Recensione

Pro Evolution Soccer 6

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a cura di Dosse

La più simulativa ed amata serie calcistica debutta nella new generation con lo sbarco su XBox 360. Ma dato che non poteva essere tralasciata la piattaforma sulla quale la serie di “Seabass” Takatsuka ha riscosso più successo, ecco spuntare sua maestà anche su Play2. Potrebbe essere pertanto l’ultima apparizione di Pro Evolution nella Old-Gen console? Una cosa è pur certa… il calcio di Konami su PS2 è ancora un gran bel calcio. Evitate di considerare questo Pro Evolution Soccer 6 in versione playstationara come il calcio dei poveri e soprattutto non aspettatevi uno spettacolo da serie B.Già Spaziogames aveva giustamente decantato le lodi della versione giapponese uscita in Aprile, quel Winning Eleven 10 che su PS2 aveva fatto faville. La versione europea che puntualmente, manco fosse un orologio svizzero, sbarca anche nel bel paese, non fa che confermare la bontà di Winning Eleven 10, arricchendola di alcuni elementi che fanno di PES6, e ve lo anticipo già, l’ennesimo grande gioco di calcio disponibile sul mercato.

Calcio spettacoloA dir la verità qualche differenza rispetto alla controparte giapponese c’è e la scoviamo soprattutto nel ritmo di gioco. Proprio dove in WE10 il ritmo delle partite era più veloce ed in un certo senso “arcade” (con trecento virgolette ovviamente), in PES6 non assisteremo mai nel corso del match a ritmi di gioco esagerati. Il perché è presto detto. In PES6 Konami si è concentrata di più ad implementare in sede di sviluppo un tipo di gioco maggiormente fisico, che rende le partite inevitabilmente meno spettacolari agli occhi del giocatore. Tuttavia ciò non si traduce nel fallo sistematico come capitava nel predecessore, anzi… l’arbitro designato tende molto a lasciar correre l’azione, comportandosi di conseguenza “all’inglese”. In effetti la situazione rispetto al quinto episodio è nettamente migliorata dal punto di vista arbitrale; non solo l’uomo con il fischietto interrompe meno l’azione, ma dosa immensamente meglio l’utilizzo dei cartellini. In PES5 guardavamo spesso circostanze per le quali un giocatore era ammonito per futili interventi e magari non era manco punito quando stoppava l’avanzare dell’avversario con un’entrataccia da tergo. Vi accorgerete che l’uso dei cartellini è ora molto più equilibrato che in passato.A dir la verità le differenze con la controparte giapponese non si fermano qua. I portieri ad esempio in WE10 erano spesso decisivi, ma in peggio… effettuando parate degne di andare in onda su Paperissima. Invece ora in PES6, i portieri sono molto più dinamici, attenti e molto più utili per la propria squadra. Ancora decisivi dunque, ma stavolta in positivo. Poi a differenza di WE10 c’è la modalità online, ma per il momento congeliamo l’argomento, ne parleremo a tempo debito. Insomma, alcuni miglioramenti rispetto a Winning Eleven 10 sono tangibili, del resto la versione giapponese è uscita in Aprile e questi mesi di distacco tra essa e PES6 sono stati sfruttati al meglio da Konami per proporci un calcio migliore, logicamente per la nostra gioia. Una volta scesi sul rettangolo verde, è sufficiente qualche minuto per capire che il livello di realismo globale sia esponenzialmente cresciuto, stupendo il giocatore che sta prendendo parte ad una sessione di gioco. Ciò che assisteremo non è un’evoluzione netta come è sempre stato sino al quinto episodio, anche perché oramai l’hardware PS2 è già stato sufficientemente spremuto, ma il tutto è stato plasmato al fine di proporre un’esperienza ancora più realistica e sotto certi aspetti differente rispetto al passato. Per un’evoluzione sostanziale ci vorrà naturalmente la nuova generazione, il mio consiglio tuttavia è quello di acquistare a mani basse anche questa nuova edizione, perché i presupposti per mantenere ben stabile il DVD del gioco nel vano disco della PS2 per un altro anno intero ci sono ancora tutti, così come quel divertimento speciale che solo una simulazione come PES riesce a donare a tutti gli appassionati di calcio.Qualche riga fa abbiamo giusto accennato di come il gioco di PES6 sia diventato incredibilmente fisico; assisteremo a furiose battaglia a metà campo tra centrocampisti mastini, difensori che incespicano sulla palla, attaccanti disposti a rompersi una gamba pur di arrivare prima sul pallone. La sensazione che i match siano più muscolari che in passato è tangibile e molto spesso vedrete azioni svolgersi “in un fazzoletto” con cinque-sei giocatori battersi come gladiatori per recuperare la sfera. Questa maggiore implementazione del gioco maschio non ha comunque sacrificato la componente spettacolare del gioco del calcio e guai se fosse accaduto l’esatto contrario. Soltanto che anche questo aspetto conosce un equilibrio ed una patina di realismo maggiori rispetto al FIFA di turno. Ci sono giocatori dotati di una classe superiore rispetto alla media (prendi i vari Ronaldinho, Ibrahimovic, Kakà e via discorrendo) e la loro magnificenza tecnico-tattica emergerà nel corso delle partite. Se uno di questi giocatori si trovasse in una situazione di uno contro uno con un difensore mediocre, è lampante che il giocatore di classe avrà la meglio sul difensore. Al contrario, non è certo possibile che un centrocampista dotato di grande grinta e prestanza fisica, come i vari Gattuso e Vieira, arrivino in porta a suon di piroette, uno-due, tunnel o doppi passi. Qualcuno li fermerà o, in casi maggiori, finiranno per incespicarsi da soli, esattamente come capita nella realtà.In PES6, a dimostrazione di quello che abbiamo detto fino ad ora, i parametri dei vari atleti al momento di giocare saranno maggiormente tenuti in conto rispetto agli episodi antecedenti a questo. E’ verissimo che un grande velocista come Martins tanto per dirne uno ha molte possibilità di sfuggire alla marcatura di un difensore massiccio, ma se quest’ultimo riuscisse a prendere le misure, il difensore marcantonio riuscirà ad avere senz’altro la meglio su un giocatore sì veloce, ma pur sempre flebile come il nigeriano. Anche per quanto concerne le conclusioni da fuori per esempio, Konami è stata molto più attenta ad evitare certe situazioni piuttosto paradossali, nel senso che i tiri da fuori area saranno scoccati da gente che sa davvero il fatto suo, quando si tratta di calciare una minella dai trenta e passa metri. Stessa cosa per i calci di punizione; finalmente i giocatori dotati di potenza e precisione possono finalmente calciare punizioni degne della loro fama, sia quando si tratta di crossare nel mezzo alla ricerca della testa di qualche compagno, sia che si tratta di mirare l’incrocio dei pali al fine di piazzare il pallone nel sette.

Tutto il calcio minuto per minutoOgni giocatore ha circa trenta parametri che lo contraddistinguono e ne converrete che non sono certo pochi, soprattutto per i puristi del genere, che sguazzeranno tra numeri, statistiche, ecc al fine di creare il team dei propri sogni. Ma la presenza di tanti parametri che, come si diceva poco fa, contraddistinguono più che in passato un giocatore rispetto ad un altro si riversa, conseguentemente, allo stampo tecnico che la sua squadra di appartenenza possiede. E’ risaputo che, nella realtà, la Francia ha tanti giocatori rapidi e veloci, difatti in PES6, con la Francia al proprio comando, potremo concentrarci più sui contropiedi che sul fraseggio stretto, una caratteristica posseduta dal Brasile per esempio, allorché i suoi giocatori sono molto bravi nel possesso palla e nei cambi di gioco da una parte all’altra. La nostra nazionale Campione del Mondo nell’ultima edizione in terra teutonica (che siano benedetti i Wurstel!) ha costruito le sue fortune sulla bravura di Buffon e su di una difesa solida in generale, oltre che ad un grosso lavoro di martellamento in mezzo al campo, grazie soprattutto alle corse di Gattuso e Perrotta. In PES6 vedremo dunque un Italia impegnata più che altro a rompere l’azione di gioco avversaria, o farsi valere sui calci piazzati con le fantastiche parabole di Pirlo ad esempio, piuttosto che imporre il proprio gioco.Konami non contenta, ha inoltre implementato un paio di gradite novità; la prima consiste nella punizione veloce (quella che i giocatori battono velocemente appena posano il pallone) premendo semplicemente L1 e R1 in combinazione tra loro quando appare l’icona corrispondente e che finalmente le rimesse laterali ora funzionano piuttosto bene. In particolare è possibile effettuarle più lunghe e più precise, muovendo i giocatori in attesa come meglio crediamo.Anche la fase d’impostazione strategica nel pre-partita ha subito qualche lieve modifica, dedicate in particolar modo a quei giocatori che non vogliono perdere ore e ore tra tattica, moduli di gioco e via discorrendo. Difatti gli sviluppatori hanno saggiamente inserito un’opzione che permette di scegliere delle tattiche “preconfezionate” (come ad esempio Attacco sulla fascia, Arretramento attaccanti e così via) da selezionare liberamente. Spetta poi alla CPU decidere come applicare la tattica desiderata anche in base ovviamente, alle caratteristiche dei giocatori che compongono l’undici titolare. E’ naturalmente un’aggiunta gradita, soprattutto per i giocatori che magari non sono particolarmente interessanti a gestire la fase strategica del match. Badate bene che tutte le altre opzioni manuali per i giocatori esperti sono state conservate intonse, cosicché nessuno si rattristi.

Anche l’aspetto tecnico ha subito un buon restyling, soprattutto riguardanti alcuni aspetti. Il pubblico in primis è stato ulteriormente perfezionato e la sensazione che sia “spalmato” sugli spalti è ancor più scemata. Non solo, anche la realizzazione degli atleti è sicuramente migliorata, dato che i giocatori (soprattutto quelli più conosciuti) sono ancora più dettagliati e maggiormente riconoscibili. Ma un grande balzo in avanti è stato compiuto nella fase di realizzazione delle animazioni di ogni singolo atleta. Davvero Konami sotto questo aspetto ha compiuto passi da gigante, visto e considerato che riconoscere i campioni è una cosa naturalissima se si è esperti di calcio. Un determinato calciatore è riconoscibilissimo dalle sue movenze, dal suo modo di toccare la palla, dal suo incedere verso la trequarti avversaria, dal suo modo di dribblare, dal suo modo di concludere a rete. Provate a non leggere i nomi presenti nella parte bassa dello schermo e vi renderete davvero conto di quanto le animazioni degli atleti siano immensamente migliorate rispetto al passato e non è certo un aspetto di poco conto.

Tanti modi di vivere il calcioLe modalità di gioco sono rimaste sostanzialmente le medesime che da sempre accompagnano ogni edizione di Pro Evolution Soccer. La Master League dal canto suo è praticamente la stessa, senza cambiamenti degni di nota, tranne che per uno piuttosto interessante; si può verificare in maniera efficace quanto un giovane del nostro vivaio sta crescendo o meno grazie a valori tecnici e grafici adibiti proprio al fine di cui si diceva prima. Questo, al fine di decidere se spendere tanti soldi in sede di mercato per assicurarci i giocatori migliori, o se tentare di pescare nel vivaio della Primavera per scoprire magari qualche talento dal roseo futuro. Oltre alle solite coppe (internazionali, nazionali e continentali), la stessa Master League appunto e il campionato tra quelli presenti (paradosso, hanno aggiunto il campionato portoghese ma la Bundesliga è praticamente inventata, sia nel nome delle squadre, sia nei nomi dei vari giocatori), troviamo due interessanti new entry. La prima modalità in questione è denominata Random Match, nella quale potremo scegliere una zona territoriale e lasciare che la CPU scelga in maniera assolutamente casuale i giocatori ruolo per ruolo, al fine di rendere le partite in un certo senso più imprevedibili, soprattutto quando si gioca con gli amici. L’altra modalità è la sintesi della Coppa del Mondo sotto mentite spoglie; potremo scegliere una nazionale tra quelle presenti e cominciare dalle primissime battute del mondiale, ovvero le partite di qualificazione. Un po’ limitata come modalità di gioco, ma comunque interessante, soprattutto se volete rivivere la magica notte di Berlino, proprio quando il cielo si tinse d’azzurro.Come nella passata edizione, troviamo il gioco online, implementato per la prima volta in PES5. Non è che nella passata edizione ci si divertisse un mondo quando si trattava di giocare in internet, per demerito soprattutto di continui lag che ne impedivano un corretto funzionamento. Al momento di scrivere, il servizio non è ancora fruibile, ma secondo gli sviluppatori i lag saranno nettamente meno frequenti che nel prequel, sperando che tale notizia sia effettivamente confermata quando si tratterà di scendere in campo per l’online gaming.

Che gol signori!Fino a PES5, ogni episodio successivo all’altro proponeva dei miglioramenti sia tecnici sia strettamente ludici che facevano dell’episodio in questione migliore del predecessore, sotto una moltitudine di aspetti che negli anni scorsi abbiamo visto e che non starò certo qui a disquisire. Quest’anno invece, più che un miglioramento sostanziale, Konami sviluppando PES6 ha optato per una diversificazione del gameplay, sicuramente più che un semplice miglioramento. La ricetta di gioco di cui abbiamo ampiamente parlato in suddetta recensione (che può essere peggiore per certi gusti, migliore per altri) è comunque diversa sotto molti aspetti a quella vista in PES5. Del resto con il prequel, da un punto di vista puramente tecnologico, Konami aveva certamente raschiato il fondo del barile e aspettarsi dalla versione PS2 di Pro Evolution Soccer 6 l’ennesima evoluzione, beh… era francamente improponibile. Proprio per questo è stato saggiamente deciso di provare qualche nuova sperimentazione per poi magari svilupparla in sede di next-gen. Attenzione, queste righe non devono assolutamente spiazzare nessuno e non è neanche mio obiettivo farlo; anche sulla console Sony, PES6 è ancora un grandissimo gioco, nettamente la migliore simulazione calcistica che si possa trovare sul mercato, oltre che un ottimo acquisto a livello globale. Ma aspettatevi un gameplay abbastanza differente rispetto a PES5 e non un’evoluzione di un gioco che fino al penultimo episodio apparso su PS2 ha segnato costantemente i passi di questa celebre serie calcistica.

– Tecnicamente migliorato

– Animazioni superbe

– Sempre più divertente e realistico

– Master League sostanzialmente identica a PES5

– Telecronaca da rivedere

8.8

Nonostante tutti i discorsi affrontati, Pro Evolution Soccer 6 è un grandissimo gioco, un capolavoro sotto quasi tutti gli aspetti. E’ il classico gioco da acquistare ad occhi chiusi ed a portafoglio rigorosamente aperto se amate il calcio realistico o i mega tornei tra amici (consigliati più dal vivo rispetto alle sfide online) che faranno passare come sempre serate indimenticabili…anche senza una ragazza.

Voto Recensione di Pro Evolution Soccer 6 - Recensione


8.8

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