Recensione

Resident Evil: The Umbrella Chronicles

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a cura di Antonello Buzzi

Senior Staff Writer

La saga di Resident Evil è una delle più amate tra i videogiocatori, celebre anche grazie alla trilogia di film ad essa ispirata, seppur non sia stata in grado di trasporre sul grande schermo tutta la qualità dei titoli originali. Dopo una versione speciale dello stupendo quarto episodio, la nuova console Nintendo ospita un nuovo gioco della serie, intitolato Resident Evil: The Umbrella Chronicles, che pone fine ai misteri che circondavano la caduta dell’Umbrella, la malefica multinazionale farmaceutica che ha dato inizio all’incubo degli zombie e delle mutazioni nei pressi di Raccoon City. Le prime informazioni sul titolo sono state accolte con un po’ di scetticismo, in quanto i precedenti capitoli basati prevalentemente su meccaniche light-gun (Gun Survivor) non hanno certo brillato per la loro realizzazione, fungendo quasi da “pecora nera” per la serie. Fortunatamente, questa volta la situazione è diversa, prima di tutto perchè si ripercorreranno le storie già raccontate nei passati episodi, ma anche nuovi scenari. Benvenuti negli archivi dell’Umbrella…

La nascita e la fine dell’UmbrellaLe vicende narrate in questo “The Umbrella Chronicles” partono da Resident Evil Zero, in cui vedremo Rebecca Chambers, membro della squadra Bravo della S.T.A.R.S., una team speciale di Raccoon City, e Billy Coen, un condannato alla pena di morte, combattere insieme contro un’ondata di zombie e altre mostruosità, partendo da un treno, l’Ecliptic Express. Ben presto verremo a conoscenza che tutto questo è accaduto per la liberazione del virus T, una potente arma biologica sviluppata nei laboratori della multinazionale farmaceutica Umbrella allo scopo di produrre B.O.W. (Bio Organic Weapon) da vendere al miglior offerente. Non sanno però, che il capitano Albert Wesker della S.T.A.R.S. è coinvolto nella faccenda ed è proprio lui, il giorno successivo ai fatti raccontati, con la scusa di ritrovare Rebecca e gli altri componenti della squadra Bravo, a portare il team Alpha presso i monti Arklay. Attaccati da cani molto aggressivi, Wesker ed i suoi compagni Jill Valentine e Chris Redfield si rifugiano presso una villa trovata nelle vicinanze. Mentre Albert scompare misteriosamente, i due eroi dovranno fronteggiare tutte le creature che infestano la magione, fino ad arrivare ai laboratori sotteranei, dove si ricongiungeranno a Wesker alle prese con il Tyrant, l’evoluzione finale del T-Virus, una specie di “super-uomo”. Grazie all’abilità e alla fortuna, i due riescono a fuggire da quella terribile località, ma l’incubo non è ancora finito. Qualche tempo dopo, il virus si è diffuso a Raccoon City, infettandone gran parte degli abitanti. Qui parte la terza sezione del gioco, dove, nei panni di Jill e Carlos Oliveira, un soldato dell’U.B.C.S., l’esercito personale della Umbrella, dovrete riuscire a scappare dalla città, che presto sarà rasa al suolo da una bomba nucleare. Questo, in breve, è quello che già tutti gli appassionati della saga già sapevano, ma in questo “The Umbrella Chronicles” è contenuto molto di più. Infatti sono presenti dei piccoli sottoepisodi inediti che ampliano e spiegano meglio la trama, come il ruolo di Wesker in Re 0, oppure la sua fuga dalla villa dopo essere stato trafitto dal Tyrant, di come Rebecca ha passato le ore intercorse tra i fatti di Re 0 e quando è stata trovata da Chris e Jill, o ancora come Ada Wong e Hunk sono riusciti a scappare da Raccoon City. Infine, abbiamo una parte completamente nuova, ambientata nella base russa della società, che ne decreterà la sua stessa fine. Come potete capire, quindi, di carne al fuoco ce n’è parecchia, tanta da far esultare di felicità ogni fan della serie.

Spara, dannazione, SPARA!Il gameplay è quello tipico di un light gun game; ci ritroveremo ad attraversare vari ambienti in maniera del tutto guidata, senza possibilità di deambulazione propria, distruggendo qualsiasi cosa ci passi sotto il mirino. I controlli sono molto semplici: il Wiimote serve per il puntamento; B spara; tenendo premuto A e successivamente B verrà lanciata una granata, utile per liberarsi di un gran numero di nemici allo stesso tempo e per eliminare più in fretta i boss; i tasti direzionali alto e basso del D-Pad permettono di cambiare le armi a disposizione; tenendo premuto A e scuotendo il Wiimote si potrà effettuare un colpo con il coltello; agitando il Wiimote si ricarica l’arma, ed infine lo stick analogico del nunchuk serve per muovere leggermente la visuale. E’ supportato anche il Wii Zapper ma, per esperienza personale, vi consiglio di utilizzare l’accoppiata nunchuk + wiimote, decisamente più comoda e maneggevole. Gli scenari presentano un gran numero di oggetti distruttibili, la cui presenza sarà evidenziata dal puntatore che mostrerà una croce bianca quando passeremo sopra di loro. Fare a pezzi tutto il possibile sarà anche una necessità, in quanto al loro interno potremo trovare armi, munizioni, erbe mediche, spray curativi e, soprattutto, files che serviranno a fornire interessanti approfondimenti sulla trama. Questi verranno anche conteggiati a fine livello per raggiungere una valutazione migliore. Le erbe verdi servono per recuperare un po’ di energia, mentre lo spray verrà utilizzato solamente una volta che questa sarà terminata, consentendoci di avere una seconda chance per proseguire. Parlando delle armi, avremo sempre a nostra disposizione la pistola con munizioni infinite, ma che, con l’aumentare del numero di zombie e delle creature su schermo, si rivelerà ben presto inadeguata. Ad essa si aggiungeranno quelle che troveremo sparse per i livelli di gioco, ma prima di iniziare la partita ne potremo selezionare una seconda, eventualmente potenziata dalla sezione apposita. Infatti, al termine di ogni stage, saremo ricompensati con delle stelline, che serviranno come “moneta di scambio” per l’upgrade dei vari dispensatori di morte, in modo del tutto simile a Resident Evil 4. I miglioramenti riguarderanno velocità di ricarica, potenza di fuoco e grandezza del caricatore. Il numero di colpi disponibili saranno anche visualizzati anche su una barra posta intorno al mirino. Ogni ambientazione principale (RE 0, RE Rebirth, RE3 e Umbrella’s End) consta di tre livelli, ognuno suddiviso in due parti da un checkpoint posizionato circa a metà degli stessi, da cui si continuerà in caso di morte. Alla fine di ciascun stage ci verrà assegnato un voto (che, come da tradizione, va da E ad S), in base a diversi fattori quali il tempo impiegato, il numero di colpi a segno, la quantità di oggetti distrutti e di files raccolti ed anche il numero di colpi critici effettuati. Questi ultimi rappresentano le eliminazioni dei nemici tramite i loro punti deboli. Ad esempio, non basterà colpire gli zombie alla testa per liberarsi di loro istantaneamente, ma si dovrà mirare esattamente al centro della loro fronte; in questa occasione il mirino pulserà di rosso, avvertendoci che siamo posizionati sul loro punto debole e, facendo fuoco, vedremo la loro testa scoppiare. Tutte le mostruosità che affronteremo avranno un loro punto debole, starà a voi scoprire qual’è. Il bestiario è molto vario e comprende gran parte degli avversari che abbiamo già avuto modo di incontrare nei capitoli precedenti. Grande rilevanza nel gameplay è rivestita dai Quick Time Event, introdotti nella serie dal quarto episodio. Se infatti uno zombie si avvicinerà troppo, un’icona che apparirà in sovrimpressione ci avviserà di scuotere il Wiimote per togliercelo di dosso, ma non è tutto. Infatti in alcune situazioni, riconoscibili da un lampo bianco e la visuale che passerà in terza persona, dovremo essere rapidi a premere i tasti che compariranno su schermo, in caso contrario, andremo incontro a morte certa o, quanto meno, una perdita notevole di energia. Queste situazioni sono assai frequenti durante gli scontri con i boss, nei quali i QTE saranno necessari per schivare i colpi più potenti sferrati da queste creature. Sono anche presenti alcuni bivi dove ci verrà data la possibilità di scegliere quale strada utilizzare per proseguire. Il puntamento tramite Wiimote necessita di qualche minuto di pratica per essere assimilato, in quanto non si tratta di una light gun, ma è molto più simile allo spostamento di un mouse.La longevità è molto alta, decisamente inusuale per un titolo del genere, e si attesta sulla sette-otto ore la prima volta per riuscire a terminare ogni scenario, inclusi quelli bonus. Tuttavia, per completare il gioco al 100%, quindi raccogliendo tutti i files e ottenendo le armi con munizioni infinite, il tempo necessario aumenterà vistosamente, arrivando a 15-20 ore a seconda della propria abilità. Il divertimento poi raddoppia giocando in due, anche se è permesso solo negli stage principali. In questo modo sarà più facile eliminare i mostri visto che “l’unione fa la forza”, ma la barra dell’energia sarà condivisa e i QTE dovranno essere effettuati correttamente da entrambi i giocatori affinchè vadano a buon fine.

Aspetto TecnicoGraficamente, si nota subito come il titolo sia una produzione low budget. E’ evidente che gran parte dei modelli poligonali siano stati riciclati dai precedenti episodi apparsi su GameCube e PS2 (serie Outbreak), mentre gli scenari denotano una cura altalenante. Mentre quelli ispirati a RE0 e RE1 sono di buona qualità, il resto è decisamente insufficiente e piuttosto spoglio. Va precisato inoltre che le texture che ricoprono gli ambienti sono scarne e con un bruttissimo effetto “pixel” che va a rovinare parte dell’atmosfera, probabilmente a causa dello scarso quantitativo di memoria della console Nintendo. Per ciò che concerne personaggi e mostri vari, siamo su buoni livelli, anche se non eccelsi; la cura maggiore è stata riservata ai boss, di grosse dimensioni e spesso con un effetto lucido che riesce a rendere la loro pelle viscida alla vista. Anche gli spezzoni in computer grafica sono piuttosto anonimi ed evidenziano una certa frettolosità di realizzazione e pochi dettagli, mostrando personaggi ed ambienti piuttosto plastici ed artificiali, con un dispendio di effetti speciali davvero minimo. Nelle fasi più concitate, quando sono presenti molti avversari su schermo, inoltre il frame rate, solitamente sui 30 fps, scende vistosamente, fortunatamente senza intaccare la godibilità del prodotto. Rimane il rammarico sulla mancanza dei danni localizzati, presenti fin dal primo House Of The Dead, sviluppato un decennio fa. Da segnalare il pieno supporto alla modalità widescreen 480p per EDTV/HDTV.Sul fronte audio la situazione è più soddisfacente; musiche ed effetti sonori sono ben riprodotti ed atmosfera, mentre pollice verso per il doppiaggio in inglese (sottotitolato in italiano). Seppur non sia poi così terribile, presenta voci diverse rispetto al passato per tutti i personaggi, cosa che ogni appassionato della serie troverà decisamente fastidiosa.

– Tutta la storia dell’Umbrella in un solo disco

– Gameplay più vario rispetto ai classici giochi con light gun

– Buona longevità

– Tecnicamente migliorabile

– Potrebbe sembrare un po’ limitato

7.5

Resident Evil: The Umbrella Chronicles si presenta come un valido sparatutto con light gun, che trova però il suo più grande difetto nella realizzazione tecnica, inferiore anche al precedente Resident Evil 4. Tuttavia abbiamo di fronte un gioco che per gli appassionati della serie si rivelerà un autentico gioiello, grazie alla longevità elevata per il genere e al gran numero di bonus sbloccabili. Presenta inoltre una buona rigiocabilità e la possibilità di essere affrontato in due lo rende perfetto per divertenti partite occasionali con gli amici.

Voto Recensione di Resident Evil: The Umbrella Chronicles - Recensione


7.5

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