Rocketbirds: Hardboiled Chicken
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a cura di Sora
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Pro
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Contro
Il Verdetto di SpazioGames
Ormai divenuti lo stereotipo dell’animale “dal cervello piccolo”, polli e galline non sono certo tra i protagonisti più gettonati per un film o un videogioco. Quando nel giugno del 2000 uscì il lungometraggio “Galline in fuga”, si sovrapposero temi forti quali la reclusione nei campi di concentramento e soggetti baldanzosi come galline pronte alla riscossa, ad ogni modo fu un vero successo, classificandosi come uno dei film d’animazione migliori dell’anno. Dopo aver sbancato al botteghino, totalizzando un incasso pari a 225 milioni di dollari, Galline in fuga rimase lì, in attesa che qualcuno riutilizzasse i polli come espediente per comunicare qualcosa che vada oltre l’apparenza. Impossibile dire se la casa di sviluppo abbia preso spunto dal film in questione, fatto sta che in Rocketbirds: Hardboiled Chicken, le galline sono tornate alla riscossa più arrabbiate che mai.
Quel “pollo” di John Rambo…L’appellativo usato nel titolo del paragrafo per far riferimento al celebre personaggio cinematografico, non è assolutamente un’offesa nei suoi confronti, ma la somiglianza di Rambo con il protagonista del titolo di Ratloop Asia è riscontrabile sia dalle gesta eroiche di cui vanta, sia dal temperamento serio e violento. Hardboiled (nome azzeccato in quanto aggettivo capace di riferirsi sia all’uovo sodo, sia all’essere duri e incalliti), infatti, è il prototipo di ribelle e rivoluzionario che combatte contro un sistema per sovvertirlo. Ci riferiamo al feroce e oppressivo regime di dittatura dei pinguini, con a capo “Il Putzky”, tiranno di Albatropolis che assoggetta la popolazione della città con la forza del suo esercito. Il nostro eroe munito di berretto e armi da fuoco, si getta così nella disperata sommossa individuale nel tentativo di ripristinare la tanto agognata libertà. Entriamo quindi nel cuore di questo 2D shooting game che fonde nella sua semplicità elementi puzzle costanti, che rendono lo svolgersi dell’azione sempre movimentato. Sarebbe infatti troppo banale fare un paragone con Metal Slug, vuoi perché di imitazioni al classico ce ne sono un’infinità, vuoi perché la meccanica di gioco risulta tutto sommato differente. Tanto per cominciare, la fase shooting ci mette davanti a sparatorie in “tempo reale”, nel senso che non avremo modo di vedere i proiettili che partono dall’arma da fuoco, né tantomeno il loro tragitto: per colpire, o essere colpiti, basterà stare sulla linea di fuoco del nemico. La percezione dello sparo sarà data dalla scintilla conseguente alla pressione del grilletto. Una volta impallinato il soggetto, due cose attireranno la nostra attenzione: il modo in cui questo verrà sospinto per aria a causa della forza d’urto dei proiettili, e il sangue che macchierà lo sfondo. Nonostante il design per cui Ratloop Asia ha optato, dando al titolo un’impronta cartoon, lo splatter derivato dalle sanguinolente sparatorie crea un contrasto che nessuno si sarebbe aspettato, ma nel complesso riuscito. Per evitare la monotonia dovuta ad un’eccessiva linearità, buona è stata l’idea di mescolare alle fasi sparatutto quelle puzzle. Proprio come la componente shooting, anche queste saranno generalmente semplici, trattandosi di recuperare oggetti utili per il proseguimento dell’avventura, azionare elevatori, sbloccare porte e poco più. Divertente sarà anche utilizzare piccoli insetti che ci permetteranno di prendere il controllo di unità nemiche, spesso facendoci strada dove da soli non saremmo mai potuti arrivare. E’ proprio la capacità di alternare bene queste due dinamiche a rendere giustizia al titolo, senza farlo ricadere nella ripetitività. Piccolo neo in un espediente riuscito è la giocabilità, che non propone movimenti molto leggeri a favore di quelli più rigidi e statici. Questo fortunatamente è meno evidente nelle fasi in cui il nostro pennuto equipaggiato con jetpack all’avanguardia, prenderà il volo come ogni uccello sa fare, ma visto che i comandi erano stati studiati per console è normale che non tutto riesca quando si parla di computer e quindi anche qui non si può essere soddisfatti della giocabilità.
… e quel “pinguino” di Mao! Come abbiamo provato a dare una somiglianza antropomorfa al nostro protagonista, la stessa cosa si potrebbe fare con l’antagonista del titolo. Il Putzky è facilmente avvicinabile a Stalin, oppure, visti i poster propagandistici sparsi per le varie ambientazioni di gioco, a Mao Zedong, fondatore della Repubblica Popolare Cinese. Divertente quindi vedere come di fondo ci sia molto di più che un semplice sparatutto bidimensionale, in cui i temi trattati risultano essere profondi e maturi, in forte contrasto con la linea stilistica adottata: ma è proprio questa giustapposizione che fa figurare il titolo come per nulla scontato e apprezzabile da tutti. La grafica in due dimensioni risulta molto curata e variopinta, è bello vedere che anche i dettagli più piccoli non siano stati trascurati. Porre attenzione su degli ovipari e soprattutto sulle galline e i polli, raramente valorizzati, rende simpatico tutto il contesto e soprattutto fa sì che il prodotto sia fruibile sia dagli adulti e dai più piccoli, nonostante l’alone di violenza che lo circonda. Tuttavia, impressiona molto di più far fuori militari e soldati umani piuttosto che pennuti, per cui l’accento splatter non si mostra in maniera evidente o portata all’eccesso. Tentare, con le sue sole forze, di uccidere il leader dittatore, è una missione davvero avventata, quasi suicida, ma proprio questo rende Hardboiled un vero eroe agli occhi dei videogiocatori. A condire il tutto ci pensa un comparto sonoro ben realizzato, dove le poche ma ben pensate scene di intermezzo utili allo sviluppo della trama, saranno assistite da una strabiliante colonna sonora tratta dall’album Kamikaze della rock band indie New World Revolution (giusto per restare in tema rivoluzioni!). Sono infatti i testi delle canzoni, più che i poveri dialoghi presenti, a parlare, a raccontare le tragiche vicende del nostro protagonista. Rocketbirds: Hardboiled Chicken è costituito da 15 livelli, i quali potranno essere completati in cinque, o sei al massimo, ore di gioco, nulla di più e nulla di meno. Contando però la possibilità di giocare con un amico in locale o in rete, la longevità del titolo tende ad aumentare un pochino, visto che la campagna in modalità multiplayer ci metterà davanti a situazioni mai viste in singolo (in due giocatori ovviamente si può cooperare). Nonostante ciò, il tutto si aggira attorno alle 10 ore di gioco, ma visto il prezzo contenuto possiamo dire che la qualità e ben proporzionata al costo d’acquisto. I comandi risultano essere scontati ma meglio così, con A e D addetti allo spostamento e il mouse utilizzato per le armi, tasto sinistro quelle da lancio come granate, e destro per far fuoco con mitragliatrici e chi più ne ha più ne metta. Ricordando che stiamo parlando del porting PC di un gioco per PS3 uscito un anno fa, non possiamo che essere soddisfatti del lavoro svolto dagli sviluppatori.
– Personaggi carismatici
– Grafica cartoon e colorata
– Mix riuscito tra sparatutto e puzzle
– Sfumatura splatter che non stona
– Controlli non eccelsi
– Qualche novità non avrebbe guastato
7.5
Il titolo di Ratloop Asia si propone non proprio come semplice sparatutto in 2D con meccaniche puzzle, quanto come un videogioco che nella sua semplicità vuole denunciare l’oppressione esercitata da una forza sui più deboli, tematica ammirevole. Combinando bene due generi che sembrano andare a braccetto in questo titolo, Rocketbirds: Hardboiled Chicken riesce a regalare un’avventura divertente e immediata per tutti, anche per coloro che di sparatutto non ne fanno indigestione ma che apprezzano una grafica colorata e cartoon oppure una buona musica rock.
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