Recensione

Rayman

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a cura di Mauro.Cat

L’esordio del personaggio di Rayman è strettamente legato allo sviluppatore Michel Ancel che per circa tre anni ha curato questo primo episodio della serie. Il titolo, lanciato originariamente nel settembre del 1995 sullo sfortunatissimo Atari Jaguar, ha goduto di un grande momento di fama grazie alla pubblicazione su Sega Saturn e Sony Playstation. La serie di Rayman, che poco per volta è stata abbandonata dal supporto di Ancel ed oggi sopravvive prevalentemente grazie ai Conigli Pazzi, non è riuscita a mantenere il livello qualitativo dell’episodio d’esordio anche a causa dei continui cambi strutturali.Proprio il grande favore riscosso ha reso Rayman un classico ai tempi della Playstation One degno di essere riproposto dopo quasi quindici anni su Playstation Store al costo di 4,99 € su PS3 e PSP.La storia è molto semplice ed è incentrata sul salvataggio degli Electoons rapiti dal perfido Mr. Dark. Rayman è un classico platform bidimensionale a scorrimento, prevalentemente, orizzontale che appartiene alla categoria dei platform “lenti” quali Rolo the Rescue o Mr.Nutz. La struttura di gioco, sebbene richieda costante attenzione, specialmente nei livelli più avanzati ed alcune fasi comunque ritmate, appare maggiormente esplorativa rispetto al classico e più lineare “paradigma del genere” Super Mario Bros.

Magico e coloratoI primi minuti di gioco stupiscono per l’ineccepibile stile grafico, ispirato e poetico e le ottime animazioni. Ben presto, saltando da una piattaforma all’altra, ci si rende però conto di come il titolo sia concepito non solo sul raggiungimento del cartello di fine livello, ma anche sull’esplorazione degli stage. In alcuni mondi è perfino necessaria una certa dose di intuizione per riuscire a seguire il mutevole percorso indicato dai programmatori. La stessa ricerca degli Electoons, imprigionati in gabbie da aprire a forza di pugni, richiede una conoscenza della conformazione del livello quasi impeccabile.Ovviamente un prodotto così ben confezionato non può prescindere dalla crescita del personaggio. Proseguendo ed incontrando una graziosa fata si ottengono nuove abilità che rendono sempre più atletico il nostro eroe. Al salto ed alla camminata rasoterra si aggiungono poteri sempre più utili come il pugno, da notare come i pugni non sia attaccati al corpo di Rayman, o l’elicottero.Ogni mondo è poi costruito con grandi idee ed in ogni stage ci si ritrova a dover affrontare una difficoltà od uno stile di gioco differente che a tratti sconfina anche nel genere sparatutto.Proprio la scelta di rendere i livelli così eterogenei causa negli stage più avanzati qualche grattacapo di troppo. Talvolta il livello di difficoltà appare quasi sbilanciato ed ancor più appesantito dalla lunghezza dei mondi, dai rari salvataggi e dai non proprio comuni checkpoint. Queste caratteristiche impongono una certa parsimonia nell’uso dei continue che rischiano di esaurirsi velocemente se male amministrati.

MusicalmenteCome già accennato in precedenza l’impianto grafico risulta assolutamente sopra la media e tuttora godibile nonostante i molti anni trascorsi. Sebbene lo stile morbido delle ambientazioni non abbia segnato una vera e propria svolta, all’epoca esistevano già altri titoli simili nelle scelte cromatiche e nei fondali, non si può non apprezzare l’eccellente lavoro svolto dai programmatori. La cura per il dettaglio è sempre evidente ed i mondi appaiono profondi e credibili.Il legame tra Rayman e la musica, a cui è addirittura dedicato il secondo mondo, è costante ed apprezzabile. Sia la colonna sonora che gli effetti si sposano perfettamente con l’ambiente ed in alcune occasioni il contatto con differenti superfici provoca suoni o rumori particolari.La giocabilità risulta essere generalmente molto curata proprio per il già citato “piacere dell’esplorazione” che rende il tutto a volte più riflessivo. Le fasi più ritmate non risultano però sempre perfette a causa di una risposta ai comandi imprecisa. Questo problema si verifica in rare occasioni, che coincidono con il vero picco di difficoltà, e quindi di frustrazione, di Rayman. Ovviamente, come in tutti i migliori platform, il senso di sfida che sta in equilibrio tra frustrazione e soddisfazione, invoglia il giocatore a proseguire senza arrendersi di fronte alle prime difficoltà.La longevità è discreta. Rayman non è lunghissimo, a causa del ridotto numero di mondi disponibili, ma al tempo stesso risulta piuttosto impegnativo.Rayman è un classico che merita ampiamente di essere riproposto e che, visto anche il costo esiguo, dovrebbe essere scaricato senza remore da tutti gli amanti del genere.

– Grande varietà di gioco

– Ancora molto attuale

– Scenari ispirati

– Effetti sonori ben integrati

– Controlli occasionalmente imprecisi

8.8

Rayman, nonostante abbia esordito su une delle console più sfortunate della storia, è riuscito ad ottenere col tempo il successo ed è quindi stato meritatamente riproposto a distanza di anni su PlayStation Store. Il platform bidimensionale firmato da Michel Ancel rappresenta l’esordio ed il vero apice della serie grazie ad una maniacale cura del dettaglio. Nulla è fuori posto. Colori, effetti sonoro e senso di sfida si mescolano sapientemente fino a creare un punto di riferimento del genere. Lo stile esplorativo, che si allontana dal più frenetico Super Mario Bros, permette a Rayman di ritagliarsi un proprio spazio e a non diventare la solita copia sbiadita del capolavoro Nintendo. Un platform eccellente che non ha sentito il trascorrere del tempo e che merita certamente di essere tenuto in considerazione dagli amanti del genere.

Voto Recensione di Rayman - Recensione


8.8

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