Recensione

Pokémon Trading Card Game

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

A pochi giorni dalla delusione scaturita dall’ultimo episodio dedicato a Yu-Gi-Oh!, eccoci di nuovo alle prese con un gioco di carte collezionabili, stavolta via Virtual Console, legato ad uno dei brand più famosi ed amati di mamma Nintendo: i Pokémon.Da qualche giorno, è infatti disponibile per il download per tutti gli utenti 3DS Pokémon Trading Card Game, episodio uscito per GameBoy Color a cavallo del nuovo millennio, che era la riduzione digitale del gioco di carte che Wizards of the Coast rilasciò proprio in quegli anni.Al timone ancora la coppia Game Freak – Nintendo, nei consolidati ruoli di sviluppatore ed editore…varrà la pena spendere i 5 euro richiesti?

Pokémon in salsa MagicPur non appartenendo al filone della saga principale, Pokémon Trading Card Game riscosse un ottimo successo di pubblico, soprattutto in Giappone, perché rappresentava la prima versione digitale del popolare gioco di carte dedicato ai mostriciattoli e, nonostante le forti limitazioni dovute all’hardware ospite, riusciva a riprodurre con efficacia lo spirito del gioco da tavola originario, la cui essenza risiedeva nella ricerca e nel perfezionamento del proprio mazzo e nel piacere di sfidare un amico e stenderne i mostri senza difficoltà.Certo, agli occhi dei giocatori odierni i numeri di Pokémon Trading Card Game risulteranno risibili: circa 230 carte collezionabili in totale, otto avversari da sconfiggere nella breve modalità principale, la possibilità di salvare fino a quattro mazzi di carte differenti.All’epoca della release, comunque, la feature più caratteristica era la possibilità di giocare contro un amico, servendosi del cavo di collegamento apposito: questa semplice possibilità donava nuova linfa alla ricerca delle carte e alla rigiocabilità del titolo, generando fenomeni sociali che spaziavano dalle riunioni di proporzioni epiche nel paese del Sol Levante a eventi dedicati in occidente.Nonostante le capacità delle console odierne e i quasi tre lustri intercorsi dall’uscita originaria, dispiace quindi constatare come questa versione per Virtual Console sia totalmente sprovvista di qualsivoglia opzione per il multigiocatore, sia in locale, sia online, restringendo enormemente l’avventura, le possibilità di interazione e la longevità del prodotto.

Un deck per domarli tuttiI rimpianti aumentano alla constatazione che l’impianto ludico e la bontà delle dinamiche di gioco sono invecchiati benissimo, e rivaleggiano tranquillamente con produzioni odierne, nonostante la limitatezza del numero di carte disponibili e qualche deficienza dell’intelligenza artificiale.Dopo la scelta del nome del proprio alter ego, si viene catapultati subito dal Dr. Mason, che ci chiederà se vorremo assistere al lungo ed articolato tutorial prima di gettarci nella mischia: esaustivo e facile da comprendere nonostante la lingua inglese, il tutorial può essere saltato, ma si rivela fondamentale per non scontrarsi a muso duro con le prime ore di gioco, che potrebbero rivelarsi discretamente complesse per i neofiti della saga o per coloro che faticano con la lingua d’Albione.Digerite le regole base, che poi non si dissociano da quelle della saga madre in quanto a debolezze elementali, evoluzione dei Pokémon e raggiungimento delle medaglie per poter sfidare concorrenti sempre più agguerriti, la strada è tutta in discesa: il livello di difficoltà è indulgente, probabilmente perché, oggi come allora, la saga era pensata per un pubblico giovane, salvo poi rivelarsi adatta a tutte le età.Nonostante un giocatore di vecchia data potrebbe quindi avere la meglio su tutti e otto i duellanti della Storia principale in un pomeriggio intenso di gioco, la soddisfazione che deriva dal perfezionare il proprio mazzo fino a renderlo immune alle inevitabili bizze della sorte è rimasta la stessa dell’epoca, sebbene manchi del tutto la blanda componente esplorativa che invece è diventata uno dei capisaldi della serie di capitolo in capitolo.I più giovani tra i Pokéallenatori, che in teoria potrebbero beneficiare del limitato numero di carte, del basso livello di difficoltà e dalla semplificazione di alcune meccaniche rispetto alla serie principale saranno però frenati dalla mancanza di una localizzazione italiana, che invece, come accennato, non creerà alcun problema ai giocatori più smaliziati: purtuttavia, il divertimento semplice ed effimero che scaturisce dal portare a termine l’avventura in single player incarna perfettamente lo spirito che ha reso celebre la saga, e, complice il costo limitato richiesto per il download, potrebbe fare di Pokémon Trading Card Game la palestra ideale per le nuove leve.

Dal passato con furoreCome per tutti i giochi fin qui pubblicati sulla diverse Virtual Console, anche in questo caso Nintendo non ha rimesso mano al codice originale, proponendo al pubblico odierno gli stessi colori e gli stessi pixel visti sugli schermi dei GameBoy Color di allora: l’effetto è comunque piacevole, complice quella sorta di “sospensione dell’incredulità” necessaria per godere di quanto c’è di buono in un titolo che ha sul groppone sedici anni (fu pubblicato già nel ’98 in Giappone).I fan della serie non faticheranno a riconoscere alcuni dei loro beniamini in quelli che all’apparenza, potrebbero sembrare ammassi di pixel informi, e da nostalgico, ho trovato gradevoli i motivetti che fanno da tappeto sonoro alle vicende su schermo.Davvero un peccato, quindi, che la longevità e l’appeal sul lungo periodo siano azzoppate dalla mancanza di modalità multiplayer di sorta: un Poké-titolo non può chiamarsi tale fino in fondo senza il brivido della sfida ad un altro allenatore umano.

– Diverte ancora nonostante gli anni passati

– Dinamiche semplici da imparare e complicate da padroneggiare

– Una buona palestra per gli allenatori più inesperti

– Nessuna opzione multiplayer

– Numero di carte limitato

– Interamente in inglese

– Molto, forse troppo facile

7.0

Le (poche) ore passate in compagnia di Pokémon Trading Card Game sono state molto piacevoli, un po’ per la bontà del gameplay un po’ per quell’irresistibile fascino retrò che molti titoli Virtual Console sfoggiano con grande naturalezza.

Nonostante la durata esigua e la totale assenza di modalità multiplayer, che senza dubbio costituiscono due macchie non da poco sul curriculum del prodotto, per una volta con il catalogo online Nintendo non reputo che il prezzo richiesto sia eccessivo rispetto alla qualità dei contenuti proposti.

La limitatezza data dal numero complessivo di carte e da una IA solo sufficiente rendono questo prodotto una buona palestra per i neofiti della serie, o per quanti, dopo aver snocciolato tutti gli episodi della serie regolare, non abbiano ancora saziato la loro fame di Pokémon.

Voto Recensione di Pokémon Trading Card Game - Recensione


7

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