Recensione

Prince of Persia Classic

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a cura di SAH

Nel 1989 l’industria videoludica era ancora acerba. Le console nipponiche detenevano il potere sui personal computer che per l’epoca risultavano troppo complessi da programmare. John Mechner, un giovane sviluppatore indipendente, non la pensava così: i pc avevano un grande potenziale ed era necessario dimostrarlo al mondo. Quando uscì, Prince of Persia ottenne un grande successo sancito da un gameplay profondo (qualcuno lo definirebbe frustrante..) e da animazioni molto realistiche (pare che Mechner abbia costretto il fratello a saltare e simulare combattimenti per riuscire ad ottenere una riproduzione più fedele possibile). Per celebrare il primo ed indimenticato capitolo della saga, Ubisoft in collaborazione con Gameloft, famosa software house di giochi per cellulare, riporta sui nostri televisori ad alta definizione una versione completamente rivista sia graficamente che per quanto concerne la giocabilità.

Un gioco da mille e una notteCon il sultano lontano dal suo palazzo il perfido visir Jaffar orde una tremenda rivolta: la principessa viene segregata nella sua stanza e ha a disposizione una sola ora, scandita dallo scorrere inesorabile di una clessidra, per scegliere tra il matrimonio e la morte. Il tempo svolge ai fini della trama un ruolo fondamentale dato che l’eroe avrà a disposizione solo sessanta minuti reali per completare i quindici livelli di gioco interamente bidimensionali e salvare la principessa dal suo atroce destino. In realtà, nella modalità di gioco normale, il termine del fatidico countdown non coincide con la conclusione della partita ma permette di proseguire l’avventura fino alla conclusione e di ottenere ugualmente un lieto finale. Esistono altre due modalità di gioco, time attack e survival. Nel primo caso il tempo continuerà a scorrere senza interruzioni, tra una morte e un caricamento, mentre nel secondo caso il giocatore avrà una sola vita a disposizione per completare il gioco.Rispetto al titolo del 1989 Prince of Persia Classic rimane un gioco piuttosto ostico ma non impossibile. Nell’originale infatti, la morte significava rifare completamente l’intero livello di gioco e considerando l’abbondanza di situazioni possibilmente letali, il problema si presentava molto spesso. Inoltre il giocatore aveva un numero finito di vite al termine delle quali si raggiungeva l’inevitabile schermata del game over. Nella nuova versione invece ogni livello è provvisto di uno o due checkpoint e, tranne che nella modalità survival, il numero di vite è illimitato lasciando quindi la possibilità al giocatore anche di esplorare il livello alla ricerca di passaggi segreti e pozioni nascoste. Per quanto possa sembrare inizialmente ostico il sistema di combattimento è da considerarsi uno degli aspetti più divertenti del gioco. Con il tasto A il principe parerà il colpo del nemico mentre con X attaccherà. I nemici, dotati di una semplice (in termini di istruzioni) ma efficace intelligenza artificiale spesso e volentieri risponderanno ai contrattacchi causando un frenetico scambio di sciabolate dall’esito incerto. Nei combattimenti più accesi potrà capitare di imbracciare le spade e premere ripetutamente il tasto X per stordire l’avversario oppure quando si rischia di avvicinarsi troppo ad una trappola basterà premere col tempo giusto il tasto per invertire la posizione col nemico. E’ un peccato che non siano state implementate alcune azioni come la possibilità di spingere l’avversario oppure di sfruttare le qualità acrobatiche del principe anche nei combattimenti. Pur rivestendo un ruolo importante nell’economia del gioco, il vero fulcro dell’azione è caratterizzato dall’esplorazione, il superamento delle numerosissime trappole e la risoluzione di alcuni semplici enigmi. In questo caso il confine tra la vita e la morte è quanto di più sottile si sia visto in un videogioco, sarà sufficiente un passo in più per cadere in un baratro o un passo di troppo per restare infilzato tra spuntoni affilatissimi. Il nuovo campionario di mosse come il salto all’indietro o il salto combinato col muro aiutano spesso e volentieri a cavarsi d’impaccio anche nelle situazioni più difficili. Abbiamo riscontrato tuttavia qualche piccola imprecisione nel sistema di controllo, a volte il Principe tendeva ad effettuare passi troppo lunghi o a lasciarsi incredibilmente cadere anche quando gli era stato impartito un comando diverso. Il supporto della croce direzionale sarebbe stato sicuramente più utile e preciso.Graficamente il gioco si attesta su livelli eccellenti, forse il massimo per quanto visto finora in un gioco per Xbox Live Arcade. Le ambientazioni sono realizzate in uno splendido falso 2D, ricche di particolari e dettagli così come i personaggi, a cominciare dal principe, praticamente uguale a quello già visto su PC e Console in Sands of Time. L’unico appunto riguarda i filmati di intermezzo tra un livello e l’altro che rivelano una principessa e un’ambientazione in tre dimensioni, troppo spigolosi e pertanto poco inseriti all’interno del contesto del gioco.

– Animazioni splendide

– Molto divertente

– Ottimo sistema di combattimento

– A tratti frustrante

– Si finisce in un’ora (teoricamente)

8.2

Prince of Persia Classic è uno dei migliori titoli per Xbox Live Arcade usciti finora. Poco importa che si tratti di un remake, il titolo mostra una qualità grafica superiore a qualunque altro concorrente, animazioni splendide e un sistema di combattimento estremamente appagante. Certo, il livello di difficoltà è elevato e, teoricamente, si finisce in un’ora ma siamo certi che chiunque apprezzerà il titolo sviluppato da Gameloft non limiterà la propria esperienza di gioco ad un solo assaggio.

Voto Recensione di Prince of Persia Classic - Recensione


8.2

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