, infatti, rilasciano in quantità diverse oggetti e monete utili per aprire i forzieri o utilizzarli nei razzi di richiesta rifornimenti ma, soprattutto, rilasceranno delle piccole sfere blu che andranno ad aumentare in maniera automatica il livello del nostro personaggio. Ad ogni cambio di livello, una volta ucciso il nostro eroe, Rogue Stormers ci porta nel perkOlator, una speciale slot machine che ci permette di scegliere una delle due abilità proposte, da applicare al nostro personaggio. La caratteristica funge da vero e proprio buff per il nostro personaggio, il quale si porterà dietro la stessa in tutti i livelli successivi. Insomma, per quanto Rogue Stormers offra un sistema di gioco che obbliga il giocatore a ripartire da capo una volta morto il proprio personaggio risultando decisamente ostico e impegnativo, riesce ugualmente a equilibrare bene il tutto per evitare di risultare troppo frustrante, con una progressione dell’eroe che sembra effettivamente riuscire a far affrontare un po’ più a cuor leggero i livelli che si ripetono, evitando di correre il rischio di lanciare console e gioco fuori dalla finestra per la rabbia.
Non è tutto oro quel che luccica, potrebbe essere goop!
Purtroppo, però, non sempre l’equilibrio di cui abbiamo appena parlato si presenterà durante le sessioni di gioco, rendendo Rogue Stormers, in certi passaggi, dannatamente ostico. Il motivo principale è legato a dei problemi con le hit box di alcuni nemici, soprattutto quelli volanti, che unite al particolare sistema di movimento e di sparo demandati alle due levette analogiche, causano non pochi grattacapi nelle situazioni più concitate. Come se non bastasse, quest’ultime capiteranno davvero spesso, a volte anche all’inizio del livello a cui siamo appena tornati dopo una lunga faticata nei dungeon e dopo essere morti per mano di un minuscolo orchetto kamikaze. Affranti, e magari anche alquanto arrabbiati per il dover ricominciare nuovamente il livello, ma pronti a dare nuovamente battaglia a tutti i mostri che ci ostacoleranno, la naturale conseguenza di una situazione in cui non abbiamo il perfetto controllo e la massima precisione nei nostri colpi, è il graduale aumento della nostra creatività nella generazione di improperi casuali e dai toni non molto simpatici. Vi possiamo assicurare che i vicini non vi ringrazieranno. Tecnicamente, invece, il gioco presenta due anime separate e distinte. La prima è quella degli ottimi fondali, con livelli artisticamente ispirati e d’impatto, che presentano anche una discreta prospettiva grazie ai modelli in tre dimensioni che donano profondità a un gioco basato sulle due dimensioni. La seconda, invece, è l’assoluta piattezza dei nemici che andremo ad affrontare, che si differenziano giusto per tipologia, per dimensioni e scelte cromatiche. Questo difetto viene parzialmente mitigato dallo stile dei boss che affronteremo, leggermente più vario, e dai personaggi che sbloccheremo. Per quanto riguarda, invece, il comparto sonoro e degli effetti particellari, Rogue Stormers non impressiona e, anzi, si attesta stabilmente su un livello solo discreto. Nel complesso, comunque, per quanto si notino queste due anime diverse del suo comparto tecnico, Rogue Stormers riesce in qualche modo a convincere il giocatore con il suo stile peculiare.

– Omaggia alla grande gli sparatutto a scorrimento come Metal Slug e Contra

– Divertente, sia da soli che in compagnia

– Impegnativo…

– Tecnicamente non eccelso

– Alcuni problemi con le hit box

– …a tal punto da risultare spesso punitivo.

7.0

Rogue Stormers, pur con i propri limiti e i propri difetti, ci ha saputo a suo modo divertire e intrattenere, grazie anche alle due ulteriori modalità presenti che affiancano quella per giocatore singolo, la cooperativa per quattro giocatori locale e il multiplayer, che ci hanno permesso di condividere le fatiche e le arrabbiature con altri giocatori. Il titolo di Black Forest Games non è sicuramente un gioco per tutti o per chi ha poca pazienza, Rogue Stormers è soprattutto un omaggio ai classici sparatutto a scorrimento del passato, come Metal Slug e Contra, da cui eredita diverse meccaniche che vengono mescolate a stilemi principalmente moderni. Non è un gioco perfetto, ma rappresenta una gran bella sfida per tutti quelli che apprezzano questo particolare genere e i videogiochi molto impegnativi.

Voto Recensione di Rogue Stormers - Recensione


7

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