Fermo restando che un gioco con Berta nel titolo non attirerà mai grandi attenzioni in Italia, va comunque detto che questo RPG tattico-strategico è giapponese fino al midollo. Lo è nelle sue origini (lo sviluppatore Next Soft + ha già una certa esperienza nel genere) e negli omaggi al filone Tactics di Final Fantasy, ma lo è anche nello stile grafico, con un look colorato e sbarazzino tutto al femminile che pare uscito da un manga per teenager. Già pubblicato diverso tempo fa in patria, Rime Berta è stato tradotto successivamente in inglese da Playism e venduto sullo store di quest’ultimo a 14,99 euro, prima di arrivare su Steam circa due settimane fa allo stesso prezzo. A dire il vero lo trovate anche su App Store e Google Play, ma questa recensione si riferisce proprio alla versione per PC scaricata da Steam grazie a un codice review fornitoci dagli sviluppatori.
Skill per tutti i gusti
Rime Berta ci mette nei panni di una ragazza che, nel tentativo di recuperare un potente manufatto e curare così il suo villaggio travolto da un’epidemia, deve scalare tutti i piani della torre dove si trova l’oggetto magico sconfiggendo i nemici (o meglio le nemiche) per giungere all’ultimo piano. In realtà non controlliamo la protagonista del gioco ma alcune “bambole” miste a pupazzi e lo stesso accade con i nemici, che però possono essere presenti sul terreno di scontro anche in numero molto maggiore. Il nostro party, composto al massimo da cinque personaggi, si comporta come quello di un qualsiasi JRPG tattico con combattimenti a turni, skill da sviluppare e punti azione da sfruttare quando più serve. Qui però non ci sono oggetti e armi da raccogliere, comprare o potenziare (si basa tutto sulle skill) e manca anche una vera e propria narrazione. Su questo versante infatti ci si deve accontentare di schermate fisse tra un livello e l’altro con solo qualche sparuto dialogo. Non esiste nient’altro in pratica che non siano i combattimenti, svolti tra l’altro in ambientazioni piuttosto spartane e ripetitive e con solo alcune porzioni rialzate come unico spunto di level design degno di nota (gli arcieri ci vanno a nozze).
L’intelligenza non appartiene ai pupazzi
Il combat-system rappresenta insomma il 90% del gioco, con il resto affidato alla gestione del party, delle skill e, eventualmente, alla fusione di due o più personaggi in un unico e più forte combattente. Peccato che per scoprire come funzioni il tutto ci si debba arrangiare da soli, visto che non c’è alcun tutorial iniziale e che si viene scaraventati subito nella mischia senza sapere cosa fare e con un’interfaccia di gioco che definire spartana è poco. Per fortuna abbiamo una certa esperienza con i JRPG tattici, ma per chi non ha mai giocato a un titolo simile sarà a dir poco traumatico entrare nello spirito di Rime Berta. Il gameplay rimane comunque piuttosto classico; turni, visuale isometrica, caselle evidenziate su cui muoversi, scelta del tipo di attacco, utilizzo dei punti azione per contrattaccare o difendere un compagno anche quando è il turno del nemico. Non neghiamo che negli scontri finali il gioco diventi davvero tosto e richieda una grande attenzione a ogni singola mossa da compiere, ma per il resto (boss compresi) l’IA nemica ci è parsa troppo lenta e spesso poco coerente, con attacchi finali rimandati chissà perché e senza avvertire da parte degli avversari una loro benché minima organizzazione. Negli scontri con anche 15-20 personaggi il ritmo diventa inoltre troppo prolisso ed è anche per questo che per arrivare in cima alla torre e superare tutti i 20 livelli serviranno almeno 12-15 ore a livello medio, fin troppe considerando il ritmo un po’ troppo soporifero del gioco.
Un 6 solo sfiorato
Ma è davvero tutto da buttare in Rime Berta? Non proprio. Il numero di skill è notevole e per gli amanti più sfegatati del genere il gioco offre davvero tantissime combinazioni possibili a livello di party. Il versante tattico non è forse dei più profondi e realistici, ma si capisce subito che per uscire vincitori dagli scontri serve un minimo di organizzazione, anche se una maggior varietà del level design avrebbe potuto portare a più varianti nel posizionamento delle unità e nello sfruttamento degli ambienti di gioco. Pur con questi pregi però il gioco non riesce ad arrivare a una piena sufficienza, anche per colpa di un comparto grafico fin troppo trasandato e fiacco (molto meglio il sonoro) e a causa di troppe assenze (oggetti, armi, inventario, sezioni esplorative). Considerando poi che 15 euro al giorno d’oggi non sono pochi per un titolo ultra-indie come questo, il gioco (francamente) non vale la candela.
– Gli scontri sono sufficientemente tattici
– Skill per tutti i gusti
– Se proprio siete dei patiti di TRPG…
– Level design spartano
– Grafica trasandata
– Manca un tutorial
– IA nemica da rivedere
– Trama ridotta ai minimi termini
Rime Berta non può certo competere con i massimi esponenti del JRPG tattico-strategico, ma in realtà fatica anche in ambito indie, dove ultimamente abbiamo visto produzioni meglio curate e meno approssimative. Non che in questi continui scontri isometrici manchi l’elemento tattico o che le skill siano poche (anzi, tutt’altro), ma gli elementi di gioco sono ridotto al lumicino, il level design è spartano, l’intelligenza nemica lascia un po’ a desiderare e la trama, così come il tutorial, è come se non ci fosse. Insomma, se proprio non riuscite a stare per qualche giorno senza un emulo indie di Final Fantasy Tactics o Disgaea, Rime Berta potrebbe anche piacervi (a tratti). In caso contrario evitate pure.