Diretto discendente dei primi due capitoli della serie Gothic ad opera del team di sviluppo Piranha Bytes, Risen è un gioco di ruolo in terza persona che, oltre che approdare su computer, tenta l’arrembaggio al mondo console sbarcando nell’oceano di utenza Xbox 360.Dopo aver esaminato sulle nostre pagine la versione PC, proponendovi peraltro l’immancabile video recensione che potete vedere tramite il player poco sopra in questa pagina, ci aggiungiamo finalmente ad analizzare l’edizione per la console Microsoft, per la quale non mancheremo di fare una panoramica delle funzionalità del gameplay, pur soffermandoci principalmente su quelle che sono effettivamente le differenze dalla versione già valutata precedentemente.
GDR “vecchia scuola”La forzata introduzione a tema nautico non è casuale: in Risen si prendono i panni di un anonimo naufrago, risvegliatosi sulla spiaggia di un’isola dalla spiccata ambientazione mediterranea, che già dopo qualche minuto di gioco scoprirete estendersi attorno ad un vulcano capace di incutere timore con le frequenti scosse d’assestamento dovute alla sua attività lavica. Fatta la conoscenza dell’unica sopravvissuta, Sara, e raccolti i primi oggetti di sopravvivenza tra la sabbia, inizierete l’esplorazione dell’isola, accorgendovi ben presto che non sono solo presenti animali di ogni specie pronti a cibarsi delle vostre carni, bensì anche ruderi di abitazioni abbandonate in un primo momento, ed a seguire persino gruppi sociali di individui ben distinti, ovvero Inquisitori, Maghi e Fuorilegge… ben più affollata di quanto ci si potesse immaginare, vero?Risen fa largo uso degli elementi tipici del GDR di stampo classico cui appartiene. A partire dalla raccolta di oggetti alla risoluzione di quest che, unite alla sconfitta di determinati nemici, danno modo di guadagnare punti esperienza utili a migliorare il proprio personaggio, il tutto seguendo una linea narrativa principale che si mantiene interessante lungo tutta la durata dell’avventura, stimabile in circa 30 ore se giocata puntando solamente alle tappe essenziali della storyline. Importante, comunque, è spendere tanto tempo nel dialogare con qualunque personaggio incontriate: molti nascondono una o più quest da sottoporvi anche dietro spunti di dialogo apparentemente poco interessanti… completare un titolo come Risen con frettolosità non sarebbe certo la scelta migliore, anche perché potreste facilmente trovarvi, in alcuni casi, a dover affrontare nemici fuori dalla portata del vostro personaggio, insufficientemente preparato alle sfide di difficoltà crescente che il gioco offre.Restando in tema di crescita del character -che ricordiamo non è possibile personalizzare in alcun modo ad inizio gioco, cosa che unita ad un carisma tutt’altro che magnetico non lo rendono particolarmente intrigante- è presente un sistema che prevede di acquisire abilità di crescente valore imparandole dai vari maestri che incontrerete nel mondo di gioco. Per ottenere la disponibilità all’insegnamento da parte loro, è necessario dapprima conquistarne la fiducia: talvolta basterà un semplice dialogo, talvolta sarà necessario portare a termine una quest, o ottenere prima l’autorizzazione di ulteriori personaggi. Conquistata l’attenzione del master, è necessario pagare determinate quantità d’oro, e spendere appositi punti insegnamento ottenuti durante il corso dell’avventura per ottenere migliorie che vanno dalla modifica dei valori nelle differenti aree d’abilità, tra le quali destrezza, forza o punti vita, all’acquisizione di nuove skills nell’utilizzo di specifiche armi, quali la possibilità di spezzare la guardia avversaria, attaccare con più rapidità e molto, molto altro.Da notare che non esiste respawn dei nemici nel mondo di Risen; una volta morti questi non torneranno mai più. Il personaggio non può quindi essere portato al massimo in ognuna delle abilità, in quanto non potrà mai guadagnare i punti necessari per acquisire tutte le conoscenze: è necessario quindi farsi quasi da subito un’idea dell’alter ego da plasmare, e seguire un certo cammino di apprendimento in maniera costante per evitare (a meno che non sia una scelta voluta) di ottenere un personaggio bilanciato e versatile, capace di fare un po’ di tutto, ma non dotato di reale maestria in alcuna delle specifiche arti a disposizione.
Quando il gioco si fa duro…A rendere l’esperienza ancor più adatta solo ad un pubblico di cultori di GDR che potremmo definire di “vecchia scuola”, v’è la totale mancanza di linee guida o aiuti di sorta per quanto riguarda il completamento di quest e missioni. Dimenticare un punto della mappa indicatovi da un NPC, significa dover andare a spulciare il diario missioni e rileggere parte del dialogo avvenuto, dato che non apparirà alcuna puntatore luminoso sulla mappa ad indicare dove andare, ne sbrilluccicanti binari da seguire tra campi e città sino all’obiettivo.Per quanto riguarda l’esplorazione, oltre ad una buona dose di auto orientamento e memoria visiva, in parte agevolate dalle mappe, diventa necessaria l’acquisizione di particolari abilità o magie per il prosieguo nell’avventura. L’avanzamento nella storia è infatti indirettamente scandito dall’impossibilità di accedere in alcune aree prima del previsto: una quest acquisita in un momento poco opportuno potrebbe farvi arrivare davanti ad un cancello per il quale non disponete ancora della chiave e che non riuscite a scassinare, o ad ostacoli da superare con magie quali una sorta di fluttuazione o la trasformazione in creature minuscole capaci di passare attraverso falle nei muri, che potreste non aver ancora acquisito. L’impressione di totale apertura del mondo di gioco che si può cogliere nelle prime ore viene quindi piuttosto mitigata nel prosieguo. Paradossale, proprio per questo, che in alcune parti sia possibile prendere scorciatoie piuttosto decise, che renderanno assai opzionale il completamento di numerose quest.Considerata l’importanza delle abilità anche solo per l’accesso a determinate missioni, ci si può rendere quindi conto di quanto siano fondamentali i maestri di cui parlavamo in precedenza, e quanto quindi diventi importante accumulare oro per poter procedere nel gioco; per far questo vi sono differenti modalità: la più classica ne prevede la raccolta sotto forma di sacchetti, monete o tesori da dissotterrare sparsi sull’isola, ma anche lavoro e furto sono alternative possibili. In Risen è infatti possibile percorrere la strada dell’onesto lavoratore, svolgendo mansioni manuali per alcuni personaggi che incontrerete, oppure percorrere vie meno onorevoli borseggiando distratti interlocutori (a dire il vero attraverso un sistema troppo semplicistico), o intrufolandosi in stanze ad accesso vietato e aprire bauli senza essere visti. In questo caso, capita talvolta di imbattersi in scrigni chiusi o, come accennavamo precedentemente, in cancelli e porte bloccate; diventa quindi necessario l’utilizzo del minigioco di scassinamento: anche in questo caso però è evidente una certa carenza di idee, dato che il minigame prevede di fatto di tentare a caso la pressione di uno degli stick a sinistra o destra alla ricerca della combinazione giusta… ben lontana quindi la qualità di minigiochi simili proposti in altri titoli della corrente generazione, legata ad esempio alla necessità di sentire le vibrazioni del pad muovendo con precisione gli stick per evitare la rottura del grimaldello… uno dei tanti esempi che più volte durante l’avventura potrebbe trasmettervi una certa sensazione di “datato”, oltre che confermare quanto la versione console di questo titolo sia un mero porting di quella PC, già di suo basata su meccaniche non al passo con i tempi, e senza alcuna funzione pensata ad-hoc che, sfruttando le possibilità offerte da Xbox 360, possa far venire un dubbio su quale versione acquistare a chi abbia a disposizione sia la macchina di casa Microsoft che un buon PC.
Naufragio su consolle?Assodato che in termini di gameplay non v’è alcuna variazione tangibile tra le due versioni, dedichiamo qualche riga alla valutazione delle differenze nel comparto grafico e nel sistema di controllo tra le due versioni. L’incarnazione Xbox 360 di Risen non brilla particolarmente in alcuno dei due comparti. Per quanto riguarda il sistema di controllo, seppur il pad permetta di giocare comodamente sdraiati sul divano, in questo caso l’assenza dell’accoppiata mouse e tastiera si fa sentire, sia nelle fasi d’esplorazione che in quelle di combattimento. Come da copione l’analogico di sinistra da modo di muoversi in avanti, camminare all’indietro o effettuare spostamenti laterali, mentre lo stick destro gestisce lo spostamento della visuale sugli assi Y ed X. A tal proposito sentirete, con molta probabilità, la mancanza della possibilità di modificare la sensibilità dell’analogico destro, che a causa di una velocità a dir poco esagerata dell’asse orizzontale X, necessiterà più di qualche minuto per essere addomesticata. Fortunatamente ad evitare di roteare su sè stessi nel tentativo di colpire un nemico nei paraggi senza riuscire a mantenere il controllo del personaggio, è presente una sorta di auto-lock che aggancia la mira del protagonista sulla sventurata creatura, permettendo di mantenerla agevolmente al centro della visuale, e dando modo di scatenarvi contro attacchi con il tasto A, schivare grazie a movimenti evasivi attribuiti al tasto X, parare i colpi subiti tramite B o contrattaccare con Y, a patto in questo caso di avere abbastanza abilità con l’arma impugnata; la soluzione riesce a rendere gli scontri agevoli, ma la percezione che se ne ricava è che per quanto abbastanza funzionale, sia solo un rimedio alla mancanza del comodo puntatore del mouse con cui cliccare direttamente sul nemico, e non una valida alternativa, a causa di una evidente scarsa fluidità.Alla gestione di inventario, mappe e missioni provvede il D-PAD, che premuto in una delle quattro direzioni apre i relativi menù, nei quali è in seguito possibile evidenziare le varie opzioni tramite gli stick, cambiando schermata con i tasti dorsali. Fortunatamente all’apertura di uno qualsiasi di questi menù, il gioco entra automaticamente in uno stato di simil-pausa, in barba al concetto di real time, dove seppure i nemici restino animati evitano di attaccarvi aspettando diligentemente che sistemiate le vostre armi, consultiate la mappa o che consumiate la vostra razione di carne cotta per rigenerare la salute. In linea di massima, una volta presa la mano, il sistema da modo di accedere piuttosto agevolmente a tutte le funzioni necessarie, seppur con una certa macchinosità intrinseca; anche in questo caso quindi, la mancanza di idee innovative riscontrata per la conversione del sistema di combattimento, completa il quadro di un sistema di controllo che certamente non si può paragonare per qualità a quelli nati e sviluppati esclusivamente per console, non facendo nulla di innovativo per rendersi realmente originale o particolarmente comodo pad alla mano.Secondo punto del confronto vede protagonista il comparto grafico: è evidente che se già la versione PC non mostra modelli tridimensionali o animazioni di ultima generazione, ancor meno vi riesce la versione consolle, che oltre ad avere i medesimi difetti grafici già trattati nell’ampia recensione PC del puntuale Andrea Porta, vi affianca una peggiore qualità delle textures, evidente soprattutto negli interni e nelle numerose aree coperte di alberi o vegetazione, ed una grave mancanza di profondità nella maggior parte delle panoramiche, destinate a svanire nella nebbia nel migliore dei casi o ad essere divorate da un improbabile effetto popup: difetti che neppure la voluta sfocatura affiancata ad un abusato filtro ad effetto disturbo, riescono a mascherare sufficientemente. Frequente anche un fastidioso tremolio della telecamera virtuale, specialmente durante i dialoghi, nei quali peraltro non è possibile apprezzare espressioni facciali curate dei volti dei personaggi, i quali si limitano fondamentalmente a muovere la bocca e mimare con il corpo i propri sentimenti. Da segnalare anche la contestabile scelta di non dotare il menù di alcun tipo di regolazione video, obbligando alla modifica di impostazioni come luminosità o contrasto direttamente sul televisore, soluzione certamente poco pratica, soprattutto considerando che Risen si contraddistingue per una luminosità di default piuttosto bassa, esagerata pur considerando la presenza in-game di torce per illuminare i dintorni, e che quindi rende necessaria una continua variazione dei valori della tv ad ogni cambio di gioco.E’ un peccato che la resa generale del comparto video non sia soddisfacente, dato che ad un’analisi più accurata, si nota un buon impegno nella realizzazione degli effetti del vento sulle piante, della luce che filtra tra gli arbusti, di un ciclo giorno/notte apprezzabile, così come per la realizzazione stilistica dell’isola in generale, oltre che per alcuni dettagli degli interni di case o sotterranei. Fortunatamente parte dei difetti sono in fase di fixing da parte degli sviluppatori e quindi destinati a svanire -o quantomeno ad essere meno evidenti- grazie a patch in arrivo in un futuro non troppo distante: questa è quantomeno la speranza degli acquirenti Xbox 360 che sicuramente resteranno tanto affascinati dal carisma del titolo da rischiare di portare a termine l’avventura prima dell’avvento della patch stessa. Se la grafica non è tra i punti forti del titolo, migliore è il giudizio sul comparto audio, caratterizzato da un sufficiente campionamento dei suoni specialmente per quanto riguarda le differenti creature incontrabili, capaci talvolta di inquietare per i lamenti emessi, oltre che dalla coinvolgente resa audio di pioggia e fulmini, che riesce a rendere più credibili i relativi effetti video, invero visivamente piuttosto spogli anche in questo caso. Colonna sonora originale a sottolineare le varie fasi di gioco anch’essa di qualità apprezzabile, che propone temi rilassanti nelle fasi esplorative, ad alcuni più incalzanti in situazioni impegnative. Il doppiaggio si presenta in inglese sottotitolato in italiano: da notare che le riflessioni fatte dal protagonista ad alta voce, soprattutto durante l’interazione con lo scenario, non vengono sottotitolate, cosa che potrebbe portare l’utente meno ferrato con la lingua anglosassone a capire con difficoltà come procedere in alcuni frangenti.Restando in tema di comparto tecnico, fortunatamente uno dei pregi della versione PC, ovvero l’ottima gestione dei caricamenti, rimane di buona qualità anche per la versione per la consolle Microsoft: dopo un primo caricamento ad inizio avventura, il titolo fila liscio senza alcun ulteriore load durante le fasi giocate, addirittura senza far attendere nemmeno dopo aver effettuato un teletrasporto tra aree distanti della mappa. Meno fluido invece l’autosave, che ad ogni passaggio degli invisibili checkpoints blocca del tutto per uno o due secondi le immagini su schermo in maniera piuttosto violenta.
– GDR per cultori del genere
– Buona atmosfera
– Ottima varietà di abilità e magie
– Assolutamente non per tutti
– Grafica molto sottotono
– Trasposizione nuda e cruda da PC
Dopo aver ampliamente dato a Risen quel che è di Risen con la recensione della versione per computer, non possiamo non storcere un po’ il naso sulla qualità della conversione Xbox 360. A causa di un comparto grafico eccessivamente penalizzato e di un sistema di controllo funzionale ma non certo innovativo, il prodotto in esame è da consigliare solamente a chi non possegga un PC all’altezza delle richieste hardware del gioco. Qualora invece aveste a disposizione un PC adeguato, il consiglio è indubbiamente quello di puntare alla versione migliore, anche considerando che oltre a grafica e controlli di qualità superiore, v’è il vantaggio di potersi affidare alle mani dei numerosi modders presenti sul web che certamente svilupperanno, presto o tardi, modifiche e patch che incideranno sulla longevità complessiva, anche grazie al supporto offerto dagli stessi Pyranha Bytes, i quali ai nostri microfoni confessarono qualche mese fa di voler sviluppare un tool (solo dopo il rilascio del gioco) proprio per agevolare la creazione di espansioni fan-made… A voi la scelta.