Ricordate i bei tempi in cui al nome Capcom non corrispondevano solo alcuni dei marchi più famosi al mondo, ma anche un gruppo di sviluppatori da cui era lecito aspettarsi solo capolavori? Non sono passati tantissimi anni da quel periodo dorato, eppure a noi pare sempre più un’eternità. Tolte serie di sicuro successo nella terra del sol levante come i Monster Hunter, e alcuni progetti affidati a team esterni dal forte impatto, è da un po’ che dallo studio primario della casa nipponica non esce roba realmente indimenticabile, forse anche a causa della situazione economica non sfavillante dell’azienda.
Di recente Capcom ha recuperato parecchie risorse e sembra volersi nuovamente dedicare allo sviluppo di qualcosa di grosso. Fino ai futuri reveal, però, i capoccia della C maiuscola paiono anche voler accumulare più denaro possibile, e non disdegnano progetti capaci di portare un po’ di sana liquidità nelle casse a costo zero. Chiaramente, non esiste modo migliore di fare ciò del recuperare i tanti marchi leggendari della software house, e le cose sono ancor più facili se il progetto ripescato richiede solo dei ritocchi marginali. Ecco quindi Resident Evil 4 HD Ultimate Edition, dopo nove anni dall’ultimo port PC dello storico titolo. Considerando che la prima versione per computer era a dir poco indegna, Capcom ha pensato bene di rifare le cose per benino stavolta, con un po’ di chicche gustose. Varrà la pena di recuperare le avventure di Leon dopo tutto questo tempo?
L’ultimo Resident Evil
Aspettiamo un attimo a parlare del comparto tecnico, e cerchiamo di ricordare insieme a voi perché Resident Evil 4 è considerato da molti il miglior capitolo della serie, oltre che l’ultimo “vero Resident Evil” uscito. Il gioco abbandona le legnose meccaniche dei predecessori per avvicinarsi agli shooter in terza persona (ed è giustamente indicato tra i pionieri del genere), una scelta che ha stranito molti fan e che tuttora divide gli appassionati, tuttavia, probabilmente grazie alla sapiente regia di Mikami, non perde la connotazione horror.
Le soluzioni trovate a livello di gameplay sono tanto semplici quanto geniali, e si sposano alla perfezione: la telecamera è ravvicinata, per rafforzare la tensione e moderare la visibilità, i movimenti di Leon sono volutamente limitati, e tolta la possibilità di girarsi all’istante e di effettuare balzi e scalate in corrispondenza di specifici elementi del paesaggio non ci sono manovre acrobatiche utili per districarsi da situazioni calde, e infine gli zombie sono stati sostituiti da individui infetti da un parassita di nome Plaga, molto più rapidi e intelligenti di un gruppo di non morti barcollanti.
La sensazione di paura costante non è paragonabile a quella di un survival horror puro, ma, se si paragonano le scelte di game design di Resident Evil 4 a quelle dei capitoli successivi, ci si rende conto di quanta differenza faccia un director con le idee chiare alle redini di un progetto. Quando ci si difende da un’orda di agguerriti avversari, capaci di lanciarvi addosso esplosivi e molotov, ci si aggira per gli edifici alla disperata ricerca di una misera protezione, e si usano in rapida successione i vari oggetti dell’inventario per restare in vita durante una spettacolare boss fight, è facile rendersi conto di come questo non sia un banale shooter, ma ancora un Resident Evil, carismatico e riuscito quanto i predecessori.
I parassiti fan bene alla pelle, pare
Ma fermiamo gli elogi, e passiamo all’elemento più importante di un port HD, il comparto tecnico. Capcom in questo caso non si è certo uccisa di lavoro, ma rispetto alla precedente versione per PC sono comunque stati fatti passi da gigante. Il titolo ora ha un frame rate stabile, settabile a 30 o 60 fps fissi, è ben ottimizzato, supporta il mouse degnamente, e non presenta alcun tipo di accelerazione innaturale quando si utilizza la periferica. Oltre a questo, gran parte dei filmati sono stati rimasterizzati, e vi è un’opzione per attivare delle rinnovate texture HD che vanno ad aumentare sensibilmente il dettaglio di certi elementi e dei personaggi principali.
Ora, vedere queste modifiche non ci dispiace affatto, ma si poteva certamente fare di più. Le texture migliorate, ad esempio, non riguardano ogni oggetto e superficie, quindi in molti casi si notano elementi ritoccati a fianco di zone sgranatissime, e la cosa stona. Inoltre, non sembrano esserci contenuti aggiuntivi in questa edizione (e no, il capitolo speciale dedicato ad Ada, “Separate Ways” non è una novità e non vale), né mancare bug visivi irritanti, come uno schermo verde fastidiosissimo nelle cutscene con alcune configurazioni, o delle texture che scompaiono a casaccio.
Si parla di problemi rari, sia chiaro, e il filtro “polveroso” che tutto copre nel titolo limita l’impatto negativo di una grafica a dir poco anzianotta, ma considerando che il prezzo della digital sta sui venti euro ci aspettavamo perlomeno un lavoro impeccabile e leggermente ampliato. Più fastidioso invece un problema correlato all’uso del coltello, che ora presenta un notevole ritardo nello spostamento dopo esser stato sguainato. La maggior parte dei giocatori nemmeno noterà la cosa, eppure va detto, perché utenti abituati a usare le lame alle difficoltà maggiori verranno infastiditi parecchio da tale cambiamento.