Recensione

Resident Evil: Gun Survivor 2

Avatar

a cura di Massimo

Gun Survivor 2 costituisce l’addio del franchise di Resident Evil per la Playstation 2, almeno come serie originale, visto che una serie parallela, giocabile online, è stata annunciata dalla Sony in arrivo entro la fine dell’anno sul Monolite.La storia ripresa in quest’ultimo titolo della serie, è ovviamente la stessa di Code Veronica, con l’arcigna Claire Redfield, impegnata nella ricerca in Europa di suo fratello Chris, agente della S.T.A.R.S. nonché protagonista del primo episodio, catturata dagli uomini della Umbrella e portata su di un’isola di proprietà della Compagnia, dove viene reclusa. Sul luogo ovviamente, gli scienziati della Company compiono i soliti esperimenti bio-genetici, e come sempre, qualcosa va storto e il virus si diffonde rapidamente colpendo militari, studiosi e prigionieri del campo di prigionia dove vengono tenuti i ostaggio per dei terribili esperimenti, decine di abitanti dell’isola. Solo che questa volta la causa della fuga di sostanze chimico-biologiche è dovuta all’attacco da parte di misteriosi paramilitari (forse i nuovi nemici della BioJect?), che non hanno nulla a che fare con Eserciti Regolari o con i Servizi Segreti degli Stati Uniti, i quali hanno bombardato i laboratori e le postazioni nemiche. La storia poi proseguiva in Antartide con nuovi sviluppi, scenari e colpi di scena. All’inizio di questo Gun Survivor 2, però, notiamo che qualcosa non quadra. Il gioco, come vedremo più avanti, sembra stato fatto quasi “controvoglia” dalla Capcom. Se ci trovassimo dinanzi ad un film, diremmo che il regista ha realizzato la pellicola girando con “la mano sinistra” le scene, ad indicare cioè in gergo la mancanza di spunti interessanti. Un esempio? La famosa scena dell’incontro tra Claire e Steve Burnside, che avviene quasi subito all’inizio di Code veronica, accanto all’uscita del campo, è stata clamorosamente modificata, causando ad una prima occhiata una sensazione di smarrimento. I due si trovano faccia a faccia per la prima volta in un punto totalmente diverso dall’originale, e la prima cosa che fanno è quello di intrattenere un discorso quasi senza senso, con dialoghi banali e senza costrutto. Daccordo, l’impostazione del gioco non richiede particolari cure nei dialoghi o nella trama, però è anche vero che non c’era motivo di cambiare certe situazioni se ci si deve confrontare con una trama già conosciuta da tutti.

In GameNon lasciatevi ingannare dal titolo: Resident Evil: Gun Survivor 2, non ha nulla di che spartire con il primo Gun Survivor uscito su PSX. Mentre quest’ultimo era una sorta di Half Life, dunque uno sparatutto-adventure, con una trama, dei colpi di scena, etc, il secondo capitolo è uno spara-spara alla House of The Dead con più (mica tanto) libertà di movimento. C’è poco da fare insomma, se non massacrare tutto ciò che capita a tiro. Una volta caricato il Cd del gioco, notiamo l’assenza di un filmato introduttivo, e questa scelta francamente non l’ho capita. Si poteva riciclare quello di Code Veronica, ad esempio, modificandone un pò le scene in fase di montaggio, se proprio non si voleva crearne una da zero, ma niente. C’è una sorta di intro creata con lo stesso motore grafico del gioco, con Claire e Steve circondati dagli zombi e impegnati a riempire i poveri non-morti di piombo, che si “passano” la scena un pò per uno, ma con fasi di “nero” fra una sequenza e l’altra che manco nei film in bianco e nero degli anni 30 si vedevano, per una situazione scenica ai limiti dell’assurdo e dell’insulso. Dopo questa poco esaltante semi-introduzione quindi, si passa alla schermata vera e propria di gioco. Qui potrete scegliere le varie modalità disponibili, che poi sono solo due. Prima però è opportuno settare le opzioni, poche devo dire, la principale delle quali è l’attivazione della modalità cooperativa fra Claire Redfield e Steve Burnside. In pratica potrete contare sull’aiuto dell’uno o dell’altro (a seconda di quale personaggio deciderete di guidare voi) e di conseguenza su un altro paio di pistole, utili per tirarvi fuori dai guai, anche se l’IA artificiale del vostro compare non è delle migliori. La cosa semplicemente assurda è che questa modalità “a due” vale solo se giocate con la Cpu! In pratica non è possibile giocare in coppia con un altro amico! Ma come, mi e ci diciamo noi, si fa la conversione di un gioco da sala, dove il bello, il divertimento non consiste tanto in una trama o giocabilità pressochè assenti, ma nella cooperazione, nello sparare “a quei sacchi di pus” assieme ad un compagno in carne e ossa, e nella versione casalinga mi togli l’unica cosa forse valida del titolo?

Un buco nell’acquaDicevamo delle modalità di gioco, due per l’esattezza. Si va dalla modalità Arcade, in cui ci si limita al solito “raccogli la chiave, apri la porta e uccidi il boss”, tipico di questo genere, muovendosi in un percorso predefinito e sotto la pressione di un certo lasso di tempo, entro il quale portare a termine il livello, pena l’arrivo di un inc………mo Nemesis (c’è anche lui) che comincerà ad inseguirvi per tutta la scena senza che voi possiate sparargli (!), alla modalità Dungeon, dove, in una sorta di Unreal dei poveri, ci si deve fare largo in un edificio infestato da tutte le simpaticissime e accoglienti creature di Resident Evil. La grafica non mi sembra un granchè, e qui non c’entrano i limiti tecnici della PS2 in fatto di ambienti 3D. E’ proprio fatta male dalla Capcom. Lo stile è mutuato dal Code Veronica originale, ma mentre li la cura per i dettagli, la qualità globale raggiungeva e si manteneva su certi buoni standard, qui mi pare si sia fatto un passo indietro, con personaggi meno definiti e texture scarse. La cosa che francamente lascia perplessi è il fatto che già nel gioco originale si sbloccava una modalità in soggettiva simile a questa. Ma allora, perchè non sfruttare il motore grafico proprio di quella modalità speciale? Mistero. Personaggi e mostri sono in definitiva quelli che sono: la loro realizzazione è accettabile, nulla più, e il motore grafico che muove il gioco stenta parecchio. Certo, gli ambienti circostanti sono stati “riempiti” da vari elementi scenici, come casse, tubi che emettono vapori, luci, bidoni esplosivi utilizzabili alla Resident Evil 3, cioè sparandogli e facendoli saltare in aria se si vuole avere un maggior effetto devastante sul nemico, ma il tutto rimane nella media di una certa mediocrità. Pensate che alcuni oggetti sembrano perfino estranei rispetto agli altri elementi del fondale… Per quanto concerne la giocabilità, vi posso segnalare che il sistema di controllo del primo episodio è stato del tutto rivisitato, e d’altronde non poteva essere altrimenti vista anche la diversa impostazione del gameplay. Ogni cosa è stata ripensata e rivista in funzione della nuova G-Con 2, quindi tutti i movimenti si possono eseguire con la croce direzionale e i due pulsanti supplementari. Non siamo di fronte a qualcosa che faccia gridare alla perfezione, ma comunque mi pare di poter dire che almeno da questo punto di vista la Capcom abbia fatto fare al suo sparatutto un buon passo in avanti rispetto all’originale.

I personaggi della serie

Un pò di frenesia

Effetti di luce e qualche dettaglio grafico di discreta fattura

Buoni controlli con la G-Con 2

Noioso

Poca longevità

Controlli pessimi se giocate col pad

Ripetitivo nel gameplay e nello svolgersi degli eventi

Grafica deludente

5

La Capcom è sicuramente nota per la sua abilità nello spremere fino in fondo un titolo creando moltitudini di sequel, prequel, serie parallele, etc, soprattutto dei suoi migliori giochi, e da questo punto di vista, poteva forse essere risparmiata la serie Resident Evil? La “mucca” d’oro di Mikami è stata munta fino all’inverosimile e sono sicuro che uguale sorte toccherà a Devil May Cry e Onimusha, così come già avvenuto anche per la serie Street Fighter. Ma mentre finora le cose erano andate piuttosto bene, con giochi di buona fattura, lo stesso non si può dire con questo titolo. A mio parere l’errore più grande che hanno compiuto i CAPtive è stato il voler a tutti i costi dare agli utenti PS2 un altro titolo basato sulla licenza Biohazard dopo aver dirottato le loro attenzioni sul GameCube Nintendo, quasi una sorta di contentino per gli appassionati della console Sony. Alle fine infatti in Resident Evil: Gun Survivor 2 si è ricavato un gioco da un mini gioco, peggiorato e riproposto come novità. Resident Evil basa molto del suo successo sull’atmosfera, i colpi di scena, gli enigmi, oltre che sull’azione, mentre Gun Survivor lascia perdere gli enigmi, la suspense e l’avventura, proponendo solo un po’ di pirotecniche sparatorie a base di zombi.

Voto Recensione di Resident Evil: Gun Survivor 2 - Recensione


5

Leggi altri articoli