Recensione

Predator: Concrete Jungle

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a cura di Fabfab

Rilanciato recentemente come eroe positivo dal blockbuster americano “Alien vs Predator”, Raul Bov…ehm, no, volevo dire il Predator esordisce anche nel mondo dei videogiochi con un’avventura inedita che lo vede impegnato a mettere a posto le cose sul nostro pianeta.

Predator: Concrete Jungle… …è un action/stealth in terza persona che ci mette nei panni di uno dei simpatici alieni cacciatori di teste. Uhm, in realtà ci mette nei panni di uno dei più stupidi rappresentati di questa razza di combattenti implacabili e vigliacconi (sai che coraggio ci vuole a cacciare prede, gli uomini, che non ti vedono perchè puoi diventare invisibile) che, venuto sulla Terra nel 1930 per la consueta caccia, ha combinato un casino tale che è stato esiliato su un pianeta lontanissimo. Cent’anni dopo, tuttavia, i suoi compagni tornano a recuperarlo: pare infatti che l’idiota si sia dimenticato sul nostro azzurro pianeta dei componenti del suo equipaggiamento, così ora (2030) sulla terra tutti possono diventare invisibili e l’anarchia regna sovrana. Chi meglio dell’autore di tutto ‘sto casino potrebbe risultare il più adatto a sistemare la faccenda? Bè, a dirla tutta penso che sarebbe andato meglio chiunque altro, ma i Predator non avevano tempo/voglia/capacità di pensare a qualcun altro che non fosse il casinaro…

La ranocchia spazialeBenché impersoniate un Predator, nel gioco vi troverete a fare cose che, normalmente, non importerebbero un fico secco all’alieno cacciatore. Per recuperare la tecnologia perduta, infatti, il nostro evanescente amico deve affrontare tutta una serie di missioni in cui, generalmente, lo scopo finale è raggiungere il boss della banda locale e farlo a pezzi. Naturalmente prima di arrivare a lui tocca prendersi cura dei vari scagnozzi disseminati per la strada, i quali invece che filarsela a gambe levate davanti all’aspetto non proprio rassicurante del nostro alieno non vedono l’ora di farsi ammazzare. I combattimenti sono piuttosto semplici e l’I.A. degli avversari non esattamente complessa: per lo più userete tecniche di combattimento corpo a corpo, ma è possibile utilizzare anche armi da fuoco fantascientifiche. Trattandosi di un Predatori, vale a dire non la creatura più delicata e caritatevole del cosmo, il gioco permette di fare molto, ma molto male ai nemici, sventrandoli, tagliandoli in due, spiccando loro la testa dal corpo: vere e proprie sanguinose esecuzioni che se divertono all’inizio, ben presto diventano tremendamente ripetitive.E’ comunque possibile – a volte necessario – adottare altri approcci, agendo in maniera più circospetta (dicasi stealth) oppure usare una serie di trucchetti per attirare a noi l’inconsapevole preda.Per il resto continuerete ad aggirarvi per i livelli saltando come una ranocchia: le vie delle varie cittadine sono infatti perennemente ostruite da detriti, incendi o persone ostili, quindi la via migliore (o, per meglio dire, l’unica via) è quella di salterellare qua e là avvalendosi delle eccezionali capacità atletiche del coso spaziale. Potete usare anche la sua mimesi ottica per non farvi scorgere (ma funziona solo da molto distante, perchè anche se invisibile, lo spazio attorno al Predator si distorce ed anche un pupetto lo sgamerebbe subito) ed i vari gadget alieni (leggi: visori di vario tipo), ma nonostante i vostri sforzi la pessima telecamera riuscirà comunque ad ostacolarvi più del lecito. La maggior parte delle missioni finiscono così per risolversi in noiosissimi trial & error che richiedono di memorizzare alla perfezioni salti ed ostacoli prima di poter essere portati a termine: come potete immaginare non si tratta esattamente della soluzione migliore per rendere un gioco interessante…

Predator a chi?Tecnicamente il gioco è all’altezza (o forse dovrei dire alla bassezza) del suo mediocre gameplay.L’unica cosa valida del titolo è il modello del Predator, realizzato con una buona cura dei particolari e con un set di movimenti fluidi e credibili. Peccato che tutto il resto sia stato realizzato in maniera pessima: i nemici sono tutti uguali e poco curati, non muovono un muscolo della faccia nemmeno durante le scene d’intermezzo! Le città sono piatte, grigie, realizzate senza inventiva ed estremamente monotone da esplorare.L’audio si limita al ruggito del Predator e al poco convincente chiacchiericcio degli umani.Una volta completato potrete sbloccare delle sfide aggiuntive ed una serie di nuovi costumi per il vostro Predator: il problema è che non vedo chi mai potrebbe aver voglia di completare un titolo mediocre e frustrante come questo…

– Nessuno

– Trama stupida

– Gameplay inutilmente frustrante

– Tecnicamente mediocre

5.0

Un franchise famoso, un gioco mediocre. Quante volte l’avete sentita? Bè, la storia si ripete anche con “Predator: Concrete Jungle”: anche se siete fan del personaggio, tenetevene alla larga. L’essere che si aggira per i livelli del titolo Vivendi ha poco a che fare con lo spietato cacciatore visto al cinema o nei fumetti…

Ringrazio El Morisco per l’articolo!

Voto Recensione di Predator: Concrete Jungle - Recensione


5

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