Recensione

Raging Blades

Avatar

a cura di Alukard

A volte il passato ritorna……Bisogna affermare che i videogiochi odierni hanno raggiunto dei livelli che fino a 5-6 anni fa erano impensabili: ormai i prodotti moderni più che giochi sono spesso dei veri e propri film interattivi, che hanno al loro interno personaggi di grandissimo realismo che danno l’impressione d’essere attori in carne ed ossa piuttosto che un ammasso di pixel. Comunque c’è ancora chi ricorda, e con non poca nostalgia, i vecchi videogiochi che giravano sulle console a 8 ed a 16 bit o sulle macchine da sala giochi, i quali, anche se hanno fatto il loro tempo, hanno comunque lasciato vivere momenti indimenticabili ai videogiocatori “anziani”. Forse però le software house hanno udito le lamentele di chi accusa i titoli d’oggi di essere tutto muscoli e niente arrosto e reclama le antiche glorie di un tempo. Per questo ecco rispuntare su PS2 fuori dopo anni Contra, prodotto dalla Konami, e il leggendario Rygar della Tecmo. A quanto pare però il ritorno degli “old-style” non accenna a fermarsi, poiché arriva adesso Raging Blades, prodotto dalla Wanadoo. Voi direte: “Ma veramente questo titolo non l’ho mai sentito!”. Infatti, il titolo in se è inedito, ma il genere è omonimo a quello del famosissimo Golden Axe, picchiaduro a scorrimento uscito nelle sale giochi negli anni 80’.

Quattro eroi, quattro destiniDunque, avremo a disposizione ben quattro personaggi:

Gray Braford: è un cavaliere, e la sua arma è la spada. Si può dire che sia il personaggio più equilibrato in termini di valori: discretamente veloce, dotato di buon attacco e difesa, ma non può utilizzare la magia.

Bud Chamberlain: l’energumeno della situazione, è un barbaro e se ne va in giro con una grande e pesante ascia. Essendo di gran mole, la potenza fisica e la difesa sono le sue qualità migliori, ma in compenso è molto lento.

Raybrandt Lugnal: appartiene alla classe dei maghi ed è dotato di un bastone magico. Naturalmente il suo punto forte è la magia, ma la forza e la difesa lasciano a desiderare.

Tina Iblies: la fanciulla della banda, è una monaca esperta di arti marziali. La velocità e la rapidità sono le sue armi migliori, ma in compenso la forza fisica è piuttosto scarsa.

Come vedete i personaggi hanno caratteristiche ed abilità differenti, ma non solo: infatti ognuno di essi ha la propria trama, quindi secondo il combattente che selezionate cambieranno i livelli da attraversare e alcuni boss. Insomma, quattro giochi in uno.

GameplayCome avete potuto capire, Raging Blades è un picchiaduro a scorrimento in vecchio stile, dove il vostro obiettivo è quello di riempire di mazzate tutto ciò che vi si para davanti e arrivare fino alla fine dello stage. Insomma, un concetto semplice, come lo era all’epoca dei beat’em’up bidimensionali. Ci sarà la consueta barra sul lato sinistro superiore dello schermo che rappresenterà l’energia vitale del vostro alter ego, e una mappa a forma di sfera di cristallo che segnalerà la vostra posizione e quella dei nemici. Potrete interagire parzialmente con l’ambiente circostante rompendo barili e casse dove spesso troverete degli oggetti e vari power-up che apporteranno alcuni benefici, come il ripristino dell’energia, invincibilità temporanea e qualche potere aggiuntivo. Ogni volta che porterete a termine un livello, vi verrà assegnato un punteggio che sarà subordinato al tempo impiegato per finire lo stage. Parlando dei nemici, ad intralciare il vostro cammino ci sarà di tutto e di più: orchi, zombie, maghi, scheletri, cavalieri, fantasmi e altre creature mitologiche. I mostri saranno molto ostici da abbattere, poiché spesso e volentieri vi attaccheranno in gruppo e capiterà anche di dover affrontare cinque-sei avversari in spazi ristretti! Inoltre i cattivi sono abbastanza resistenti fisicamente e saranno necessari un buon numero di colpi per metterli KO. Anche i boss non scherzano affatto, dato che dispongono di attacchi che possono far molto male. Se verrete sconfitti, apparirà sullo schermo la fatidica scritta “Continue” con il conto alla rovescia, tipica dei vecchi giochi da sala. Inutile dire che le possibilità di continuare non saranno illimitate…Riguardo al multiplayer, potrete affrontare i vari livelli in contemporanea con un amico (verrà seguita la trama del giocatore uno), oppure sfidarvi nella modalità Duello, dove avrete la possibilità di picchiarvi in tutta allegria in un’arena. Riguardo ancora a questa modalità, inizialmente potrete selezionare solo i quattro personaggi principali, mentre gli altri si sbloccheranno se riuscirete ad ottenere una buona valutazione nel gioco singolo.

Grafica & SonoroIl motore grafico sviluppato dai programmatori è completamente tridimensionale. Le ambientazioni sono belle, evocative e curate piuttosto bene, e all’interno di esse sono presenti delle scene animate molto gradevoli: ad esempio potrete osservare le onde che si infrangono contro le scogliere, pezzi di terra crollare, ponti che si tirano giù d’improvviso e altro ancora. Non male nemmeno le texture, colorate e di discreto dettaglio, ma si poteva fare di più. Carini anche gli effetti luce, che ricordano vagamente quelli del primo Devil May Cry. Il tutto inoltre scorre molto fluidamente e senza il minimo rallentamento. Possiamo dire insomma che ci troviamo di fronte ad una titolo graficamente ben realizzato, anche se l’hardware del monolite nero poteva comunque essere spremuto maggiormente.Buone notizie arrivano anche dal comparto sonoro, caratterizzato da musiche adeguate che creano la giusta atmosfera e da effetti sonori abbastanza realistici (a mio parere delizioso il rumore della spada che colpisce l’armatura). Bello anche il parlato, composto solo dalla voce del narratore che ci racconta lo svolgersi degli eventi, ma azzeccata e ben calata nella parte.

GiocabilitàAnalizziamo per bene i comandi: con il tasto X e con il cerchio sferreremo gli attacchi, con il tasto triangolo effettueremo una mossa speciale che vi tornerà spesso utile, mentre il tasto quadrato vi servirà per schivare gli attacchi nemici. Per muovere il nostro eroe potremo utilizzare sia le frecce direzionali sia la leva analogica, ma quest’ultima è più comoda poiché vi permette di correre sempre. Il sistema di controllo è immediato, ma le mosse che potremo effettuare sono pochissime! Ogni personaggio infatti può effettuare un massimo di due combo – un numero irrisorio- e soprattutto non è possibile saltare. Questa giocabilità troppo semplificata rappresenta uno svantaggio non da poco per RB, la quale oltre che a rendere il tutto alla lunga ripetitivo, non permette al gioco di avere una difficoltà ben calibrata: come ho già detto, i nemici sono molto duri da uccidere, e spesso si viene sconfitti avendo l’impressione di non disporre di un bagaglio tecnico adeguato per affrontare gli avversari. Nonostante queste pecche ci si può comunque divertire abbastanza, specialmente se si gioca in due.

LongevitàSebbene ci siano quattro storie differenti, la longevità non è il massimo della vita. Infatti gli stage presenti in tutto sono cinque, e per completarli tutto impiegherete non più di un paio d’ore (durante il gioco non è possibile salvare, quindi dovrete finirlo tutto d’un fiato). Certo, c’è sempre la modalità duello, ma non credo che possa mantenere vivo il vostro interesse a lungo…

– Graficamente ben realizzato

– Divertente, specialmente in 2

– Quattro storie differenti

– Poche mosse a disposizione

– Difficile

– Solo per i nostalgici

6.5

Ranging Blades non è niente male, tecnicamente discreto e piacevole da giocare, ma alcune limitazioni del gameplay impediscono al titolo di avere una valutazione più positiva. Il punto in ogni caso è questo: a chi può interessare al giorno d’oggi un gioco che propone un concept di dieci anni fa? Sicuramente ai nostalgici, i quali saranno gioiosi al pensiero di poter rigiocare ad un picchiaduro in vecchio stile, ma tutti gli altri potrebbero trovare l’idea superata e stancarsi presto. In parole spicciole, un buon gioco ma non per tutti.

Voto Recensione di Raging Blades - Recensione


6.5

Leggi altri articoli