Project Zero
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a cura di Maxnikk
I tanti volti della pauraCreare un survival horror può essere un compito facile e difficile al tempo stesso. Facile se si tratta di realizzare il sequel di un gioco già affermato, difficile se si vuole intraprendere una via nuova, innestando su un genere ormai consolidato delle soluzioni innovative capaci di catalizzare ancora l’attenzione di un pubblico sempre più esigente.Tecmo ha proprio fatto questo prendendo il nucleo centrale di ogni survival horror che si rispetti, ossia la paura, e declinandolo in un nuovo modo.Spieghiamoci meglio. Nella serie di Resident Evil la paura deriva da orde di zombie che dobbiamo affrontare e annientare, in Alone in the Dark è il buio che svolge il ruolo principale, mentre in Silent Hill l’orrore ha mostrato il suo volto più raffinato arricchendosi di risvolti psicologici. Bene, niente di tutto questo in Project Zero. Qui l’orrore ha un volto che non è un volto, una forma che è senza forma. E’ l’impalpabile, ciò che sfugge ai sensi dell’uomo comune, il “Leitmotiv” del gioco. E’, come spesso accade, ciò di cui non si comprende la natura è fonte di una paura ancor più grande…
Non aprite quella porta…Palazzo Himuro è un’enorme e fatiscente costruzione che si erge ai piedi di una montagna nei pressi di un piccolo paese sperduto.Si narra che diversi anni prima fosse la dimora di un uomo molto potente che esercitava un controllo assoluto sulla regione circostante.La gente del posto parla ancora con grande timore della famiglia Himuro e delle voci e leggende che la riguardavano e nessuno osa avvicinarsi al palazzo, ormai fatiscente e in rovina.Tempo fa, però, tutti i media hanno dato la notizia della scomparsa di Junsei Takamine, uno scrittore di fama mondiale che, dopo essersi entrato nel Palazzo Himuro alla ricerca di materiale per il suo ultimo romanzo, è sparito senza lasciare traccia.E’ allora che il giovane Mafuyu Hinasaki, aspirante giornalista e discepolo dello stesso Takamine, decide di andare alla ricerca del maestro.Arrivato a Palazzo Himuro, che si erge solitario nel fitto di una boscaglia, il giovane trova diversi appunti lasciati dallo scrittore e dai suoi più stretti collaboratori che raccontano di indicibili orrori e fatti tragici avvenuti proprio all’interno di quelle mura.Deciso una volta per tutte a fare luce su questa vicenda e a trovare ulteriori indizi che lo aiutino a risolvere l’enigma, Mafuyu decide di continuare nella sua indagine, ma ad un tratto si rende conto di non essere solo…Sono passati 9 giorni da quel momento e anche di Mafuyu non c’è più alcuna traccia.Tocca quindi a Miku, la sorella di Mafuyu, cercare di rintracciare il fratello e capire cosa possa essere successo. Nelle sue mani solo una torcia e una macchina fotografica, uniche compagne di un’avventura che si preannuncia misteriosa e carica di orrore…
I protagonisti di questa storiaOgni avventura che sia degna di questo nome è contrita attorno a personaggi carismatici e ben caratterizzati, capaci di conquistare il giocatore non solo con le loro azioni, ma anche con la loro personalità, i loro sentimenti, i pregi e i difetti.Vediamoli allora nello specifico.
Miku HinasakiMiku è il personaggio principale di Project Zero, la protagonista attorno la quale ruotano tutte le vicende del gioco.La sua famiglia è da sempre dotata di un potere molto particolare, una specie di “sesto senso” che si traduce in capacità di vedere cose che le persone cosiddette normali non sono in grado di vedere.A causa di questa sua speciale capacità Miku ha sempre avuto una certa difficoltà nel legare con altre persone e nel costruire dei veri rapporti d’amicizia.Molti, infatti, la trovano un po’ strana e forse alcuni hanno anche paura di lei.Solo Mafuyu, il suo adorato fratello, la accetta per quello che è. Forse perché lui è uno dei pochi che sia in grado di capire cosa prova la sorella…
Mafuyu HinasakiMafuyu è il fratello di Miku.Dopo la misteriosa morte dei loro genitori è l’unica persona cara rimasta a Miku.Aspirante giornalista, è lui che si avventura nel Palazzo Himuro alla ricerca di Takamine, uno scrittore di grande fama, nonché suo mentore, scomparso di recente.Anch’egli è dotato del sesto senso e, come la madre che ormai non c’è più, è in grado di catturare l’anima di uno spirito in una fotografia utilizzando un’antica macchina fotografica davvero molto particolare.
Miyuki HinasakiMiyuki è la madre di Miku e Mafuyu. Come la figlia, anche lei a causa dei suoi poteri paranormali ha trascorso l’infanzia in solitudine e per tutta la vita si è sempre preoccupata dei particolari doni che anche i suoi figli avrebbero potuto ereditare da lei.Prima della sua misteriosa morte Miyuki ha lasciato ai figli la sua amata ed antica macchina fotografica.
Junsei TakamineTakamine è uno scrittore molto famoso, ma è anche un punto di riferimento importante per il giovane Mafuyu a cui ha dato non solo molto utili consigli, ma di cui è stato anche un buon amico.Romanziere di successo, ultimamente sta attraversando un periodo di profonda crisi professionale.Animato dalla speranza di scrivere un nuovo best seller decide così di intraprendere un’indagine su un antico quanto misterioso rituale shintoista celebrato dalla famiglia Himuro. Dopo aver deciso di visitare personalmente Palazzo Himuro, parte per una spedizione accompagnato dal suo editore e dalla sua assistente.Da allora non si è più avuta nessuna notizia di loro…
Koji OgataKoji è l’editore di Takamine.Egli aveva accompagnato lo scrittore nella sa spedizione con la speranza di raccogliere materiale interessante per la sua rivista horror.Purtroppo anche lui è scomparso.L’ultima notizia che si ha è relativa all’ultimo rapporto inviato da Koji alla sua redazione.
Tomoe HirasakaTomoe è l’assistente di Takamine.Anche lei è sparita durante la visita a Palazzo Himuro insieme a Takamine e Koji.Come Miku anche Tomoe è dotata di sesto senso e, prima della partenza, aveva avuto un brutto presentimento riguardante la spedizione.Purtroppo la sua premonizione si è rivelata esatta…
Una macchina fotografica come armaProject Zero è strutturalmente realizzato in maniera tradizionale: questo significa che, come in ogni survival horror che si rispetti, troviamo anche qui enigmi di vario tipo da risolvere per completare l’avventura, uniti a situazioni decisamente più movimentate dove predomina il “combattimento”.Questa volta, però, non avremo dalla nostra l’arsenale degno di ogni membro della S.T.A.R.S., bensì solo una semplice ed apparentemente innocua antica macchina fotografica…La scelta operata dagli sviluppatori della Tecmo si è dimostrata senza dubbio vincente perché contribuisce non poco ad aumentare quel senso di inadeguatezza di fronte al pericolo che è una caratteristica fondamentale del gioco.Utilizzando tale macchina fotografica il giocatore avrà la possibilità di “catturare” i fantasmi che infestano Palazzo Himuro imprigionandoli per sempre su delle fotografie.La visuale del gioco, che nella fase esplorativa è in terza persona, diventa in prima persona una volta che decidiamo di utilizzare questa macchina.Normalmente l’arrivo di un fantasma è segnalato da una decisa vibrazione del pad che ci consente di prepararci per tempo al “combattimento”.Il giocatore non dovrà fare altro che inquadrare l’ectoplasma e mantenerlo, per il maggior tempo possibile, al centro dell’obbiettivo prima di scattare la foto. Questo al fine di aumentare il danno inflitto allo spettro e guadagnare un maggior numero di punti spendibili in seguito per potenziare la macchina fotografica stessa.E’ possibile, infatti, non solo utilizzare pellicole dal diverso potere esorcizzante, ma abilitare delle particolari funzioni ausiliare (per rendere i nemici visibili per un lasso di tempo maggiore o per fare in modo che limitino i loro movimenti repentini per citare qualche esempio) per attivare le quali dovremo recuperare le cosiddette “Pietre dello Spirito” sparse per la casa.Tutte le foto scattate potranno poi essere conservate in un apposito album (fino a cento scatti contro i 24 della versione Playstation 2).La nostra fida macchina fotografica, inoltre, servirà non solo per imprigionare i fantasmi cattivi, ma anche quelli innocui che, di tanto in tanto faranno la loro comparsa durante il prosieguo del gioco: catturare anche questi sarà fondamentale per ottenere punteggi sempre più alti. Senza contare che, solo grazie all’obbiettivo, potremo scoprire passaggi o elementi altrimenti invisibili ad occhio nudo.
Grafica Uno degli aspetti migliori di Project Zero è senza dubbio rappresentato dall’atmosfera ricreata magistralmente dagli sviluppatori grazie ad un sapiente utilizzo degli effetti luce (migliori rispetto a quelli della controparte Ps2) e di inquadrature molto particolari che traducono in immagini l’orrore e la paura che permeano il gioco.Immagini sfocate o sgranate, distorsioni, utilizzo del bianco e nero, immagini disturbate che ricordano tanto film come “The Blair Witch Project”: tutto è sapientemente studiato al fine di aumentare la tensione.Discrete le texture e la realizzazione dei fantasmi con ottimi giochi di trasparenze e un design indovinato, con spettri dai volti segnati e trasfigurati da un dolore indicibile e quasi palpabile.Qualche caduta di tono, invece, nella realizzazione dei modelli poligonali dei personaggi che soffrono anche di animazioni un po’ legnose e poco aggraziate. Non mancano anche situazioni in cui l’esplorazione degli ambienti risulta difficile a causa di inesistenti ostacoli alla deambulazione.
SonoroIl comparto sonoro di Project Zero è senza dubbio di prim’ordine e supporta magistralmente il Dolby Digital. Le voci (in inglese con sottotitoli in italiano) sono ben implementate, ma sono soprattutto i suoni ambientali ad accrescere la sensazione di paura: porte che cigolano, pavimenti che scricchiolano, il vento che soffia all’esterno del Palazo Himuro e, soprattutto, le urla angoscianti degli spettri che non mancheranno di farvi saltare dalla sedia più di una volta.
LongevitàProject Zero non è eccessivamente lungo ma, una volta terminata la modalità principale si sbloccherà un “Battle Mode” che potrà tenerci impegnati ancora per qualche tempo.Dobbiamo comunque dire che ci troviamo di fronte ad un titolo talmente intrigante che probabilmente on disdegneremo di rigiocare. Non fosse altro per catturare tutti i fantasmi che, in un primo momento, ci sono sfuggiti…
-Gameplay tradizionale ma con nuovi elementi
-Ottima atmosfera
-Storia intrigante e coinvolgente
-Longevità non eccelsa
-Tecnicamente potevano aspettarci qualcosa di più
8.3
Per i possessori di Xbox amanti dei survival horror Project Zero rappresenta un’alternativa più che valida a Silent Hill 2: Inner Fears, grazie ad un sapiente mix che coniuga le meccaniche tradizionali di uno dei generi più amati dal pubblico con alcune interessanti variazioni sul tema (la macchina fotografica ed il suo utilizzo ai fini dell’avventura).
Forte di una realizzazione tecnica più che buona il titolo targato Tecmo riesce nel difficile compito di ricreare un’atmosfera carica di tensione e di paura non ricorrendo alla violenza gratuita o a sottigliezze psicologiche, ma facendo leva su una delle più ataviche paure dell’uomo: quella dell’impalpabile, di ciò che non si può toccare e che sfugge di continuo alla presa dei sensi.
Un gioco forse non eccessivamente longevo, ma decisamente raffinato nella sua concezione, che merita attenzione e che sicuramente non deluderà gli appassionati del genere.
Voto Recensione di Project Zero - Recensione
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