Resonance of Fate (End of Eternity in Giappone) rappresenta il terzo lavoro dei ragazzi di tri-Ace, autori anche di Infinite Undiscovery e Star Ocean: The Last Hope. Le precedenti realizzazioni dello studio giapponese non ci avevano particolarmente impressionato; infatti, nonostante fossero dei titoli apprezzabili, non sono riusciti a lasciare un segno tangibile del loro passaggio. Resonance of Fate può essere visto come una scommessa da parte dei tri-Ace, un proposito di miglioramento rispetto al passato non sempre brillante. Scoprite con noi cosa ha in serbo per voi l’infinita torre di Basel.
Narrazione frammentariaLa Terra è ormai completamente devastata dall’inquinamento prodotto dall’uomo, la vita come la conosciamo oggi non ha più posto nelle lande desolate del pianeta. Per questo motivo la popolazione mondiale vive in una gigantesca torre chiamata Basel: la costruzione ha la funzione di purificare l’aria inquinata, la società si è subito divisa in ricchi e poveri con i primi che occupano i piani più alti mentre i secondi vivono in quelli più inquinati. Il set fa da cornice all’avventura dei tre protagonisti: Vashyron, Leanne e Zephyr, tre mercenari uniti dal caso, sempre a caccia di missioni da portare a termine per guadagnarsi da vivere. Senza rivelarvi ulteriori dettagli possiamo affermare che è proprio la storia a rivelarsi il punto debole dell’intera produzione. Nell’arco dei sedici capitoli previsti per completare il gioco sarà dato pochissimo spazio alla trama, delle brevissime cutscene faranno capolino alla fine di ogni capitolo risultando spesso confusionarie. La trama fa fatica a decollare a causa anche di una scarsa caratterizzazione dei personaggi, poco approfonditi e incatenati ai classici cliché del genere. Alla base del plot abbiamo un’idea interessante, ma sfruttata malamente fattore che conferma ancora una volta l’incapacità dello studio tri-Ace di raccontare una storia senza perdersi in personaggi stereotipati o intrecci narrativi allungati in maniera esasperata.
Guns N’ Roses… parte primaLa peculiarità di Resonance of Fate sta nell’uso esclusivo di armi da fuoco per attaccare: niente magie, evocazioni o spade, il piombo sarà l’ingrediente principe dei vostri combattimenti. Spiegare il battle system non è un’impresa facile vista la sua complessità e l’alto numero d’idee che lo compongono. I combattimenti sono a turni, ma con la possibilità di muovere il proprio personaggio all’interno dell’area di gioco; il movimento sarà limitato da un’apposita barra la quale diminuirà ad ogni azione compiuta. Quando vorrete attaccare, dovrete tener conto del “tipo” di danno che andrete a causare: se userete pistole o armi da lancio (molotov, granate e affini) otterrete “danni diretti”, mentre con il mitra si avranno “danni superficiali”. La differenza sta nel fatto che i primi servono a uccidere il nemico o per far esplodere barili di petrolio, i secondi invece lasciano l’avversario senza alcuna protezione, facendo da apripista per i danni diretti. Sparare a un bersaglio consumerà la barra azione, sarà quindi bene trovarsi in prossimità del vostro nemico perché la distanza influenzerà i tempi di caricamento dell’attacco: più vicini sarete meno durerà l’attesa, senza contare che avrete modo di inanellare più di una carica in un solo turno. A rendere le cose difficili ci sono gli avversari i quali agiranno nello stesso momento in cui lo farete voi, per questo motivo potranno interrompere gli attacchi mentre caricate al massimo il colpo. Inoltre, se riceverete danni durante un’azione, la barra continuerà a diminuire portandovi così a fine turno senza aver concluso nulla. Subire l’iniziativa avversaria vi porterà a perdere punti ferita superficiali, una volta esaurita la scorta un pezzo della “barra eroe” andrà in frantumi per ripristinare completamente la difesa. All’inizio del gioco potrete contare solamente su tre segmenti, se li perderete tutti quanti i protagonisti andranno completamente nel panico: la loro mira sarà imprecisa, i movimenti più lenti e ogni attacco subito intaccherà direttamente l’energia vitale. Attenzione perché la morte di un solo protagonista si tradurrà in un immediato game over. Vista l’intensità delle battaglie potrete pagare una piccola somma per ripetere lo scontro nelle condizioni iniziali, se invece vi trovavate in serio pericolo, avrete la possibilità di spendere molto più denaro per ricaricare completamente la barra eroe.
Guns N’ Roses… parte secondaLa barra eroe ha anche un’altra importantissima funzione. Questa permette ai protagonisti di compiere “azioni eroiche”, ovvero un attacco ripetuto in corsa o in salto in grado d’infliggere seri danni ai nemici. Premendo il tasto X/quadrato del pad comparirà una linea luminosa ai piedi del protagonista che può essere allungata, accorciata o spostata verso la direzione desiderata. Una volta scelto l’obiettivo partirà l’azione durante la quale si potrà decidere se sparare da terra o in aria compiendo un salto lunghissimo. Nulla è lasciato al caso, difatti se salterete, eviterete eventuali ostacoli fisici i quali non farebbero altro che fermare l’azione e, allo stesso tempo, avrete modo di colpire punti diversi del nemico. Lo stesso discorso è applicabile quando si corre a terra; così facendo potrete “spingere” a suon di proiettili il nemico verso l’alto e se arriverà a un’altezza considerevole, il tempo si bloccherà mentre un indicatore girerà velocemente attorno al mirino. Una sua parte sarà colorata di giallo, fermare la freccia in questa zona vi permetterà di effettuare un attacco bonus devastante. Quando i nemici si trovano sospesi in aria potrete comunque decidere di saltare e colpirli violentemente, lo schianto al suolo sarà chiamato “abbattimento”, ovvero un altro metodo per infliggere ulteriori danni. L’offerta del battle system non finisce qui, ogni volta che userete un’azione eroe, consumerete un cristallo della barra comunque ripristinabile immediatamente se durante l’attacco riuscirete a infliggere seri danni al nemico. In aggiunta potrete accumulare punti “Resonance”, indispensabili per scatenare un terribile attacco congiunto dei tre protagonisti. Innanzitutto dovrete usare le azioni eroe in modo che la scia luminosa incroci la linea immaginaria che unisce gli altri due compagni. Dopo aver ripetuto l’azione per tre volte, sarete pronti ad attaccare il nemico a piena forza, ma dovrete fare attenzione a diversi aspetti. Quando accumulate punti Resonance, dovrete eseguire solo azioni eroe, in caso contrario perderete quelli guadagnati in precedenza, inoltre sarà bene studiare una posizione “a triangolo” adatta a far correre i protagonisti senza scontrarsi fra loro o contro una barriera fisica. Da come avrete capito, il sistema di combattimento richiede pazienza e intelligenza tattica per essere appreso e sfruttato nel migliore dei modi. Ogni vostra azione dovrà essere calcolata in base ai nemici, alle loro debolezze e agli elementi dell’area con cui potete interagire. Il gioco richiederà un continuo allenamento della squadra, abbassare la guardia vi costerà la vita.
Una Torre senza fineL’esplorazione gioca un ruolo fondamentale all’interno del gameplay del titolo. Quando sarete nella world map avrete la visione completa di ogni piano della torre; gli spostamenti saranno effettuati tramite cursore e con l’aiuto di numerosi ascensori per visitare i diversi piani disponibili. Anche in questo caso non avrete vita facile: le zone sono suddivise in pannelli esagonali, inaccessibili fino a quando non userete le “cellule energetiche”, oggetti da utilizzare per aprirvi un passaggio e sbloccare nuove location. Alcune zone richiederanno pannelli di un determinato colore per essere attivate, inoltre, la disposizione della mappa richiederà un uso intelligente delle celle energetiche; difatti, avendo forme diverse dovrete trovare un incastro geometrico adatto per liberare il maggior numero di pannelli col minimo sforzo. Per ricompensare il vostro impegno, in molte occasioni verrete premiati con generatori d’energia (utili per attivare dei bonus sulla mappa) o con forzieri contenenti oggetti di vario tipo come ad esempio parti di ricambio per le armi. Parlando di mitragliatori e pistole, avrete la possibilità di modificarli equipaggiando pezzi aggiuntivi atti a incrementarne le prestazioni. Caricatori, mirini, stabilizzatori, sono diverse le soluzioni a vostra disposizione, l’unico limite è rappresentato dal peso dei componenti, eccedere non porterà da nessuna parte. Oltre all’arma principale potrete abbinare un secondo oggetto a scelta tra armi da lancio, oggetti curativi e un caricatore per munizioni speciali, in aggiunta avrete modo di equipaggiare due accessori extra, utili per incrementare le statistiche di armi e personaggi. Sarà indispensabile raccogliere materiale di scarto per poterlo smontare e ottenere parti essenziali per la creazione di munizioni, pezzi di equipaggiamento e armi da lancio. Interessante il sistema di livellamento dei personaggi il quale si basa sull’utilizzo delle diverse armi e la quantità di danni inferti. Quando avrete equipaggiato una pistola, l’indicatore vi mostrerà una barra di progressione, questa si riempirà ogni volta che attaccherete, ma a delle condizioni: il livello del nemico e quello dell’arma stessa. Per fare in modo di avere un party equilibrato dovrete scambiare le diverse armi tra i componenti dello stesso, in tal modo ognuno potrà salire di livello senza rimanere indietro. Il level-up avverrà ogni volta che aumenterete l’abilità di un’arma ecco perché diventa fondamentale scambiare di tanto in tanto l’equipaggiamento.
Meccanismi, orologi e metalloL’ambientazione di gioco richiama uno stile prettamente steampunk: tinte smorte, enormi costruzioni meccaniche sullo sfondo, città grigie, a volte abbandonate con i segni del passato ancora ben visibili. Sicuramente una visione d’impatto, affascinante, peccato solo che le ambientazioni non siano molto grandi, ma in molti casi ridotte a un paio di schermate. Discorso diverso per quanto riguarda il lato tecnico; se a fronte di modelli poligonali realizzati più che discretamente, dall’altra parte si ha un design dei personaggi discutibile, unito ad animazioni ridicole (Leanne in primis). Per quanto concerne l’accompagnamento musicale, questo varia da brani prettamente rock/metal a melodie più dolci e tranquille con ogni pezzo che si adatta alla situazione, nonostante nessuno di essi spicchi per qualità o originalità. Il doppiaggio inglese ci è parso di buona fattura, anche se la possibilità di impostare l’originale giapponese vi spingerà a favorire quest’ultimo. La longevità del titolo è difficile da quantificare poiché le battaglie prolungano di molto l’esperienza di gioco, senza contare la possibilità di intraprendere diverse sottomissioni in ogni capitolo, combattere nell’arena vicino la città principale o di passare diverse ore nel negozio di vestiti per decidere quale abbinamento di colore si addica meglio al personaggio.
– Ambientazione steam punk ispirata
– Sistema di combattimento complesso e appagante
– Esplorazione intelligente
– Buona longevità
– Trama e protagonisti sottotono
– Animazioni e design dei personaggi lasciano a desiderare
– A volte può essere frustrante
Resonance of Fate è un buon J-rpg, il lavoro migliore dello studio tri-Ace in questa generazione. Senza dubbio è un titolo riservato esclusivamente ai giocatori più esperti e appassionati del genere mentre i meno avvezzi si troveranno completamente spiazzati dalla difficoltà e profondità del sistema di combattimento il quale, sin da subito, mette a disposizione del giocatore tutto il proprio potenziale senza guidarlo nell’apprendimento. Peccato per la scarsa qualità della narrazione, frammentaria e composta da personaggi stereotipati, poco approfonditi nella loro caratterizzazione psicologica. Speriamo che in futuro il team di sviluppo presti maggiore attenzione al ruolo della trama poiché le sue produzioni soffrono tutte del medesimo problema. Un titolo destinato ai veri hardcore gamer, un buon diversivo per chi cerca i classici elementi del genere, ma non vuole rinunciare a idee nuove e interessanti.