Dopo un inizio in salita, Playstation Vita si sta ricavando la sua rispettabile nicchia di mercato, grazie al taglio di prezzo operato da Sony, alle interessanti features in accoppiata con Playstation 4 e ai giochi, che accoppiano finalmente quantità e qualità.Siamo probabilmente ancora lontani dalle entusiastiche previsioni della casa madre al lancio della console, ma i possessori del gioiellino portatile hanno ormai davvero pochissimi motivi per cui lamentarsi.A proposito di giochi, vediamo com’è venuta la conversione di un’esclusiva PSN, Rainbow Moon, che, dopo il discreto successo di pubblico su PS3, è da qualche giorno disponibile per il download anche per l’utenza PsVita.
Mai passeggiare soli nel boscoInaspettatamente visto il genere di appartenenza, il background narrativo di Rainbow Moon è abbastanza scarno, e impallidisce se confrontato con i plot di molti suoi concorrenti: il giocatore sarà chiamato a vestire i panni di un eroe di default chiamato Baldren (ma rinominabile a piacimento), che, sulla strada per recarsi al consueto scontro con la sua nemesi, il mago Namoris, cade in una sua imboscata e finisce risucchiato in un portale spazio-temporale che lo catapulta su un’altra luna, distante migliaia di anni luce da casa.Come se non fosse abbastanza, il perfido antagonista fa passare attraverso il portale centinaia di mostri, che finiscono con l’infestare le lande colorate di Rainbow Moon, cosicché il nostro, oltre che trovare un modo per tornare a casa, debba anche liberarsene, giusto per rendere il tutto un po’ meno semplice.Questa premessa iniziale, narrata da un paio di scene fisse, non viene sviluppata a dovere nel corso dell’avventura, il cui focus è decisamente spostato sulle meccaniche di gioco e sul grinding: nonostante la natura indipendente della produzione, crediamo si potesse fare di più sotto questo punto di vista, anche perché i meno avvezzi al genere avrebbero trovato in una migliore sceneggiatura un efficace incentivo a proseguire tra un combattimento e l’altro.
SRPG a prezzo di saldoRainbow Moon prova a farsi perdonare le mancanze in fase di presentazione con una grande attenzione per delle meccaniche di gioco oliate e profonde, che rappresentano il pane quotidiano per il genere degli strategici a turni.Nell’ultima fatica di Eastasiasoft i combattimenti avvengono a turni e su una griglia strategica nella più classica delle impostazioni, ma al giocatore viene comunque data la possibilità di esplorare liberamente le lande di Rainbow Moon come in un qualsiasi gioco di ruolo di stampo classico, alla scoperta di dungeon immersi nell’oscurità, deserti arsi dal sole e tante altre location.Durante le fasi esplorative, i nemici sono chiaramente visibili sulla mappa, ma comunque, con una certa frequenza (che cresce al calar delle tenebre), al giocatore vengono proposti incontri casuali facoltativi, selezionabili alla pressione del tasto X, in genere di difficoltà inferiore a quelli regolari: evitarli tutti può essere rischioso, visto che il gioco invoglia al grinding tramite un livello di difficoltà mai troppo punitivo ma comunque discretamente impegnativo, ma è apprezzabile che al giocatore sia comunque lasciata la facoltà di affrontarli o meno.Che siano scontri “regolari” o facoltativi, la schermata ci trasporterà su un campo di battaglia con visuale isometrica, a tema con l’ambientazione in cui ci stiamo muovendo in quella fase dell’avventura, dove ci sarà data scelta tra i comandi essenziali per questo tipo di giochi, dal movimento all’attacco, passando per la difesa (sempre consigliabile a fine turno) o le mosse speciali, il cui livello e potenza aumenteranno con l’uso.
Il susseguirsi dei turni è regolato da una barra in alto a sinistra, che consente la pianificazione delle mosse del nostro party con una certa accuratezza, mentre è da segnalare il curioso utilizzo degli oggetti rilasciati dai nemici uccisi sul campo di battaglia, che finiscono con l’occupare la casella in cui sono, impedendovi il passaggio tanto alle nostre truppe quanto ai nemici, e consentendo così strani giochi di sponda, che spesso si riveleranno assai utili nel ridurre i lati da cui saremo attaccati.In generale, non ci sono elementi che spicchino particolarmente rispetto alla concorrenza, né a livello di comandi speciali né per quanto concerne l’intelligenza artificiale degli avversari, ma proprio per questo stesso motivo non c’è nemmeno nulla che non funzioni come dovrebbe: le partite scorrono senza intoppi, i combattimenti sono piacevoli e il grinding necessario a proseguire nell’avventura non viene mai a noia, grazie anche ad un elaborato sistema di crafting delle armi e dell’equipaggiamento, arricchibili presso qualsiasi fabbro grazie a particolari oggetti rinvenuti sul campo di battaglia.Anche il sistema di crescita dei personaggi dimostra un buon grado di flessibilità, visto che, oltre a salire di livello, i personaggi possono essere potenziati spendendo le Rainbow Pearls elargite dal gioco al termine di ogni schermaglia, così da potenziare singole voci come la quantità massima di HP, la velocità in combattimento o la potenza di attacco.Le Rainbow Coins , invece, sono la moneta corrente del mondo di Rainbow Moon, e consentono l’acquisto di equipaggiamento, armi, oggetti curativi e quant’altro, all’insegna della massima personalizzazione da parte dell’utente: la possibilità di piegare praticamente ogni aspetto del gioco ai propri gusti, a partire dal livello di difficoltà, bilancia in qualche modo la generale assenza di personalità del titolo, che, complici l’assenza di qualsivoglia doppiaggio e una colonna sonora abbastanza generica, pecca di quel carattere che invece abbonda in produzioni tripla A concorrenti (quali Tactics Ogre, Fire Emblem o FF Tactics).Finché si rimane ancorati alle meccaniche di gameplay pure e semplici, invece, il titolo Eastasiasoft soddisfa pienamente l’appassionato del genere, grazie ad una quantità di contenuti mostruosa (soprattutto considerata la natura digital-only del titolo e il suo prezzo) e al senso di crescita del proprio party, che inizia come una one man army che rischia la pelle ad ogni combattimento per finire col diventare una squadra della morte con più azioni a disposizione per turno e mosse speciali di potenza inaudita.
Porting pigroCome per il paragrafo di apertura, i limiti della natura indie del titolo si mostrano più che altro in fase di presentazione generale e di pulizia, con un comparto tecnico che, pur sopperendo parzialmente con un design colorato e fantasioso e una grande varietà di ambientazioni, si dimostra solo sufficiente, soprattutto a causa di un comparto animazioni zoppicante, con poche movenze (condivise tra protagonisti e nemici) e nemmeno troppo convincenti, che restituiscono una sensazione di legnosità, accentuata, se possibile, dal brillante schermo di PsVita, rispetto alla controparte casalinga.A proposito del porting da PS3, dispiace coma la software house abbia di fatto ignorato le molte possibilità offerte dagli input che Playstation Vita garantisce, limitandosi ad un porting pigro, senza aggiunte di rilievo, ad eccezione di un’utilissima funzione di cross-save, per poter grindare in tranquillità anche dal bagno di casa o dall’ufficio (capo permettendo).La possibilità di salvare in qualsiasi momento purché fuori dal combattimento e una quantità davvero spropositata di missioni secondarie (il nostro orologio è fermo a 39 ore di gioco e abbiamo portato a termine circa la metà delle missioni opzionali) completano un pacchetto consigliato soprattutto agli appassionati del genere.
– Cross save con PS3
– Offerta ludica imponente
– Appagante sensazione di crescita del party
– Gameplay ampiamente personalizzabile
– Porting pigro
– Generale mancanza di personalità
– Debole sostrato narrativo
Da vecchi lupi dello strategico a turni su console, abbiamo apprezzato molto il lavoro di Eastasiasoft, che, per quantità e profondità, non ha nulla da invidiare a rivali ben più blasonati.
Oggettivamente, però, con qualche accortezza in più, tanto a livello narrativo quanto di presentazione generale, si sarebbero potute raggiungere vette ancora più alte, soprattutto in termini di coinvolgimento del giocatore medio, che potrebbe accusare sintomi di stanchezza o eccessiva ripetitività dopo una ventina di ore di grinding forsennato.
Anche così com’è, comunque, Rainbow Moon saprà regalare decine di ore di divertimento agli appassionati del genere, forte di uno dei migliori rapporti quantità/prezzo dell’intero Playstation Network, visto che ala stesura di questa recensione il titolo si porta a casa con meno di 13 euro.