Piattaforme:
PC
,
PS4
,
XONE
,
SWITCH
,
MOBILE
,
PS3
,
X360
,
WII
Generi:
Survival Horror
Data di uscita: 18 marzo 2005 GC - 4 novembre 2005 PS2 - Versione HD (PC) 28 febbraio 2014 - 29 ottobre 2015 (Wii U) - 30 agosto 2016 (PS4-Xbox One) - 21 maggio 2019 (Switch)
Una volta il creatore della saga di Resident Evil, Shinji Mikami, ha affermato che se Resident Evil 4 fosse uscito su qualsiasi altra console oltre al Nintendo GameCube si sarebbe tagliato la testa. Beh, a quanto pare non ha mantenuto fede alla sua promessa, visto che ora il titolo è approdato anche su PlayStation 2 e mr. Mikami è ancora vivo. Bando agli scherzi, andiamo ora ad analizzare più nel dettaglio la conversione dell’ultimo capitolo della saga horror per eccellenza sul monolite nero di Sony, cosa che molti consideravano praticamente impossibile senza moltissimi tagli alla grafica, visto anche l’incredibile impatto grafico della versione originale sul cubetto della Nintendo.
La fine dell’UmbrellaSpiego brevemente la storia per quei pochi (spero) che non hanno mai sentito parlare del titolo in questione o che non si sono mai interessati alla versione GameCube. Sei anni dopo l’incidente avvenuto nei pressi di Raccoon City che ha portato la liberazione del T-Virus nella città e la conseguente epidemia che ha coinvolto tutta la popolazione, trasformando e mutando ogni essere vivente in zombie o comunque in creature mostruose assetate di sangue e carne umana, l’Umbrella (la società farmaceutica dietro a tutto questo) è stata vittima di un tracollo finanziario che ha decretato la sua fine. Nel gioco interpreterete Leon, un poliziotto di Raccoon City che è sopravvissuto al terribile evento e, date le sue doti, ora è un agente speciale sotto i comandi diretti del presidente degli Stati Uniti. La sua missione è ritrovare la figlia dell’uomo più potente del mondo, rapita da una misteriosa organizzazione. Secondo le ultime segnalazioni sembra che sia stata portata in un paese localizzato in Europa, più precisamente nell’area spagnola, visto il linguaggio parlato dai locali della zona. Il nostro eroe si trova, quindi, a partire per il vecchio continente, accompagnato da 2 agenti della polizia locale. Arrivato nei pressi del villaggio Leon scende dalla jeep su cui era trasportato e incontra uno degli abitanti, venendo immediatamente attaccato da esso non appena gli vengono richieste informazioni sulla ragazza, mostrandogli una foto della stessa. Al nostro agente segreto non rimane altro che difendersi abbattendo l’ostile individuo. Poco dopo si sentono delle urla provenienti dall’esterno… a quanto pare anche i 2 poliziotti che stavano aspettando Leon dentro la vettura sono stati attaccati e sono scomparsi. Comincia così la nostra avventura, in un paese straniero pieno di gente pronta ad ucciderci con qualsiasi mezzo… ma non è altro che il preludio ad orrori ben peggiori da fronteggiare….
Non avete mai visto un Resident Evil come questo prima d’oraCome avrete potuto vedere dalle immagini, il gameplay di questo quarto capitolo della saga horror per eccellenza è stato fortemente rinnovato, sin dal tipo di inquadratura utilizzata. Abbandonata la classica tecnica con fondali prerenderizzati in cui si muovevano personaggi poligonali con il Code Veronica (in cui tutto era 3d), si è giunti anche alla eliminazione delle inquadrature fisse, inizialmente scelte a causa dei limiti della console Sony PlayStation e per dare più suspence al gioco, posizionando la telecamera alle spalle del personaggio, come negli action game tridimensionali più classici. Bisogna dire che il nostro alter ego digitale non è posizionato perfettamente al centro dello schermo ma leggermente sulla sinistra. I comandi sono praticamente rimasti inalterati, ad esclusione della possibilità di equipaggiare il coltello in qualsiasi momento premendo L1, ma questa volta il puntamento verrà effettuato manualmente. Tenendo premuto R1, infatti, la visuale si stringerà ancora di più su Leon, posizionandosi all’altezza della sua spalla destra. Un puntatore laser indicherà la traiettoria del nostro proiettile una volta sparato, in modo da mirare precisamente ad un’area del corpo specifica dei nostri assalitori. Infatti ho usato il plurale in quanto, a differenza dei passati episodi dove i nemici erano comunque in numero esiguo, questa volta dovremo fronteggiare una moltitudine di avversari contemporaneamente, anche fino ad una decina alla volta. Inoltre essi non sono più degli stupidi e lenti zombie, ma mostrano delle capacità intellettive che gli permettono di coordinare i loro movimenti, effettuare strategie di accerchiamento e anche utilizzare loro stessi delle armi da lanciarvi addosso, come forconi, asce, candelotti di dinamite, motoseghe e altro ancora. Anche per elevare questa caratteristica più “action” del titolo, il nostro Leon potrà interagire maggiormente con l’ambiente esterno, ad esempio scavalcando cancelli, chiudendo porte e posizionando un mobile davanti ad esse per riuscire a rallentare i nemici che lo stanno inseguendo ecc. Le cutscene, prima costituite prevalentemente da filmati in CG, ora sono in tempo reale, e inoltre sono in qualche modo interattive. Infatti saranno presenti varie situazioni in cui dovremo essere veloci a premere un determinato pulsante al momento giusto, in modo del tutto simile ai QTE (Quick Time Event) del mai troppo lodato ShenMue di Sega.L’inventario è stato rivisto con l’introduzione di una occupazione a “blocchi” per gli oggetti che dipende dalle sue effettive dimensioni. Non ci ritroveremo più a vedere che una chiave occupa uno slot come un fucile (come succedeva nei vecchi capitoli della serie), ma gli oggetti principali, quelli cioè indispensabili per il proseguimento dell’avventura come chiavi e quant’altro, non occuperanno spazio nell’inventario (ora mostrato come l’interno di una valigetta) ma solo le armi, gli oggetti curativi (spray del pronto soccorso, uova ed erbe assortite) e, ovviamente, le munizioni. Il tutto ha un sistema simile a quello di Diablo (per coloro che hanno già giocato a questo ottimo hack’n slash) dove potremo posizionare al meglio i vari oggetti per ottimizzare lo spazio a disposizione, pure ruotando la loro icona. Eliminati anche i vari nastri d’inchiostro: basterà avvicinarsi ad una macchina da scrivere per salvare quante volte si vuole.Ulteriore novità è la presenza di un mercante, che ci fornirà nuove armi e potenziamenti delle stesse in cambio di denaro, cioè delle varie pesetas che riusciremo a raccogliere durante l’avventura, anche uccidendo i vari nemici. Sarà possibile vendergli i nostri oggetti, quali le vecchi armi che ormai non ci servono più e i vari “tesori” che abbiamo scoperto.Come un in classico Resident Evil sono presenti diversi enigmi durante l’avventura, anche se di minore complessità rispetto agli episodi precedenti, visto che avrebbero spezzato eccessivamente l’azione di gioco, ora molto più frenetica.
Una conversione perfetta? Non proprioUna delle cose che erano più in discussione riguardo questa conversione era appunto relativa alla parte grafica… come sarà possibile portare su una console “vetusta”, tecnicamente parlando, lo stesso gioco che sfruttava quasi al massimo la console Nintendo, molto più avanzata di quella Sony? Beh.. bisogna dire che i programmatori Capcom non sono di questo mondo visto che hanno fatto un gran lavoro, tanto che ad una persona inesperta le differenze potrebbero essere minime ad una prima occhiata, ma di certo non al sottoscritto che ha letteralmente sviscerato l’episodio su GameCube. Bisogna innanzitutto dire che, rispetto agli standard delle produzioni sul monolite nero, Resident Evil 4 è davvero stupefacente, con un elevato numero di poligoni su schermo, mostrando nonostante tutto l’azione fluidamente a 30 fps, anche se talvolta si assiste a qualche rallentamento, soprattutto nei scontri contro gli enormi boss presenti nel gioco.Spendiamo qualche parola sul confronto tra le 2 versioni. Innanzitutto il numero di poligoni è diminuito, anche se in misura minore rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare. Oltre a questo, la minore quantità di memoria video disponibile sulla console Sony ha costretto a ridurre la risoluzione e il numero di colori delle texture utilizzate, rendendo il gioco meno “naturale” e realistico rispetto al passato. Anche gli effetti luce sono stati ridimensionati, soprattutto in quelle zone dove il contrasto luce-ombra è maggiore (ricordo, per coloro che hanno giocato alla versione Gamecube, la scena del cimitero, dove, nel pieno dell’oscurità, venivano illuminati gli oggetti e le costruzioni circostanti dai lampi dei fulmini. Questo non succede sul monolite nero, diminuendo in questo modo anche quella particolare atmosfera che si veniva a creare). Inoltre gli effetti particellari sono stati ridotti e, in qualche occasione, completamente eliminati. Le cutscene (scene di intermezzo) presenti nel gioco mostrano un evidente miglioramento in termini di dettaglio grafico rispetto alla grafica ingame risultando praticamente identici alla controparte GameCube, questo perchè, a differenza della versione cubo dove venivano ricreate in realtime con l’engine del titolo, su PS2 sono pre-rendered. La cosa salta subito all’occhio quando si indossa un costume diverso da quello “standard”, infatti mentre su GameCube nelle scene di intermezzo i personaggi indossavano l’abito che avevamo scelto, sulla console Sony viene comunque mostrata la scena con i costumi normali, creando un certo stacco tra la qualità ingame e quella delle cutscene. A tutto questo aggiungeteci il solito problema dell’aliasing, ormai presenza fissa nelle produzioni PS2 e avrete il quadro globale dello scontro tra le 2 versioni. A scanso di equivoci, nonostante tutto il gioco si mostra indubbiamente superbo graficamente e alcuni dettagli si possono notare solo mettendo una vicina all’altra entrambe le versioni. Tuttavia questa conversione possiede una modalità video inedita rispetto alla controparte Nintendo, infatti offre il pieno supporto al widescreen rispetto al formato letterbox usato nell’edizione originale, che costringeva i giocatori dotati di un TV 16:9 a uno zoom dell’immagine per godere della visione del gioco a schermo intero, a discapito però di una piccola perdita di qualità. Sul fronte sonoro c’è poco di cui lamentarsi, con ottimi effetti e musiche di sottofondo particolarmente azzeccate e d’atmosfera. Il gioco supporta pienamente il Dolby Prologic 2, quindi tutti i possessori di un amplificatore in grado di decodificare correttamente tale segnale potranno beneficiare di un audio multicanale 5.1 estremamente coinvolgente. Anche in questo caso, però, la qualità complessiva è leggermente inferiore alla controparte cubo, soprattutto come dinamicità del suono.La longevità è notevole, oltre all’avventura principale, la cui durata è stimabile sulle 20 ore di gioco, sono presenti alcune modalità aggiuntive, quali Mercenaries e Assigment Ada. Esclusiva della versione PS2 è Separate Ways, che ci farà rigiocare l’intera avventura nei panni dell’affascinante Ada Wong, scoprendo un gran numero di retroscena inediti sulla vicenda e i personaggi coinvolti. Attenzione: costituisce la vera e propria chicca di questa edizione del gioco, infatti la durata di questa modalità è davvero elevata trattandosi di un extra, intrattenendovi per circa 3-4 ore. Ovviamente sono presenti vari punti di salvataggio durante l’avventura, esattamente come la modalità principale, e quindi non dovrete farvela tutta d’un fiato. Molto comodo anche il Browser Filmati, che ci consente in qualsiasi momento di rivedere le cutscene presenti nel gioco.Da segnalare infine la presenza del selettore 50/60 Hz e i sottotitoli in più lingue, tra cui l’italiano.
– Azione veloce ed immediata
– Gameplay rinnovato rispetto ai vecchi episodi
– Presenza di extra esclusivi per la versione Ps2
– Sonoro coinvolgente
– Grafica favolosa…
– …ma inferiore alla versione GameCube
– Qualche calo di frame rate
9.4
Resident Evil 4 si dimostra anche in questa sua incarnazione su PlayStation 2 uno dei migliori giochi prodotti dalla odierna generazione di console. I programmatori della Capcom sono riusciti, nel poco tempo a disposizione, a realizzare una conversione ben fatta, sicuramente superiore alle aspettative, anche se hanno dovuto diminuire parzialmente l’impatto grafico a causa delle limitazioni hardware della console Sony. Indubbiamente un acquisto indispensabile per ogni possessore del monolite nero; per tutti coloro che invece hanno già potuto apprezzare il titolo su Nintendo GameCube, l’unico valido motivo per acquistare questa seconda versione è la presenza della modalità extra “Separate Ways”, un vero e proprio gioco nel gioco che ogni fan della saga creata da Shinji Mikami dovrebbe giocare, visti i numerosi chiarimenti sulla trama e, soprattutto, qualche anticipazione su quello che potrebbe succedere in futuro nella storyline della serie.