Recensione

Resistance: Retribution

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a cura di Jack Right

Resistance: Fall of Man, sparatutto di Insomniac Games uscito su PS3 nel 2006, è stato per la console Sony una delle prime e vere killer application. Caratterizzato da una storia tutt’altro che pretestuosa e superficiale, il gioco era ambientato negli anni ’50, ma in un passato alternativo dove il mondo era stato invaso dagli alieni Chimera. Resistance: Retribution si colloca temporalmente tra il primo ed il secondo episodio “ufficiale” apparsi su PS3 ed ha come protagonista il prode James Grayson, che si trova a vivere una nuova avventura circa due settimane dopo la fine di Fall of Man. Senza dubbio dotato di un carisma forse anche maggiore rispetto a quello del protagonista degli episodi su console casalinga, James (ri)entra nella resistenza essenzialmente per vendetta. Non sappiamo quanto effettivamente egli sia interessato alla liberazione del genere umano, ma senz’altro la sua sete di vendetta è senza pari, e soltanto sangue alieno sarà in grado, seppur in parte, di placarla. Ma andiamo con ordine.

Per la salvezza del mondo? NO, per vendettaAnche su PSP la storia è ben curata e merita di essere seguita attentamente. Tutto inizia quando il protagonista trova il fratello in un centro di conversione Chimera (centri appositamente installati dalla razza ostile onde convertire gli umani in soldati nemici) ma, benché si affanni e faccia tutto il possibile per non perdere tempo e uccidere gli alieni, non riesce a salvargli la vita. Anzi, è addirittura costretto ad ucciderlo in prima persona.. Mosso dall’ira e dal desiderio di vendetta, diviene famoso in ogni zona di guerra per via delle sue imprese: uno dopo l’altro distruggerà molti centri di conversione, ma ciò non basterà a fermare l’avanzata dei Chimera (che nel frattempo stanno organizzandosi in altro modo). Condannato addirittura a morte, si salverà accettando di collaborare con gruppi di resistenza europei che, consapevoli della sua rabbia ed esperienza, lo vogliono al loro fianco. Non mancheranno ovviamente inganni e colpi di scena.

Gameplay e sistema di controlloLa mancanza dell’analogico destro, purtroppo, si fa sentire. Il sistema di controllo infatti, seppur tarato perfettamente ed ottimizzato in base alle caratteristiche di PSP, non è molto comodo e necessiterà di un po’ di pratica per essere gestito al meglio. Il controllo del protagonista è ovviamente affidato all’analogico, ma il mirino verrà spostato con i quattro tasti digitali. Questa scelta, l’unica in grado di gestire uno sparatutto del genere su PSP, è coadiuvata da un sistema di mira automatico. Di default infatti, accostandovi dietro un qualsiasi riparo, mirerete automaticamente all’avversario più vicino al vostro mirino e sparando (tramite il dorsale destro) uscirete allo scoperto con la certezza di colpire l’avversario. Da notare che i ripari saranno automatici: basterà avvicinarsi ad una cassa per sistemarsi convenientemente dietro di essa. Ogni arma avrà a disposizione due modalità di fuoco (spesso davvero brillanti ed originali) e la seconda si attiverà tenendo premuto il tasto “L” più “R”. Con “GIU’” sul D-pad potrete interagire con elementi dello scenario e salire così scale, spostare oggetti, premere interruttori, aiutare compagni e altro ancora. Tramite “DESTRA” cambierete arma istantaneamente ma, mantenendolo premuto, attiverete la funzione di scelta rapida da menù: il teatro di scontro tutto attorno a voi si fermerà lasciandovi il tempo di scegliere con calma quale arma tra le disponibili adottare. Con “SINISTRA” ricaricherete l’arma in uso (le munizioni saranno sempre elargite a piene mani, così come i medi-kit) e con “SU” entrerete in modalità fuoco manuale. In talune circostanze, infatti, la mira automatica non vi permetterà una sufficiente velocità d’azione poiché non potrete, tramite essa, decidere dove colpire l’avversario. Un esempio su tutti: una delle molte tipologie di nemici è denominata Racchia: sono femmine di chimera molto brutte (!!) e temibili che, avendo un corpo molto resistente, necessitano di una notevole quantità di munizioni per essere uccise. La loro testa però, che lasceranno esplodere se vi arriveranno vicine, è fragile per via dei poteri mentali che la accompagnano. Capirete senz’altro che, in certi casi, converrà prendere manualmente la mira abbandonando quella assistita ma, purtroppo, l’uso dei quattro succitati digitali (che nascono con uno scopo ludico profondamente diverso) potrebbe creare qualche problema, perlomeno inizialmente. Buona la varietà dell’arsenale bellico: già dalle prime armi che imbraccerete vi renderete conto della maestria profusa dal team di sviluppo nella loro realizzazione. Se il fucile-mitragliatore Tempesta non offre grandi novità rispetto a quanto visto in sparatutto precedenti (del resto è l’arma base), già con il BM001 Razor le cose si faranno serie. Contiene 45 colpi in caricatore di discreta potenza che potrete sparare a raffica attraverso ”R”. Tenendo invece premuto il tasto “L” li caricherete tutti insieme e, dopo aver atteso qualche secondo, li potrete sparare con “R”. Assicuriamo che un colpo del genere, se ben assestato, costringerà alla resa anche il più ostile dei nemici. Interessante anche il Fareye FR1, fucile di precisione con due livelli di zoom. Un solo colpo può uccidere la maggiore parte dei nemici, ma è nella funzionalità alternativa affidata al tasto “L” che risiede la sua potenza: sarete in grado, previa ricarica tra uno sparo e l’altro, di rallentare per qualche secondo nemici e colpi in modo tale da prendere più agevolmente la mira. Ottimo anche il lanciarazzi LAARK: potrete fermare un razzo a mezz’aria (nel caso in cui il bersaglio si sposti), e da lì riassegnargli una direzione con “L”. Premendo nuovamente il tasto “R”, invece, esso scoppierà esattamente dove si trova.Buono il comparto multiplayer del titolo: potranno sfidarsi via Wi-Fi fino ad 8 giocatori. Le modalità presentate sono piuttosto standard, ma divertenti: nell’Assimilazione si potranno vestire i panni degli alieni che, quando sconfiggeranno un umano, potranno contare su di un soldato in più.

Grafica e sonoroContrariamente rispetto a quanto ci saremmo aspettati, Resistance: Retribution sotto questo aspetto non sorprende più di tanto. I giochi di luce che caratterizzano determinati scontri contro i boss e i vari scenari risultano sicuramente apprezzabili, così come la quantità di poligoni che la Psp riesce a gestire (al prezzo di qualche sporadico rallentamento). Nonostante ciò, però, la resa grafica non raggiunge il livello che ci saremmo aspettato, complice i filtri applicati e la scarsa qualità di alcune texture. Attenzione però, non vorremmo essere fraintesi: il comparto grafico del gioco è apprezzabile, ma per un titolo del genere ci saremmo aspettati qualcosa in più. Eccellenti, invece, le animazioni, come pure glieffetti particellari connessi ad esplosioni e deflagrazioni. Visto poi che alcune fasi andranno giocate nell’acqua, una particolare menzione va fatta per la resa della stessa.Gradevole il doppiaggio, completamente in italiano, così come le musiche e gli effetti sonori.

– Sparatutto frenetico e divertente

– Storia ben sviluppata

– Buon comparto sonoro

– Graficamente ci saremmo aspettati qualcosa in più

– Non si può salvare a piacimento, grave per una console portatile

– Sistema di controllo inizialmente scomodo e mai ottimale.

8.0

Resistance: Retribution è uno sparatutto divertente. Purtroppo l’impossibilità di salvare dove si vuole, un sistema di controllo inizialmente scomodo e mai ottimale (benché calibrato perfettamente) e un comparto tecnico buono ma un po’ sotto le aspettative, ci impediscono di annoverarlo tra i capolavori. Di certo l’impegno profuso dagli sviluppatori in questo Spin-off merita un plauso particolare, e siamo certi che se Retribution avrà un seguito questi potrebbe raggiungere addirittura vette d’eccellenza.

Voto Recensione di Resistance: Retribution - Recensione


8

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