Uno dei torti più detestabili fatti all’utenza europea, e in particolare a quella che acquistò Nintendo DS, fu quello portato da Atlus, che non pubblicò mai sul suolo europeo una serie di giochi di ruolo di grande valore, tra i quali Radiant Historia era sicuramente uno dei portabandiera.
Parliamo dell’anno domini 2010, al culmine del successo mondiale della console a due schermi della grande N, e di uno dei JRPG più brillanti della ricchissima ludoteca della macchina di Kyoto, ad oggi ritenuta una delle console must buy per tutti gli appassionati del genere.
Fortunatamente, a distanza di otto anni, la software house nipponica ha deciso di rimediare, proponendo un remake sottotitolato Perfect Chronology: lo abbiamo testato a fondo per voi e siamo pronti a dirvi cosa ne pensiamo.
Back in time
Le vicende di Radiant Historia Perfect Chronology iniziano esattamente dove cominciavano quelle del Radiant Historia originale, visto che a livello narrativo, fatto salvo uno scenario addizionale su cui torneremo nella seconda parte della recensione, nulla è mutato: il continente di Vainqueur è messo in ginocchio da una strana epidemia, che prosciuga gli abitanti della loro energia vitale, riducendoli a sculture di sabbia senz’anima.
I due regni in cui il continente è diviso, Alistel e Granorg, sono in guerra tra loro, e alla base del conflitto c’è il sospetto, da parte del primo, che il secondo sia responsabile del diffondersi della piaga summenzionata.
In questo scenario, il giocatore vestirà i panni di Stocke, agente segreto al servizio dei regnanti di Alistel, mandato in missione segreta a recuperare una spia infiltrata nelle file nemiche in compagnia di due fidati mercenari, Marco e Raynie: la missione si presenta complicata, ma Stocke non può immaginare quanto.
Le truppe di Granorg intercettano la squadra di recupero e la spia, uccidendo tutti tranne Stocke, che pure versa in condizioni disperate: a questo punto, inaspettatamente, è un libro ad ergersi a protagonista.
Prima della partenza dalla capitale di Alistel, Heiss, superiore di Stocke nelle gerarchie militari, gli aveva affidato un tomo chiamato White Chronicle, che risucchia il nostro al suo interno proprio quando sembrano non esserci più speranze per lui: è così che l’agente segreto si ritrova, senza sapere come, nel regno di Historia, dove gli viene affidato un enorme potere, quello di riavvolgere il tempo a piacimento, grazie al quale nulla (nemmeno riportare in vita i morti…) gli è precluso.
Sebbene le premesse attingano a piene mani dal fantasy classico, l’intreccio che sorregge gli eventi di Perfect Chronology è di ottima fattura, tra intrighi di palazzo, personaggi di grande spessore e dialoghi ben scritti: la cinquantina di ore spese in compagnia dei personaggi scorre via liscia come l’olio, e il merito più grande delle vicende risiede nella coerenza interna, elemento difficile da mantenere quando ci sono di mezzo i paradossi temporali e gli spostamenti nel passato.
Chi avesse avuto la fortuna (e il merito) di giocare l’originale otto anni or sono, magari dopo averlo reperito sul mercato d’importazione (Nintendo DS era region free, dopotutto), non troverà elementi inediti ad arricchire la storia originale, ma, nondimeno, tornare a vivere l’epopea di Stocke ci ha regalato emozioni assai positive.
I neofiti, dal canto loro, si troveranno dinanzi ad una narrazione che per toni e tematiche trattate ci ha ricordato, sebbene alla lontana, quel capolavoro senza tempo che risponde al nome di Final Fantasy Tactics.
Invecchiare bene
Dal punto di vista delle meccaniche di gioco, Radiant Historia è invecchiato benissimo, complici anche gli scarsi passi avanti compiuti dal genere di appartenenza nell’ultima decade, e quindi Atlus, saggiamente, ha deciso di limare piuttosto che picconare, mantenendo intatta l’ossatura ludica del prodotto.
Il combat system, in particolare, è snello e strategico esattamente come ce lo ricordavamo: a partire ancora dal contatto con uno dei nemici visibili sulla mappa, gli scontri sono gestiti a turni, quasi come fossero una partita a scacchi, in cui il posizionamento delle truppe nemiche è importante almeno quanto le mosse speciali e l’equipaggiamento del proprio party.
I nemici sono schierati su un’invisibile griglia tre per tre, e attaccano in turni chiaramente visibili sullo schermo inferiore della console: le due chiavi per la vittoria consistono nel modificare lo schieramento avversario e la turnazione prestabilita.
Molte delle abilità di Stocke gli consentono di influenzare il posizionamento dei nemici, ricacciandoli indietro piuttosto che spostandoli su un lato, così da sfruttare a pieno attacchi ad area e mosse che coinvolgono un’intera fila invece che un singolo nemico: uno schema che si ripeterà spesso vede Stocke raggruppare i nemici il più vicino possibile, e uno dei suoi compagni di viaggio colpire l’area affollata senza pietà.
Similmente, il giocatore può manipolare l’ordine con cui le unità agiscono, al prezzo di un significativo abbassamento delle statistiche del proprio party per il resto dello scontro: appare evidente, quindi, che agire sul tempo e sullo spazio rappresenti spesso l’unico modo per avere la meglio su nemici molto più numerosi e meglio equipaggiati.
Questo sistema, inoltre, ha l’enorme vantaggio di velocizzare enormemente gli scontri più banali, così da alleggerire le fasi di grinding (comunque mai eccessive) ed eventuale backtracking: combattere, in Perfect Chronology, non è mai tedioso o meccanico, e questo rende l’esperienza di gioco sempre viva e stimolante, anche al netto di un leggero abbassamento della difficoltà generale, controbilanciato, però, dall’inserimento di nuovi livelli di difficoltà (sia verso l’alto, sia verso il basso per i neofiti).
Non nuoce, poi, l’inserimento di una terza storyline totalmente inedita, legata al personaggio di Nemesia e alla sua nave volante: oltre ad offrire quest secondarie nuove, quest’aggiunta consente di rivivere eventi della storia principale da un punto di vista mai esplorato, dando valore al pacchetto anche per quanti avessero già completato il titolo sette anni or sono.
Le storie alternative proposte sono state perfettamente integrate nel tessuto narrativo originale, e non risultano mai fuori posto, tanto che coloro i quali si avvicinano al titolo per la prima volta non noteranno alcuna differenza tra le quest preesistenti e quelle nuove di pacca; inoltre, all’inizio della partita, il gioco consente di scegliere tra una modalità in cui esse siano integrate nel flusso della main quest e una in cui si rendano disponibili solamente una volta completato il gioco com’era stato pensato ai tempi della prima pubblicazione.
Ad arricchire ulteriormente il già ottimo battle system, poi, ci pensano le skill di supporto, che consentono ad uno dei personaggi non attivi del party di intervenire randomicamente in battaglia, sfoderando un colpo speciale o curando i suoi compagni di viaggio: è proprio a queste abilità che si deve il leggero abbassamento della difficoltà media di cui sopra, se è vero che queste ci hanno tolto le castagne dal fuoco in almeno tre occasioni lungo la campagna principale.
A queste ultime, tuttavia, è legato anche l’unico appunto che ci sentiamo di muovere alla produzione: inspiegabilmente, il team di sviluppo non ha corretto l’unica magagna del sistema di combattimento, che risiede nel fatto che, qualora un nemico dovesse essere eliminato prima che un attacco a lui diretto vada a segno, quell’attacco andrebbe perso, causando una serie di turni gettati al vento, soprattutto in caso di trigger di un inatteso attacco di supporto da parte dei personaggi extra del party.
Poca cosa nel grande disegno del prodotto, ma comunque una svista difficilmente comprensibile in un prodotto talmente curato.
Notevole update
Oltre a quelli già citati, i cambiamenti e le aggiunte di questa versione sono numerosi anche a livello tecnico e stilistico, nonostante il gioco base non difettasse (tenuto conto dei limiti strutturali della console ospite) in nessuno dei due campi: dall’interfaccia completamente ridisegnata, con un accresciuto livello di chiarezza, al completo aggiornamento degli sprite dei personaggi e delle talking heads durante le cutscene, adesso completamente doppiate.
Considerando che 3DS è sul mercato da sette anni e sembra che la sua sfolgorante carriera stia per giungere al termine, Radiant Historia Perfect Chronology rappresenta uno dei giochi di ruolo più belli da vedere tra quelli presenti nella sua libreria, con i soli Bravely Default ad issarsi sopra al suo livello.
Molto utili anche l’aggiunta di una minimappa in bella vista, che aiuta ad orientarsi soprattutto nei dungeon più complessi, nella seconda metà dell’avventura, e la possibilità di gestire l’equipaggiamento anche dei personaggi non facenti parte del party, così da risparmiare parecchio tempo al cambio di equipaggiamento in prossimità dei negozi.
Il lavoro svolto sul versante audio, comunque, è quello più maestoso: tutte le linee di dialogo principali (e parliamo di migliaia di scene, considerando tutte le possibili timeline) sono doppiate in un ottimo inglese, con prove recitative sopra la media anche per i personaggi secondari, ad arricchire la caratterizzazione degli stessi e l’immedesimazione del giocatore.
In particolare la voce del protagonista è quella maggiormente curata, e va ad amalgamarsi ad una colonna sonora che, se già su DS rappresentava il meglio che la console potesse esprimere, qui viene arricchita da una manciata di pezzi inediti e di riarrangiamenti per quelli più significativi della release originale: a nostro avviso, si tratta di uno dei migliori lavori di Yoko Shimomura.
L’offerta ludica, già notevole nel 2011, viene ulteriormente ispessita dai contenuti inediti, portando il tempo necessario al completamento del prodotto a non meno di cinquanta ore, che possono facilmente diventare sessanta qualora si desideri esplorare tutte le possibili timeline alternative.
Viaggi nel tempo ben implementati, sia narrativamente sia a livello di gameplay
Plot ben scritto ed adulto
Numerosi contenuti inediti
Colonna sonora degna di attenzione
Non tutti i fan potrebbero gradire la svolta anime del character design
Antipatico sprecare turni in combattimento per colpe non proprie
8.5
Con Radiant Historia Perfect Chronology Atlus regala anche alla platea europea (e a chi si è avvicinato ai videogiochi solamente negli ultimi anni) un gioco di ruolo solido, brillante e longevo, che si candida prepotentemente ad entrare in una ipotetica top five tra quelli disponibili per le console ella famiglia 3DS.
Anche coloro i quali avessero avuto la fortuna di reperirlo sul mercato d’importazione otto anni fa troveranno pane per i loro denti, tra questline inedite e migliorie sparse.
Pochi e secondari difetti impediscono al titolo Atlus di raggiungere la fatidica soglia del nove, ma non fatichiamo a consigliare anche questa versione di Radiant Historia a tutti coloro che amano i giochi di ruolo e/o la tematica (sempre affascinante) dei viaggi nel tempo.
Voto Recensione di Radiant Historia Perfect Chronology, Recensione del remake per 3DS - Recensione