Recensione

Project Sylpheed

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a cura di SAH

Quando si parla di Square Enix è impossibile non pensare immediatamente alla saga di Final Fantasy. Tuttavia la società giapponese sta cercando di scrollarsi di dosso l’etichetta di software house di soli giochi di ruolo. Purtroppo però titoli come lo spin-off Dirge of Cerberus o Chocobo Tales non si sono dimostrati all’altezza delle attese. Dal 29 giugno è disponibile anche in Europa Project Sylpheed, seguito ideale di Sylpheed uscito secoli orsono su Mega CD di Sega. Vediamo se il lavoro svolto da Game Arts si dimostra all’altezza del suo predecessore.

Il marchio di fabbrica SquareOk, neanche il tempo di inserire il disco nel lettore che parte il primo di una lunga serie di filmati. L’introduzione ci presenta i personaggi principali che rivestiranno un ruolo di primo piano nella fin troppo articolata trama che compone la campagna principale. I clichè ovviamente non mancano, soprattutto per quando riguarda la modellazione dei personaggi in computer grafica che, per quanto ottima, mostra a caratteri cubitali lo stile abusato di Square. Anche il forte senso di dejavù che si prova nel rivedere un cattivone stile Zell di Final Fantasy X oppure la classica ragazza supermaggiorata a comando di un esercito non tarda ad arrivare. L’eterna lotta fra le forze del bene e quelle del male è il tema centrale sul quale si svilupperanno tutte le vicende di Katana e soci. Un normale esame di preparazione inter-stellare si trasforma in dramma quando un’attacco nemico improvviso uccide un giovane cadetto. La pace che durava da oltre due secoli è definitivamente infranta.

Seguendo le orme di X-WIngConsigliamo caldamente ad ogni nuova recluta di completare le varie sezioni del tutorial prima di intraprendere la modalità campagna. Il controllo dell’astronave mostra un’ impostazione volutamente arcade, tuttavia sarà necessario impiegare quasi tutti i tasti presenti sul controller per padroneggiare a meglio il proprio mezzo. I grilletti servono per accelerare e decellerare, i due tasti frontali sono adibite all’uso delle armi principali e secondarie. Gli altri tasti servono invece svolgono svariate funzioni secondarie che tuttavia torneranno utili nel proseguimento della campagna. Le missioni si svolgono interamente nello spazio infinito anche se la sensazione non è propriamente quella attesa: lo sfondo è fin troppo statico pertanto sembra di muoversi all’interno di una sfera priva di gravità. Questo particolare si dimostra particolarmente fastidioso soprattutto considerando la differenza con i filmati di gioco dove l’universo appare molto più vivo e realistico. Anche le numerose missioni non appaiono particolarmente ispirate, gli obiettivi cambiano ogni volta ma la sostanza praticamente no: ogni volta dovrete o eliminare l’intera forza nemica o proteggere una particolare struttura. Il livello di difficoltà appare mal bilanciato soprattutto tra un livello e l’altro, l’intelligenza artificiale si dimostra invece talmente deficitaria che succederà di concludere intere missioni senza essere neppure sfiorati dai proiettili nemici. Inoltre ogni nave è dotato di uno scudo autorigenerante che offre sempre un buon margine di sicurezza. L’unico vero pericolo è rappresentato dalle astronavi più grosse e fornite anche se basterà colpire da una distanza di sicurezza per avere la meglio. Non dovrete neanche preoccuparvi dei proiettili sempre abbondanti per ogni situazione. Nel caso tuttavia dovreste rimanere a secco basterà una breve sosta presso l’astronave madre per ripartire in piena.

Progetto Sylpheed fallito?L’arsenale bellico della propria astronave è personalizzabile previo l’acquisto di nuove forniture prima di iniziare una nuova missione. Il numero di armi e di potenziamenti è notevole in termini quantitativi ma assai scarso dal punto di vista qualitativo. Difficile rinunciare ai missili a rilevamento termico che trovano autonomamente il bersaglio, in alternativa una mitragliatrice si configura come la miglior arma complementare all’altra. Laser, bombe, mine, per quanto potenti, si dimostrano difficili da padroneggiare e sono consigliate solo ai fans più accaniti. La campagna per giocatore singolo garantisce una quindicina d’ore di gioco spensierato. Il gioco è tradotto parzialmente per quanto riguarda i testi, le scritte dei menù infatti si presentano inspiegabilmente in inglese mostrando quanta superficialità sia stata riposta nel processo di traduzione del gioco. Inspiegabile anche l’assenza di una qualsiasi modalità multiplayer.

– Filmati di gioco ben realizzati

– Prime ore di gioco divertenti

– Trama di gioco articolata..

– …forse troppo

– Numerose lacune e mancanze

– Troppo facile

6.0

Il potenziale inespresso di Project Sylpheed non fa altro che aumentare la rabbia per l’occasione sciupata da Square per regalare a tutti i giocatori Xbox 360 una piccola perla. Il livello di difficoltà non offre un livello di sfida accettabile al giocatore medio, la trama, per quanto appassionante, non si adatta ad un gioco che dovrebbe prediligere l’azione alla narrazione e gli elementi di contorno come il potenziamento del proprio arsenale o il briefing pre-missione si dimostano assolutamente inutili, infine manca inoltre una modalità multiplayer che sfrutti Xbox Live .

Voto Recensione di Project Sylpheed - Recensione


6

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