Recensione

R: Racing

Avatar

a cura di Yoshi

Sviluppato e prodotto per tutte le console di ultima generazione, R:Racing rappresenta una svolta epocale nella serie Ridge Racer fino a divenire, come la stessa Namco ha più volte dichiarato, un nuovo punto di partenza per una delle più note saghe nipponiche di racing game. Al bando quindi la natura prettamente arcade dei precedenti titoli, a favore di una più visione realistica delle competizioni su quattro ruote: con alla mente il classico Gran Turismo, R:Racing scopre quindi la simulazione, le licenze di vetture reali, gli sponsor e la modalità carriera. La domanda sorge spontanea: questo radicale mutamento di prospettiva avrà effetti benefici sulla serie o la snaturerà in modo irreparabile?

Seguire la moda Sin dalla copertina del packaging, ci si rende subito conto di come Namco abbia deciso di ridisegnare la serie Ridge Racer mantenendo (perlomeno in fase di presentazione) il proprio stile: la passione per le belle ragazze innanzitutto, che non solo compaiono in ogni angolo del manuale di istruzioni, ma sono le vere protagoniste del titolo. In particolare Rena Hayami rappresenta il character principale, che sarà impersonato proprio dal giocatore nella modalità Carriera. Anche la nemesi di Rena, la spagnola Gina Cavalli è un degnissimo esempio della passione di Namco per il gentil sesso. Le musiche sono il secondo (e forse ultimo) punto di contatto con la serie Ridge Racer: tracce spiccatamente techno fanno da sfondo alle gare e costituiscono uno degli elementi portanti della presentazione di R:Racing, sebbene il commento parlato ricopra il ruolo dominante nella colonna sonora,. Purtroppo la spiccata eredità della serie si è mantenuta solo a livello estetico: per il resto si fa davvero fatica a riconoscere in R.Racing un vero e proprio capitolo Ridge Racer: il processo di evoluzione ha indubbiamente penalizzato la personalità del titolo, che rischia ora di confondersi tra i numerosi racing game nati sulla scia di Gran Turismo.

Modalità di giocoLa modalità Carriera è suddivisa in 14 capitoli e segue l’ascesa di Rena nel mondo delle competizioni, dal precedente lavoro di “pilota” di autoambulanze, alla sua scoperta da parte del manager Stephan Garnier fino alle sfide con l’acerrima rivale Gina. L’avventura si dipana attraverso filmati Fmv che raccontano la storia e legano le gare secondo una trama prefissata, in modo analogo alle equivalenti modalità già viste in Pro Race Driver di Codemaster o in F-Zero GX di Nintendo.Sebbene l’idea di una modalità storia sia indubbiamente interessante, la realizzazione da parte del team Namco non è esente da pecche: in primo luogo in 14 capitoli si traducono in un’esperienza troppo breve, per di più caratterizzata da notevoli cali di tensione a livello narrativo (senza anticiparvi nulla, diciamo che ogni qualvolta la storia sembra spiccare il volo, la direzione presa dagli eventi risulta invece quella meno interessante). Bisogna poi considerare la totale linearità della trama, che non prevede finali differenziati anche quando (ancora una volta non vi anticipiamo come) sembrerebbe naturale aspettarsi una scelta tra due alternative. La pecca più grande è però quella condivisa da tutte le modalità di gioco: l’approccio al mondo di R: Racing è infatti del tutto inconsistente. Da un lato ci si aspetterebbe infatti una sezione di tutorial o di scuola guida in cui il giocatore venga introdotto allo stile di guida del titolo e ai controlli delle vetture; niente di tutto ciò: dopo la brevissima introduzione si è catapultati nella prima gara senza alcuna guida. D’altro canto la difficoltà impostata come default è ridicola: il sistema di assistenza ai freni (di cui parleremo approfonditamente in seguito) rende la sfida del tutto nulla e, anche disabilitando quest’ultimo, la modalità facile non presenta la minima competizione. Volendo essere più espliciti, durante la nostra prima prova nell’opzione Carriera abbiamo disabilitato l’assistenza alla frenata e, a livello facile, abbiamo terminato i 14 capitoli superando tutte le prove al primo tentativo e in meno di 2 ore e mezza. Consigliamo di conseguenza a tutti gli utenti di alzare immediatamente il livello di difficoltà a intermedio (meglio ancora difficile per gli appassionati di racing game), annullando al contempo qualsiasi tipo di assistenza alla guida.La vera modalità principale in singolo deve comunque essere considerata la sezione Evento: accedendo a questa opzione di gioco è possibile partecipare a 166 sfide differenti che includono tornei, corse singole, duelli con un rivale specifico, competizioni dragster e rally. Per accedere a ogni sfida è necessario un certo credito (nel mondo di R: Racing espresso in PG, punti gara) che può essere guadagnato sia nella modalità Carriera sia durante i medesimi eventi. Il credito a disposizione serve inoltre per acquistare vetture nella sezione Concessionario, dove sono reperibili modelli che non possono essere guadagnati semplicemente vincendo le gare. Non manca infine la sezione di Elaborazione che permette di spendere PG per incrementare il rendimento delle vetture: in realtà si tratta di un aspetto molto limitato, è possibile agire unicamente sulla potenza del motore e sul peso della vettura, ciascuno con tre livelli di upgrade, ma è comunque un piacevole diversivo che rende più varia la modalità eventi.Per chi desiderasse cimentarsi in una gara singola, Namco ha previsto la modalità Arcade all’interno della quale è possibile sfruttare tracciati e vetture sbloccati nelle sezioni Carriera ed Evento per una sfida veloce su di un numero di giri e con un numero di avversari prefissati.La Sfida a Tempo rappresenta la consueta sezione utile per migliorare i propri tempi sul giro gareggiando senza avversari, ma unicamente in competizione con la propria Ghost Car (che però, purtroppo, non può essere salvata su memory card).Per quanto riguarda le opzioni di multiplayer, non sono disponibili, in alcuna versione, modalità di gioco online o in rete, ma unicamente una sezione VS che consente a due giocatori di sfidarsi. Nonostante questo, la modalità versus si è rivelata una piacevole sorpresa: è possibile affrontare in coppia non solo singole gare, ma anche veri e propri eventi costituiti da più di una prova. In entrambi i casi, inoltre, il vincitore può essere determinato o in base alla posizione finale o in relazione ai punti guadagnati durante la gara. Tutto ciò, unito alla grafica sempre fluida anche durante le sessioni di split screen, rende il multiplayer di R. Racing uno dei più riusciti tra le simulazioni di guida presenti sul mercato.Per quanto riguarda il numero di tracciati e vetture, R.Racing non regge il confronto con Gran Turismo 3, ma può comunque vantare numeri di tutto rispetto: le piste presenti sono 14, suddivise tra ambientazioni realmente esistenti (come Monaco o Suzuka) o appositamente create. Al contempo le vetture, 36 in totale, offrono una discreta varietà, senza raggiungere i limiti (invero eccessivi) del già citato GT3.

Lo stile di guida e i controlliDefinire R. Racing una simulazione sarebbe quantomeno eccessivo: l’approccio alla guida scelto da Namco è piuttosto una dignitosa (a tratti) via di mezzo tra un racing game arcade e un titolo simulativo. Lo stesso Gran Turismo del resto è ben lontano da rappresentare una simulazione di guida, genere misconosciuto su console e che può vantare i principali esponenti nei titoli Nascar e F1 e nel fantastico F355 Challenge su Dreamcast.La doverosa premessa riguarda il sistema di servofreno implementato da Namco per rendere il titolo più accessibile ai nuovi giocatori, e attivato di default in tutte le competizioni del gioco: ebbene, l’aiuto fornito dalla Cpu in fase di frenata è veramente eccessivo, impedendo non solo il bloccaggio delle ruote, ma riducendo in modo automatico la velocità fino a favorire l’ingresso ottimale in curva. In questo modo è praticamente possibile completare le gare senza mai agire sul pedale del freno, e tutto ciò rende qualsiasi competizione priva di una benché minima sfida. Il consiglio che non possiamo che dare a tutti è quello di disattivare immediatamente il servofreno, che rischia di minare irreparabilmente la longevità e l’interesse verso il gioco.Una volta eliminata l’assistenza, l’esperienza di guida si rivela piacevole: grande enfasi è posta sui controlli analogici di sterzo, acceleratore e freno, e in particolar modo sulla progressività nelle fasi di approccio e uscita dalle curve. In questo senso i pad di GameCube e Xbox si rivelano più adatti al gioco rispetto a quello per PlayStation 2, che non dispone di leve analogiche laterali. Come alternativa è comunque possibile ricorrere a un volante, pienamente supportato dal gioco.Se gli sviluppatori hanno curato con buona cura le reazioni delle vetture dal punto di vista della trazione, altrettanto non si può dire per quanto riguarda i danni causati ai mezzi, totalmente inesistenti; questo limite si rivela particolarmente fastidioso nelle sezioni di rally, dove in realtà gran parte degli esiti si dovrebbe giocare proprio sull’efficienza meccanica delle quattroruote. La principale innovazione apportata da R.Racing è indubbiamente l’indicatore di pressione: per simulare la competizione in atto durante una gara anche dal punto di vista psicologico, gli sviluppatori hanno infatti introdotto uno strumento che misura la pressione che il giocatore è in grado di provocare sugli avversari. In pratica, quando ci si avvicina a una vettura avversaria e ci si mette in scia, sopra di essa compare un’icona con il nome del pilota e un indicatore che segnala il livello di pressione esercitato; mantenendosi in scia per un tempo abbastanza prolungato, si può indurre il pilota avversario all’errore, che tipicamente si manifesta con un testacoda o un cattivo approccio alla curva.Sulla carta si tratta indubbiamente di un’idea interessante, che introduce un nuovo elemento nel panorama delle simulazioni; la realizzazione richiede però ancora un minimo di messa a punto poiché, così come è strutturato in R:Racing, l’indicatore di pressione diventa un espediente inutile ai bassi livelli di difficoltà e una (troppo) comoda alternativa ai sorpassi nelle competizioni più impegnative. Si tratta comunque di un elemento da non scartare e che potrebbe ripresentarsi, perfezionato, nei prossimi titoli della serie.Altro particolare degno di nota la presenza, durante la gara, di un commento audio che riporta le conversazioni tra i piloti in gara e i box: oltre a ricevere suggerimenti e incitazioni dal proprio team manager, il giocatore potrà infatti ascoltare i dialoghi degli avversari e i commenti relativi alle proprie manovre. Anche in questo caso la realizzazione mostra delle lacune (essenzialmente la ripetitività delle frasi), ma d’altro canto rende più coinvolgenti le gare e umani i piloti. Un esperimento da riprovare in futuro.

GraficaIniziamo dai (pochi) difetti per poi analizzare i (molti) pregi del motore grafico del gioco. Innanzitutto R:Racing è chiaramente un titolo sviluppato per PlayStation 2 e quindi adattato a GameCube e Xbox; in questo senso il maggiore potenziale di queste due ultime console non è assolutamente sfruttato, e i tre titoli si presentano in modo identico, con fastidiosi fenomeni di aliasing tipici della console Sony. Inoltre, non è disponibile alcuna opzione di visualizzazione a 60 Hz. Fortunatamente l’adattamento allo standard Pal non ha alterato la velocità del gioco (come già avveniva in Wave Race, non è presente il classico rallentamento dei cronometri di un fattore 5/6). Rimane comunque la scarsa sensazione di velocità che il gioco trasmette, mitigata solo in parte utilizzando la visuale interna e le vetture più performanti.Per il resto l’impatto grafico è più che soddisfacente: le vetture, eccezionali in ambito di presentazione, mostrano una drastica riduzione dei poligoni e degli effetti di riflessione durante le gare, ma sono comunque ben realizzate, mentre gli scenari e le texture offrono una qualità e un dettaglio eccellenti. Ottima la riproduzione delle varie condizioni di illuminazione, mentre non è stata implementata alcuna variazione metereologica.Impeccabile la fluidità, stabile anche nel gioco in coppia.

SonoroInteramente adattato in italiano, sia nei testi che nel commento vocale, R.Racing presenta un doppiaggio di buon livello (sia durante le sezioni Fmv sia durante i commenti alle gare) e il consueto campionario di musiche techno che ha sempre caratterizzato i racing game Namco. Le tracce musicali risultano varie e ben calibrate, coinvolgendo il giocatore senza però distrarlo eccessivamente dalla guida. Meno convincenti gli effetti sonori di motori e frenate, così come l’utilizzo, non proprio incisivo, della vibrazione sul pad.

Metti una pallina nel motoreLa versione GameCube di “R: Racing” è impreziosita dall’inclusione di un inedito bonus, una copia del gioco Pac-Man Vs.!Il titolo in questione è fruibile unicamente giocando in multiplayer, da un minimo di 2 ad un massimo di quattro giocatori contemporaneamente: inoltre è necessario disporre di un GBA da collegare al GC con l’apposito cavo.In pratica uno degli utenti interpreta la mitica pallina gialla mentre gli altri muovono i fantasmini incaricati di ostacolare l’abbuffata di pillole del nostro eroe, il tutto all’interno dei celebri labirinti del gioco. Sul televisore, in tre piccoli riquadri ed all’interno di un labirinto tridimensionale, si muovono (mediante i normali pad) i fantasmi, ognuno dei quali dispone di una visuale molto limitata che permette di avvistare Pac-Man solo quando è molto vicino, scelta obbligata per non rendere troppo facile la caccia al nostro eroe: sul monitor del GBA, invece, l’utente che muove Pac-Man si trova davanti allo stesso labirinto riprodotto con grafica 2D come nell’originale, con un’ampia vista aerea che permette di individuare per tempo e sfuggire ai nemici. Lo scopo del gioco è quello di raggiungere il tetto di punti preventivamente stabilito (7000, 10000 o 15000) prima degli altri utilizzando Pac-Man: ogni volta che un fantasma mangia il nostro giallo protagonista, il relativo giocatore ne prende il controllo e la sessione di gioco riparte dall’inizio registrando però il punteggio accumulato fino ad allora dai vari giocatori.In pratica, dunque, l’utente che muove Pac-Man deve mangiare più palline possibili ed accumulare punti cercando di non farsi catturare, mentre i giocatori che muovono i fantasmi devono intercettarlo per prenderne il controllo e così via fino a quando uno dei quattro non raggiunge il punteggio prefissato.I comandi sono semplicissimi, in pratica si usa solo la croce direzionale, così come le regole: Pac-Man mangia le pillole, i fantasmi mangiano Pac-Man, Pac-Man mangia i fantasmi se raccoglie le pillole speciali. Tecnicamente ci troviamo di fronte ad un prodotto simpatico ma decisamente basilare: d’altronde il suo unico scopo è quello di intrattenere per qualche tempo l’acquirente e si può dire che lo scopo è stato senz’altro raggiunto, pur se un poco di disappunto è ascrivibile alla mancanza di una modalità single player che riproponga per intero il gioco originale.

– Una volta entrati nell’ottica, garantisce una buona dose di sfida e divertimento

– Buona realizzazione tecnica

– Alcune idee interessanti

– Livello di difficoltà mal calibrato

– Nulla di sorprendentemente nuovo

– Tradisce lo spirito di Ridge Racer, perdendo personalità

7.0

Nel valutare R.Racing bisogna sforzarsi di andare al di là del primo impatto, indubbiamente poco entusiasmante: la pessima calibrazione di difficoltà e aiuti alla guida, unita alla brevità della modalità storia, rischia infatti di far bocciare il titolo dopo pochi minuti. Con un pizzico di perseveranza e attenzione (alzare immediatamente il livello di sfida a “medio” o “difficile”), il titolo Namco si rivela un gioco tutto sommato piacevole e che, nonostante i difetti evidenziati in fase di recensione, rappresenta un buon esordio della casa nipponica nel settore dei racing game simulativi su quattro ruote. Il suo acquisto deve essere valutato anche in base alla piattaforma di scelta: da un lato su PlayStation 2 esiste il re incontrastato del genere (ed è in arrivo il suo erede con GT4), dall’altro Xbox può contare su ottime alternative come Sega GT e la serie Project Gotham. Rimane a parte il caso della console Nintendo, per la quale l’acquisto di R.Racing può essere consigliato con più insistenza, vista la mancanza di concorrenza.

Se invece si analizzano le tre versioni in termini comparativi, le uniche differenze possono essere riscontrate nella maggior efficienza dei pad di Xbox e Cubo (grazie alle leve analogiche laterali) e, soprattutto, nell’inclusione dell’ottimo bonus Pac-Man Vs in esclusiva sulla versione cubica; in caso di possessori di più console è sicuramente quest’ultima quella da scegliere.

In conclusione, R:Racing è un buon embrione per una nuova serie di racing game, dotato di alcuni interessanti spunti (l’indicatore di pressione e la chat in gara), di una buona longevità e di un approccio alla guida che mixa componenti arcade e simulazione con successo (a patto di disattivare il più volte citato servofreno). GT è ancora fuori portata, ma la strada intrapresa è quella giusta.

Voto Recensione di R: Racing - Recensione


7

Leggi altri articoli