Recensione

Republique Remastered

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a cura di Francesco Ursino

I titoli in seconda persona possiedono un certo fascino: non sono molto comuni, si basano su meccaniche talvolta stealth e, difatti, spesso offrono un’esperienza differente dal resto dei giochi in commercio. Durante l’anteprima di Clandestine, ad esempio, citavamo come esempi di titoli in seconda persona eXperience 112, nonché alcune sequenze di Watch Dogs dove Aiden deve guidare un determinato personaggio indicandogli dove andare. Questo stesso impianto di gioco lo ritroviamo ora in Republique Remastered, sviluppato da Camouflaj. Cerchiamo di approfondirne gli aspetti più importanti.

Evasioni in punta di ditaLa storia dello sviluppo di Republique Remastered è interessante e offre alcuni spunti di riflessione. Il titolo, infatti, è il frutto di una campagna Kickstarter grazie alla quale sono state finanziate le versioni Pc e Mac, ma anche iOS e Android. E’ proprio su queste ultime due piattaforme, in effetti, che il titolo vede inizialmente luce, con i primi tre dei cinque episodi previsti. Il “remastered” presente nel titolo di questa versione, presente da poco su Steam, indica invece il successivo lavoro svolto dagli sviluppatori per portare i primi tre episodi su PC e Mac, basati questa volta su Unity 5.Appena iniziato il primo episodio, capiremo perché il titolo propone un’esperienza in seconda persona: riceveremo infatti una chiamata da Hope, una ragazza in qualche modo segregata in una oscura struttura detentiva. Nel momento in cui il nostro telefono squillerà, la nostra dovrà affrontare una brutta situazione: trovata in possesso di un manifesto proibito, accusato di avvelenare le menti più giovani e candide, la protagonista principale sta per affrontare l’ira di quella che appare come una sorta di tutrice. La punizione per chi osa mettere in discussione gli ideali della struttura in cui Hope difatti sembra essere prigioniera è chiara, e coincide con la cancellazione della propria personalità tramite una sorta di lavaggio del cervello.Sarà solo grazie al nostro aiuto (e a quello di un inaspettato alleato) che la protagonista potrà cercare di raggiungere il suo obiettivo, ovvero evadere da questa sorta di mondo distopico in cui suo malgrado si ritrova confinata; fin da subito, infatti, il giocatore potrà in qualche modo controllare Hope all’interno del mondo di gioco tramite le varie telecamere sparse per gli ambienti. Spostandosi da una camera all’altra, in modo veramente molto simile a quanto visto in Watch Dogs, potremo dire a Hope dove andare semplicemente cliccando sul luogo prescelto. Va da sé che l’obiettivo primario è quello di non farsi scoprire dalle pattuglie di vedetta sparse per tutta la struttura, ed è per questo che in fondo possiamo considerare Republique Remastered come un’avventura stealth in seconda persona.La storia narrata dal gioco è molto interessante e risulterà ben illustrata, a patto però di avere un po’ di pazienza. La via che gli sviluppatori hanno scelto per raccontarci il tentativo di fuga di Hope, infatti, vedrà l’apporto di poche cutscene (in sostanza presenti solo all’inizio e alla fine degli episodi), e molti contenuti audio legati al ritrovamento di alcuni oggetti. Girovagando tra i vari ambienti, infatti, sarà possibile cliccare su alcuni elementi (ad esempio giornali o poster) i quali “racconteranno” alcuni particolari del mondo di gioco attraverso la voce diretta dei protagonisti. La scelta è, dobbiamo sottolinearlo, abbastanza intelligente: stiamo parlando infatti di una produzione priva di un grande budget, e soprattutto destinata anche a dispositivi mobile. L’unico modo di raccontare una storia profonda senza inserire ulteriori cutscene, probabilmente, era proprio quello di introdurre delle lunghe pause in cui ascoltare la voce dei protagonisti, le quali comunque sono skippabili in ogni momento. Ciò non toglie che per poter comprendere appieno tutti i risvolti della storia, nonché alcune linee narrative secondarie, si dovrà per forza rimanere fermi ad ascoltare quello che i vari oggetti selezionati hanno da raccontarci.

Una fuga silenziosaAbbiamo detto dunque che quello che il giocatore di Republique Remastered sarà chiamato a fare sarà guidare Hope nel suo tentativo di fuga. Per riuscire a fare ciò, gli sviluppatori hanno dovuto trasporre il sistema di controllo touch delle versioni iOS e Android, rendendolo “digeribile” alla classica accoppiata formata da tastiera e mouse (il supporto a qualsivoglia pad, al momento, non è contemplato). In linea generale, la soluzione proposta funziona: premendo la barra spaziatrice, infatti, si attiverà la cosiddetta visuale OmniView, grazie alla quale il tempo di fermerà, e saremo in grado di spostarci tra le varie telecamere semplicemente con un clic. Allo stesso modo sarà possibile interagire con gli oggetti e gli hotspot descritti in precedenza, nonché sbloccare porte e agire su altri meccanismi. Premuta nuovamente la barra spaziatrice il tempo ricomincerà a scorrere, e sarà solo in questo momento che si potrà ordinare a Hope dove andare e quale azione svolgere. E’ possibile dunque parlare di due distinte fasi di gioco; con la visuale OmniView, infatti, complice il fermarsi completo del tempo (e dunque anche delle milizie che vogliono farci la pelle), è possibile destreggiarsi con le varie telecamere di modo da capire come arrivare al luogo desiderato. Tornati alla visuale classica si potrà muovere Hope e mettere in atto il proprio piano.Dobbiamo dire che la difficoltà generale del titolo è livellata verso il basso: se il primo episodio serve più che altro per adattarsi alla struttura di gioco, gli ultimi due capitoli propongono in teoria sfide più complicate ma che il giocatore affronterà con una certa facilità. La IA, infatti, si dimostrerà spesso tollerante, con un campo di visuale abbastanza ridotto e poco incline ad ascoltare i rumori provocati dal nostro incedere. Nel caso si dovesse venire scoperti, poi, sarà possibile cercare di ingaggiare una specie di corpo a corpo con il nemico di turno, impiegando armi come un classico taser, oppure lo spray al peperoncino. Andando avanti nel gioco, però, troveremo nemici spesso immuni ai nostri attacchi, e se non si riesce proprio a sfuggire alle grinfie delle milizie si verrà rinchiusi nella zona di confinamento più vicina. Questa eventualità rappresenta una forzatura narrativa evidente: in fin dei conti Hope rappresenta una minaccia talmente importante che, una volta catturata, dovrebbe essere reclusa nella cella più sicura e isolata dell’intera struttura. Tutto quello che i nemici sapranno fare, invece, sarà rinchiuderla temporaneamente in una stanza da cui il giocatore la potrà far facilmente evadere. Questa semplificazione, evidentemente, si è resa necessaria per fare in modo che il giocatore non debba tornare continuamente sui propri passi, ripetendo tutto il percorso fatto fino al momento dello scontro con i nemici. La stanze di confinamento, poi, in ogni caso visitabili in ogni momento (e non solo quando si viene scoperti), tornano utili per altri motivi; in questi particolari luoghi, infatti, è possibile acquistare dei potenziamenti spendendo i crediti guadagnati grazie all’ascolto dei contributi audio descritti in precedenza. Gli upgrade sono di natura varia e consentono, tra le altre cose, di visionare la posizione dei nemici presenti sulla mappa di gioco, oppure di ascoltare corrispondenze telefoniche segrete, ancora una volta utili per comprendere ancora meglio la linea narrativa principale. Tutte queste interessanti abilità, però, avranno un costo, considerato che andranno a consumare una o più tacche della batteria del cellulare che ci consente di comunicare con Hope: anche qui, come si può notare, si tratta di una dinamica molto simile a quella vista in Watch Dogs.

Telecamere dispettoseRepublique Remastered, dunque, offre una soddisfacente esperienza complessiva sia dal punto narrativo che per quanto riguarda le dinamiche di gioco. Dobbiamo segnalare, però, alcuni elementi che non ci hanno particolarmente impressionato. Per prima cosa, è giusto sottolineare come in tutti e tre gli episodi sarà presente una dose abbastanza importante di backtracking; ciò è spesso giustificato dal fatto che Hope, ad esempio, dovrà prima darsi da fare per trovare una chiave, per poi raggiungere una data porta chiusa. Il problema è che per arrivare al suo obiettivo la nostra dovrà spesso ripetere al contrario il percorso fatto per arrivare alla chiave iniziale, e da qui si può comprendere come, in modo forse simile alla narrazione, anche sul level design si sia cercato di fare economia riproponendo pochi ambienti per episodio.C’è da dire poi che, spesso e volentieri, la gestione delle telecamere darà qualche grattacapo, soprattutto durante gli spostamenti di Hope; in queste occasioni, infatti, la visuale cambierà in automatico a seconda di dove si trova la protagonista, restituendo al giocatore spesso e volentieri un angolo di visione scomodo e che impedisce di comprendere dove si trovino i nemici. Questo costringe a fermare il gioco, e a ritrovare la telecamera più comoda.Se si escludono questi intoppi, il titolo Camouflaj riesce a esprimere una buona qualità anche dal punto di vista tecnico. L’utilizzo della versione 5 del motore di gioco Unity 3D ha consentito di ottenere una buona resa dei modelli tridimensionali, in special modo durante le inquadrature più ravvicinate. In questo senso spicca la riproduzione del viso di Hope, quasi sempre sufficientemente espressivo, e la rappresentazione di alcuni ambienti (quale ad esempio la biblioteca del secondo episodio), di buona fattura.Molto positivo il comparto audio: sebbene la storia in sé non contenga un accompagnamento musicale o un vero e proprio tema principale, quello che impressiona in positivo è il buon doppiaggio in inglese, cui purtroppo non si accompagna una qualsivoglia localizzazione dei testi in italiano. Le performance della voce storica di Metal Gear Solid, ovvero David Hayter, così come quella di Jennifer Hale (già ascoltata, tra gli altri, in Mass Effect 3 e Bioshock Infinite), si lasciano apprezzare; forse un po’ piatta, ma comunque convincente nelle situazioni più concitate, la performance della doppiatrice di Hope, ovvero Rena Strober.

– Storia piacevole e ben narrata

– Buon doppiaggio in inglese

– Sfida stealth in seconda persona accessibile a tutti…

– …sebbene con una difficoltà livellata verso il basso

– Un po’ troppo backtracking

– Qualche difficoltà di gestione delle telecamere

7.5

I primi tre episodi di Republique Remastered riescono a rappresentare in modo convincente un mondo opprimente e totalitario, all’interno del quale il nostro compito sarà quello di aiutare la protagonista Hope; il titolo sviluppa così un’esperienza stealth in seconda persona originale e quasi sempre positiva, nonostante qualche difficoltà nella gestione delle videocamere e un backtracking a volte forse un po’ troppo eccessivo. Nonostante ciò, il gioco non sembra aver sofferto troppo la conversione dal sistema di controllo touch a quello costituito da mouse e tastiera, e le ultime sequenze del terzo episodio ci hanno lasciato la voglia di scoprire come andrà a finire la storia. Considerato che gli ultimi due capitoli verranno rilasciati in forma gratuita per i possessori dei primi tre atti, si può dire allora che la produzione Camouflaj abbia sicuramente una connotazione positiva.

Voto Recensione di Republique Remastered - Recensione


7.5

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