Annunciati durante un direct dello scorso giugno, a soli sette mesi di distanza da
Pokèmon Sole e Luna,
Pokemon Ultrasole (versione qui recensita) e
Pokemon Ultraluna faranno il loro debutto sulla famiglia di console 3DS tra pochi giorni, con la duplice responsabilità di mantenere alti gli standard della saga dopo l’ultimo, apprezzatissimo episodio, e di chiudere bene l’epopea della serie sulla console portatile
Nintendo, ormai sul viale del tramonto.
Le intenzioni sembrano belligeranti sin dall’inizio, con la scelta di mettere in copertina Necrozma, protagonista delle vicende: se non aspettavate altro che indossare infradito e bermuda e tornare ad Alola, dovreste continuare a leggere.
Per quest’anno non cambiare…
L’incipit di Ultrasole e Ultraluna risulterà familiare a coloro i quali hanno avuto modo di cimentarsi con il capitolo del 2016: come anticipato in innumerevoli interviste dal director della serie, Junichi Masuda, non siamo dinanzi ad una storia inedita, ma ad una versione alternativa delle vicende narrate in Sole e Luna.
A partire dallo starter, che è il medesimo di un anno fa, con Rowlet, Litten e Popplio, passando per tutta la parte introduttiva, la sensazione di deja vu sarà fortissima per i fan della serie, mentre offrirà un’opportunità di fare ammenda per coloro che si siano colpevolmente persi lo scorso episodio, da molti considerato uno dei migliori della lunga storia del franchise.
Siamo quindi di fronte ad un cosiddetto “ornitorinco”, un caso difficile da catalogare rispetto alla storia del brand: non si tratta di un seguito diretto (come, ad esempio, furono e Bianco e Nero 2), né di una versione potenziata (la classica terza in uscita dopo le prime due, come Pokemon Giallo o Platino, giusto per citarne due), quanto piuttosto di un titolo ambientato nel medesimo universo narrativo, con gran parte dei personaggi (primari e secondari) provenienti dai due titoli precedenti ma, nel contempo, una serie di aggiunte tanto in termini di nuove location quanto di nuove forze che tramano nell’ombra (in tutti i sensi, capirete giocando…) per raggiungere i loro scopi.
D’altronde i titoli precedenti avevano coraggiosamente introdotto il concetto di universo parallelo, giocando con il continuum spazio-temporale, quasi ad anticipare quello che Ultrasole ed Ultraluna portano in scena: senza incappare in antipatici spoiler, vi basti sapere che c’è una nuova città da esplorare in un regno ignoto e una nuova schiera di nemici (più qualche vecchia conoscenza) pronta a mettere i bastoni tra le ruote al giocatore.
Tutto ciò che c’è di inedito in Ultrasole ed Ultraluna è celato dietro gli Ultravarchi, che conducono il giocatore in un altro tempo e spazio, lasciando libertà al team di sviluppo, che ha potuto così proporre situazioni ed ambientazioni del tutto differenti da quelle viste dodici mesi fa.
Come per il recente secondo episodio di
Yo-Kai Watch, però, ai veterani di Sole e Luna sarà richiesta una certa dose di pazienza, perché prima di imbattersi nei contenuti inediti saranno chiamati a rivivere eventi già visti e ad assistere a cutscene ben note.
…stessa spiaggia…
I ritmi e le dinamiche del gameplay non sono mutate: il cuore ludico della produzione batte ancora forte, anche se, inevitabilmente, ha perso freschezza rispetto al titolo d’esordio dell’anno scorso.
Cionondimeno, il loop cattura – combattimento – crescita che è alla base della serie da vent’anni funziona ancora come il primo giorno; per ravvivare un avanzamento già tanto solido, il team di sviluppo ha pensato di includere tutti i Pokemon leggendari esistenti con un furbo espediente narrativo, consentendo al giocatore di schierarli al suo fianco in combattimento e, in alcuni casi, di assistere a delle megaevoluzioni e all’archeorisveglio, che consentiranno di sprigionare il vero potere di queste formidabili creature.
La sensazione che permea il gioco è quella che, quasi a volersi far perdonare la buona ma non eccezionale quantità di materiale inedito, il team di sviluppo, in concomitanza con il commiato dall’utenza 3DS, abbia deciso di proporre una sorta di versione “all star” di Sole e Luna, contenente tantissimi richiami, citazioni e Pokemon provenienti dal passato della serie, così da giocare con la nostalgia.
Giusto per chiarire il concetto espresso sopra, nella sola versione Ultrasole da noi testata, sono stati inclusi “mostri sacri” per la serie come Raikou, Dialga, Reshiram, Tornadus, Xerneas e Latios: solo a chi non ama o non conosce la serie non scenderà una lacrimuccia nel rivederli in azione.
Non che le aggiunte latitino, beninteso: tra i nuovi minigiochi vanno segnalati il Surf Mantine, che amplia il concetto di Pokepassaggio introdotto in Sole e Luna, permettendo di cavalcare le onde e guadagnare punti a seconda delle acrobazie eseguite, e il Fotoclub di Alola, che dona nuova linfa alle fasi fotografiche, consentendo di aggiungere filtri, cornici ed effetti assortiti alle immagini scattate in compagnia del Pokemon preferito.
Il Pokedex Rotom, da parte sua, ha beneficiato di migliorie e potenziamenti di vario genere: aumentando l’affinità con esso, sarà ora possibile arrivare ad utilizzare per due volte in combattimento l’abilità Z, sbilanciando a proprio favore anche gli scontri più impegnativi (che, come da tradizione, non sono poi tanti…) e, in aggiunta, grazie alla nuova funzione Roto’n’roll, si guadagnerà l’accesso ad un pool di nuove abilità tra cui scegliere.
Ce n’è una che aumenta i soldi guadagnati dalle battaglie, una che incrementa l’esperienza ottenuta, un’altra ancora che aumenta marginalmente le possibilità di catturare i Pokemon selvaggi e tante altre ancora: c’è solo l’imbarazzo della scelta.
L’unica critica che ci sentiamo di muovere a queste aggiunte riguarda il loro effetto sulla già non troppo ripida curva di difficoltà: se già Sole e Luna si erano rivelati una discreta passeggiata di salute, per i veterani Ultrasole e Ultraluna risulteranno tra gli episodi più abbordabili dell’intero franchise fin qui.
Il giro delle isole, colonna portante dell’avanzamento lungo la campagna di Sole e Luna, si è arricchito di nuovi Pokemon (il cui totale ora supera le quattrocento unità), e molti di quelli già presenti nei precedenti titoli hanno cambiato posizione, in un estremo tentativo di vivacizzare la progressione anche per coloro che avevano precedentemente completato il Pokedex.
Come se non bastasse, alle prove già viste se n’è aggiunta un’altra, che vedrà come protagonista il Capitano Rika, che impiegherà molto meno tempo del previsto a passare dal ruolo di cicerone a quello di sfidante: in queste ed in tutte le altre sfide sarà possibile impiegare anche le nuove mosse Z esclusive di questa nuova versione, possibili grazie al Supercerchio Z, che comprendono anche due mosse di rara potenza per Solgaleo e Lunala, i due Pokemon leggendari che torreggiavano sulla copertina di Sole e Luna.
Da segnalare anche la nuova Agenzia Lotta, una struttura interamente dedicata al combattimento tra Pokemon, all’interno della quale sarà possibile prendere in prestito Pokemon di vario tipo da altri giocatori incontrati casualmente, per farli combattere in battaglie tre contro tre senza esclusione di colpi.
…stesso mare
L’analisi tecnica dell’ultima fatica Game Freak non può prescindere, già ad un primo colpo d’occhio, con dei paragoni diretti con il capitolo uscito dodici mesi or sono: come per il comparto narrativo e per quello ludico, quello visivo prosegue sulla linea già tracciata precedentemente, con tutto ciò che ne consegue in termini di direzione artistica e di mole poligonale, decisamente buona se rapportata alle stringenti limitazioni che un hardware come 3DS impone agli sviluppatori.
I colori sono vibranti, la varietà di ambientazioni lodevole, il design dei Pokemon inediti e delle varianti di Alola di quelli già noti soddisfano per coerenza con la serie e per gusto artistico, ma, come già detto in più punti di questa recensione, la sensazione di deja vu è molto forte per coloro i quali hanno visitato Alola nel 2016.
Il motore grafico, nemmeno a dirlo, è il medesimo di Sole e Luna, che rappresenta, a nostro avviso, il punto più alto della serie in assoluto nonché il limite cui le potenzialità hardware delle console della famiglia 3DS possono aspirare: tutto si muove in maniera fluida ed armoniosa, e non abbiamo lamentele di sorta.
A dirla tutta, anzi, giocando su un New 2DS XL, abbiamo notato una minore frequenza dei micro-rallentamenti che affliggevano certe battaglie in Sole e Luna, se giocati su un modello “vecchio” della piccola di casa Nintendo
Anche il comparto audio, al netto di temi inediti registrati appositamente per le nuove aree del gioco, ripropone il trionfo di flauti ed atmosfere hawaiane che ha contraddistinto il primo viaggio in quel di Alola.
Menzione finale per la longevità complessiva, accresciuta rispetto a quella dei due titoli usciti lo scorso anno: a seconda del tempo impiegato a riempire il Pokedex e ad esplorare le nuove parti di Alola, si possono impiegare dalle trentacinque alle cinquanta ore scarse per vedere quasi tutto quello che il prodotto ha da offrire.
Tanti contenuti aggiuntivi…
Fanservice come se piovesse
Piccole rifiniture ad un gameplay già solidissimo
Longevità alle stelle
…nascosti dietro a tanto materiale ripescato da Sole e Luna
Non il capitolo inedito che qualcuno si sarebbe aspettato per salutare 3DS
Pubblicato sul mercato a dodici mesi esatti dal doppio episodio precedente e sul finire della lunga e gloriosa carriera di 3DS, Pokemon Ultrasole/Pokemon Ultraluna non poteva che rivelarsi un capitolo conservativo, dedicato a tutti coloro che si fossero persi quello dello scorso anno ed ai fan più oltranzisti del franchise, che ritroveranno tanti amici storici e apprezzeranno le aggiunte contenutistiche rispetto a dodici mesi or sono.
Nel complesso, nonostante gli sforzi di Game Freak di aggiungere novità e limare un gameplay già rodato, il risultato risulta leggermente inferiore al capitolo precedente, pur rimanendo nell’alveo dell’eccellenza cui questa serie ci ha abituato nel corso degli anni.
Chi avrà la pazienza di non fermarsi alle prime ore di gioco, quando la sensazione di deja vu risulta un po’ troppo forte, troverà sufficienti motivi per arrivare fino in fondo anche a questa straordinaria avventura.
In ogni caso, un modo davvero speciale di salutare le console della famiglia 3DS da parte del team di sviluppo.