Recensione

Pokémon Snap

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a cura di Star Platinum

Il mondo dei Pokémon ci ha progressivamente abitutato ad un po’ di varietà a livello di gameplay, grazie agli esperimenti (non sempre riusciti) atti a trasportare Pikachu e compagni in altri ambiti, lontani dalla classica avventura in stile gdr. Uno di prodotti più particolari dedicati ai personaggi Nintendo può essere sicuramente identificato in Pokémon Snap, uscito ormai diversi anni fa per Nintendo 64 e riproposto al grande pubblico come titolo per la Virtual Console. A distanza di tanto tempo è apprezzabile lo sforzo di voler portare alla luce un simile prodotto, ma non per questo la qualità globale potrebbe riuscire a risultare all’altezza delle aspettative. Scopriamone insieme i motivi.

L’isola che non c’èLa trama attorno a cui si sviluppano le vicende di PS è in parte diversa rispetto ai soliti canovacci che hanno contraddistinto la serie da anni. Tutto inizia infatti con il Professor Oak che compie una scoperta inaspettata: un’isola ancora incontaminata e popolata unicamente da Pokémon. Ed ecco che a questo punto, entrerete quasi subito in gioco voi, impersonando i panni di un certo Todd, inviato sull’isola per studiare i suoi abitanti fotografandoli mentre compiono determinate azioni e comportamenti. In realtà, nonostante vi siano ben sette ambientazioni da poter esplorare, non vi è concesso di potervi muovere liberamente ma vi sarà affidato un particolare mezzo di trasporto in grado di compiere spostamenti su ogni superficie, permettendovi quindi di poter compiere il vostro dovere senza l’assillo del come arrivare in una determinata zona. A conti fatti la meccanica di gioco si riassume quindi nel dover immortalare tutti i Pokémon presenti sull’isola, soddisfando però particolari richieste in termini di soggetto e azioni, che saranno fondamentali per il completamento dell’obiettivo e conseguente passaggio ad un nuovo ambiente. Il caro Professor Oak inoltre, non si accontenterà di una foto qualsiasi, ma sarà poi valutata con un punteggio diverso in base a parametri quali l’inquadratura, la posizione del Pokémon, la direzione del suo sguardo, l’eventuale presenza di altre creature ed altro ancora. Ne deriva una varietà di condizioni decisamente elevata, con una conseguente difficoltà variabile di caso in caso.Alcuni esseri si faranno avvicinare senza troppe difficoltà e spesso potrebbe capitarvi di trovare qualcuno incuriosito a tal punto da risultare quasi in posa perfetta senza nemmeno troppi sforzi. Diverso invece il discorso quando incontrerete dei soggetti poco inclini a farsi ritrarre, i quali non vi degneranno d’atenzione, rovinando la vostra fotografia proprio quando ormai pensavate di avercela fatta, se non addirittura scappando. Per questi simpatici animaletti per fortuna esiste la possibilità di attirarli utilizzando oggetti quali ad esempio del cibo o il vostro fidato flauto Poké, che serviranno alla causa risolvendo il problema in origine.

L’impressione di un istanteConsiderati tutti gli episodi della serie pubblicati ad oggi sul mercato, un appassionato poco esperto potrebbe erroneamente commettere l’errore di credere che in questo titolo siano presenti gran parte delle specie esistenti, o almeno tutte quelle appartenenti ad un primo “filone” narrativo. Purtroppo però, le creature con cui potrete entrare in contato sono soltanto sessantatre e malgrado per trovarli tutti siano necessarie un buon numero di ore e diversi accorgimenti particolari, ciò che emerge immediatamente è che la longevità non possa essere certo considerata molto elevata in relazione a quanto ci si potrebbe aspettare e considerando che comunque, pur nella sua originalità di fondo, la meccanica alla fine propone un unico tema dominante, senza possibilità di variare in qualche modo l’azione.Dal punto di vista tecnico il gioco non tocca vette elevate, ma si lascia comunque apprezzare grazie ad una grafica colorata, ambientazioni pregevoli e un character design tutto sommato buono considerato che si tratta di uno dei prodotti meno appariscenti per Nintendo 64. Peccato per gli effetti grafici non certo esaltanti, lontani anni luce dagli standard attuali.Discreto il sonoro, ricco di effetti sonori anche troppo simili tra loro e da alcune musiche apprezzabili.Il sistema di controllo, supportando come al solito diverse configurazioni, è elementare nella sua semplicità e risulta preciso e senza il minimo problema di gestione delle inquadrature.La particolarità di PS rappresenta in definitiva il suo più grande difetto, ossia quella di essere un titolo pensato quasi esclusivamente per i fans che difficilmente potrebbe riscontrare il gradimento da parte di un pubblico più ampio, soprattutto per chi non ama i Pokémon. Nel complesso discreto e divertente, ma non aspettatevi un capolavoro.

– Gameplay originale

– Discreta realizzazione tecnica

-Imperdibile per gli amanti dei Pokémon

– Longevità limitata

– Potrebbe non piacere a molti

– Dedicato principalmente ad un target d’età non elevato

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Nel panorama dei titoli presenti su Virtual Console, Pokémon Snap si piazza ad una posizione intermedia, risultando convincente sotto l’aspetto dell’originalità e della realizzazione tecnica, ma poco accattivante per altri punti di vista. Come descritto in sede di recensione, la particolarità del gioco ed i protagonisti stessi potrebbero non attrarre un gran numero di gamers se non appassionati delle piccole creaturine Nintendo, che in tal caso potrebbero invece beneficiare di un titolo unico nel suo genere e quindi con discrete possibilità di divertimento.

Il consiglio dunque, considerando che 1000 Wii Points non sono proprio un prezzo basso, è di valutare con attenzione l’acquisto puntando eventualmente su prodotti più classici ma in grado di produrre un’esperienza di gioco maggiormente immersiva e longeva.

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