Parlare dell’ultimo episodio di Resident Evil: Revelations 2 significa chiudere idealmente il cerchio su quello che è di fatto un esperimento un po’ controverso. Ogni episodio, per essere apprezzato pienamente, aveva bisogno di mantenere una qualità costante e un livello di intrattenimento sempre coinvolgente, ma come abbiamo visto nelle precedenti recensioni, i dubbi sono stati maggiori delle certezze. Dopo un terzo episodio che pareva prepararsi a un finale degno di nota, bisogna purtroppo raffreddare gli animi di chi ci ha sperato fino alla fine: l’ultima puntata di Revelations 2 – come era possibile dedurre – conferma che Capcom non è riuscita nel compito di riscattarsi nemmeno con questo spin-off.
Gli affanni del sesso debole
Se nel primo e nel secondo episodio non eravamo rimasti particolarmente affascinati dalla campagna di Claire e Moira, quest’ultima trance di gioco è la chiara dimostrazione di quanta poca ambizione ci sia stata dietro questo progetto.
Come se non bastasse l’impalpabile personaggio di Moira ad abbassare vistosamente il livello medio del cast, potrete portare a termine l’avventura delle due ragazze addirittura in meno di mezzora, con l’aggravante che l’intera sezione è vittima di furbi escamotage che ne aumentano la durata. Basti pensare, ad esempio, alla presenza dei nemici invisibili che solo Natalia potrebbe in qualche modo individuare. Qui, mentre si gira attorno a delle passerelle per arrivare infine alle scale che portano alla fuga, fanno la loro comparsa come elemento di disturbo. Ci si deve dunque regolare a caso, sperando che il nemico colpisca le scatole di cartone poste al centro del corridoio per farci intendere quale sia la sua ubicazione. In caso ciò non avvenga o non abbiate una bomba fumogena, vi ritroverete a sparare alla rinfusa, o ad evitare accuratamente di esplorare una porzione della mappa, già di per sé piuttosto spartana e anonima. Qualora non riusciate a fare tutto come si deve al primo tentativo, i pochi minuti rimanenti li passerete a scappare e a riprovare la sezione almeno un paio di volte.
Mentre il tempo scorrerà inesorabile, assieme a esso diminuirà anche la speranza residua che qualcosa di clamoroso possa davvero accadere. In un attimo sarete già alle valutazioni di fine capitolo, con l’amaro in bocca e un po’ di imbarazzo per la povertà di idee a cui avete appena assistito. Non c’è un boss finale, non ci sono nemici, e il finale di compagna si chiude con una gioia che Capcom non ci ha in realtà voluto dare in alcun modo. Inoltre, l’intersecazione delle due campagne è studiata male, lascia ampio spazio alla prevedibilità, e non approfitta in alcun modo della coralità della battaglia finale, relegando Claire e Moira nelle retrovie. Si tratta insomma della parte peggiore di tutto Revelations 2, incapace di valorizzare i due personaggi e legare le vicende personali e di gioco delle due. Il cambio di prospettiva con Barry e Natalia, e ciò che accade in seguito, giova un po’ alla chiusura frettolosa della prima campagna, ma è inevitabile affermare che siamo di fronte a un’occasione di riscatto completamente gettata alle ortiche.
Il momento della verità
Vista la prima metà dell’episodio – davvero insufficiente – era pressoché impossibile riuscire a fare di peggio. Tuttavia, nemmeno la strana coppia costituita da Barry e Natalia riesce a rendere memorabile Revelations 2. Prima di arrivare alla zona finale, bisogna passare attraverso un sistema di ponteggi a carrucole che mette in evidenza, ancora una volta, la collaborazione attiva dei due personaggi. Stavolta, però, non ci sono improvvisi attacchi nemici a disturbare l’azione, ma dei continui spostamenti da una parte all’altra che rendono molto macchinose alcune mansioni davvero basilari. Si tratta dunque di una parte un po’ noiosa, che si appoggia su un game design parecchio artificioso per far sì che una strada dritta diventi incredibilmente tortuosa. Fate lo sforzo mentale di pensare a quanto impieghereste normalmente per percorrere un chilometro in auto, e poi pensate a quanto tempo ci vorrebbe quando piove a dirotto, è l’ora di punta, e c’è stato un tamponamento. Avrete così l’idea di ciò che Capcom ha fatto nel terzo e in questo ultimo episodio per rimpolpare una longevità non proprio elevata.
Prima di arrivare al boss finale – che dimenticherete dopo aver completato il gioco – va segnalata una location che è puro fan service. Ovviamente, tutto è stato adattato alla nuova impronta action della serie, pertanto non aspettatevi enigmi impegnativi e irruzioni da infarto. Ci sono però delle chiavi da ottenere per sbloccare alcune porte, che ovviamente vanno recuperate nelle zone più remote dell’edificio. Nonostante le grandi distanze tra un oggetto e l’altro, anche questa volta Capcom ha deciso di tagliare i ponti col passato e non cedere troppo al backtracking, lasciando un po’ più di spazio alle scene conclusive di Revelations 2: prevedibili, poco coinvolgenti e incapaci di lasciare il segno. Probabilmente, anche a causa di alcune linee di dialogo da film di serie B.
– Riesce a essere autoconclusivo
– Una location in particolare è ben realizzata
– La campagna di Claire e Moira è inconsistente
– Storia deludente
– Tanti riempitivi
L’episodio conclusivo di Resident Evil: Revelations 2 è deludente e ridimensiona in parte la portata del progetto, che si configura come un esperimento che non riesce davvero a convincere fino in fondo. La campagna di Claire e Moira è da dimenticare, mentre quella di Barry e Natalia è incredibilmente telefonata e a tratti noiosa, con un finale che non riesce ad ammaliare praticamente nessuno.